IL CARNEVALE IN FRIULI
VENEZIA GIULIA

In Friuli Venezia Giulia il Carnevale
è molto più di una festa mascherata:
dal mare ai monti per scoprire antichi riti legati alla tradizione
e pieni di significato
Il Carnevale in Friuli Venezia Giulia non è
una semplice ricorrenza di spensierata allegria: dal mare
alla montagna, tutte le località ospitano dei veri
e propri riti, densi di significati e profondamente legati
alla tradizione. Il mondo capovolto dei giorni di festa, il
senso del rinnovamento che questo avvenimento trasmette, la
trasgressione e lo sberleffo, il divertimento e lo scherzo
rendono il Carnevale in questa regione un momento molto vissuto
da tutti, grandi e piccoli, e non un semplice spettacolo da
osservare.
Ogni località, grande o piccola che sia, propone dal
Giovedì Grasso al Mercoledì delle Ceneri manifestazioni
in tema carnevalesco, declinate secondo usanze e consuetudini
diversissime fra loro. Le espressioni più tradizionali
sono quelle della fascia montana e pedemontana, a partire
dai sette giorni di danze ininterrotte della Val di Resia,
per proseguire con La notte delle lanterne di Sauris (che
ha come protagonisti le grottesche figure del Rölar e
del Kheirar) e con i Carnevali delle Valli del Natisone. Da
Rodda a Montefosca a Clodig, passando per Tribil, Montemaggiore,
Mersino e Masarolis, questi piccoli borghi incuneati fra Cividale
e la Slovenia celebrano la festa con riti e costumi assolutamente
originali, nei quali ricorre come tratto comune - come del
resto in Carnia - la contrapposizione tra maschere belle e
brutte. Stupefacente è la partecipazione dell’intera
comunità che, assieme alla moltitudine di visitatori
che ogni anno affolla queste zone dove si parla un’antica
lingua di origine slava, riempie le vie dei paesi e apre le
porte delle case private.
Di seguito i principali appuntamenti del Carnevale 2007.
Scendendo
verso il litorale adriatico, sul Carso troviamo la cerimonia
di purificazione di Doberdò del Lago dove, con il Rogo
del Carnevale del Mercoledì delle Ceneri, si esorcizzano
mali e dolori immolando un fantoccio, che diventa il capro
espiatorio della comunità. In riva al mare, ecco soprattutto
sfilate di gruppi mascherati e carri allegorici, spesso vere
e proprie opere d’ingegneria. A Muggia, che ha la singolarità
di avere addirittura un’appendice estiva, si svolge
uno dei Carnevali più suggestivi della penisola durante
il quale vengono riproposte le mascherate: si inizia con l’incoronazione
di Re Carnevale il Giovedì Grasso, si prosegue con
la sfilata di carri del Corso Mascherato della domenica e
si conclude con il Funerale del Carnevale del Mercoledì
delle Ceneri. A Monfalcone, secondo un canovaccio che affonda
le sue origini nel periodo del dominio veneziano, sono il
Testamento e la Cantada di Sior Anzoleto a dare il via alla
sfilata dei carri del Martedì Grasso. Grado, l’isola
d’oro nel cuore dell’omonima laguna, rispolvera
invece una tradizione medioevale: Giovedì Grasso il
Manso ‘nfiocào - manzo infioccato - oggi rappresentato
da una sagoma, percorre di corsa le vie della città
in una festa dedicata soprattutto ai bambini.
Anche i capoluoghi delle quattro province organizzano divertenti
appuntamenti per festeggiare il Carnevale. A Pordenone vanno
in scena il Giro delle Osterie e la sfilata dei carri. Il
centro storico di Udine si anima con sfilate, maschere e spettacoli.
Gorizia e altri comuni della provincia isontina – Ronchi
dei Legionari, Romans e Savogna - organizzano sfilate dal
Sabato al Martedì Grasso e, sugli spalti del Castello
del capoluogo, appare l’inquietante figura della Dama
Bianca. Trieste festeggia con il Palio Cittadino, che vede
in lizza i dieci rioni della città.
1. A Carnevale in Val Resia si danza freneticamente
al suono di antichi violini
Sulle note della zitira e della bünkula, versione resiana
del violino e del violoncello, la Val Resia "balla"
un carnevale del tutto particolare, pieno di avvenimenti e
di sorprese che si perpetuano nella tradizione. Il Pust, il
nome resiano del carnevale, parte venerdì 1 febbraio
con Püst za hïšah, la sarabanda mascherata
dei bambini, e si conclude il 6 febbraio con la processione
e il funerale del babaz, il fantoccio simbolo delle sfortune
dell'anno passato che tradizionalmente viene bruciato in un
rogo. In mezzo tanti spettacoli mascherati che vedono contrapposti
i babaci e i kukaci, le maschere tipiche di questa comunità
dalle antiche origini slave.
Il Carnevale generalmente prende il via il giovedì
grasso (Jojba Grasa), continua il sabato sera e prosegue la
domenica con un grande ballo di piazza (Püstawa nadëja).
Festeggiamenti anche il lunedì, con il Carnevale di
Mezzo (Te Sridnji Püst) e martedì con il Grande
Carnevale (Te Vilïki Püst). Conclusione il mercoledì
delle ceneri (Te din na pëpël - Te din na Pëpalnico).
L’elemento fondamentale del Carnevale
è rappresentato dalla resiana, un’antichissima
danza eseguita al suono della cïtira , sorta di violino,
e della bünkula, sorta di violoncello, strumenti unici
e originali di questa vallata. I balli, su musiche molto ritmate,
si protraggono per ore e ore nelle osterie e, tempo permettendo,
anche all’aperto. In particolare la domenica la piazza
di San Giorgio si anima di danze, maschere e musica. Sempre
nello stesso luogo il Carnevale si conclude, il mercoledì
delle Ceneri, con il rogo del fantoccio, simbolo di tutte
le malefatte e le sfortune capitate alla comunità nell’anno
appena trascorso: un rito scaramantico e beneaugurale, che
segna il passaggio dal vecchio al nuovo anno e la rinascita
delle terra dopo la morte apparente dell’inverno.
Del tutto particolari anche i costumi, il cui
colore predominante è il bianco: Te lipe bile maškire,
le belle maschere bianche, e i babaci/kukaci , le maschere
brutte. Accanto a queste, in tempi recenti, si sono aggiunte
quelle più moderne e, il mercoledì delle Ceneri,
quelle rappresentanti il clero o altre personalità.
Te lipe bile maškire indossano gonne e camice bianche
ornate da merletti e nastri colorati, scarpe e le calze chiare
e in mano possono avere fazzoletti e campanelli che suonano
durante il ballo. Come copricapo, un alto cappello adorno
di fiori di carta colorata e piccoli sonagli.
Generalmente sono le donne che si vestono così
e, in passato, dovevano essere solo quelle giovani e non ancora
sposate. Anche gli uomini (maškarun) portano le gonne:
a differenziarli dalle donne, solo il cappello, più
basso rispetto a quello femminile. I costumi dei babaci/kukaci
(che di solito hanno il viso sporco di fuliggine o coperto
da una semplice maschera) sono molto più semplici:
basta infatti camuffarsi con abiti vecchi o semplicemente
mettere la giacca a rovescio.
Per conoscere le antiche tradizioni, gli strumenti
legati al mondo del lavoro agricolo e l’abbigliamento
locale si può visitare il Museo delle Genti della Val
di Resia (via Udine 12, Resia, tel. 0433 53428). Per informazioni:
Parco Prealpi Giulie, tel. 0433 53483
2. Con Rölar e Kheirar accanto a un falò
propiziatorio: ecco Sauris nella Notte delle lanterne alla
luce delle lanterne
Fra i monti di Sauris (Udine), dove si parla ancor oggi
un’antica lingua d’origine tedesca, si festeggia
uno dei più antichi Carnevali dell’arco alpino.
I riti e i costumi di questa suggestiva località della
Carnia, il
comune più alto del Friuli Venezia Giulia, tra i 1212
e i 1362 m di altitudine, sono veramente particolari.
Protagonisti dell’avvenimento, che si svolge sempre
il sabato che precede il giorno delle Sacre Ceneri, sono il
Rölar e il Kheirar. Il Rolar è una figura magica
e demoniaca armata di una scopa: il suo compito è di
avvertire la gente che si prepari per la mascherata. Il nome
deriva dai rolelan, i campanelli che porta legati attorno
alla vita e che agita in continuazione. La sua faccia e le
sue mani sono annerite dalla fuliggine, indossa abiti molto
rozzi e ha la testa fasciata con un fazzoletto a frange. Con
lui c’è il Kheirar, il re delle maschere, che
orchestra lo svolgimento della festa: il volto è nascosto
da una maschera di legno, i vestiti sono laceri e ha una scopa
in mano, che usa per battere alle porte delle abitazioni in
cui vuole entrare.
Le due figure percorrono le vie di Sauris e delle sue frazioni,
accompagnate da un corteo di maschere, che possono essere
brutte (Schentana schemblin) o belle (Scheana schemblin):
l’importante è che chi partecipa sia irriconoscibile
e quindi abbia il volto coperto dalle maschere rigorosamente
di legno, realizzate dagli artigiani locali. Il Kheirar bussa
con la scopa alla porta delle case e dei locali pubblici e,
dopo aver spazzato il pavimento, introduce a turno coppie
di maschere che eseguono antiche danze al suono della fisarmonica.
Con il buio inizia il rito suggestivo della Notte delle lanterne:
il corteo aperto dalle maschere s’inoltra nel bosco,
al lume delle lanterne, e raggiunge un grande falò
propiziatorio, innalzato in una radura, attorno al quale si
gustano vin brulè e dolci tipici.
Per informazioni: Associazione Lilium - Sauris di Sotto,
tel 0433 86000, fax 0433 866900.
3. Muggia: carri allegorici monumentali e costumi
riccamente elaborati
Uno dei Carnevali più antichi e significativi del
panorama Carnevalesco italiano è quello che si tiene
a Muggia, cittadina di mare d’impronta veneziana a due
passi da Trieste, ultimo lembo di Istria rimasta all'Italia,
che vanta una delle più antiche manifestazioni carnevalesche
d'Italia. Un evento che ha il suo momento clou nella sfilata
dei carri allegorici, in programma domenica 3 febbraio, che
vede marciare un corteo di oltre 2 mila maschere, rigorosamente
a volto scoperto. A Muggia, infatti, il corso mascherato è
un'arte, un'occasione per mettere in mostra le proprie capacità
recitative. Ad aprire la settimana carnevalesca, che vede
impegnate le otto compagnie del carnevale muggesano per tutto
l'anno, sarà come di consueto l'incoronazione del Re
Carnevale e il tradizionale Ballo della verdura. Il calendario
del Carneval de Muja si arricchirà, nel corso della
settimana, di numerosi appuntamenti musicali, enogastronomici
e ludici, con la conclusione affidata, nel mercoledì
delle Ceneri, alle cerimonie per il funerale del carnevale.
Per informazioni: Comune di Muggia – Ufficio Cultura,
tel. 040 3360341
4. Trieste: il Palio del Carnevale, tra migliaia
di maschere e spettatori
Più recente,
ma per questo non meno sentita, la tradizione del Carnevale
di Trieste. Il martedì grasso, lungo il corso principale,
il corso Italia, si svolge la sfilata del Palio Cittadino,
al quale partecipano 10 rioni della città organizzati
in coinvolgenti coreografie con protagoniste 8.000 maschere.
Il culmine della festa, seguito da circa 100.000 spettatori
che diventano parte integrante dello spettacolo, avviene sul
palcoscenico naturale della città proteso verso il
mare, la splendida piazza dell'Unità d’Italia,
dove la premiazione del gruppo migliore concluderà
il Carnevale.
Per informazioni: Comitato di Coordinamento del Carnevale
di Trieste, tel. 335 6937550
5. Grandi e colorate sfilate di Carnevale in tutto
l’Isontino
Tutto il centro di Gorizia viene invaso da maschere e carri
per la grande sfilata del Carnevale Isontino, prevista anche
in questo caso per domenica 18 febbraio. I partecipanti arrivano
non solo dai dintorni, ma anche dalle altre regioni. Un premio
finale viene riservato agli allestimenti realizzati nella
provincia di Gorizia. La domenica carri e maschere anche a
Romans e a Savogna, dove sono attesi anche gruppi dalla vicina
Slovenia. Appuntamento sabato 17 febbraio a Ronchi dei Legionari:
anche in questo caso si assiste a una coloratissima sfilata
di gruppi mascherati, provenienti da tutto il Triveneto.
Per informazioni: Comune di Gorizia, tel. 0481 383211.
6. A Monfalcone, per ascoltare la pungente satira
del Sior Anzolèto, come ai tempi della Serenissima
Anche a Monfalcone (Gorizia) il Carnevale
vanta origini antiche che risalgono al periodo in cui questa
cittadina affacciata sull’Adriatico era sotto il dominio
della Repubblica Veneta. L'appuntamento principale è
la sfilata dei carri allegorici, che è animata dalla
satira pungente del Sior Anzolèto Postier. Quest'ultimo,
puntualmente, legge il suo testamento allo scoccare del mezzogiorno
del martedì grasso. Segue la tradizionale cantada,
satira in versi dialettali, che prende di mira personaggi,
fatti e misfatti dell’anno appena trascorso. Alla fine,
danze e cibi tradizionali, preparati in trattorie ed osterie.
Per informazioni: Comune di Monfalcone tel. 0481 494111 o
Pro loco 0481 411525.
7. Al Carnevale di Grado è protagonista un
manzo infiocchettato. Rievocazione di un fatto del 1162
Sull'isola di Grado – rinomata località balneare
e termale, in provincia di Gorizia – il giovedì
grasso di ogni anno si ricorda il Manso ‘nfiocàao,
cioè il manzo infioccato. È la rievocazione
di un avvenimento accaduto a Grado nel 1162, quando il Patriarca
di Aquileia, Voldarigo, assalì l’isola. Il Doge
di Venezia, Vitale Michiel II, andò in soccorso degli
isolani e fece arrestare il Patriarca con alcuni suoi canonici,
che furono trasferiti a Venezia per essere processati. Costoro,
pur di aver salva la vita accettarono, cosa molto gravosa
per quel tempo, di mandare a Grado ogni anno, il giovedì
grasso, giorno della vittoria dei veneziani su di loro, un
bue e 12 porci. La carne veniva distribuita ai poveri. Per
questo, fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, il
giovedì grasso un manzo coperto con un drappo e ornato
di fiocchi veniva fatto girare per le vie dell’isola,
in mezzo a una folla festosa e allegra. Alla fine della guerra,
la tradizione è stata ripresa e arricchita, abbinandola
a grandi sfilate in costume o dedicandola esclusivamente ai
bambini. L’unica novità è data dal fatto
che non c’è più il manzo in carne e ossa
ma, al suo posto, una sagoma che lo ricorda.
Per informazioni: Turismo FVG Grado, tel. 0431 877111.
8.
Doberdò del Lago: processo e rogo per il fantoccio
del Carnevale, per bruciare i peccati di tutti
A Doberdò del Lago (Gorizia) il mercoledì
delle Ceneri, si consuma il rito del Rogo del Carnevale, con
il quale si elimina simbolicamente il male e si propizia l'abbondanza
dell'annata agraria che sta per iniziare. Gli uomini del paese
costruiscono un fantoccio di fieno che rappresenta il Carnevale,
il quale viene accusato in una sorta di pubblico processo
di tutti i peccati della comunità. La sua simbolica
condanna permette la purificazione sociale di tutti, oltre
a essere di buon auspicio per il futuro. A questo punto il
fantoccio viene bruciato in mezzo alla piazza, segnando così
la fine del periodo di festa e l’inizio della Quaresima.
L'allegro corteo mascherato che precede questo rito, fa tappa
nelle osterie del paese ed è accompagnato dal suono
delle bande musicali.
Per informazioni: Comune di Doberdò, tel. 0481 78108.
9. Suggestioni, fascino e mistero: diventare belli
o brutti nelle Valli del Natisone
Si distinguono per originalità i Carnevali nelle
Valli del Natisone (Udine), che si aprono a ventaglio alle
spalle di Cividale del Friuli, verso la Slovenia. Su queste
montagne ogni paesino ha i suoi riti: a Montefosca i blumarji,
vestiti di bianco e con in testa un copricapo alto e intrecciato,
corrono nei campi attorno al paese a scopo propiziatorio;
a Rodda la figura centrale del Carnevale è il Pust,
che tiene in mano lunghe tenaglie e gira per le frazioni assieme
al diavolo e a San Michele; a Clodig per tradizione il fantoccio
del Carnevale viene bruciato in mezzo alla piazza mentre la
gente canta e balla attorno: qui le maschere tipiche, intrecciate
ancor oggi come un tempo, sono in vimini. Inoltre, a Tribil
e a Montemaggiore ci si maschera a brutti (Te Gardi) e a belli
(Te Liepi); la compagnia Carnevalesca di Mersino va in corteo
a visitare le comunità vicine; a Masarolis Te Kriznast
e Te Koznast, con campanacci sulla schiena, un bastone in
mano e una calza piena di cenere, accompagnati dalle Minke,
maschere femminili vestite di bianco, vanno di casa in casa
a raccogliere piccoli doni, seguiti da un corteo di maschere.
Suggestioni, fascino, mistero sono gli ingredienti di queste
antiche cerimonie, che vengono particolarmente vissute dagli
abitanti che vivono in queste valli, dove si parla un’antica
lingua d’origine slava.
Per informazioni: Informacittà del Comune di Cividale,
tel. 0432 710460.
10. Con Arlecchino in giro per le osterie di Pordenone
A Pordenone il Carnevale si anticipa, generalmente, il sabato
precedente la settimana Carnevalesca, con un Giro per osterie,
ovvero intrattenimento e spettacoli con la gente e fra la
gente che frequenta le tipiche osterie del centro storico
della città, curato dalla Scuola Sperimentale dell'Attore,
fondata dall'unico Arlecchino donna esistente al mondo, Claudia
Contin. La domenica il centro viene animato da una sfilata
di carri allegorici, mentre giovedì grasso in piazza
XX Settembre si tiene una grande festa per i bambini.
Per informazioni: Comune di Pordenone – Ufficio cultura,
tel. 0434 92910.
11. Attori, comici e cantanti per il Carnevale di
Udine
Udine festeggia il Carnevale il sabato grasso con una sfilata
e una mascherata che attraversa il centro storico. Ma dal
giovedì al martedì grasso la città si
anima con un ricco cartellone di appuntamenti per adulti e
per bambini. Le piazze cittadine sono rallegrate da animazione,
mascherate, ma anche da spettacoli musicali con big della
canzone, del teatro e con i comici più in voga del
cabaret. Per informazioni: Comune di Udine, tel. 0432 271111
o www.comune.udine.it
Per informazioni dettagliate: Numero Verde Turismo Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia 800 016 044, http://www.regione.fvg.it
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