Viaggiare - Diari di Viaggio

Turchia-Siria-Giordania

27 Giugno – 29 Agosto 2009

di anna&mauro

 

27 giugno 2009
Sabato ore 18,00 finalmente, anche quest’ anno dopo un inverno di preparativi è giunto il momento della partenza e il buon Dio ci manda una refrigerante pioggerella che ci accompagna per buona parte della serata, fino all’arrivo per la sosta notturna in prossimità di Cessalto.

28 giugno 2009
La notte trascorre tranquilla e una buona colazione ci prepara ad una giornata di viaggio.
Ore 10,30 passaggio della frontiera Slovena nei pressi di Gorizia, e acquisto della vignetta per la durata di sei mesi, che ci consente di percorrere i tratti autostradali, nel primo pomeriggio arriviamo alla frontiera Croata di Obrezje niente in particolare da segnalare, transito veloce e via verso la Serbia che raggiungiamo in serata, dopo la cena si prosegue ancora un po’ e ci fermiamo dopo Belgrado per la sosta notturna.

29 giugno 2009
Il trasferimento continua con sveglia, colazione e via verso la frontiera Bulgara che raggiungiamo dopo pranzo, anche qui nessun problema di attraversamento visto l’adesione della Bulgaria alla comunità Europea, l’intero pomeriggio ci serve per percorrere la Bulgaria e a raggiungere il confine Turco alle 22,00 circa.
In poco più di un’ora e a causa di un guasto al sistema meccanografico, siamo finalmente in Turchia e possiamo dire che inizia il nostro tour.
Spostiamo le lancette dei nostri orologi avanti di un ora, e grazie anche all’ausilio del navigatore raggiungiamo velocemente Edirne e il piazzale prescelto per la sosta, davanti alla mosche di Solimano.

30 Giugno 2009
Iniziamo con la visita della città di Edirne partendo dalla bellissima moschea che noi già avevamo visto nel lontano 1975 in occasione del viaggio in Turchia freschi sposi e in compagnia della nostra boxerina Zora a bordo di un favoloso Peugeot J7 che sarebbe dovuto diventare il nostro primo camper.
La sensazione dell’oriente che si respira per le viuzze della città è bellissima.
Dopo pranzo si parte per Istanbul che raggiungiamo poco prima di cena dopo aver toccato con mano quale città caotica sia, anche in questo caso il navigatore ci è stato d’ aiuto e in poco tempo ci ha portato al parcheggio sotto la moschea blu che avevamo scelto come luogo di sosta.

Un problema al nostro frigorifero che ha cessato di funzionare se non a 220V ci ha portato a decidere per la sosta in un parcheggio di fronte a quello prescelto con l’inconveniente di essere attorniati dalle macchine ma con la possibilità di carico e scarico dell’acqua e con il frigorifero funzionante.
Nella trattativa per la sistemazione nell’ Otopark, e per il relativo pagamento ha avuto parte importante un personaggio del posto di nome Ali che parlando bene italiano ha fatto da interprete, dato qualche consiglio e informato che il giorno successivo avrebbe organizzato con altri equipaggi un tour sul Bosforo con visita alla moschea di Aksemsuddin Mehemed e alla torre di Galata.

Per prima cosa cambiamo presso l’ufficio postale un po’ di euro successivamente visita a Santa Sofia fantastica ma purtroppo in parte ostruita all’interno da enormi ponteggi per il restauro.
Successivamente visitiamo le cisterne, quel che rimane dell’ippodromo e la stupenda moschea blu, per poi perderci nella miriade di negozietti del bazar, con relativa sosta ristoratrice a base di the alla mela in un piccolo bar, poi rientro al camper per una doccia ristoratrice.
Per stasera abbiamo adocchiato un piccolo ristorante in una piazzetta dietro al parcheggio dove nel corso della cena si esibirà nel rito del Samac o “danza dell’estasi” un danzatore della confraternita dei Dervisci, ci viene servito un magnifico piatto di carne cotta alla brace veramente gustosa e il profumo dei narghille riempie l’aria.

2 Luglio 2009
L’appuntamento stamattina è per le nove, Alì ci aspetta con il pulmino che ci accompagna al porto, dove un battello ci aspetta per la gita sul Bosforo.
Ammiriamo Palazzo Dolmabahce ultima dimora di un personaggio chiave nel processo di modernizzazione della Turchia Mustafa Ataturk.
Lungo il canale ammiriamo il ponte di Bogaz che unisce la sponda europea a quella asiatica e successivamente vediamo i ruderi delle due fortezze d’ Europa e d’ Asia.
Ritornati sulla terra ferma visitiamo la moschea di Aksemsuddin Mehemed e nelle vicinanze ci fermiamo per il pranzo, mangiando un pessimo Kebab.
La sera dopo cena usciamo per una visita alla città notturna, che essendo internazionale non smette mai di vivere.

Terzo giorno di visita è la volta del Topkapi, purtroppo essendo in fase di pesante restauro è in gran parte vietato ai turisti, riusciamo solo ad ammirare le bellezze dell’harem, che nella nostra lontana visita era chiuso per le stesse ragioni, ma al contempo non vediamo ne le stanze degli orologi ne le cucine e tanto meno le armature, la vista del ponte da qui è comunque stupenda.
Nonostante la stanchezza raggiungiamo la stazione ferroviaria per vedere il piccolo museo dell‘Orient Express, si rientra ai camper e dopo l’ultimo giro serale tutti a dormire.

4 Luglio 2009
Lasciamo Istanbul per dirigerci verso Iznik costeggiando in parte il mare.
Ci fermiamo per il rifornimento e con nostro stupore il benzinaio ci fa accomodare all’esterno e ci offre il classico the, ripartiamo per raggiungere Bursa, e durante la strada vediamo nei pressi di una cascatella delle gente intenta a lavare della lana, data la temperatura decisamente alta decidiamo per una salutare rinfrescata sotto la stessa cascata.Raggiungiamo Bursa in serata e troviamo nel solito Otopark il posto adatto alla sosta notturna, domani è domenica e tutto sarà chiuso.

Infatti oggi, domenica, il bazar è completamente vuoto, non ci resta che una visita alla moschea e si riparte verso Troia, durante il percorso nel primo pomeriggio raggiungiamo la costa e riusciamo a trovare un posticino in riva al Mare di Marmara dove fare un bel bagno.
Raggiungiamo l’ingresso degli scavi e subito un signore ci offre possibilità di sosta nel suo campeggio, cento metri indietro sulla via principale, decidiamo di approfittare anche perché questo mi permette di utilizzare l’ energia elettrica e far si che anche il frigo faccia qualcosa di utile.
La connessione wifi, del campeggio, ci permette anche utilizzare Skype per chiamare a casa le nostre ragazze, poi tutti a dormire.

Cerchiamo di iniziare presto la visita di Troia causa il gran caldo, poi direzione Efeso per ulteriore scorpacciata di storia.
La raggiungiamo in serata dopo aver fatto sosta per un bagno nei pressi di Altinoluk dato che la temperatura ha toccato i 45 gradi, e dopo una sosta ad Izmir per una visita fugace alla torre dell’orologio.
Per la notte parcheggiamo sul piazzale degli scavi ma a mezzanotte circa una pattuglia di militari ci intima di spostarci perché il parcheggio notturno in quell’ area è vietato.
Con delle scuse li convinciamo a lasciarci sostare, con l’impegno di spostarci al mattino presto.

Dopo la visita ad Efeso, saliamo vertiginosamente verso Meryemana la casa della Madonna riscoperta negli anni 30 da un archeologo su indicazioni di una suora sensitiva che aveva illustrato esattamente i luoghi senza essere mai stata in Siria, il luogo è ovviamente molto suggestivo.
Pomeriggio inoltrato raggiungiamo il mare e cerchiamo una soluzione per la notte trovandola in un campeggio, in riva al mare con la possibilità di un collegamento elettrico.
Per la cena attiviamo per la prima volta il barbecue anche se un po’ scarno, in quanto abbiamo a disposizione solo wurstel.

8 Luglio 2009
Partiamo dal campeggio che sono già le 11 raggiungiamo Kusadasi e poi una piccola cittadina dove c’è un bellissimo museo delle locomotive e dove possiamo vedere anche la carrozza usata negli anni 30 dal leggendario Ataturk per i suoi spostamenti nel paese.
Arrivo previsto a Pammukkale nel tardo pomeriggio, ci sistemiamo nel campeggio con bellissima piscina all’ingresso del paese proprio sotto ai muraglioni di travertino.

Il campeggio Seyir è comodo, non molto lontano dall’ingresso delle famose vasche bianchissime, che onestamente ci hanno un po’ deluso e dal sito archeologico di Hierapolis, immergersi nell’acqua della sua piscina è stato un vero toccasana a causa del caldo che oggi ha raggiunto i 51 gradi.
In serata cena in un ristorante tipico, e chiacchierata con gli amici in Italia sempre grazie ad un internet-point e alla solita connessione Skype.

Si parte in direzione Konia, dopo una piccola spesa in un supermercato, durante il trasferimento rifornimento di gasolio in una stazione dove il gestore ci ha offerto una bibita alla ciliegia gelata, da noi non capita mai una cosa simile !!!.
Ci fermiamo anche a visitare la moschea di Esrefoglu a Beysehir che ha la caratteristica di avere il soffitto sostenuto da 48 colonne di legno di cedro ed è del 1297.
All’esterno due donne intente a raccogliere delle cialde di mais poste ad essiccare, accortesi del nostro interesse, ce ne hanno offerto un assaggio, è tardi, ma decidiamo lo stesso di continuare fino a Konia approfittando anche del fresco della sera.
Raggiungiamo la città che è buio e decidiamo per la sosta nel piazzale libero di un ospedale lungo la via principale.

Per la visita di oggi alla città ci spostiamo in centro e lasciamo i camper in un otopark nei pressi della piazza principale.
La giornata è dedicata a tutto ciò che è inerente i Dervisci, i seguaci della dottrina di Mevlâna Celaleddin-i Rumî che qui visse e fondò questa confraternita.
Dopo la visita al museo Karatay, alla moschea di Alcaeddin e al seminario, è l’ora del pranzo che facciamo in un ristorante nel centro città dove un cameriere che parla un po’ di italiano ci indica che allla sera al centro Mevlana Culture si terrà una cerimonia con danzatori dervisci, e che nel piazzale antistante l’edificio è possibile fermarsi a dormire.
Durante l’attesa per l’inizio della cerimonia vengono a farci visita due coppie di camperisti Anconetani a spasso con i loro scooter e parcheggiati poco più avanti in un’area di sosta.
La cerimonia segue un rituale tutto particolare, è molto interessante e la serata scorre velocemente, una lunga chiacchierata con gli amici di Ancona conclude poi in bellezza la giornata.

Lasciamo Konya affascinati dal mondo dei Dervisci rotanti e ci dirigiamo verso il Lago Tuz dopo aver effettuato una visita al caravanserraglio di Sultanhani molto bello.
Al Lago Tuz facciamo una camminata lungo la riva con i piedi immersi nel sale, e poi ritorniamo per la stessa strada verso Nevsehir per il pernottamento che facciamo in un piazzale sterrato in una zona poco fuori dal centro.

Dopo una sosta in centro per recuperare un po’ di materiale sulla Cappadocia ci dirigiamo a Kaymakli da noi scelta per vedere una città sotterranea che visitiamo con l’ aiuto della guida Mustafa che parla bene Italiano.
Lasciato Kaymakli percorriamo una bella strada dal punto di vista panoramico che si snoda dentro una vallata ed attraversando un piccolo paese abbiamo anche la fortuna di assistere alla cottura del pane in un forno utilizzato da tutti gli abitanti del paese.
Proprio in quel momento ogni donna arriva al forno portando sulle spalle un asse con le pagnotte da cuocere, e data la disponibilità della gente, ce ne viene offerta una appena sfornata che noi accettiamo e mangiamo subito.
La giornata continua a Mustafapasa con la visita alle case greche e con l’acquisto da parte mia di un classico paio di pantaloni alla turca.
Raggiungiamo per l’ora di cena Urgup meta della nostra sosta notturna e ci sistemiamo in un parcheggio custodito nel centro della cittadina.

Stasera pernottiamo a Goreme, oggi giriamo in lungo e in largo la zona visitando Zelve Avanos Uchisar e il caravanserraglio di Sarihan poi nel pomeriggio siamo invitati da un signore a visitare una scuola che espone dei lavori fatti dai bambini, in realtà è solo una scusa per accompagnarci in una scuola sì, ma dove vengono prodotti tappeti per la vendita.

La notte a Goreme trascorre tranquilla al risveglio dopo la colazione giunge il momento triste dei saluti, gli amici Giorgio e Lori ci lasciano per rientrare in Italia, mentre noi continuiamo il nostro viaggio in attesa degli altri compagni di viaggio.
Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno Piero e Wanda ci raggiungono e trascorriamo insieme la serata programmando gli spostamenti del giorno dopo.

16 Luglio 2009
E' il mio compleanno, facciamo visita alla città di Kayseri, alla sua moschea, al piccolo Suk e pranzo a base di Kebab.
Ci spostiamo verso Akcadag attraversando valli e altipiani meravigliosi su una strada veramente bella salendo fino a 1700m e poi ridiscendendo lungo la steppa, purtroppo lavori in corso interrompono bruscamente questo meraviglia e una file lunghissima di mezzi fermi ci blocca per quasi un ora.
Passato il punto dei lavori, la strada molto stretta non ci consente soste e siamo costretti a continuare fino ad arrivare alle 22,00 a Akcadag.

Risveglio brusco alle 6,00 del mattino qualcuno bussa al camper, la scelta del luogo dove fermarci fatta al buio non è stata felice, siamo sulla piazza del mercato, e le bancarella devono essere montate, in fretta e furia lasciamo la postazione per spostarci in un angolo della piazza dove non diamo fastidio.
Partiamo abbastanza presto e per tutta la mattina percorriamo una strada continuamente interrotta da lavori e con tratti sterrati.
Raggiungiamo nel pomeriggio Kahta e davanti a noi ritroviamo i due camper degli amici di Ancona che però entrano in città mentre noi giriamo a sinistra per avvicinarci a Nemrut Dagi alla ricerca di una zona per la sosta della notte. Durante il percorso siamo avvicinati dal titolare di un campeggio che ci informa che altri italiani sono da lui e che nel pomeriggio avrebbe organizzato una visita sul monte Nemrut Dagi per assistere al tramonto.
Ci lasciamo convincere e lo seguiamo al campeggio, dove ritroviamo gli amici di Ancona, con i quali passiamo il pomeriggio dato che la gita è stata rimandata a domani.

La mattinata scorre tranquilla tra lavaggi e pulizie nell’attesa per il pomeriggio, della visita nei dintorni ad alcuni siti archeologici e la salita verso le 19,00 al Nemrut Dagi per assistere al tramonto, che purtroppo le nubi ci impediscono di vedere.
Al rientro, cena con classica spaghettata tutti in compagnia e tante chiacchiere fino a notte fonda.

Dopo aver ricevuto l’omaggio di un pane come anche nella mattina precedente, salutiamo gli amici di Ancona che si dirigono verso Nord e noi continuiamo a scendere verso Sanliurfa dopo aver visitato la mastodontica diga di Ataturk sul fiume Eufrate.
Arriviamo a Sanliurfa luogo di ritrovo con Roberto e family, il termometro segna 50 gradi.
Parcheggiamo nella zona centrale, oggi è domenica e c’è molto movimento..
Durante la visita al parco nel pomeriggio constatiamo ancora una volta come sia cordiale la gente.
Seduti ad una panchina osserviamo le famiglie Turche che arrivano stendendo i tappeti sull’erba e si organizzano per il classico picnic,una famiglia piuttosto numerosa si è sistemata lì vicino e visto il nostro interesse, il capo famiglia si è avvicinato e ci ha portato avvolte in un foglio di giornale delle pide ( pizze con un leggero strato di carne abbastanza speziata )inizialmente rifiutiamo, sono le tre del pomeriggio, ma data l’insistenza accettiamo e soprattutto gustiamo questa loro specialità.
Ore 20,00 finalmente Roberto & family sono arrivati, dopo quattro giorni di tappe forzate dall’Italia ci hanno raggiunto ed ora il gruppo è al completo.
Cena in un ristorante nei pressi del parco e relativa visita, con rientro ai camper abbastanza presto, da domani inizia un’ altro capitolo del viaggio, il passaggio in Siria.

Ultima tappa di questo tour in Turchia, la visita alle case di fango di Harrau, che facciamo accompagnati di un ragazzo che parla bene italiano e ci illustra gli usi di queste costruzioni, si riparte, solo 50
chilometri ci separano dal confine Siriano di Arcakale.

SIRIA

Entriamo alla frontiera Turca vicino ad Akcakale alle ore 11,30 e passiamo in quella Siriana alle 13,44 svolgiamo tutte le pratiche necessarie e paghiamo i relativi balzelli più o meno € 180 (tassa diesel, assicurazione,tassa ingresso) cambio valuta e ne usciamo alle 17,00.
Ci dirigiamo verso Rasafa e mentre chiediamo informazioni ad un passante, una macchina si ferma e i due occupanti si avvicinano, dopo averci fatto una serie di domande su dove andiamo cosa facciamo ecc.ecc. visto la nostra diffidenza nel rispondere si identificano come poliziotti turistici e successivamente ci accompagnano per 25Km nel deserto fino alle rovine di Rasafa.
Dopo averci informato di prestare attenzione a girare durante la notte a causa dei cani randagi ci salutano e se ne vanno.

La notte è trascorsa senza alcun problema, salvo un forte vento che ha scosso i camper per parecchie ore.
La prima alba in pieno deserto è stata bellissima fatta colazione via per la visita ai ruderi, all’uscita dopo un paio d’ore, incrociamo una comitiva di italiani appena arrivati con un tour operator.
Approfittato della disponibilità dell’autista che gentilmente ci cambia un po’ di valuta e dopo i saluti ripartiamo verso le rovine del castello della regina Zenobia sul fiume Eufrate.
Halalabyya è il termine usato per definire questo luogo che vediamo però solo in lontananza perché non visitabile, approfittato però del fiume Eufrate per fare un bel bagno.
Ripartiamo in direzione Deyr ez Zawr per visitare un ponte sospeso sull’Eufrate costruito negli anni 30 ma niente di eccezionale, bellissimo è invece il tramonto sull’Eufrate visto dal ponte stesso, poi iniziamo la ricerca di un luogo per la notte, trovato dopo qualche peripezia in un piazzale nei presi di una casa di contadini.

La destinazione finale di oggi è la famosa città di Palmira, durante il percorso una tempesta di sabbia, il caldo infernale e un tratto di strada non asfaltato ci porta alla decisione di rinunciare alla visita del castello di Qasr Al Hir Ash Sharqi e di proseguire verso Palmira che raggiungiamo a mezzogiorno circa, prima ancora di entrare in città, un grasso autista su un piccolo pulmino di marca giapponese si offre di accompagnarci in un campeggio.
La nostra intenzione è di appoggiarci all’hotel Zenobia, ma ci dicono che è stato chiuso dal ministero del turismo per il periodo di sei mesi a causa di problemi igienici.
Accettiamo a questo punto di vedere il campeggio che si trova proprio sotto le rovine della città, non è molto grande ma c’è corrente, acqua, servizi e non ultima una piccola piscina, che ci porta a decidere per sostare lì.
Nel pomeriggio approfittiamo subito della piscina aspettando l’ora del tramonto che vedremo dal castello situato in cima alla collina, dal quale si vede tutto il panorama degli scavi di Palmira, che raggiungiamo a bordo di un pulmino.

Qualcuno si è alzato alle cinque stamattina per vedere il sorgere del sole tra le rovine, poi alle otto il pulmino con il solito autista viene a prenderci per la visita alle tombe reali e alla tomba che chiamano giapponese, in quanto il restauro è stato effettuato da una loro equipe di archeologi.
Il caldo ci distrugge pertanto il pomeriggio viene trascorso a riposo e in piscina che nel frattempo è presa d’assalto anche da gente del posto che fa il bagno con addosso ogni tipo di indumento.

Si riparte, è venerdì 24 Luglio sono le 9,30 dopo la solita colazione ritorniamo ad affrontare il deserto per raggiungere Damasco, ci arriviamo verso le 14,00 e proviamo a cercare il campeggio che però ci avevano già avvertito prima della partenza che era stato chiuso, ed infatti è proprio così, la strada che conduce ad esso è tutta un cantiere impercorribile.
Troviamo una sistemazione nel parcheggio della Damascus International Fair Grounds non lontano dal Museo Nazionale, decidiamo di fare una visita in centro e di cercare un ristorante caratteristico dove cenare, ci facciamo accompagnare da due taxi, che ci lasciano nei pressi del Suk che però essendo venerdì è praticamente vuoto.
Per la cena abbiamo scelto un locale di fianco alle mura della moschea situato su una terrazza dove purtroppo un vento fastidiosissimo ci perseguita per tutta la sera, ma non ci toglie il piacere di gustare una serie di Mezze piatti tipici Siriani.
Rientriamo ai camper cotti come sempre, ed andiamo a dormire, la notte trascorre tranquilla come tutte le precedenti, l’indomani ci aspetta la visita alla città di Damasco.

La giornata incomincia con un piccolo contrattempo, la cittadella è chiusa per restauri e non è possibile visitarla, ci dirigiamo allora alla magnifica moschea degli Umayyad dove le donne prima di entrare sono costrette ad indossare una Jelaba, visitiamo anche la tomba di Saladino.
E’ venuta l’ora del pranzo e per nostra fortuna, rincontriamo la guida italiana trovata a Rasafa, alla quale chiediamo indicazioni per un buon ristorante, lei personalmente ci accompagna in un posticino molto originale dove mangiamo veramente bene e con poca spesa.
Nel pomeriggio inizia l’interminabile visita al Suk fantastico con i suoi profumi, i suoi colori e i suoi odori a volte molto forti e anche sgradevoli per noi che non siamo abituati.
Dopo la visita alla casa Azem decidiamo di andare in taxi a vedere il Museo Commemorativo della Guerra di Ottobre e il relativo diorama.
Aspettiamo all’esterno l’apertura e la guida ci accompagna dandoci un delle spiegazioni in lingua inglese su cosa è accaduto dal loro punto di vista, ma in termini molto patriottici rientriamo poi in taxi ai camper.

Al mattino lasciamo Damasco e lungo la strada troviamo un supermercato all’europea nel quale entriamo e acquistiamo per pochi euro un ventilatore, che collegato all’ inverter ci darà un po’ di sollievo per il resto del viaggio.
Riprendiamo la strada verso Bosra e ci fermiamo per il pranzo in un paesino dove mangiamo un favoloso Kebab.
Bosra al tramonto e veramente bella, un ragazzo del posto si offre come guida, parla bene la nostra lingua perché ha lavorato con una spedizione archeologica italiana.
E’ sera e decidiamo di affrontare la frontiera con il fresco senza aspettare l’indomani per attraversarla, arriviamo al confine di Nasib alle 22,15 solite procedure e solite tasse da pagare, in qualche decina di Euro e ne usciamo alle 23,00 per entrare alla frontiera Giordana da dove usciamo dopo aver sbrigato le solite formalità alle 00,40 e versato € 150 di tasse varie.
Percorriamo pochi chilometri e ci fermiamo in un paesino.

 

GIORDANIA

La prima meta nel territorio giordano sono i castelli del deserto di Kharana e Amra.
Una serie di indicazioni sbagliate ci hanno fatto percorrere molti chilometri in più del previsto, ma alla fine ecco il castello di Kharana, impropriamente definito tale ma in realtà un palazzo fortificato utilizzato come residenza estiva dei califfi Omayyadi.
Oggi purtroppo l’autostrada corre vicino ad esso e un ‘orribile quanto utile centrale elettrica ne deturpano la bellezza.
Proseguiamo poi verso Azraq per far visita al famoso castello nel quale visse Lawrence d’Arabia, la temperatura anche oggi oscilla sopra i 45 48 gradi.
Il castello è molto suggestivo se ci si immedesima nei momenti in cui visse il leggendario Lawrence, il palmeto antistente purtroppo ormai è pressoché inesistente e questo gli toglie fascino.
Prima che cali il sole dobbiamo raggiungere l’oasi di Shawmari poco distante, ci arriviamo ma grande delusione e chiusa dicono per restauri ma qualcuno a ventilato la possibilità di una quarantena per gli animali, decidiamo di fermarci per la notte vicino all’ingresso in pieno deserto.
Il sole tramonta e lo spettacolo è veramente favoloso, dopo cena, decidiamo per una proiezione cinematografica, “Lawrence d’ Arabia” un cielo stellato meraviglioso, la caduta di stelle nel mezzo del deserto conclude degnamente la serata.

Al mattino riprendiamo la strada verso Amman senza però fermarci perché lo faremo al ritorno da Aqaba e ci dirigiamo verso un castello del deserto Qasar Al Mashhata che dovrebbe trovarsi nelle vicinanze dell’ aeroporto di Amman, ma essendo molto in rovina ne restiamo delusi, si prosegue seguendo la via del deserto che ci porta in serata a raggiungere la cittadina di Jiza presso la cui periferia ci fermiamo per la notte.

Ripartiamo e dopo un piccolo rifornimento di viveri e di acqua proseguiamo lungo la strada che attraversa il deserto, l’asfalto e il fondo stradale sono in ottime condizioni e questo ci consente una guida tranquilla anche perché il traffico è pressoché inesistente, l’unica nota dolente il solito caldo 50 gradi che ci accompagna giornalmente.
Finalmente verso sera raggiungiamo lo stupendo scenario del Waadi Rum che nel momento del tramonto
assume un aspetto ancora più bello.

Ci rechiamo all’ufficio turistico per prendere informazioni sui costi d’ ingresso e di noleggio dei fuoristrada per la visita al parco, che è consentita, anche perché non ci sono strade, solo con mezzi fuoristrada.
Decidiamo per l’esperienza di una notte nel deserto con cena e pernottamento in una tenda beduina.
Il costo dei fuoristrada è di € 80 per 4 persone e la notte compresa la cena è di € 25.
Ci spostiamo con i camper nella zona di parcheggio all’interno del parco e qui trascorriamo la prima notte.

Risveglio per le ore nove, i fuoristrada ci aspettano e inizia il giro in questo posto incantevole tra dune e canyon coloratissimi, scopriamo la bellezza dei graffiti che ci mostrano la presenza in epoche remote di animali oggi introvabili in queste zone.
A pranzo gli esperti beduini ci conducono a bordo dei fuoristrada in una piccola zona d’ombra dove ognuno si ristora con quello che si è portato dal camper, il sostentamento per tutta la giornata è infatti a carico proprio, bevande comprese.
Al‘ imbrunire dato che noi ci fermiamo nel deserto veniamo accompagnati al nostro accampamento, costituito da due tende beduine sotto le quali dovremo dormire stanotte, un gabbiotto di ferro che serve da toilette, e dall’ altra una doccia, ma siamo nel deserto e qui l’acqua serve ad altro.
Il sole tramonta e l’oscurità prende possesso di tutto,anche del nostro accampamento che illuminato da un esile fuoco non ci consente di vedere praticamente nulla.
Per fortuna un’ esperienza precedente fatta all’oasi i Ksar ghilane in Tunisia ci ha consigliato e noi l’abbiamo fatto con i nostri compagni, di portare sacchi e pelo e pile frontali.
Siamo un po’ preoccupati però del fatto che di mangiare non se ne vede, ed il fuoco non è acceso a quello scopo, finalmente arriva un fuoristrada con qualcosa che sembra cibo, infatti viene scaricato un grande vassoio e al buio il beduino addetto inizia a riempire i piatti.
C’è del riso che purtroppo è un agglomerato compatto di chicchi, un po’ di verdura, dei pezzi di pollo.
Cenato, si fa per dire, quattro chiacchiere con altri turisti presenti e poi ci ritiriamo nella tenda che il capo accampamento ci ha assegnato.
Dopo una buona dose di risate e battute spiritose su quanti animali entreranno nei sacchi a pelo durante la notte, il sonno prende il sopravvento su tutti noi e anche i nostri amici della tenda accanto possono finalmente dormire.

Il sorgere del sole nel Waadi Rum è uno spettacolo da non perdere, le ombre pian piano svaniscono e il sole incomincia a picchiere.
Il fuoristrada ci riporta intanto ai camper, una doccia liberatoria, e appena tutti pronti si riparte per un giro esterno al parco ma sempre nel Waadi, poi via verso Aqaba.
Il tragitto é abbastanza corto ma il caldo umido e la temperatura elevata rendono insopportabile la situazione, procediamo lungo il mare alla ricerca di una zona di sosta, e così facendo arriviamo al confine con L’Arabia Saudita, e qui necessariamente dobbiamo fermarci e ritornare sui nostri passi fino al Darna Village fornito di piscina, e di un piccolo parcheggio, dove ci sistemiamo,l’energia elettrica poi ci permette di usare i ventilatori che limitano un po’ la temperatura sempre intorno ai 50 gradi.
Oggi giornata dedicata allo snorkeling sulla barriera corallina, veramente bella, a tratti un po’ distrutta in questa zona, ma abbiamo comunque potuto ammirare molte specie di pesci, un piccolo squalo, una testuggine.

Due giorni è durato il relax di Aqaba e adesso è giunto il momento di ricominciare la risalita dal punto più lontano raggiunto dal nostro tour, la prossima destinazione la stupenda Petra che raggiungiamo percorrendo la King Road nel tardo pomeriggio dopo una sosta al McDonald’s di Aqaba per il pranzo.
Troviamo sistemazione nel parcheggio vicino all’ingresso non molto adatto ai nostri mezzi perché in pendenza ma con i cunei cerchiamo il miglior livello.
Questa sera è possibile la visita al sito in notturna, è infatti una delle tre sere in cui il Sik, canalone di accesso al Tesoro il famoso monumento simbolo di Petra viene illuminato da torce e si può assistere ad uno spettacolo di suoni e luci, peraltro un po’ deludente dato che la scarsa illuminazione non consente di vedere niente e i suoni si limitano ad ascoltare un brano suonato con flauto e uno con uno strumento a corde suonati da due beduini.
La temperatura mite consente sicuramente di percorrere senza problemi e due chilometri circa che servono dall’ingresso a raggiungere la facciata del Tesoro.

Ci rendiamo subito conto della differenza,nonostante le otto del mattino il caldo è già soffocante ripercorriamo lo stretto canalone che ci riporta al Tesoro, la luce adesso rende merito a questa meraviglia rimasta per più secoli indisturbata, più volte vista nei documentari televisivi adesso si spalanca ai nostri occhi, ed è grande lo stupore nel vedere cosa siano stati capaci di fare i Nabatei su quelle pareti di arenaria.
I riflessi e le colorazioni sono veramente belli e fanno dimenticare in parte il caldo sempre opprimente.
Il monastero è una delle tante cose che qui non si dovrebbe perdere, ma il pensiero di fare i 900 scalini che servono ad arrivare, ci spezza le gambe, per fortuna ci vengono incontro un di gruppo di asinelli, che guidati dai loro padroni in circa 45 minuti ci conducono in prossimità del monastero, altri dieci minuti a piedi e anche questa meraviglia si presenta ai nostri occhi.
E’ l’ora del pranzo sbocconcelliamo qualcosa e ci fermiamo un’oretta a riposare prima di intraprendere il ritorno a piedi.
Durante la discesa ci godiamo il panorama, decidiamo una visita ai mosaici della chiesa bizantina, lungo la via del ritorno e dopo una giornata tremenda decidiamo di rientrare ai camper non prima di esserci rifatti a ritroso i due chilometri del Sik,il resto lo vediamo domani.

Anche oggi ripercorriamo il solito canalone d’ingresso e andiamo a vedere le tombe imperiali, la giornata di visita però si conclude nel primo pomeriggio dopo l’ultima faticata di ritorno sotto il sole delle 3 pomeridiane, e con questo salutiamo Petra.
Risaliamo lungo la King Road in direzione Kerak e prima di pranzo effettuiamo una visita al castello crociato di Shobak su di un’ altura in posizione strategica, dopo la sosta per il pranzo continuiamo e arriviamo in serata a Kerak e scortati della poliziano raggiungiamo il parcheggio davanti all’ingresso del castello.
Siamo a 800m di altitudine e la temperatura è deliziosa, il panorama che si gode dalla piazzetta antistante ci permette di vedere in lontananza il Mar Morto.

Dopo la visita mattutina al castello andiamo verso il mare con discese dalle pendenze per noi inusuali, scendiamo fino ai -413 metri del mare più salato della terra.
Lo costeggiamo fino a raggiungere la zona dove abbiamo previsto la sosta, l’ Amman Beach, ci sistemiamo nel parcheggio paghiamo l’ingresso al complesso che permette oltre all’uso delle piscine, la possibilità di scendere al mare e provare la sensazione di galleggiare come un sughero, nelle sue acque data la sua alta salinità.
Ci siamo anche spalmati i famosi fanghi neri e abbiamo trascorso una giornata di completo relax.
Data la calura insopportabile, decidiamo una variazione al programma, in serata risaliamo verso un’altitudine che ci consenta un po’ più di freschezza, dopo aver però avuto qualche problema con Primo che nonostante la serata fresca non è riuscito senza mandare l’acqua in ebollizione a superare il dislivello di una salita al 15%.
Arriviamo ad uno spiazzo davanti ad una casa, il cui proprietario si affaccia e ci fa cenno di fermarci senza alcun problema.

Dopo una notte trascorsa con una temperatura accettabile andiamo in visita alla chiesa di San Giorgio a Madaba, in questa chiesa si trova sul pavimento una parte di un mosaico rappresentante la Mappa della Terra Santa vecchia di diversi secoli.
Dopo un pranzo a base di Kebab ci dirigiamo verso il monte Nebo, luogo in cui Mosè ebbe la visione della terra promessa.
Ritorniamo al Mar Morto, e per stemperare la calura, ci rituffiamo in piscina come il giorno precedente
Dopo una giornata a mollo dovremmo ritornare in altura per il solito problema del caldo, ma vista l’esperienza di ieri decidiamo che oggi a soffrire saremo noi e così ci fermiamo a dormire nel parcheggio dell’ Amman Beach.
L’appuntamento con i compagni di viaggio è per l’indomani all’ingresso del sito del Battesimo presso il fiume Giordano.
Essendo vicino al confine Israeliano, per ragioni di sicurezza, la visita ai luoghi può essere effettuata solo a bordo di mezzi navetta autorizzati, con una guida che accompagna i visitatori nella parte che si percorre a piedi fino alle rive del fiume Giordano.

Il tour dura circa 1 ora e la guida ci obbliga ad un incredibile tour de force, togliendo la possibilità di vivere l’intensità emotiva della visita al luogo in cui fu battezzato Gesù.
Ripartiamo in direzione Amman che raggiungiamo per l’ora di pranzo, decidiamo di sostare nei pressi della cittadella, che un signore distinto ci indica e che per meno di un euro è disposto ad accompagnarci in macchina, il parcheggio purtroppo è in rifacimento per cui ci fermiamo lungo la strada, che non è trafficata in quanto usata solo per la cittadella.
La capitale ci delude, soprattutto per la grande sporcizia che vi regna, giriamo comunque per le varie viuzze visitiamo la moschea e in serata cerchiamo un posto per mangiare ma la ricerca non è facile, alla fine abbastanza stanchi della giornata ci fermiamo in un piccolo fast food l’unico che appaghi un po’ l’occhio, dopo cena con un taxi ritorniamo ai camper.
Giusto il tempo di andare a dormire, e la polizia turistica bussa al camper, chiede informazioni su cosa facciamo da dove veniamo, ma non parlando inglese non capiscono per cui chiamano telefonicamente un superiore che lo parla, al quale ripetiamo tutte le informazioni.
Nonostante durante il giorno ci abbiano rassicurato sulla possibilità della sosta notturna, ci viene chiesto di andare in un parcheggio in città accompagnati dalla polizia.
La trattativa per non lasciare il posto decisamente più ventilato e per il panorama visibile da qui, si protrae per un po’, alla fine il compromesso è di spostarci comunque ma solo alla fine della strada nei pressi della garrita della polizia.

Notte comunque tranquilla ma risveglio abbastanza presto a causa di un gruppo di giapponesi che comincia a rumoreggiare intorno ai camper nell’attesa di entrare alla cittadella.
Lasciato Amman la prossima ed ultima tappa in suolo Giordano è la bellissima Gerasa.
Per la sosta notturna parcheggiamo all’interno del sito archeologico in un piazzale antistante l’ingresso, al centro visitatori.

Di buon mattino per evitare il caldo soffocante, partiamo per la visita al sito che si estende su di un area abbastanza grande, è quasi mezzogiorno quando rientriamo ai camper, stanchi morti come al solito.
Altra modifica al programma, che prevedeva inizialmente di aspettare domani per assistere ad una rievocazione storica in costume, ma essendo parcheggiati sotto il sole, e con un gran caldo decidiamo di lasciar perdere i di dirigerci direttamente verso la frontiera Siriana.
Raggiungiamo la cittadina di Ramtha nel tardo pomeriggio, ci fermiamo a spendere gli ultimi spiccioli giordani rimasti, e ceniamo in un fast food dove mangiamo un ottimo Shawarma.
Arriviamo alla frontiera giordana alle 20,00 dopo circa mezzora entriamo nella parte siriana e ne usciamo due ore dopo pagando circa € 200 per le varie tasse.
Percorriamo circa una ventina di chilometri prima di fermarci per la notte sul piazzale di un distributore.

SIRIA

Risaliamo sempre lungo la King Road ripassando da Damasco in direzione Maalula per visitare il monastero e la basilica di Santa Tecla, arriviamo sulla piazza antistante l’ingresso per l’ora di pranzo.
Nel primo pomeriggio iniziamo la visita al complesso monastico saliamo poi verso la chiesa di San Sergio dove una ragazza gentilmente recita il Padre Nostro nella lingua originale usata al tempo di Gesù.
L’ Aramaico è ormai quasi inutilizzato, ma adesso il governo Siriano ha deciso di non voler perdere la tradizione, e ha fondato un’ università dove è possibile studiarlo.
Lasciamo la cittadina e riscendiamo verso uno spiazzo poco fuori con un bel panorama sulla valle, dove decidiamo di sostare per la notte.
Purtroppo anche in questo caso, come già successo ad Amman, alle dieci arriva una Land-Rover con a bordo quattro persone che inizialmente senza qualificarsi cominciano a far domande, chiediamo se sono poliziotti, rispondono di si, e ci consigliano per la nostra sicurezza di spostarci sulla piazzetta che avevamo occupato nel pomeriggio.
Non abbiamo ben capito quali potessero essere i rischi a rimanere lì, ma per evitare problemi rimettiamo in moto i camper e ci spostiamo dove richiesto.

Andiamo verso Hama e il Krak de Chevaliers arriviamo a mezzogiorno e il caldo sconsiglierebbe una visita in questo momento ma noi decidiamo di andare lo stesso e poi pensare a mangiare.
Questo castello e forse il più bello che abbiamo visto, imponente maestoso.
Alla fine della visita decidiamo di mangiare in un piccolo ristorante con i tavolini all’aperto sotto una pergola, assaporiamo delle ottime mezze e birra analcolica prodotta qui.
Percorrendo la strada 35 raggiungiamo Hama, la famosa città delle ruote di legno chiamate norie, sono enormi ruote idrauliche che servivano a sollevare l’acqua del fiume fino all’acquedotto ad una altezza anche di 20 metri.
In epoche passate lungo il fiume Oronte nel v secolo a.c. ve ne erano circa 30 ma oggi ne sono rimaste 17 in funzione e nel silenzio della notte si sente lo stridere del legname, la sera sono meta di passeggiate da parte dei cittadini che cercano sulla riva del fiume, un po’ di fresco.
Parcheggiamo per la notte, in una piccola piazzetta non lontano dal fiume inconsapevoli del rumore continuo provocato dalle ruote, che in un primo tempo sembra dare molto fastidio, ma poi il sonno prende il sopravvento e ci accompagna fino al mattina.

Ripetiamo la visita alla luce del sole e poi partiamo verso la scoperta delle case alveare, ricerca che si rivelerà piuttosto ardua dal momento che non tutti sanno cosa sono e dove esattamente si trovano.
Quasi decisi a lasciar perdere alla fine ci fermiamo in un paesino ad acquistare presso un tipico forno a legna, del pane e qui troviamo un signore che parla inglese e ci spiega di avere un fratello medico che lavora a Milano, finalmente grazie alle sue indicazioni raggiungiamo la nostra meta.
Come arriviamo in prossimità di queste case somiglianti in parte ai nostri trulli, un nugolo di bambini ci attornia, ci avviciniamo al muro di cinta di una casa nella quale si trovano queste costruzioni, e subito la famiglia al completo ci viene incontro e ci fa entrare offrendoci del thè.
A gesti e sorrisi cerchiamo di comunicare, tra vecchi giovani e bambini sono circa una quindicina di persone, alla fine ci fanno visitare queste case ormai però utilizzate solo come deposito attrezzi e ricovero per il bestiame.
Dopo circa un’ora li salutiamo lasciando al più anziano il compito di distribuire ai ragazzini un po’ di cianfrusaglie portate dall’ Italia, e noi ci dirigiamo verso il Qasar al Wardan un palazzo e una chiesa dell’epoca bizantina costruiti dall’ imperatore Giustiniano.
Ritorniamo sui nostri passi fino ad Hama e ci rendiamo conto di quale giro inutile abbiamo fatto in mattina per raggiungere le mete prestabilite per oggi.
Riprendiamo la strada numero 5 che percorriamo fino a Maarrat an Numan una cittadina il cui nome nel periodo della prima crociata era Marra passata alla cronaca sembra per episodi di cannibalismo perpetrati dai crociati durante l’assedio alla città.
Lasciata la via principale verso la famosa città morta di Sergilla, che raggiungiamo però in serata e decidiamo di visitarla l’indomani.


Oggi è Ferragosto, ma per me non è un buongiorno sono stato male tutta la notte e adesso non mi reggo in piedi, perciò decidiamo di ritornare a Marra dove abbiamo visto c’è un ospedale.
Sul cancello d’ ingresso troviamo una persona molto cortese che ha lavorato in Italia e sentendoci parlare subito si rende disponibile a fare da interprete con i medici.
In poche parole ho una gastroenterite, nel pomeriggio mi sale un po’ la febbre ma un paio di flebo e qualche puntura nell’arco di ventiquattrore mi ristabiliscono definitivamente.

Mia moglie ringrazia per il bel Ferragosto e si riparte diretti verso il mare di Latakia nella speranza di trovare un posto adatto ad una sosta magari di un paio di giorni.
Purtroppo non è proprio così e nonostante i vari tentavi non troviamo il modo di arrivare al mare e poterci fermare, risaliamo la costa verso il confine Turco e qui finalmente nei pressi di una scogliera ci fermiamo, facciamo un bel bagno e decidiamo di sostare per la notte.

La meta di oggi è il castello di Saladino che raggiungiamo in meno di un’ora, siamo nel dubbio se andare con i mezzi o trovare una soluzione alternativa, dato che le guide parlano di strada tortuosa.
Per fortuna prima di intraprendere la salita si avvicina un piccolo bus il cui autista ci informa che la strada è molto ripida e se vogliamo con pochi euro lui è disposto a portarci e riportarci indietro dandoci il tempo di una comoda vista all’interno.
Decidiamo di accettare la proposta che in seguito benediremo visto che la strada che porta all’ingresso del castello è non solo incredibilmente ripida e impraticabile per i nostri mezzi ma anche estremamente tortuosa.
Rientriamo ai camper dove pranziamo, con la bellissima vista del castello dinnanzi a noi, il pomeriggio trascorre con lo spostamento verso Aleppo che raggiungiamo in serata, la possibilità della sosta alla cittadella si rivela impossibile e ci porta ad entrare in una zona ed in un orario, le ore 20,00 incredibilmente caotico.
Con qualche difficoltà riusciamo poi ad allontanarci dal centro e ci fermiamo per la notte nei pressi di alcuni nuovi palazzi ed in prossimità di una moschea.

Al risveglio ci mettiamo alla ricerca di un campeggio che ci era stato indicato,dopo non poche peripezie arriviamo finalmente al Camping Kaddour a Urum as Sughra lungo la strada numero 5.
Il signor Kaddour è una persona estremamente disponibile e gentile lo sentiamo telefonicamente chiamato dalla moglie al nostro arrivo e ci dice di sistemarci dove vogliamo e che ci saremmo visti al suo rientro da Aleppo in serata.
Allacciamo l’elettricità docce, lavaggi vari, rifornimenti acqua e scarichi e finalmente cena, poi prendiamo accordi con il signor Kaddour che ci prenota un pulmino per i prossimi due giorni, e con pochi euro a testa ci accompagnerà al mattino ad Aleppo e passerà a riprenderci all’ora da noi stabilita alla sera.
Per dopo domani decidiamo anche al rientro di passare ad un supermercato di tipo europeo di cui siamo in crisi di astinenza.

Nei due giorni di sosta ad Aleppo vediamo di tutto e di più e percorriamo non so quanti chilometri,
dalla cittadella al suk, dalla moschea alle case vecchie in legno, era anche nostra intenzione la visita ad un hammam, ma purtroppo quello che vediamo non ci ha convince e rinunciamo.
Si rientra ai camper dopo aver effettuato la sosta prevista al supermercato, che prendiamo d’assalto e dove con l’aiuto del nostro autista che parla anche francese facciamo rifornimento di carne per un ottima grigliata di addio, visto che con la visita di domani a San Simeone si conclude il nostro tour tra Siria e Giordania.
La grigliata e relativa spaghettata va alla perfezione nonostante le zanzare, chiacchieriamo fino a tardi traendo un po’ di conclusioni sul viaggio che sta per finire e ripercorrendo le varie esperienza fatte, poi tutti a dormire.

Ultimo giorno in terra siriana, partiamo dal campeggio a mattinata inoltrata e andiamo a visitare San Simeone, dopo il pranzo ci dirigiamo verso la frontiera nella quale entriamo alle 18,00 circa paghiamo le ultime tasse con qualche difficoltà a riconvertire una cinquantina di euro in moneta siriana che la banca non vuole cambiare.
Dopo aver chiesto l’intervento dell’ufficiale di dogana risolviamo il problema con l’aiuto di un addetto ai servizi igienici che parla inglese e ci effettua lui il cambio in dollari.
Lasciamo la frontiera siriana alle 19,30 entrando in quella Turca dalla quale usciamo un ‘ora dopo.
Sono le 20,30 siamo in territorio turco, e dobbiamo spostare indietro l’orologio di un ora, percorriamo ancora una cinquantina di chilometri e ci fermiamo per la sosta notturna.

Oggi è una giornata che nonostante il sole, si preavvisa triste, è infatti arrivato dopo quasi quaranta giorni di convivenza, il momento di separarci dai nostri compagni, con i quali abbiamo condiviso questa bellissima esperienza.

Noi rientriamo abbastanza velocemente, Primo permettendo, verso casa, mentre Roberto e famiglia andranno in Grecia per qualche giorno di mare, Piero il vagabondo, risalirà la Turchia e con molta calma nel giro di un altro mese rientrerà a casa.

Le tappe per il rientro sono state Silifke risaliti verso Konia ed Afyon, Belikesir, Kannakale, traghetto sullo stretto dei Dardanelli, sosta all’ otopark della moschea di Edirne poi Belgrado Postumia con visita alle grotte e finalmente a casa.


Copyright © 2001-2020 Taccuinodiviaggio.it - autorizzazione Tribunale di Roma n 206/07 - tutti i diritti riservati
Tutti gli articoli e i testi firmati presenti in questo sito sono protetti dalla legge 633/1941 sul diritto d’autore