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NATALE 1996: SCI DA FONDO IN QUEYRAS

di Enrico Lui

Dopo aver a lungo spergiurato che le vacanze di Natale le avrei trascorse in qualche località sul mare, anche quest'anno (visto le abbondanti nevicate di inizio stagione) le abbiamo trascorse sulla neve.
Parlo al plurale, perchè siamo un gruppo di camperisti che appartengono al club dei "MAI A CASA". Da alcuni mesi la scelta del luogo era stata fissata (visto alcuni sopraluoghi effettuati dal sottoscritto durante le festività pasquali) nel parco del Queyras (località Francese ai piedi del Monviso).

Date le diverse disponibilità degli equipaggi (cinque camper e cinque coppie) si è optato per fare tappa a Nevache in Val Claree e attendere lì l'arrivo di tutti gli equipaggi. Il sottoscritto ha raggiunto Nevache la notte di Natale, dove c'era già un equipaggio ad attenderlo; gli altri ci hanno poi raggiunti la notte seguente. A Nevache la Santa messa di mezzanotte è stata anticipata alle 20.30, moltissima gente ha partecipato alla cerimonia che si è svolta in una chiesetta calda e accogliente. Verso le 21 si è rappresentata la nascitàdi Gesu` con l'ausilio di un bambino nelle sembianze del bambin Gesù.
A conclusione della messa solenne alcuni ragazzini hanno girato tra i fedeli per scambiare un segno di pace; praticamente si conoscevano tutti tra di loro, gli unici turisti eravamo noi. I giorni seguenti li abbiamo trascorsi sulla neve, che non mancava di certo anche se le temperature erano molto rigide.

Naturalmente stiamo parlando dello sci di fondo, praticato assiduamente da tutti i componenti del gruppo.
Le piste erano molto belle, ma poco curate (forse perchè i Francesi preferiscono festeggiare il Natale in casa). In particolare l'escursione al rifugio Drayeres è stata una delle più belle gite sia per gli scenari delle montagne che lo circondano sia per l'esposizione molto soleggiata.
Naturalmente i problemi non sono mancati perchè dopo tre notti di sosta a Nevache le partenze dei nostri mezzi sono diventate una misera speranza (occorre precisare che a Nevache in questo periodo dell'anno il sole dura solo 40 min. al giorno e le temperature erano di gran lunga sotto lo zero).
Solo due mezzi su cinque sono partiti autonomamente di cui uno con molta fatica e tento. Cavi di collegamento per le batterie e cavi di traino hanno risolto la partenza degli altri tre mezzi in panne.

Finalmente ci dirigiamo verso la nostra ambita meta, il parco del Queyras; naturalmente prima riempiamo tutte le bombole e i bomboloni di gas presso il distributore di Briancon (le bombole del gas francesi non hanno lo stesso attacco di quelle italiane e perciò in caso di necessità occorre acquistare anche il regolatore di pressione).
Arriviamo nel Queyras che è già buio, la strada per Ceillac è molto ripida e piena di tornanti, ma perfettamente sgombra da neve, perciò non ci sono problemi e visto il mio precedente sopralluogo, ci dirigiamo a colpo sicuro nel parcheggio dietro al paese vecchio, dove c'era già parcheggiato un camper italiano.

Ceillac è una delle più belle perle del Queyras; si apre in una conca molto soleggiata dove il fondista non ha che l'imbarazzo della scelta.
La pista più bella è quella in alto che collega le due vallate laterali. Anche il paese vecchio è molto accogliente, caratteristico il campanile della chiesa e piacevole la passeggiata tra le sue viuzze dopo la sciata giornaliera, anche se il freddo continuava persistente e sempre più pungente. Presso l'azienda del turismo abbiamo acquistato il biglietto settimanale per le piste di fondo (140-Fr. a persona ed è valevole per tutte le piste della regione). Le fontane di acqua con la loro tipica forma a tinozza non sono certo mancate.
Se l'acqua non era un problema, l'autonomia delle nostre batterie dei servizi cominciava a vacillare; inoltre alcuni scarichi delle acque grigie e nere si erano gelate e fra gli equipaggi regnava un pò di nervosismo. Tra i diversi disaccordi riusciamo comunque a far durare la nostra permanenza a Ceillac almeno tre giorni.Poi ci trasferiamo ad Abries dove entriamo tutti in campeggio.

La sistemazione di tutti gli equipaggi richiede un pò di tempo, soprattutto per l'allacciamento elettrico in quanto le prese del campeggio non erano del tipo europeo, ma infine grazie anche alla collaborazione del gestore tutti i mezzi sono allacciati a 220V.
Qui possiamo ricaricare le batterie dei servizi e usufruire di una tonificante doccia calda.
Tra una sciata e l'altra troviamo anche il tempo per scongelare gli scarichi con l'ausilio di acqua calda prelevata dai servizi del campeggio.
Per la sera dell'ultimo dell'anno riusciamo a scovare un ristorantino nelle vicinanze del campeggio, che per la ragionevole cifra di 125-Fr. ci offre uno sfizioso menù (vino a parte). Il cibo era di ottima qualità ed anche abbondante.

L'arrivo dell'anno nuovo è stato accompagnato da una bufera di neve, che ha trasformato in un'ardua impresa il ritorno ai nostri mezzi. L'anno nuovo lo abbiamo trascorso sulle piste da sci, che però causa l'abbondante nevicata e il conseguente pericolo di slavine non tutte le piste erano agibili.
Nel pomeriggio abbiamo lasciato il campeggio per trasferirci ad Aiguilles dove ci siamo sistemati nel parcheggio degli impianti di risalita, a pochi passi dal paese. Il giorno seguente si verificano problemi di batteria per un camper, il quale è costretto a ricorrere all'intervento di un' autofficina dove gli verrà sostituita la batteria dei servizi.

Nel frattempo alcuni di noi tentano di raggiungere con gli sci da fondo S.Veran per la pista dove si svolge la famosa gara di fondo "La traversata del Queyras". Il tempo non promette niente di buono e solo in due riusciamo a raggiungere S.Veran, ma al ritorno siamo colti da una bufera di neve con visibilità molto ridotta dovuta anche alla presenza di nebbia a banchi che ha reso la discesa più ardua della salita.

La stessa gita verrà ripetuta il giorno dopo, (il percorso è molto lungo circa 17 Km. di solo andata con dislivello di 600 m.) ma anche questa volta solo in due raggiungiamo la meta.
Questa volta il tempo è più clemente e c'è la possibilità di passeggiare tra le case di S.Veran (caratteristiche le sue fontane e le innumerevoli meridiane dipinte sulle facciate delle case sempre bene esposte al sole, che purtroppo quel giorno era celato dalle nuvole).
In serata riprende a nevischiare, ma ormai eravamo rientrati tutti. Ci spostiamo nella vallata di Arvieux dove sostiamo a Brunissard in un parcheggio nei pressi del centro abitato (piccolo, ma con fontana dell'acqua e servizi igienici).
Da qui partono diverse piste compresa quella che porta al colle dell' Izoard, ma purtroppo visto la nevicata notturna non tutte sono battute e perciò ci limitiamo a percorrere quella del campeggio che è l'unica agibile. In serata raggiungiamo Briancon dove alcuni equipaggi ne approfittano per riempire il bombolone del gas che ormai iniziava a scarseggiare.
Dopo una breve passeggiata nel nucleo medioevale di Briancon ci trasferiamo in Val Claree dove sostiamo nel primo spiazzo libero dopo La Vachette, da dove partono le piste da fondo.

Siamo ormai giunti al nostro ultimo giorno di vacanza; il tempo rimane sempre molto nuvoloso tale da non far rimpiangere eccessivamente il nostro ormai prossimo rientro a casa. Riusciamo ugualmente a trascorrere la mattinata sugli sci, ma anche questa volta il pericolo di slavine e la neve fresca caduta nella notte riduce parecchio le piste agibili.
Nel primo pomeriggio affrontiamo così il passo del Monginevro (le strade sono sgombre da neve e non esistono problemi di catene), che dopo alcuni tornanti ci conduce in Italia, dove ci attende il ritorno allo stress quotidiano, il quale ci permetterà di apprezzare con maggior vigore le magnifiche avventure trascorse sotto zero.


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