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Liberiamo Manneken Pis!

Racconto semi-serio del mio viaggio a Bruxelles...


testo e foto di Claudia

Angelo, il nostro amico Italo Belga ci invita ad andarlo a trovare, così, prenotato un volo a pochi soldi, decidiamo di partire. Atterriamo a Charleroi, aeroporto secondario della città. Puntualissimo Angelo ci aspetta all’uscita . E’ un po’ preoccupato sul percorso da fare, l’aeroporto è stato di recente ampliato e le indicazioni sono ancora sommarie … così impostiamo il navigatore e via, direzione Waterloo. All’uscita dell’aeroporto scorgiamo delle signorine in vetrina … forse non sarà edificante vedere delle prostitute in esposizione, ma almeno sembrano essere in un luogo sicuro e protetto. Angelo si stupisce della mia considerazione : “sei una delle poche donne a pensarla così, mi dice!”… Raggiunta Waterloo, scioriniamo le nostre conoscenze su Napoleone e la famosa battaglia lì combattuta … è notte e si vede solo un fortino e una collina dedicata all’evento … così parlando parlando, come volevasi dimostrare … ci perdiamo! Al secondo giro su noi stessi, imbrocchiamo finalmente la strada giusta e, in una mezz’oretta, ci troviamo a casa sua.

Ci aspettano la compagna fiamminga e il loro bellissimo bambino. La casa è una villetta di recente costruzione, tutta in mattoncini rossi … le case sono tutte uguali e la cosa un po’ mi perplime, cambiano solo per alcuni impercettibili dettagli quali la forma delle finestre o il colore del tetto. All’interno, l’arredamento è moderno e funzionale, i bagni pullulano sui 3 piani! In realtà per bagno loro intendono anche un piccolo sgabuzzino dove si trova solo il wc e, a parte, in un'altra stanza più accogliente, lavabo e doccia … Il bidet, ovviamente, al di fuori del territorio nazionale, è un “oggetto non identificato” e quindi non contemplato in nessuno dei molti bagni! Uff, ci speravo, almeno in uno ci sarebbe stato bene! Va beh, ora si va a nanna perché domani avremo molto da fare …

 

Il mattino seguente, la tavola imbandita con croissant e salumi, ci fa iniziare la giornata con un pieno di energie. La caffettiera a cialde Made in Italy, ci ricorda che Angelo ha due genitori italiani e quindi anche lui apprezza l’espresso, un po’ lungo a dire il vero, ma comunque espresso! Il bambino autonomo e sorridente, mangia la sua merendina e il suo bibitone sul suo seggiolino; a due anni dorme già nella sua stanzetta solo … difficile che ciò accada nel Bel Paese, però a me la cosa piace e rende la vita più semplice ai genitori. Nella nostra amabile discussione in merito, tiriamo dentro anche l’altro faccia della medaglia, gli anziani, anche loro “costretti” ad essere indipendenti e quindi, ad una certa età, tutti negli ospizi, per lo più statali!

Vestiti di tutto punto e pronti ad imbatterci in una fitta pioggerellina, gli uni avvolti nell’italico piumino, gli altri nel giubbino, zainetto in spalla, si parte per Bruxelles!

La città è graziosa, la tappa più significativa è quella alla Grand Place, dove si affaccia l’Hotel de Ville, un edificio in stile gotico, pieno di guglie, statue e fregi, che fa pensare ad una cattedrale e non certo ad un municipio! Di fronte, la Maison du Roi e altri edifici dorati circoscrivono la piazza … ma la chicca deve ancora venire: seguendo il flusso dei turisti, ci troviamo proprio lì dove volevamo andare! Ooooohhhh!

Solo soletto, in un angolo “fortificato”, un puttino vestito in modo ridicolo, urina incurante della folla al suo cospetto … è il Manneken Pis, il ragazzino che urina, il simbolo della città! Mi scappa una impertinente risata … ma allora è proprio lui???

Quel moccioso insignificante è il simbolo della città, penso! Così associando l’idea dell’acqua, la mia mente si tuffa nel ricordo di fontana di Trevi ed altre magnificenze “acquatiche” visitate in giro per l’Europa! Pensieri beffardi mi vengono alla mente: voglio fondare il “comitato per la liberazione del Manneken Pis”, mi dico, tipo quello per la liberazione dei nani da giardino, così convinta della mia tesi, esclamo ad alta voce: “liberiamo Manneken Pis!” , ma nessuno ci dà peso, fortunatamente, non mi capiscono!

Me ne vado divertita … rido di lui sotto i baffi, così provvidenziale, sopraggiunge la pioggia e con essa, la proposta di Angelo di assaggiare una delle 500 birre belghe. Buone, davvero buone! Sono come il The per gli inglesi, le si sorseggia ad ogni pausa del giorno e della sera! Per cena, assaggiamo invece alcuni piatti tipici: cozze e patatine fritte, patè di fegato d’oca con mostarde dolci, cinghialetto ai ferri... gusti un po’ difficili al palato italiano. Nel nostro girovagare tra le vie di Bruxelles ci imbattiamo in negozietti-gioielleria di cioccolata e biscotti artigianali e ne compriamo un po’, rischiando fortemente che all’aeroporto ce li cestinino! (Scampata per un pelo!).

Una tappa carina e un po’ turistica è quella all’Atomium, una struttura metallica che ricorda un grosso atomo e che cela al suo interno ristoranti e musei e quella all’Europa in Miniatura. Carina … l’Italia è rappresentata, sorprendentemente da: Venezia, Siena, il Vesuvio in eruzione con fumo e terremoto incluso e dai Trulli … sono inoltre molto carine le animazioni, in particolare, toccante è quella delle ruspe che abbattono il muro di Berlino. Ad ogni attrazione c’è un pulsante che riproduce l’Inno Nazionale, così giù a cantare con la mano sul cuore!

Per il resto, in città si respira un’aria multietnica e la loro naturale predisposizione alle lingue, ci rende la vita più semplice: conoscendo i suoceri del nostro amico, scopriamo che, oltre al francese ed al fiammingo, loro lingue madre, parlano inglese ed un buon italiano! Mi deprimo un pochino all’idea di parlare a mala pena inglese …

E’ ora di ripartire, via verso l’aeroporto, furtiva occhiata alle signorine, sempre lì in vetrina, tempo di fare il check- in con metal detector, dentista ed analisi del sangue incluse ( rigorosissimi intendo dire!) e via si volaaaa verso casa …


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