18 apr ven
Partenza da Lucca alle 10 con tutta tranquillità.
Il tempo è buono e soleggiato, la temperatura è
piacevole. Il percorso di avvicinamento si svolge tutto
su autostrada. Sosta pranzo in un' area di servizio presso
Imperia. Da dimenticare! Tutto l'intorno è sporco
di cartacce e nell'aria un acuto odore di urina umana da
rivoltare lo stomaco. Pranziamo rapidamente chiudendo tutti
i finestrini lasciando aperti i soli bocchettoni a soffitto
per avere un po’ di ventilazione. Partenza rapida
per non vomitare quello che abbiamo appena mangiato. Entriamo
in Autoroute francese e cominciano le code ai primi caselli
per il pagamento del pedaggio. Raccolta di spiccioli dalle
tasche o meglio ancora con carta di credito. Uscita a Fréjus
(92km) dopo quattro barriere autostradali con code. Arriviamo
sulla costa a Saint Raphael e percorriamo il litorale della
Costa Azzurra non ancora immerso nel traffico estivo. La
temperatura nel frattempo si è abbassata di parecchi
gradi, ma il sole splende ancora. Prendiamo la strada per
St Tropez e due km prima di arrivare in centro deviamo a
dx per raggiungere l'AA di Pampelonne, già testata
varie volte negli ultimi tempi. Ci sono molti posti liberi.
Sono le 17,30, il sole è ancora alto, ma il vento
teso e gelido ci obbliga a rientrare nel tepore del camper
dopo poco. Cena a bordo, poi breve giretto sulla spiaggia,
coperti come alla fine di febbraio, poi uno sguardo ai camper
vicini (nessuno italiano, tanti tedeschi), un po’
di TV per le ultime notizie ed un filmetto, quindi a nanna
con la stufa accesa al minimo.
P a Pampelonne vicino a St Tropez, in AA (43 14 20,7n -
6 39 41,5e). Tempo bello, ma vento teso e freddo. Km 485
19 apr sab
Sveglia con tutta calma e ricca colazione. Sole, ma fuori
è ancora freddo nonostante siano ormai le 10,30.
Con calma facciamo l'ennesimo giro sulla spiaggia deserta,
un poco di spesa allo spaccio del campeggio a due passi
da noi, poi è subito l'ora di pranzo che consumiamo
dentro perché anche a quest'ora fa freddo. Pennichella
al tepore del sole dietro i vetri dei finestrini. Nel pomeriggio
telefonano due amici per comunicarci che anche loro sono
in Francia e propongono di unirci assieme per andare a vedere
Rocamadour. Detto fatto, ma essendo assai lontana rischieremo
di arrivare a sera tardi per cui noi facciamo una sosta
intermedia a La Couvertirade. Abbiamo le coordinate del
punto sosta. Passiamo Nîmes, poi diamo al navigatore
le indicazioni di seguire la D999 che attraversa un bellissimo
paesaggio di natura carsica, molto selvaggio e poco antropizzato.
Altezza media di questo altopiano (Causse
de Larzac) è tra i sette e ottocento metri, con un'arietta
per niente primaverile, ma sole pieno. Passiamo a pochi
km dalla deviazione per il Cirque de Navacelles (43 53 14,5n
-3 30 31,7e), ma è tardi e ci siamo stati poco tempo
fa. Arriviamo a La Coivertoirade ( censito dalla rivista
"le Plus Beaux Villages de France") per l'ora
di cena e ci sistemiamo subito nel parcheggio a pagamento,
riservato ai camper (ma privo dei servizi).
Qualche problema
nel trovare un piano orizzontale, ma con l'aiuto dei cunei
la risolviamo velocemente. Cena e poi una capatina nel borgo
deserto, sapientemente illuminato da lampade gialle che
esaltano gli angoli chiari più belli da quelli in
ombra di minore importanza . Rientriamo ai camper un poco
infreddoliti. Fuori fa un freddo cane, siamo a 5°. Un
po’ di tempo a osservare il cielo nero, senza luna,
al chiarore delle stelle, tante luci tremolanti nell'infinito.
Buio assoluto senza lampioni o altro genere di luce artificiale.
Accendiamo la stufa al minimo. Siamo in compagnia di pochi
camper.
P a La Coivertoirade, punto sosta senza servizi (43 54 42,4n-3
18 51,7e). km 365
20 april dom
Giorno di Pasqua. Pioviggina. Alle 10 andiamo a visitare
il villaggio de La Coivertoirade con tutta calma. I negozietti
cominciano adesso ad aprire i bandoni. Una pioggerella leggera
leggera ci accompagna da questa notte. La temperatura, abbastanza
bassa, ci obbliga ad indossare giacche pesanti di pile.
Armati di ombrelli percorriamo le strade lastricate del
villaggio, lucide di pioggia. Di origine medievale, circondato
da mura in pietra con cammino di ronda è appartenuto
prima ai Cavalieri Templari e successivamente, dopo che
questo ordine fu sciolto, ai Cavalieri di Malta che le potenziarono
con bastioni cilindrici intorno al 1450. Il villaggio fu
coinvolto marginalmente dalle vicende storiche relative
alla Guerra dei Cent'anni. La chiesa, alta su una rupe,
all'interno del borgo, anch'essa fortificata, si presenta
ad un'unica navata, molto semplice, corredata dal piccolo
cimitero dove si possono ammirare le magnifiche stele discoidali
in pietra, di origine celtica. Nel frattempo, sono le 10
passate, cominciano ad aprire i piccoli negozi di souvenir,
di abbigliamento e di cuoierie artigianali di pregevole
fattura (un po’ cari a dire la verità). La
pioggia nel frattempo ha smesso di tartassarci e questo
rende ancora più piacevole il percorso tra i vicoli
medievali. Rientriamo ai camper giusto il tempo per pranzare
e poi, dopo una breve pausa digestiva, dirigiamo verso nord.
Strada normale, arriviamo dopo pochi km a Sainte Eulalie
de Cernon. Bel
parcheggio con scarico camper sotto le mura del borgo(43
58 59,8n - 3 8 13,2e). Posto in alto sulla campagna circostante,
circondato da mura in pietra, di origine medievale, con
bei bastioni cilindrici a difesa delle cortine. L'interno
del piccolissimo borgo (261 abitanti) presenta un impianto
urbanistico senza una logica precisa, se non quella di circondare
la piazzetta principale, con bella fontana a vasca ombreggiata
da platani secolari sulla quale si affaccia anche l'unica
chiesa del paese. Il fatto curioso è che essa è
priva di facciata e l'ingresso
avviene dall'abside attraverso un bellissimo portale scolpito
nel marmo chiaro dell'Aveyron.
Riprendiamo strada per fermarci
poco dopo a Le Cavalerie (44 0 32n - 3 9 10,8e), villaggio
piccolissimo anch'esso circondato da mura con bastioni e
stradine strettissime, con antiche case medievali in pietra.
Lo sviluppo urbano lo ha circondato facendone un interessante
scrigno storico nel quale è piacevole passare mezz'ora.
A proseguire sulla D809 si attraversa un paesaggio calcareo
privo di vegetazione alta e ricco di emergenze naturali
come i pinnacoli calcarei che spuntano dal terreno come
dita pronte a graffiare il cielo. Per alcuni km il Plateau
de Larzac ci accompagna fino ai primi contrafforti collinosi,
in cui la strada sale fino a regalarci le immagini delle
gole della Dourbie e del Tarn, giù in basso, prima
di arrivare a Millau. Dominato dal suo ponte moderno, il
Viaduc de Millau, che appoggiato sui piloni più alti
d'Europa, attraversa la piana su cui sorge la cittadina.
Proseguiamo fino a Rodez. Il Camping Municipale (44 21 14,3n
- 2 35 5,6e), vicino al centro è ferme !. L'alternativa,
poco pratica, è usufruire dell'AA (44 21 26,3n -
2 35 37,7e) in basso rispetto all'abitato e abbastanza lontana
da esso. Non ci sono servizi urbani per raggiungerlo. La
bici al seguito non può essere usata per la erta
salita. Per di più piove!. Rinunciamo alla visita.
Se domani mattina passa un bus dall'AA dove siamo, bene,
altrimenti la strada è troppo lunga da farla a piedi.
Ci sono sette posti e quattro camper già sistemati.
Ci sistemiamo anche noi mentre fuori continua la pioggerella
autunnale, il cielo è tutto chiuso. Cena, un po’
di Tv e poi a nanna.
P a Rodez in AA (44 21 26,3n - 2 35 37,7e). L'area è
a est della cittadina, in basso rispetto ad essa, in un
ambiente ameno, inserito in un parco verde urbano, ma lontano
dal centro. Nei giorni festivi (!) non ci sono servizi di
navetta per raggiungerlo. Tempo piovigginoso e freddo. Km
115
21 april lun
Partiamo da Rodez senza aver visitato la cittadina. Prendiamo
la D994 per andare a vedere il villaggio di Belcastel (censito
dalla rivista) (44 23 11,8n 2 19 58,8e).
Arroccato sulle
pendici scoscese della valle dell'Aveyron, dominato da un imponente
maniero (in parte museo ed in parte resort di alto livello)
con donjon di forma squadrata e torri di difesa cilindriche,
il villaggio è percorso da strette vie lastricate,
strettissime, adeguate alla orografia del luogo.
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Belcastel la rocca e il piccolo campeggio in riva al fiume
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Case in
pietra locale che si affacciano sull'unica via percorribile
con un mezzo e che fa anche da passeggiata lungofiume. Un
antico ponte a schiena d'asino lo attraversa per arrivare
alla chiesa del paese e ad un piccolo campeggio al bordo
della riva, che si raggiunge non dal paese, ma da una deviazione
arrivando da ovest, in quanto il ponticello sopradescritto
non consente il passaggio di grossi mezzi. Il piccolo spiazzo
davanti alla chiesa è il punto migliore per uno sguardo
generale al villaggio e al castello. Dalla sommità
di questo invece, lo sguardo si amplia sui tetti delle case
e sul serpeggiare del fiume in basso. Il parcheggio, l'unico
(44 23 11,8n - 2 19 58,8), si riempie rapidamente nei giorni
prefestivi e festivi per cui conviene arrivare abbastanza
presto per trovare posto. Giornata di sole pieno che rallegra
tutto alla vista. Ripartiamo dopo una ricca colazione a
base di croissant e caffè in direzione ovest per
arrivare a Cardaillac (censito). Minuscolo villaggio anticamente
protetto da remparts e da torri del XII sec di cui solo
tre sono rimaste in piedi dopo la distruzione dovuta alla
guerra dei cent'anni e a quella di religione. La comunità
Cardaillacois, di religione protestante, era la più
grande del Quercy e durante la crisi cattolica partecipò
attivamente alla distruzione della chiesa parrocchiale di
St Julien. Dopo l'editto di Nantes la cittadina fu restituita
alla comunità cattolica e nel 1600 le opere difensive
del villaggio vennero abbattute, escluso la Tour Ronde,
la Tour de l'Horologe e la Tour de Sagnes che vediamo tutt'oggi.
Il parcheggio, molto tranquillo è al bordo del villaggio
(44 40 44,1n - 1 59 52,8e). Lasciamo Cardaillac con le sue
tragedie storiche, per arrivare a Lacapelle Marival (altro
villaggio censito), poco distante da quello precedente.
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Cardaillac |
Lacapelle Marival piazza e parcheggio |
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Lacapelle Marival castello e borgo |
La parte emergente è il grosso castello
che cattura lo sguardo appena si arriva dopo aver parcheggiato
il mezzo nella grande piazza (44 43 41,3n - 1 55 47,5e).
Di origine Alto Medievale (1200 circa), si erge fuori dal
circuito delle mura che proteggevano la cittadina. Coronato
da torrette cilindriche con tetto a cono e numerosi abbaini,
si abbraccia in un unico sguardo dal prato sul lato sud.
Si entra all'interno del borgo dalla porta ad arco protetta
da un donjon cilindrico. Percorrendo le sue strade si arriva
ad una bella Halle (mercato coperto) del 1400 con copertura
a travature in legno su pilastri in pietra. L'unica nota
dolente è che nei giorni festivi questi piccoli paesi
sono deserti e tutte le botteghe sono chiuse, per cui non
si vive la vita reale della comunità, ma si patisce
la condizione di turisti estranei, solitari e distratti.
Ci spostiamo di pochi km verso ovest e la curiosità
di un cartello turistico ci spinge a vedere la chiesa fortificata
di Rudelle. Sistemato il camper nel comodo parcheggio del
parco pubblico andiamo a curiosare. Bell'edificio duecentesco,
imponente nella sua struttura compatta. Al piano terreno
c'è la chiesa, al piano superiore le feritoie e le
bocche da fuoco denotano la sua funzione difensiva. Ritornando
sulla principale D840, percorriamo un altopiano calcareo
(Causse de Gramat) dove vediamo numerosi allevamenti di
oche dalla quali si ottiene il famoso "paté
de foie gras" (paté di fegato d'oca).
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Rudelle la chiesa fortificata e il parco pubblico
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Oltrepassiamo Gramat (varrebbe la pena
fermarsi un attimo a vedere la cittadina, ma è tardi)
per arrivare alla meta di questa sera, Rocamadour. Con le
coordinate del nostro GPS troviamo con qualche difficoltà
il parcheggio riservato ai camper (senza servizi) a causa
di sensi unici da poco predisposti.
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Rocamadour |
Siamo nella parte alta del villaggio, all'altezza
del castello. Comunque ci sono già numerosi camper
parcheggiati ma troviamo posto anche noi. Cena con il tavolo
sotto gli alberi, come fanno anche tanti francesi, e dopo,
con il buio della notte, una passeggiata al Belvedere dell'Hospitalet,sulla
strada alta per vedere la cittadina dall'alto, illuminate
la rocca e la chiesa della Vergine Nera, le stradine lungo
la parete rocciosa e i tetti delle case. Comincia a piovigginare
quindi rientro al camper e a nanna.
P a Rocamadour nel parcheggio alto del castello in area
camper senza servizi(44 48 0,03n - 1 36 55,9e). Gratuito.
Vicinino alle scale che scendono in paese e altrettanto
vicino alla funicolare che scende per prendere l'ascensore
per la basilica di Saint Sauveur (o della Madonna Nera).
Km 160
22 april mar
Prendiamo l'ascensore per scendere a visitare Rocamadour.
Tutto il villaggio è arroccato sulla falesia che
domina il fiume Alzou. In alto il castello domina il borgo,
a metà costa l'imponente monastero dove di trova
l'immagine della Madonna Nera e più in basso il villaggio
fatto di case tipiche con le stradine invase da pedoni e
da numerosissime botteghine di souvenir. La nota triste
che anche le auto percorrono queste strette vie facendo
slalom tra i turisti. Peccato che questo fatto sminuisce
fatalmente il clima di devozione ambientale. Famosa meta
di pellegrinaggio fino dall'antichità si ritiene
che Saint Amadour si identifichi con la figura di Zacheo,marito
di Santa Veronica che fuggiti dalla Terra Santa si sarebbero
rifugiati in questo ambiente, divenuto poi, secondo le leggende,
miracoloso.
Una lapide dichiara che anche Enrico III
d'Inghilterra abbia fatto visita a questo monastero e sia
ripartito guarito da alcuni mali che lo affliggevano. Risaliamo
ai camper e pranziamo, poi ripartiamo prendendo la D127,
per raggiungere lo Chateau la Treyne (44 50 57,2n - 1 31
33,9e), con magnifico giardino e una posizione invidiabile
sulla Dordogna. Adesso è un hotel di gran classe,
ma il giardino e tutto l'esterno è visitabile gratuitamente.
Attraversiamo il fiume sul ponte in ferro ottocentesco,
con qualche timore perché è largo poco più
del camper e molto rumoroso al passaggio per effetto della
cassa armonica prodotta dalle ruote sulla lamiera di base.
Proseguiamo sulla strada che costeggia il grande fiume che
con la Garonne formano il grande estuario della Gironda
a Bordeaux, sull'Atlantico. Il tempo è buono ed il
sole scalda la campagna. Arriviamo a Sarlat la Caneda (censita)
andando a parcheggiare nell'AA dedicata ai camper (44 53
43,8n-1 12 45,7e), poco fuori dal centro storico. Ci rilassiamo
un po’ prendendo il sole in viso. Andremo a vedere
la città domani mattina.
P a Sarlat-la-Caneda in AA (44 53 43,8n-1 12 45,7e).
un po’ rumorosa perché fiancheggia la strada
di scorrimento. Provvista di colonnina attrezzata a gettone
per il carico d'acqua. Ci sono molti camper. Serata tiepida.
Km. 65
23 april mer
Tiriamo giù le bici (finalmente) e andiamo in città.
In centro si svolge il mercato dell'alimentation . Assaggi
di salami, formaggi, paté e tante altre leccornie.
Il centro è meraviglioso, ricco di bei palazzi e
belle case a graticcio, c'è gente ovunque e dunque
la cittadina è viva, non solo di turisti, ma soprattutto
di locali, che fanno spesa, che girano con ceste di ortaggi,
pane e bottiglie di vino.
Visitiamo la cattedrale di Saint Sacerdos
non appena il rito funebre che vi si svolge finisce. Molto
bella e imponente in stile gotico sulla Place du Peyrou
invasa dai banchi degli ambulanti. Sul retro, passando dal
Passages de Enfeus si arriva alla Lanterne des Morts (o
Tour Sainte Bernard) di forma cilindrica e tetto a cono,
di origine medievale , ma di uso incerto. Percorriamo le
stradine ricche di fiori e il sole inonda tutto con la sua
bella luce dorata e calda. Questa cittadina è una
delle più belle del Perigord e di tutta la Francia.
Risaliamo la strada per arrivare ai camper, pranziamo e
dopo partiamo alla volta di Beynac et Cazenac, (censito)
sulla Dordogna. Il parcheggio è a due km dal borgo
fortificato posto in alto sulla campagna e sul fiume (44
50 41,3n-1 8 43,7e). Il parcheggio sotto le mura del paese
è riservato alle auto. Lunga camminata a piedi per
raggiungere la meta. Il sole è caldo e la sudata
assicurata.
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Beynac
et Cazenac il castello |
Ma dall'alto, la vista del fiume e del paesaggio
circostante ripaga la fatica. La parte emergente su tutto
è naturalmente il castello, imponente e maestoso
protegge il borgo con la sua figura. Sotto, i meandri del
fiume che scorre lento, percorso dalle numerose imbarcazioni
di turisti che guardano dal basso l'insieme architettonico.
Storicamente è stato conquistato più volte
dalle armate inglesi e da quelle francesi durante la guerra
dei cent'anni, poi abbandonato durante la rivoluzione. Recentemente
restaurato e aperto al pubblico dal suo attuale proprietario.
Ripartiamo per arrivare a Castelnaud la Chapelle, anch'esso
arroccato in alto su uno sperone roccioso che domina la
Dordogna. C'è un parcheggio camper a pagamento, proprio
in alto al paese (44 48 55,9n - 1 8 38,5e). Con poca fatica,
a piedi, si raggiunge il piccolissimo centro storico alla
base del castello.
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Castelnaud |
Ripartiamo costeggiando la Dordogna sulla
destra orografica fino ad arrivare in pochissimi km a La
Roque Cageac (censito). Sistemazione rapida nella bella
AA sul fiume (44 49 29,4n-1 11 3,4e). E' l'ora giusta per
la cena, il sole è all'orizzonte e ci sono dei tavoli
di legno con panche, giusto per apparecchiare la tavola.
Il fiume scorre a pochi metri e i camper sono a portata
di mano. Bella serata. Dopo cena l'immancabile passeggiata
lungofiume, illuminato discretamente e in lontananza si
vede Castelnaud con il suo castello in alto.
Questa sera a letto tardi.
P a La Roque Cageac in AA (44 49 29,4n-1 11 3,4e) sulla
Dordogna, vicinissimo al paese. Camper Service colonnina
a gettone per l'acqua. Km. 31
24 april gio
Con tutta calma alle 10 visitiamo il paesino. Tutti gli
esercenti non aprono prima di quest'ora. Le case sono arroccate
sulla falesia a picco sul fiume. In alto si notano caverne
e ripari di epoca troglodita. La storia di questo borgo
è importante fin dal medio evo, in quanto crocevia
di fiorenti commerci di prodotti della terra che con il
fiume navigabile fino al mare e quindi fino a Bordeaux,
arrivavano sulla costa con le tipiche imbarcazioni a vela
chiamate gabares . Al ritorno queste chiatte riportavano
indietro merci nuove acquistate sull'Atlantico.
A mezza costa si percorre una stradina che
porta fino alle fortificazioni preistoriche, essa è
fiancheggiata da notevoli piante tropicali e mediterranee
che con l'esposizione a pieno sud hanno trovato il loro
habitat naturale di sviluppo. Ci lasciamo attrarre dall'idea
di percorrere il fiume su una di queste gabares a vela per
turisti. Il porticciolo è proprio sotto i camper
e quindi via …. Durante il percorso una audioguida
spiega ampiamente la storia di questi traffici e lo sviluppo
della cittadina fino ad oggi. Interessante anche la storia
geologica del sito che si manifesta al passaggio lungo le
rive attraverso l'esposizione degli strati rocciosi che
la corrente dell'acqua ha reso palesi alla vista. In certi
periodi dell'anno, quando la corrente del fiume era particolarmente
violenta, per fare il percorso dalla costa in senso contrario
le gabares venivano caricate sui carri, insieme alle merci,
per ritornare a La Roque. Partiamo per Domme pochi km più
a sud (censito).
Sosta in AA fuori dal paese (44 48 1,5n-1 13 18,4e)
gratuita. Mettiamo fuori il tavolo e pranziamo con
il sole in faccia, poi dopo breve sosta digestiva ci avviamo
a piedi e dopo qualche centinaia di metri siamo di fronte
alle mura del borgo.
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Domme la porta |
la Maison du
Batteur de monnaie |
belvedere de
la Barre |
Vi si accede dalla Porte De Tours, protetta
da due grossi torrioni cilindrici in pietra bugnata. Ci
troviamo presto nella Place de la Rode dove fa bella mostra
di se la Maison du Batteur de Monnaie(batteva moneta), poi
percorriamo la Grand Rue fino a Place de la Halle, dove
si trova l'ingresso alle grotte che si sviluppano per 450
metri in meandri sotterranei. Il borgo si erge alto su un
promontorio a dominare la Dordogna, circondato ancora da
alte mura in pietra, erette da Filippo l'Ardito intorno
alla metà del '200. Arriviamo fino al Belvedere de
la Barre per ammirare i meandri del fiume sotto di noi,
poi rientriamo ai camper dopo aver acquistato due bottiglie
del famoso Rosé di Domme, vino fruttato dal gusto
delicato. Partiamo per Gourdon. Siamo agli sgoccioli delle
nostre ferie. Parcheggiamo nella AA (44 44 2,7n - 1 23 7,1e)
e ci avviamo verso il centro storico distante 10 minuti
a piedi. Bella chiesa gotica intitolata a St Pierre. Case
medievali a graticcio e case rinascimentali. Il tempo ha
ricominciato a fare capricci, vento fresco e pioggerella
a tratti. Ripartiamo alla volta di Cajarc sul fiume Lot,
dove sappiamo essere una AA alla vecchia stazione ferroviaria
dismessa. Piove. Arriviamo e piove ancora. Così per
tutta la notte. Riaccendiamo un po’ di stufa perché
è anche freddo. Cena e a letto.
P a Cajarc in AA (44 29 4,1n-1 50 44,1e), sul fiume
Lot, notte tranquilla ma piovosa e fresca. Km.120
25 april ven
Questa mattina il cielo è velato ma non piove. Visitiamo
il piccolo villaggio di Cajarc sul fiume Aveyron, con case
disposte a cerchi concentrici che denotano una origine medievale,
al centro la piazza e la chiesa di Saint Etienne dal possente
campanile del XIII secolo. Ripartiamo dopo poco. Direzione
est fino a Villefranche de Rouerge.
Parcheggio in una grande piazza a margine della cittadina
(44 21 14,8n-2 1 50e) vicino alla Gendarmerie. A piedi,
brevemente arriviamo in centro.
Bellissima la Place Notre Dame. La chiesa,
gotica, con grande avancorpo fortificato che da accesso
all'interno. La piazza antistante, di forma quasi quadrata,
è circondata di edifici gotici e rinascimentale con
arcate a portici per la salute dei cittadini in caso di
pioggia. Al centro dell'area c'è una originalissima
fontana moderna a getti d'acqua nascosti a raso della lastricatura.
Le colonne d'acqua si alzano e si abbassano secondo una
logica musicale che le rende dinamiche ed interessanti.
La cittadina sorge sul fiume Aveyron. Ripartiamo verso sud
per raggiungere a pochi km di distanza Sauveterre de Rouergue
(censito). Parcheggiamo adiacenti al centro storico sotto
gli alberi (44 13 14,3n-2 19 1,8e) ed entriamo nella bella
Places des Arcades.
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Sauveterre
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Di forma rettangolare, circondata da bei
palazzi che con 47 arcate prospettano la piazza stessa,
sotto le quali è bello passeggiare. Di origine medievale
conserva ancora sei porte d'accesso con altrettante torri,
le case in parte a graticcio ed alcune rinascimentali, a
definire il tutto, la bella chiesa gotica del XIII secolo.
Ripartiamo prima di pranzo, direzione est, vogliamo arrivare
a La Couvertoirade, alla stessa area di sosta dell'inizio
di questo viaggio, per fare meno km nella giornata di domani.
P a La Couvertoirade (ps 43 54 42,4n-3 18 51,7e) parcheggio
camper, ma senza servizi. Km.190
26 april sab
Inizia il percorso di rientro verso casa. Partiamo alle
10, fuori ci sono 4° ma è sereno. Siamo sull'altopiano
dell'Arzac a quota 800 circa. Ce la prendiamo comoda perché
stasera dormiremo di nuovo a Pampelonne, vicino a Saint
Tropez, quindi i km da fare non sono tanti. Facciamo tutta
strada normale. Molti tratti sono di superstrada veloce
per cui arriviamo assai presto nel pomeriggio all'area attrezzata
in riva al mare.
P a Pampelonne in AA (43 14 20,7n-6 39 41,5e). Temperatura
sui 20°, tempo bello tutto il giorno. Km.357
27 april dom
Partiamo alle 10, il sole riscalda subito. Per raggiungere
l'Italia e la nostra casa a Lucca facciamo tutta autostrada.
Subito dopo Sanremo ci troviamo impelagati nel traffico
di rientro. Perdiamo un'ora e mezzo in una coda di 32 km
fino a Savona, poi diventa scorrevole e quindi alle 18 siamo
a casa. Km. 485