GERMANIA - DANIMARCA - OLANDA '98
ovvero avventure,
disavventure, gioie e dolori (anche fisici) di due neo camperisti
di Vito De Bellis
La
scorsa estate, dopo una breve vacanza in Puglia e Calabria
con un camper a noleggio, ne abbiamo acquistato uno nostro:
è un MIZAR 170 seminuovo (battezzato Magilla) con il quale
abbiamo fatto solo qualche breve weekend. Questa è la nostra
prima vera vacanza con il camper e questa è la cronaca dei
21 giorni di navigazione per l'Europa di Magilla e del suo
equipaggio composto da: Vito, 47 anni, comandante,
pilota, motorista, meccanico ciclista, fuochista, mozzo. Alessandra,
(ha smesso di contare a 32 anni), ufficiale di rotta, cuoca
di bordo, commissario di bordo, cassiera.
Letti gli utilissimi resoconti nella rubrica di Turismo Itinerante
dedicata ai ladri e considerato che nelle nostre sia pur brevi
esperienze precedenti, ci siamo sentiti più tranquilli e rilassati
durante le soste nei camping piuttosto che "on the road",
abbiamo deciso per queste vacanze di fermarci a dormire sempre
in campeggio.
QUALCHE
CIFRA (i costi sono espressi in lire) Giorni di viaggio
21 Chilometri Percorsi 5.240 Spese Gasolio 690.000 Spese Pedaggi
210.000 Spese Traghetto D-DK 166.000 Spese Campeggio 630.000
Totale spese L. 1.696.000 (…….E per chi è interessato, nell'ultima
pagina c'è un riepilogo sui campeggi visitati)
Sabato 11 Luglio 1998 Pero (Mi) - Monaco. Siamo un
po' emozionati quando, alle 10,30, usciamo dal "Parking Campers"
di Pero, salutiamo il gestore (sciur Renzo) e ci immettiamo
sull'adiacente autostrada in direzione Brennero. Questa volta
si fa sul serio: non è il solito weekend ma una vera vacanza
con il nostro "nuovo camper" che segna sul contachilometri
22.910. Dopo Brescia, la Sandra sente già la nostalgia di
Pompeo (gattino trovatello che compirà 1 anno il primo Agosto)
che abbiamo preferito lasciare a casa anche per la disponibilità
della signora Maria nell'accudirlo. Tristezze a parte, il
viaggio prosegue tranquillo fin quasi a Trento dove ci facciamo
45 minuti di coda dovuta a lavori. Smaltita la coda, ci fermiamo
per uno spuntino in un'area di servizio ed appena a tavola…
buon appetito! Davanti al finestrino della dinette c'è un
nobiluomo che sta serenamente orinando sul prato. Si accorge
finalmente di noi e, nel girarsi, si mette contro vento (ben
gli sta). Soprassediamo. Dopo pranzo ripartiamo ed al Brennero
mi munisco di "vignetta" per l'accesso alle autostrade austriache.
C'è la possibilità di acquistare quella valevole dieci giorni
che costa molto meno di quella annuale. La cosa strana è che
pochi chilometri prima del confine con la Germania si trova
un altro casello dove mi chiedono ancora circa 10.000 lire
per il pedaggio. Chiedo lumi ma il casellante non parla ne
italiano ne inglese, noi non parliamo il tedesco e quindi
pagare e ciao. A proposito di confine, è bellissimo passare
da una nazione all'altra senza alcuna formalità in quanto
ci si sente concretamente cittadini Europei. Arriviamo verso
le 18 a Monaco e, grazie alle precise indicazioni stradali,
troviamo subito il campeggio Talchirken. Si trova sulle rive
del canale che costeggia il fiume ed è adiacente un grande
parco, è molto ampio e non eccessivamente distante dal centro.
Vicino all'ingresso c'è il tombino di scarico per i camper
ma è talmente piccolo che per centrarlo ci vuole l'apparato
di puntamento di un bombardiere d'alta quota. In direzione
mi segnalano che all'estremità opposta del camping se ne trova
un altro di dimensioni più accettabili e con annesso rubinetto
dell'acqua. Facciamo una passeggiata nei dintorni per orizzontarci
e trovare la via del centro per la visita di domani. A poca
distanza dal camping c'è una tipica birreria dove, nell'antistante
giardino, servono anche pesce alla griglia. Il tempo non promette
bene, inizia anche a piovere e, dato che si sono fatte circa
le 20, torniamo al camper per una meritata spaghettata. Dopo
cena mi offro di lavare i piatti e vado nell'apposito locale,
adibito anche a scaldavivande, spipazzando beatamente il mio
consueto mezzo toscano. All'interno c'è uno spilungone barbuto
che in un pentolino si cuoce patate e se le mangia con un
coltello. Appena inizio a lavare, lo spilungone mi si avvicina
e mi apostrofa in tedesco agitando il coltello. Prendo tempo
e rispondo in inglese che non capisco, ma nel frattempo cerco
tra la schiuma un qualcosa di contundente. Mi dice, questa
volta in inglese, che se voglio fumare devo uscire dal locale:
io intanto ho pescato il forchettone degli spaghetti (meglio
che niente) lo brandisco e rispondo che se vuole parlare con
me deve posare il coltello. La situazione è talmente ridicola
che faccio fatica a rimanere serio. Ancora un paio di battute
per salvare le reciproche dignità poi lui ripone il coltello,
io spengo il sigaro ed il duello rusticano è scongiurato.
Be, come primo giorno non c'è male.
Domenica 12 Luglio 1998 Monaco. Stanotte ha piovuto. Questa
mattina il tempo è ancora molto nuvoloso e siamo indecisi
se prendere o no le bici. Dopo una falsa partenza a piedi
decidiamo per il velocipede anche perché le piste ciclabili
qui sono veramente invitanti. La città è deserta, a tratti
pioviggina ma si viaggia abbastanza bene; arriviamo in centro
in tempo per veder funzionare il famoso carillon della torre
del municipio che in questa stagione suona due volte, a mezzogiorno
ed alle 16. La piazza è stracolma di turisti ma, essendo domenica,
tutti i negozi sono chiusi, persino il chiosco dei souvenir!
Incredibile. Gironzoliamo ancora un po' per il centro, il
mercato è desolatamente deserto. Al parco della "Residenza"
invece c'è più movimento, si gioca a bocce, si beve birra
e c'è anche qualche chiosco dove si possono mangiare non meglio
identificati piatti di riso, ma non ne siamo molto attratti.
Mi si avvicina uno spilungone in bicicletta (assomiglia in
modo inquietante a quello di ieri sera) ed a gesti mi fa capire
che vuole confrontare il suo contachilometri con il mio. Il
mio chilometraggio parziale si aggira sui 10 Km, il suo ne
segna 220. Gioco la carta del chilometraggio totale dove ne
posso esibire quasi 6.000 e lui risponde con un'esagerazione
di circa 25.000. Ok, mi complimento e lo saluto ma il tizio
non sembra voler mollare, ci chiede da dove veniamo e quando
sente che siamo italiani si esibisce in quello che dovrebbe
essere il suo repertorio di vocaboli italiani : Pope Joanni,
Spacheti, Vaff….., Mafia. Mi punta l'indice e dice "Tu mafia",
poi mi invita a tornare con lui in Italia in bicicletta. Declino
gentilmente e lo risaluto ma non vuole lasciarci. Chiede il
pupazzo di Pinocchio che la Sandra tiene appeso alla sua bicicletta,
e quando lei fa l'inequivocabile gesto che indica la strada
più breve per quel famoso paese, lui finalmente monta in sella
e se ne va. Ci dirigiamo verso la Hofbrauhaus, la famosa birreria
dove, a detta delle guide turistiche, si respira la tipica
atmosfera bavarese, infatti all'interno c'è un'orchestrina
che suona a tutto volume e canta a squarciagola "Ciao bambina"
ed in perfetto italiano pure!! Hai capito l'atmosfera bavarese?
Il locale comunque è bellissimo, con i soffitti a volte decorate,
i tavoloni e le panche in legno e l'instancabile viavai di
donne in costume che trasportano ettolitri di birra. Vorremmo
fermarci a mangiare ma il locale è affollatissimo e poi non
ci fidiamo molto a lasciare le bici in strada, quindi ripieghiamo
verso lo Zum Durnbrau, un altro locale poco lontano e più
tranquillo, dove però si può mangiare anche sui tavoli esterni
tenendo sott'occhio le bici. Qui una bella ragazza mora con
occhi azzurrissimi, ed una generosa scollatura sul prorompente
seno, ci serve un tipico piatto di vari tipi di wurstel con
crauti (squisiti ma che ci faranno su e giù tutto il giorno).
Dopo pranzo, riprendiamo le favolose piste ciclabili e ci
dirigiamo verso il villaggio olimpico; quando mancano un paio
di chilometri la Sandra si accorge di avere la gomma posteriore
a terra. Il copertone è consumato e inizia a squarciarsi.
Tento una riparazione di fortuna che spero possa reggere almeno
fino al campeggio, e per prudenza torniamo cercando di seguire
la linea della metropolitana. Ce la facciamo a rientrare pedalando
e ci premiamo con una bella doccia. Si è affiancato al nostro,
il camper di una famiglia di Milano: per loro è la primissima
esperienza e mi fanno sentire un camperista esperto quando
mi chiedono aiuto sull'utilizzo del frigo trivalente e del
collegamento alla corrente 220V. Dopo cena al bar del campeggio
c'è una ressa incredibile davanti alla TV per la finale dei
campionati del mondo Francia-Brasile. Tentare di trovare un
posto è un'impresa quasi disperata perciò dovrò accontentarmi
di leggere il resoconto della partita sui giornali di domani.
Lunedì
13 Luglio 1998 Monaco. Stamattina c'è uno splendido sole.
In direzione hanno detto che poco distante dal campeggio c'è
un negozio di accessori e riparazione di biciclette e ci andiamo
subito per sistemare le gomme della Sandra. Sulla strada mi
telefona il Saverio (Di Mango, quello del viaggio Germania-Olanda
'97, amico da 25 anni che, con sua moglie Luciana, ha non
poche responsabilità nell'influenzare la nostra decisione
di convertirci al plein air) annunciandomi l'acquisto del
suo "nuovo camper usato" con tanto di portamoto per il vespone.
Complimenti a lui ricambiati da auguri di buone vacanze per
noi. Troviamo intanto il ciclista, è un giovane gentilissimo
che parla un buon inglese e che in mezz'ora sistema tutto.
Ripartiamo. La città pare trasformata rispetto a ieri anche
per il tempo che è decisamente migliore. I negozi oggi sono
tutti aperti, ed anche il mercato, con i banconi ben forniti
ed i tavolini delle birrerie schierati e gremiti di turisti,
invita a farsi coinvolgere nell'atmosfera di allegria generale.
Facciamo uno spuntino ad un chiosco a base di wurstel e birra
(senza crauti questa volta) e riprendiamo la strada del villaggio
olimpico. Il parco è bellissimo e ben tenuto, la famosa tensostruttura
è in fase di restauro, nel laghetto girano pigramente barchette
a remi e cigni mentre nello stadio olimpico stanno montando
il palco per il concerto dei Rolling Stones: auguriamo ai
fans tedeschi maggiore fortuna di quanta ne hanno avuta quelli
di Milano. Seguendo la pista ciclabile che costeggia il canale
che porta acqua al laghetto, arriviamo al Ninphemburg Schloss,
un bel castello della metà del 1600 che pare sia il più grande
della Germania con i suoi 700 metri di lunghezza e con un
enorme parco di quasi 200 ettari. Tornando in centro, sempre
seguendo le piste ciclabili, vediamo lo stabilimento della
Lowembrau con annessa tipica birreria. Ritorniamo al mercato
per fare acquisti di golosità nei negozietti di salumi e già
che ci siamo riforniamo le borracce con la fresca acqua di
una fontanella perché oggi fa proprio caldo. Proprio sulla
strada del ritorno in campeggio, incontriamo i nostri vicini
di camper che tornano entusiasti da una visita allo zoo. Sono
anche loro in bicicletta e la piacevole pedalata in loro compagnia,
viene turbata dal rapido avvicinarsi di scuri nuvoloni minacciosi
che ci inducono ad accelerare il ritmo. Arriviamo comunque
a Talchirken senza problemi e, dopo una bella doccia, visto
che ancora non piove, andiamo a fare due passi sulla riva
del canale appena fuori dal campeggio. Scorgiamo dei ragazzi
che indossano mute da surf e cerchiamo di capire cosa fanno;
sotto al ponticello che unisce le due rive, il letto del canale
ha una sconnessione, probabilmente dovuta ad un gradino artificiale
di rinforzo agli argini, che provoca all'acqua una piccola
onda di circa 50 cm di altezza. Essendo il flusso dell'acqua
molto veloce, quest'onda rimane costante in altezza ed intensità
ed i ragazzi si divertono a cavalcarla con le tavole: il gioco
consiste nel cercare di rimanere fermi contro corrente sulla
sommità dell'onda stessa. L'esibizione non dura mai più di
una decina di secondi poiché basta un piccolo spostamento
di equilibrio e la corrente ha il sopravvento mandando a gambe
levate i surfisti, ma loro sembrano divertirsi come pazzi
perché dopo essere riemersi un centinaio di metri più a valle,
risalgono velocemente la riva per riportarsi in posizione,
ripetendo il tutto decine di volte. Continuiamo la passeggiata
e la Sandra ha modo di utilizzare un sacchetto di pane raffermo
che si era previdentemente portata, offrendolo ad un gruppo
di paperi che sembra apprezzare molto il pensiero. A questo
punto inizia a piovere, torniamo velocemente al camper e,
finalmente, la meritata cena. Il dopo cena in camper, senza
televisione, viene impegnato dalla preparazione del programma
per la giornata successiva, o da un buon libro, o dal riordino
degli appunti per questo diario, o dall'insieme di queste
cose il tutto comunque, sempre accompagnato da buona musica
in sottofondo e devo dire che è veramente molto ma molto piacevole.
Martedì
14 Luglio 1998 Monaco - Dachau - Erlanghen Stanotte ha
piovuto forte ma non ci ha impedito di fare una bella dormita
a conferma dell'impressione che avevamo avuto già in precedenza
e cioè che sul camper si dorme veramente bene. Stamattina
il tempo è variabile, noi partiamo da Talchirken alla volta
di Dachau per visitare il lager nazista. Sulla strada incrociamo
un paio di volte un convoglio di roulottes targate Catania
che rivedremo poi nel parcheggio di Dachau. Contrariamente
a quanto mi avevano detto, il lager è ben segnalato e lo troviamo
subito senza problemi. All'ingresso dell'ampio parcheggio
c'è un simpaticissimo vecchietto con in un corretto italiano
(ma ho l'impressione che parli correntemente altre tre o quattro
lingue) ci chiede 6 DM che andranno a favore della Croce Rossa.
Prima dell'ingresso al campo, un cartello descrive la storia
e le attrattive della città nel vano tentativo di farla ricordare
per qualcosa di meglio e di decisamente diverso. Entriamo.
Il piazzale centrale è enorme, tra i visitatori ci sono tantissimi
ragazzi ma i loro sia pur garbati schiamazzi, non riescono
a stemperare il clima di tragedia che vi aleggia. Una lapide
commemorativa riporta in varie lingue la frase MAI PIU' ed
è sconsolante pensare a quanto sta succedendo oggi in varie
parti del mondo, a dimostrazione che tali lezioni non sono
ancora evidentemente bastate. La visita, obiettivamente, non
ci ha mostrato niente di più o di diverso di quanto già visto
varie volte al cinema o in tv, ciò nondimeno ci ha procurato
delle sensazioni veramente forti che non desidero descrivere;
dico solo che ne usciamo dopo quasi tre ore profondamente
commossi per aver camminato in quei luoghi che hanno significato
tanto disperato dolore per migliaia di persone. Nel parcheggio
c'è un gruppo di ragazzi che gioca a calcio con una lattina
vuota. Le loro risate e grida ci aiutano a risollevare un
po' il morale. All'uscita il vecchietto, che da tempo deve
aver imparato ad interpretare espressioni facciali come la
nostra in quel momento, ci saluta calorosamente regalandoci
un ampio e contagioso sorriso. Si riparte. Prendiamo la provinciale
in direzione Norimberga e mi potrei godere appieno lo spettacolo
della campagna bavarese se riuscissi a far capire alla Sandra
che leggere l'atlante stradale non è lo stesso che leggere
il Corano in lingua originale. In poche parole dopo qualche
deviazione fuori programma, che tuttavia ci ha permesso di
vedere bellissimi e caratteristici paesini, arriviamo finalmente
a Norimberga. In città e nelle immediate vicinanze non risultano
esserci campeggi; incrociamo ancora il convoglio di Catania
che evidentemente ha il nostro stesso problema. Dopo una rapida
consultazione decidiamo di dirigerci a Erlanghen, a nord della
città, dove la cartina dell'ufficio turistico tedesco segnala
un camping. E' un piccolo e tranquillo campeggio non molto
affollato: i servizi non sono granchè, non c'è camper service.
Nel complesso va bene per passare la notte. La Sandra stasera
non si sente molto bene e così si va a letto presto concludendo
una giornata decisamente particolare.
Mercoledì
15 Luglio 1998 Erlanghen - Berlino - Neuerdorf. Bella
giornata stamattina, ed anche l'umore è decisamente migliore
rispetto a ieri sera. Meglio così perché oggi ci aspetta un
impegnativo tappone da 450 Km fino a Berlino. Decidiamo di
prendere l'autostrada ma ci accorgiamo quasi subito che sarà
un duro viaggio poiché la carreggiata presenta tratti di decine
di km, pavimentati con grandi lastroni in cemento disposti
perpendicolarmente rispetto al senso di marcia e sommariamente
congiunti fra loro, così da causare lo stressante effetto
"treno" dovuto al sobbalzare delle ruote su queste congiunzioni.
Ci sono pochissimi distributori e mal segnalati tanto che
per rifornire Magilla ci tocca uscire e raggiungere il primo
paese. Idem per le aree di sosta: quando verso le 13 ne troviamo
una, sembra la classica oasi nel deserto ed è affollatissima.
Ci accorgeremo che ce ne sono altre tre dopo questa a pochi
chilometri l'una dall'altra e anch'esse male o per niente
segnalate. E' vero che qui le autostrade sono gratuite tuttavia
ritengo che questa in particolare risenta ancora della gestione
dell'ex Germania Est. Si arriva finalmente a Berlino, il centro
è un enorme cantiere, tantissimi i palazzi in costruzione
ed i lavori in corso e naturalmente il traffico ne risente.
Facciamo un rapido giro, Alexander Platz, la zona Est dove
c'è ancora un residuo di muro e poi scappiamo verso Nord perché
il traffico cittadino ci ha stancato. Imbocchiamo la provinciale
verso Lowemberg e, finalmente, ci rilassiamo alla vista di
queste belle campagne e dei piccoli centri abitati che di
tanto in tanto troviamo. Denominatore comune di questi paesi
è la strada principale lastricata in porfido e la presenza
di almeno una vecchia ma ancora efficiente Trabant, l'utilitaria
per eccellenza nella ex Germania Est. In uno di questi ci
fermiamo per fare qualche scorta di cibo in un supermercato;
le commesse sono molto gentili e ci fanno entrare anche se
ormai è quasi l'ora della chiusura. I prezzi sono veramente
bassi, come potremo riscontrare in tutti i supermercati visitati
in Germania, e per soli 24 DM ci ritroviamo due borsoni di
cibarie e ottima birra. Salutiamo le gentili commesse e riprendiamo
il nostro viaggio. La nostra cartina segnala un camping vicino
a Oranjenburg e chiedo ad un passante la strada per raggiungerlo;
mi dice che è molto lontano da dove siamo e mi consiglia quello
di Neuendorf che è molto più vicino e che si trova poco prima
di Lowemberg (proprio sulla nostra strada). Detto fatto. Neuendorf
è un piccolo ma grazioso paesino ed il camping è situato tra
la riva di un magnifico laghetto e un'imponente foresta. E'
un campeggio prevalentemente stanziale (davanti ad ogni roulotte
c'è un curatissimo giardino con tanto di recinzione) ed è
frequentato quasi esclusivamente da persone anziane e tutte
cordialissime. Non fanno eccezione a questa regola il gestore
(Hans) e sua moglie: loro non parlano altro che tedesco ma
sono chiarissimi nel farci capire che dei nostri documenti
non gliene può fregar di meno e che preferiscono 23,5 DM,
maledetti ma subito. Non c'è camper service, l'attacco elettrico
necessita di adattatore per la presa di tipo tedesco ed Hans
me ne procura subito uno. Sono le 22 passate quando comincia
ad imbrunire. Intorno c'è un silenzio bellissimo! La temperatura
è scesa di molto e prima di coricarci accendiamo la stufa.
Giovedì
16 Luglio 1998 Neuerdorf - Lubecca - Ratekau. Mattina
fresca e abbastanza serena. Facciamo un giro fino al laghetto
per prendere qualche foto e ripartiamo fra i calorosi saluti
di Hans e degli altri ospiti del campeggio. Vogliamo percorrere
parte dell'itinerario indicato su Plein Air di luglio (noi
faremo da Lowemberg a Wismar passando per Lindow, Wesenberg,
Mirow, Plau, Karow e Bruel ) ed è un'ottima idea perché il
panorama è bellissimo con un continuo susseguirsi di boschi,
laghi e suggestivi paesi. In uno di questi, nella piazza principale,
c'è un nido di cicogne sulla sommità di un palo. Devo scaricare
i serbatoi e al primo campeggio che trovo dopo Lowemberg,
chiedo se c'è questa possibilità. Me lo permettono ma solo
per le acque grigie e con il rifornimento di acqua mi viene
a costare solo 2 DM. Lungo la strada, che attraversa per chilometri
un'immensa foresta, troviamo un'accogliente area di sosta
con a ridosso del bosco una capanna a copertura di un tavolo
per picnic. Ci fermiamo visto che sono le 12 passate. Dopo
pranzo inizia a piovere e la pioggia ci accompagnerà per buona
parte del pomeriggio ma non riuscirà a rovinare la bellezza
del paesaggio. Di tanto in tanto troviamo bancarelle o negozi
che vendono fra le altre cose residuati militari dell'Est:
ci fermiamo curiosi ad uno di questi banchetti e, contrariamente
a quanto siamo abituati in Italia, il commerciante non lascia
alcun spazio alla trattativa pretendendo fino all'ultimo centesimo
del prezzo esposto. Giungiamo a Lubecca verso le 18,30 e facciamo
un giro per il bel centro storico caratterizzato da torri
e campanili aguzzi e palazzi in mattoni rossi. Nella piazza
del mercato c'è una festa, la birra scorre a fiumi ma non
riusciamo a capire cosa si stia festeggiando. Sotto i portici
del mercato un gruppo di punk festeggia, a modo loro, passandosi
una pipa che dubito possa contenere una mistura di tabacchi
inglesi. Conclusa la visita al centro, riprendiamo Magilla
e ci dirigiamo verso Ratekau dov'è segnalato un campeggio
munito di camper service che ci servirà perché non abbiamo
ancora svuotato il serbatoio della toelette. (Devo ammettere
a questo punto, di essermi dimenticato a casa il Portolano
di Plein Air e non avendo altre indicazioni sulle aree di
sosta attrezzate, devo ripiegare sui campeggi dove sia possibile
scaricare.) Il camping di Ratekau non è molto grande ma è
ben attrezzato, i bagni sono molto puliti, la doccia calda
è compresa nel prezzo ma…, mannaggia alla pupazza, non c'è
camper service!. Devo utilizzare per la prima volta quella
che abbiamo ribattezzato la "carriola merdaiola". Mi accorgo
subito che il tubo di raccordo tra il serbatoio e la "carriola"
è rovinato e perde. Devo porvi rimedio: non intendo ora scendere
in particolari di sorta ma, parafrasando il grande John Wayne
"…è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare!...". Espletata
questa incombenza, e dopo una rigenerante doccia, la serata
scorre tranquillamente. Il campeggio è tranquillo e confortevole
ma noi ricordiamo ancora con simpatia quello di ieri sera
a Neuerdorf.
Venerdì
17 Luglio 1998 Ratekau - Copenaghen. Dopo una notte di
pioggia stamattina c'è il sole. Guardo la data e, fedele al
motto "non è vero ma ci credo", mi concedo una grattatina
scaramantica. La signora che gestisce il campeggio ci mostra
un cagnolino che ha trovato tre giorni prima sull'autostrada:
è un meticcio bassotto ancora molto spaventato e dall'aria
infelice. Anche qui li abbandonano. Partiamo alla volta di
Puttgarden per imbarcarci sul traghetto che ci porterà in
Danimarca a Rodby. Al porto non abbiamo problemi perché il
biglietto l'avevo già fatto in Italia e mentre siamo in fila
per l'imbarco che avviene ogni mezz'ora, ci viene a salutare
una coppia di ragazzi di Varese. Sono in viaggio da ieri e
dicono che noi siamo i primi italiani che incontrano da quando
sono in territorio tedesco. Vanno in Lapponia e sono circa
a metà del loro viaggio. Ci imbarchiamo, siamo tra i primi
a salire e saremo primi anche a scendere. Mi avevano detto
che la traversata dura circa due ore e pertanto ce la prendiamo
comoda nel visitare la nave (veramente molto bella) ed il
fornitissimo duty free. Mentre siamo in coda alla cassa, dopo
circa 45 minuti dalla partenza, annunciano l'attracco: panico!
Mollo la Sandra e corro a sbarcare il camper. Lei seguirà
a piedi. La famiglia si riunisce a terra appena prima del
posto di frontiera Danese (qui è ancora in vigore). L'agente
è un cristianone di oltre un metro e novanta, gioviale e ridanciano;
vuole salire sul camper, si complimenta perché lo trova molto
bello e nel frattempo scruta dappertutto alla ricerca di eventuali
clandestini. Sulla strada per Copenaghen ci fermiamo ad un'area
di sosta per il pranzo. Incontriamo un camper con una coppia
di pensionati che vengono da Catanzaro e sono diretti a Capo
Nord. Staranno in giro complessivamente quasi tre mesi (beati
loro). Io penso ai miei 27 anni di contributi, ai 10 che me
ne mancano per raggiungere le attuali condizioni di pensionabilità
e mi viene il magone! Riprendiamo la strada e quando mi fermo
per fare gasolio, noto con piacere che nell'area di servizio
(e come potremo vedere, in tutte le aree di servizio sulle
autostrade della Danimarca) c'è il pozzetto per lo scarico
dei camper e la pompa per il rifornimento d'acqua. Si arriva
finalmente a Copenaghen, primo obiettivo del nostro viaggio.
Non vediamo alcuna indicazione per il campeggio, proviamo
a chiedere informazioni e… è assolutamente incredibile! La
prima ragazza che fermo è italiana. Vive qui da dieci anni,
viene dalle Marche e le sue precise indicazioni ci aiutano
a raggiungere in poco tempo il camping Bellahoj. E' una grande
area a prato percorsa da vialetti asfaltati, non c'è nemmeno
una pianta, c'è il camper service, il negozio è fornito del
minimo indispensabile, c'è un chiosco che serve wurstel ed
hamburger, c'è una tenda che ha le funzioni di sala ritrovo
con tavoli e televisione ed i servizi sono al limite della
praticabilità (la doccia la faremo sempre nel camper). L'unico
pregio consiste nel fatto di essere in città a poca distanza
dal centro. Ci sono tantissime tende, gli occupanti, per la
maggior parte giovani, hanno quasi tutti la tosse, evidentemente
per l'umidità e la bassa temperatura che di giorno è di circa
15 gradi (a Milano in questi giorni picchia intorno ai 38).
C'è anche qualche camper italiano, poco distante da noi ce
n'è uno targato Roma ma in tre giorni non vedremo mai gli
occupanti. Questa sera inauguriamo il nuovo barbecue e mi
esibisco nella cottura di due succulente bistecche; da alcune
tende vicine spuntano teste con i nasi all'aria evidentemente
attratte dal profumo. Ceniamo e la serata trascorre tranquilla.
Alle 22.30 è ancora molto chiaro.
Sabato
18 Luglio 1998 - Copenaghen. Stanotte ha piovuto, ma stamattina
c'è il sole. L'aria comunque è sul frizzante. Inforchiamo
le bici e via verso il centro con le immancabili e comodissime
piste ciclabili. Davanti al palazzo del municipio c'è una
carrozza a cavalli che attende due sposi che giungono poco
dopo. Ci facciamo largo tra la folla dei parenti e, fra lanci
di riso e grida verosimilmente bene augurali, entriamo a dare
una sbirciata. E' un bellissimo palazzo costruito sul modello
del Palazzo Vecchio di Siena (così dice la guida turistica)
ed al cui interno, subito dopo l'ingresso, c'è un cortile
con le mura finemente affrescate, che è stato coperto in tempi
più recenti con una specie di enorme lucernario. Usciamo e
seguendo il flusso di turisti ci immettiamo nello Stroget,
la principale via commerciale di Copenaghen. Ci sono moltissimi
negozi e alcuni sono veramente "storici" come ad esempio il
Royal Copenaghen con le sue preziose porcellane dipinte a
mano o come Larsen, famoso in tutto il mondo per la produzione
di pipe nel cui sotterraneo, c'è un piccolo ma interessantissimo
museo del tabacco che non manco di visitare. Lungo il corso
si esibiscono tanti musicisti di un po' tutte le razze (peruviani,
cileni, jamaicani, etc) ed intrattenitori come prestigiatori,
statue viventi e clown che regalano ai bimbi animaletti e
cappellini fatti con i palloncini. Percorriamo il vecchio
canale portuale di Nyhavn con i caratteristici barconi ormeggiati
e le case multicolori, adibite quasi tutte a ristorantini
e birrerie. Arriviamo sino alla sirenetta e qui piove per
circa cinque minuti. La celebrità del monumento supera di
parecchio la qualità artistica di quello che realmente si
trova ma i numerosi turisti presenti ne sembrano entusiasti:
ce n'è uno che, nel tentativo di farsi fotografare abbracciato
alla statua, finisce addirittura in acqua e raggiunge lo scopo
di essere immortalato da almeno un centinaio di macchine fotografiche
che mostreranno in ogni parte del mondo questa bella figura
da pirla. Giriamo ancora per le tranquille vie adiacenti il
centro ma il tempo non promette nulla di buono. Troviamo un
fornaio e compriamo del pane e all'uscita ricomincia a piovere.
Abbiamo un telo cerato con il quale tentiamo di riparare sia
noi che le bici e suscitiamo la curiosità e l'ilarità dei
danesi. Qui infatti pare che non facciano assolutamente caso
alla pioggia, le uniche persone che si incontrano munite di
ombrello, sono turisti. Abbiamo visto due persone incontrarsi
per strada sotto la pioggia battente e loro, naturalmente
senza ombrello, si sono salutate, si sono parlate per circa
5 minuti rimanendo sotto l'acqua e senza nemmeno tentare di
accostarsi al muro. Quando spiove, riprendiamo il nostro giro
e siamo ancora sullo Stroget quando, questa volta, si scatena
un forte temporale con tanto di tuoni e fulmini: una provvidenziale
impalcatura ci permette di rimanere all'asciutto. Il temporale
passa ma la pioggia continua a cadere meno forte ma costante.
Decidiamo di adeguarci all'indifferenza locale e ci avviamo
verso il campeggio. Lungo la strada un'insegna luminosa con
termometro segnala 10 gradi ! Passiamo da una via che ospita
ben tre supermercati in circa cento metri : ne visitiamo due,
più per stare un po' all'asciutto che per vera necessità e
quando riprendiamo la strada sotto una leggera pioggerella,
tra le nuvole si fa strada un timido raggio di sole che preannuncia
la fine della pioggia (smetterà naturalmente, solo quando
arriveremo al campeggio). Ci asciughiamo e ci scrofoliamo
una meritata spaghettata gigante. Dopo cena vado a buttare
l'immondizia e vedo quelli che abbiamo ribattezzato "i penitenti".
Sono una famiglia tedesca di quattro persone, genitori e due
figli di circa 12 anni, hanno un bel Mercedes nuovo, che lascia
intuire una condizione economica non disagiata, però campeggiano
in una tendina ad igloo che vista da fuori sembrerebbe insufficiente
per i due soli bambini. L'hanno piantata nel punto più sfigato
di tutto il campeggio: al limite del prato e vicino all'incrocio
di due vialetti con il viale principale da dove passano tutti
i veicoli che entrano ed escono dal camping, sotto a un lampione
la cui luce dovrebbe dare fastidio tutta notte, confinando
a nord con i cassonetti dell'immondizia, ad ovest con i gabinetti
e ad est con il pozzetto del camper service anche se, "purtroppo",
è distante un centinaio di metri. Se ne stanno seduti ad un
piccolo tavolino, in silenzio, stretti nei loro piumini per
ripararsi dal vento freddo, con una bottiglietta di birra
ed un barattolo di noccioline, credo, davanti. Siamo convinti
assertori del diritto di ciascuno a divertirsi come preferisce
se non da fastidio ad altri tuttavia, nel caso specifico,
non abbiamo avuto l'impressione che i tizi si divertissero
molto e da qui la convinzione che stessero scontando qualche
grave peccato. Torno al camper e mi sento salutare in italiano:
è un ragazzo che ha piantato una tendina vicino a noi. Il
freddo pungente mi consiglia di invitarlo dentro a bere qualcosa.
Si chiama Nadav, è israeliano, di madre italiana, vive a Cento
vicino a Bologna e studia ad Urbino. Viaggia da solo in moto
e, sturandosi quasi 600 Km al giorno, gira l'Europa ponendosi
come obiettivo finale la Finlandia. Non visita nessun paese
che attraversa e non si ferma se non per dormire o cambiarsi.
La moto, evidentemente la sua grande passione, se lo tiene
in sella per più di otto ore al giorno. E' simpatico, e in
sua compagnia chiacchieriamo bevendo grappa fino a quasi mezzanotte
quando il nostro ospite si congeda perché domani, dice, vuole
partire presto (se non è passione questa….).
Domenica
19 Luglio 1998 - Copenaghen. Anche stanotte ha piovuto.
Stamattina è molto nuvolo. Facciamo ancora come i danesi,
ce ne freghiamo e, inforcate le bici, via di nuovo verso il
centro. Infatti poco dopo piove e la prendiamo!!! (ma solo
per 5 minuti per fortuna). Pur essendo domenica ci sono molti
negozi e supermercati aperti. Dirigiamo su palazzo reale per
vedere il cambio della guardia e lungo la strada imbocchiamo
una via in senso vietato. In questa via, neanche a dirlo,
c'è una caserma di polizia davanti alla quale c'è un agente
che ci ferma e, nonostante noi si cerchi di fare gli indiani,
ci dà una sonora cazziata costringendoci a tornare indietro.
Arriviamo finalmente alla Amalien Borg, qui le guardie reali
hanno lo stesso colbacco peloso e la stessa aria marziale
dei loro colleghi londinesi, però non se ne stanno immobili
e muti come soprammobili ma camminano perennemente lungo i
lati della piazza e parlano con i turisti soprattutto per
redarguirli se questi stazionano lungo il loro percorso. Il
cambio della guardia non ha niente a che vedere con quello
di Buckingham Palace, anzi è proprio noioso e dopo un po'
l'iniziale ressa dei turisti, peraltro tenuta a bada da due
soli poliziotti, si disperde verso altre attrattive. Anche
noi ce ne andiamo, il tempo è migliorato e torniamo sullo
Stroget per acquistare qualche souvenir dopo di che dirigiamo
sul parco Amaliehaven vicino alla SIrenetta. Qui dopo aver
compensato il calo degli zuccheri con un buon tramezzino,
andiamo a visitare il Kastellet antica roccaforte militare
del 1600. All'interno dei bastioni difesi da grossi cannoni,
si trovano in perfetto stato di conservazione un mulino, una
chiesa, i depositi e le casermette e, all'interno del corpo
di guardia, un piccolo museo all'ingresso del quale sono stati
messi dei dolci a disposizione dei visitatori. Il tempo si
è messo decisamente al bello e questo ci incoraggia nel continuare
la pedalata per la città. Passiamo per il Tivoli ma solo dal
di fuori perché non abbiamo intenzione di visitarlo, arriviamo
sino alla stazione ma la zona non è tra le più invitanti e
allora percorriamo tutta la Norrebro Gade che è piena di negozi
e supermercati aperti nonostante sia domenica pomeriggio inoltrato.
Ecco probabilmente perché, nei giorni feriali chiudono tutti
tra le 17,30 e le 18, a parte qualche supermercato che tira
sino alle 20 e una catena di negozi, Seven/Eleven, che offrono
cibo, giornali, tabacchi e bar tavola calda 24 ore al giorno.
Approfittiamo del bel tempo e giriamo sino quasi alle 20 per
poi tornare al camper per una bella doccia e la meritata cena.
Lunedì
20 Luglio 1998 Copenaghen - Helsingor - Roskilde. Questa
giornata la ricorderemo per un bel pezzo, per via dello spavento
che ci siamo presi in serata. Ma procediamo con ordine. Al
risveglio c'è il sole e ciò induce molti campeggiatori a fare
colazione all'aperto per poter dare mostra della loro pazienza
quando, pochi minuti dopo, inizierà a piovere. Noi stiamo
prudentemente all'interno del camper (a proposito, la Sandra
non ha ancora visto di che colore è il tendalino nuovo che
ho fatto installare prima della partenza e non lo vedrà sino
al ritorno a casa perché non avremo mai modo di aprirlo).
Partiamo alla volta di Helsingor ed abbiamo i soliti problemi
con la segnaletica che, dopo averci fatto girare a vuoto per
20 minuti, ci porta finalmente sulla giusta via che si trova
a 100 metri dal camping, nostro punto di partenza. Raggiungiamo
Helsingor in poco tempo e facciamo un giro per il centro.
Visitiamo la chiesa di S. Maria che ha un bel chiostro e dei
modelli di velieri appesi ai soffitti delle navate, particolarità
questa che vedremo in tutte le chiese visitate in Danimarca.
Grande folla di turisti sulla via principale dove tantissimi
negozi offrono dall'antiquariato ai generi alimentari : noi
acquistiamo un pezzo di un impronunciabile formaggio locale
presumibilmente farcito di spezie. Ci spostiamo verso il famoso
castello di Kronenborg, o di Amleto, e nel parcheggio gremito
al limite della capienza, troviamo un convoglio di 5 camper
italiani. Vengono da Macerata , sono tutti simpaticissimi
e stanno facendo l'itinerario contrario al nostro. Ottima
occasione per uno scambio di utilissime informazioni. Loro
hanno già visitato il castello, ci permettono di parcheggiare
davanti ai loro camper promettendoci il posto quando, dopo
pranzo, se ne andranno verso Copenaghen. Pranziamo anche noi.
Il formaggio appena comprato è squisito però manda un odore
terrificante che lascia presagire una imminente mutazione
genetica: ci ha contaminati !!! dovremo lavarci le mani per
ben tre volte prima che l'olezzo scompaia. Dopo pranzo parliamo
ancora un po' con i maceratesi che dicono di essere rimasti
delusi dal museo vichingo di Roskilde in quanto i resti delle
navi vichinghe, che dovrebbero essere il pezzo forte del museo,
sono appena un 10% dell'intera nave e quindi più che vederle
le si intuisce. Li salutiamo ed andiamo a visitare il castello.
Dai bastioni si gode un bel panorama sullo stretto che divide
la Danimarca dalla Svezia sulla quale sono minacciosamente
puntati una decina di cannoni d'epoca. La visita si può dividere
in tre parti, le stanze reali, i sotterranei ed il museo del
mare. I costi d'ingresso sono differenziati a seconda di quello
che si vuole visitare e c'è anche un conveniente biglietto
(45 KD) che permette l'accesso ai tre itinerari. Le stanze
reali, oltre ad alcuni soffitti finemente affrescati offrono
anche qualche pregevole pezzo d'arredamento nonché quadri
ed arazzi di fattura tedesca e scandinava. La visita ai sotterranei
è guidata da una bionda signora che ci conduce nel primo sotterraneo
dove in un suggestivo gioco di luci troneggia la statua del
re dei vichinghi. La guida annuncia che spiegherà il percorso
prima in danese, poi in tedesco e poi in inglese: dopo cinque
minuti di incomprensibile sproloquio da parte della sia pur
graziosa guida, l'orchite dilaga anche fra le signore e insieme
ad altri italiani e francesi proseguiamo per conto nostro
lungo il percorso peraltro ben segnalato. Il museo del mare
propone molti interessanti modelli di navi e barche alcuni
con spaccati sui motori realmente funzionanti, nonché la ricostruzione
di alcuni tipici ambienti come la plancia di comando, la sala
macchine, le cabine dell'equipaggio, il quadrato ufficiali
etc. La visita si conclude, stranamente, passando attraverso
il palco dell'organo della chiesa interna al castello. All'uscita,
di fianco al nostro camper, troviamo quello di un anziano
tedesco che viaggia solo e viene da capo Nord. Ci chiede alcune
informazioni poiché, dice, a Pasqua vuole andare in Calabria
e Sicilia. Partiamo, e seguendo un percorso "margherita" arriviamo
a Roskilde quando ormai il museo vichingo è già chiuso. Poco
male, facciamo nostre le considerazioni dei maceratesi e ci
consoliamo con le bellissime riproduzioni delle barche vichinghe
ormeggiate all'adiacente molo. Poco distante sulla spiaggia,
c'è una mostra di sculture di sabbia: sono veri capolavori
tutti ispirati alla civiltà vichinga ed è proprio un peccato
che fra qualche giorno non ne rimarrà più nulla. Facciamo
un giro per il bel centro della città ma è tutto chiuso, anche
la chiesa dalle caratteristiche torri gemelle altissime. Ci
dirigiamo allora verso il campeggio, che è situato tra le
collinette a ridosso della spiaggia; è molto ampio e ben tenuto
ma hanno poche torrette per gli allacciamenti alla corrente
220 e quelle poche sono già tutte occupate. Una bella doccia
calda, la cena e a conclusione della giornata …. il dramma!!!
La Sandra, nel salire in mansarda, deve avere male appoggiato
la scala che le scivola sotto facendola cadere pesantemente
su di essa. E' un momento di terribile spavento sia per lei,
che ha battuto la schiena, che per me poiché temo si sia fatta
veramente molto male. Dopo le prime verifiche del caso, tiriamo
entrambi un sospiro di sollievo nel constatare che si tratta
solo di una brutta botta ma non sembra esserci niente di rotto.
Per riprenderci dallo spavento, brindiamo allo scampato pericolo
con un tonificante grappino e finalmente, e senza altri incidenti,
andiamo a nanna.
Martedì
21 Luglio 1998 Roskilde - Ringsted - Asa. Inutile dire
che stanotte ha piovuto. La Sandra si sveglia con la schiena
piena di lividi, uno per ogni piolo della scala sulla quale
ha battuto. Fortunatamente, avevo preparato prima della partenza
una piccola dotazione di pronto soccorso che prevede anche
una pomata antidolorifica che risulterà efficacissima nel
contenere il dolore sino a farlo scomparire in poco tempo.
Lasciamo Roskilde e prendiamo la direzione di Odense seguendo
sempre i percorsi "margherita". A Ringsted ci fermiamo per
una visita del centro nel quale, passando, avevo scorto la
bottega di un artigiano che produce pipe. La Sandra dice che,
per alleviare il dolore alla schiena, non c'è di meglio che
comprarsi una giacca che vede esposta in una vetrina, per
conto mio non trovo niente che mi piaccia dall'artigiano delle
pipe perché le produce tutte diritte mentre io le preferisco
curve. Ripartiamo e prendiamo l'autostrada per passare sul
nuovo ponte che unisce la Selandia alla Fionia. Prima del
casello per il pedaggio, alcuni cartelli annunciano i prezzi
che per le auto sono di 210 KD mentre per i mezzi più lunghi
sono di 315. Proviamo a seguire il consiglio dei maceratesi
che hanno presentato al casellante 210 KD contate e sono passati
tranquillamente. Non funziona. Dice che siamo troppo lunghi
e vuole le restanti 105. La traversata è abbastanza difficile
perché c'è molto vento ma lo spettacolo è veramente imponente:
sotto il ponte sta passando una nave portacontainer che sembra
un giocattolo vista da quassù. Per combattere la mia fobia
dell'altezza, mi distraggo pensando che quest'opera è stata
realizzata da una azienda italiana e che la valenza tecnica
dei nostri imprenditori è inversamente proporzionale a quella
dei nostri politici, che da circa un ventennio ancora non
sanno decidersi sull'opportunità di realizzare qualcosa di
analogo sul nostro stretto di Messina. Ci fermiamo nella prima
area di sosta dopo il ponte. Alien, così abbiamo chiamato
il formaggio comprato ieri, è sempre più vicino alla mutazione
ma è sempre più squisito. Prometto alla Sandra che quando
lo vedremo muoversi, lo abbatterò immediatamente. Il viaggio
prosegue sempre con un vento molto forte che ci fa ballare,
solo verso Arhus si calma un po'. Decidiamo di arrivare sino
ad Asa, la località segnalata in un diario di viaggio su Turismo
Itinerante, dove il campeggio è molto bello e ben attrezzato,
ha un bellissimo parco giochi per i bambini, la piscina e
minigolf. Una graziosa ragazza alla reception mi dice che
posso scegliere il posto che voglio ma devo solo stare attento
perché hanno avuto due giorni di pioggia ininterrotta ed in
alcuni punti il terreno è molto impregnato d'acqua. Entro
nel campeggio cercando di restare sul vialetto principale
sterrato ed evitando con cura tutte le zone evidentemente
fangose, quando scorgo una bellissima piazzola delimitata
da piccoli abeti e con un praticello che sembra il green di
un campo da golf. Cerco di parcheggiarci, ignorando ingenuamente
che il praticello nasconde sotto di sé una vera palude, e
mi ritrovo con il fango a mezza ruota; ogni ulteriore tentativo
di uscire da tale situazione (cunei, tappetini, sassi) non
fa altro che peggiorare la situazione, se possibile. Da notare
che nel frattempo tutti i campeggiatori vicini, per la maggior
parte danesi, mostrano un'indifferenza totale a quanto sta
succedendo e addirittura non guardano nemmeno dalla nostra
parte (e si che tra sgommate e moccoli, di casino ne dobbiamo
aver fatto parecchio!). Torno alla reception in cerca d'aiuto
e, questa volta la madre della ragazza di prima, mi chiede
di aver pazienza poiché tra una mezzora arriverà suo marito.
Puntuale come una cambiale, dopo mezzora esatta, arriva il
marito a cavallo di un trattore e portandosi appresso un aiutante.
Vista la situazione, mi dice che sono troppo infangato e preferisce
rimandare il tentativo a domani; rispondo che se stanotte
piove ancora, domani può risparmiarsi la fatica di fare tentativi
ma può iniziare a fare domanda per farci ottenere la cittadinanza
danese in quanto non potremo più muoverci da lì. Non sembra
apprezzare la battuta ma insiste per rimandare tutto a domani
fino a quando il suo aiutante, che parla solo danese, riesce
finalmente a convincerlo di provare subito. Bene, mi tirano
dal davanti, poi mi rimorchiano dal di dietro e in cinque
minuti sono fuori dal fango sul vialetto sterrato. A questo
punto devo ritornare indietro per circa 150 metri, in retromarcia,
passando di misura fra tende e roulottes: il campeggio pare
scuotersi dal torpore che lo attanagliava e tutti quelli che
sino a poco prima ostentavano il massimo disinteresse, ora,
vedendo Magilla rinculare a pochi centimetri dalle loro postazioni,
non sanno più come prodigarsi affinché la manovra si realizzi
nel migliore dei modi. Reprimo l'istinto stragista che per
un attimo mi assale, e concludo superbamente la retromarcia
tra gli applausi e, soprattutto, i sospiri di sollievo dei
presenti. Mi assegnano una piazzola asciutta e finalmente
possiamo prenderci una calda doccia ed una rigenerante spaghettata.
Alle 22.30 è ancora chiaro, il cielo è sereno e si alza il
vento. Speriamo non porti altra pioggia altrimenti….
Mercoledì
22 Luglio 1998 Voersa - Asa. La pro loco si è distratta
e stanotte ha fatto solo due gocce pro forma. La mattinata
è quasi serena ed invoglia a pedalare. Ci dirigiamo a nord
fino a Voersa che, come Asa, è un piccolo e tranquillo villaggio
di pescatori. La spiaggia è lunghissima e, questa mattina
con la bassa marea, si può camminare verso il largo per un
centinaio di metri prima di arrivare all'acqua che è stranamente
e piacevolmente calda a dispetto del vento quasi gelido. Sulla
secca troviamo alcune conchiglie ed una medusa grossa quanto
un pallone da basket. Le nuvole, spinte dal forte vento, si
rincorrono velocemente ma per fortuna non piove. Chiama il
Saverio che ci annuncia di aver ritirato il suo "nuovo camper
usato" e che non vede l'ora di provarlo; scambiamo auguri
e progetti per futuri viaggi insieme poi ci salutiamo e continuiamo
la nostra pedalata. Nel centro del paese c'è una toilette
pubblica, in un eccellente stato di pulizia, che consente
di usufruire anche di doccia calda gratuita. Inutile commentare.
Torniamo al camping per il pranzo, dopo il quale, visto che
il tempo si mantiene ancora buono, riprendiamo le bici e andiamo
a vedere la spiaggia di Asa che dista un paio di km dal centro.
Lungo la strada, ci sono dei ruderi di macchinari in legno
ma il cartello che ne spiega le funzioni è scritto in danese
e quindi possiamo solo presumere che si tratti di antichi
strumenti per la pulizia e la manutenzione delle reti da pesca.
Appena prima della spiaggia c'è una specie di laghetto nel
quale sta sguazzando un bimbo biondissimo e lungo le cui rive
pascolano pigramente delle mucche. Ci sono tanti capanni da
pesca ed un piccolo porticciolo a cui sono attraccate alcune
barche da pesca con la tipica prua rialzata. C'è un negozio
di pescheria che ha anche evidenti funzioni di bar e tavola
calda visto che ha dei tavolini al suo esterno, vi compriamo
filetti di sgombro e tranci di salmone affumicati in loco
e conditi con peperoncino ed altre spezie. Risulteranno poi
squisiti. C'è anche un piccolo museo del mare, niente a che
vedere con quello di Kronemborg, ma è molto suggestivo e vale
una breve visita. Torniamo in centro perché la Sandra vuole
fare un po' di spesa al supermercato del paese prima che chiuda
(17.30). Dopo gli acquisti, andiamo a riporre la spesa nel
camper e via di nuovo, questa volta verso sud, per vedere
altri villaggi in zona. In 8 km ne troviamo due nei quali
ci sono le caratteristiche case con il tetto di paglia e,
di tanto in tanto, i famosi banchetti non presidiati che vendono
frutta e verdura e dove ci si serve lasciando i soldi nell'apposita
cassettina. Ne avevamo letto, sempre sui diari di "Turismo
Itinerante". Ci fermiamo in uno per comprare insalata e cipolle
e mentre ci dilunghiamo un po' nella ricerca di moneta, esce
il padrone e ci fa capire che nel prezzo ci spetta anche la
bustina di plastica. Torniamo verso il campeggio ripercorrendo
la strada in mezzo a splendidi pascoli dove corrono cavalli
con i loro piccoli puledri. Al campeggio, si è messa vicino
a noi una roulotte di olandesi ai quali chiedo informazioni
sul camping di Amsterdam: anche loro lo sconsigliano in quanto
mal frequentato e suggeriscono di fermarsi lungo la costa
a nord della capitale. Faremo così, ringrazio, e visto che
la serata è serena sfodero ancora il grill dove cucinerò le
splendide bistecche che abbiamo acquistato oggi, già aromatizzate
e pronte per la griglia. Alle 22.30 è talmente chiaro che
sembra ancora pomeriggio.
Giovedì
23 Luglio 1998 Asa - Saeby - Lindholm Hoje - Hjerle Hede -
Ringkobing. Stanotte non ha piovuto ma l'umidità è stata
talmente forte che non ci si accorge della differenza. Prima
di partire vado a controllare com'è il pozzetto per lo scarico
e fa veramente ridere. Torna in pista la "carriola merdaiola".
All'uscita il "marito-trattorista", nel salutarci, ci dice
che a lui fa sempre piacere ospitare gli italiani in quanto,
essendo un ex dipendente Fiat, ama l'Italia ed in particolare
Torino e la Uno, che per lui è la miglior auto esistente.
Ringraziamo anche a nome della famiglia Agnelli e dirigiamo
verso nord per vedere il castello cinquecentesco che si trova
a Saeby, o meglio, si dovrebbe trovare a Saeby ma, quando
arriviamo, nessuno è in grado di indicarcelo e non riusciamo
nemmeno a trovare l'ufficio di informazioni turistiche, peraltro
segnalato da tre cartelli che ci conducono in farmacia.(sic!)
Ci accontentiamo di un giro per il centro che non offre molto
se non la chiesa che sembra costruita con i mattoncini del
Lego. Troviamo anche due camper di Bergamo ma nemmeno loro
hanno notizie del castello, segnalato anche dalle loro guide.
Ci convinciamo che dev'essere ben poca cosa visto che non
ne troviamo traccia nemmeno sulle illustrazioni delle cartoline
locali. Partiamo quindi alla volta di Linholm Hoje forse la
più antica necropoli di tutta la scandinavia. Mi sembra superfluo
specificare che non abbiamo ancora familiarizzato con la logica
della segnaletica danese, quindi giunti ad Aalborg, dove dovrebbe
trovarsi la necropoli, giriamo un bel 20 minuti prima di trovarla.
E' posta su una collina, e non mostra molto se non le pietre
che delimitavano le antiche tombe vichinghe e se non ci fossero
dei cartelli esplicativi difficilmente le si distinguerebbe.
Più interessante l'annesso museo che spiega la storia della
necropoli e del suo ritrovamento oltre a descrivere la vita
e le attività delle popolazioni vichinghe nella zona. A visita
conclusa ci fermiamo nel parcheggio per il pranzo anche se
è abbastanza inquietante il fatto che, al di là di una fila
di alberi, deve esserci un poligono di tiro dell'esercito
dal quale partono raffiche e fucilate ed ogni tanto ne esce
a tutta velocità un cingolato recante sulla torretta una croce
rossa. Preferiamo non indagare. Dopo pranzo partiamo per Vinderup,
sulla strada che da Viborg porta a Ringkobing, per visitare
il parco di Hjerle Hede consigliatoci dai maceratesi. (anche
qui se non stiamo più che attenti ai cartelli…) Nel parco
sono stati ricostruiti gli ambienti, con tanto di case e botteghe,
nelle diverse epoche che vanno dall'età della pietra al 1800.
La cosa divertente è che ci sono dei figuranti che, dalle
13 alle 17, animano veramente il villaggio nei costumi dell'epoca:
troviamo gli antenati dei vichinghi, vestiti di pelli ed intenti
a costruire una piroga in un tronco d'albero, oppure il maniscalco
del 1500 che forgia ferri di cavallo e li vende ai visitatori,
il mastro bottaio, il caseificio dove si offrono bicchieri
di latte ai bambini e si vendono panetti di burro appena confezionato
e avanti di questo passo fino ad una scuola del 1800 dove
veri e disciplinatissimi bambini seguono la lezione del loro
maestro, incuranti degli sguardi curiosi dei turisti che si
accalcano alle finestre dell'aula. Alle 17 suona la campana
e tutti i figuranti se ne vanno. Usciamo anche noi e andiamo
a Ringkobing sull'omonimo fiordo; pare che sia il paradiso
dei surfisti poiché il campeggio, che si trova in riva al
mare, ne è pieno. Abbastanza buono il camping anche se non
ha il pozzetto di scarico. La serata è fredda, anche per il
vento che è abbastanza forte e noi ci scaldiamo con la stufa
e una zuppa di legumi in scatola. Pensare che a Milano hanno
ancora in media 35 gradi!!
Venerdì
24 Luglio 1998 Ringkobing - Ribe - Esbjerg. Forte temporale
questa notte! La mattina presenta un clima quasi invernale
con grigi nuvoloni e vento molto forte. Gli unici contenti
sono i surfisti, che sono già tutti in acqua, e sembra che
vogliano innalzare inni di lode ai loro dei, con le loro multicolori
evoluzioni; in contrapposizione, i campeggiatori in tenda
smoccolano come butteri maremmani nel tentativo di porre rimedio
ai guai causati dal nubifragio notturno. Andiamo in città
per visitare il centro che è pieno di turisti spiaggiaioli
oggi convertiti allo shopping causa maltempo. Molti i negozi,
finalmente riesco a trovare un "Corriere" di ieri, erano quasi
otto giorni che non trovavamo giornali italiani. Trovo anche
una bella pipa di marca danese e compriamo ancora salmone
e sgombri affumicati per il pranzo e bistecche condite per
la cena. Verso le 12 partiamo alla volta di Ribe e quando
vi arriviamo il tempo è nettamente migliorato anche se fa
ancora freschino. La città, che è un antico insediamento vichingo,
è molto bella e caratteristica e vale proprio una visita.
Dalla terrazza, alla sommità del campanile del duomo, il panorama
è fantastico ed anche la salita è interessante perché dà modo
di vedere il meccanismo dell'orologio che comanda anche le
campane. Visitiamo il museo vichingo, ricco di reperti e di
ricostruzioni di ambienti dell'epoca; all'uscita incontriamo
una comitiva di Torino che ci segnala, a 2 Km di distanza,
un parco dove è stata ricostruita la città di Ribe come doveva
essere ai tempi dei vichinghi. Anche qui, dicono, ci sono
dei figuranti che simulano le attività di allora ma, naturalmente,
solo dalle 13 alle 17. Anche se ormai sono le 18 ci andiamo
comunque per vedere di cosa si tratta. Il parco (Vikinge Center)
è ovviamente chiuso ma dal di fuori sembra interessante e
così decidiamo di tornarci domani. Nel parcheggio ci sono
due ragazzi tedeschi, con una Opel giù di batteria: mi chiedono
di attaccarsi a quella di Magilla mostrandomi dei cavi così
malridotti che non mi danno assolutamente fiducia. Non se
ne parla proprio! Ma mi offro volentieri per una spinta a
mano; loro ostiassano un po' in tedesco ma non hanno scelta
e quindi accettano. Al secondo tentativo parte (meno male
perché, per conto mio, non ce ne sarebbe stato un terzo).
Ripartiamo, la notte la passeremo a Esbjerg, che avevamo saltato
venendo a Ribe e che visiteremo domani mattina. Sulla strada,
piove a tratti e di tanto in tanto compare il sole regalando
un magnifico spettacolo di pioggia e sole contemporaneamente.
Ci dirigiamo al camping di Adalens a nord di Esbjerg e lungo
la strada troviamo l'enorme e curioso monumento bianco che
rappresenta tre persone sedute che guardano il mare. Il camping
di Adalens è il migliore che abbiamo trovato in Danimarca:
i bagni sono pulitissimi, l'acqua calda è compresa nel prezzo
e c'è un'area riservata alla sosta dei camper dove le piazzole,
molto ampie, hanno sul prato le guide in cemento per non fare
sprofondare le ruote e la metà di esse ha anche il pozzetto
di scarico e la pompa dell'acqua. Preparo la griglia per la
cena sfidando un po' il tempo che sembra voglia fare ancora
pioggia, ma ci va bene. Alle 23 il cielo è bellissimo: il
residuo chiarore dell'imbrunire regala sfumature di rosa ai
grigi nuvoloni che passano lenti sopra di noi; è il momento
adatto per inaugurare la mia nuova pipa, accompagnandola con
un sorso di buon whisky e con il sottofondo di uno struggente
blues di Eric Clapton (obiettivamente, si può pretendere di
più ?). La Sandra, invece, ha fatto amicizia con i due conigli
addomesticati che girano liberi per il campeggio, offrendo
loro insalata e pane di cui sembrano ghiotti. Quando andiamo
a letto i due si accucciano vicino al camper.
Sabato
25 Luglio 1998 Esbjerg - Ribe - Amburgo. Temporale anche
stanotte ma stamattina c'è un bel sole e ne approfittiamo
per una rilassante passeggiata nel centro di Esbjerg. Verso
le 12 riprendiamo la strada verso Ribe per la visita al Vikinge
Center nel cui parcheggio pranziamo prima di entrare. Il parco
ricostruisce un villaggio vichingo con le suggestive capanne
illuminate solo da torce : anche qui molti figuranti lavorano
con gli attrezzi ed i costumi dell'epoca, c'è il fabbro, il
falegname, una donna che fila la lana, un'altra che intesse
un tappeto su un antico telaio ed un'altra che insegna ai
bambini come cuocere i biscotti sul fuoco, alla maniera vichinga,
per poi poterseli mangiare ancor caldi. C'è un uomo che, con
un bulino ed un martello, stampa monetine d'argento che poi
regala ai visitatori, e nella zona degli arcieri c'è la possibilità
di tirare con l'arco e di farsi fotografare indossando un
pesante elmo vichingo. Purtroppo l'esibizione dei falconieri
c'è solo al martedì e giovedì (al lunedì il parco è chiuso)
quindi non possiamo vederla. Incontriamo tre ragazze di Milano
che si stupiscono del biglietto adesivo che portiamo addosso:
loro sono entrate senza pagare perché l'ingresso del parco
è nel negozio di souvenir e qui non c'è un percorso che obbliga
a passare davanti alla cassa, pertanto si sono trovate dentro
senza accorgersi che c'era un biglietto da fare (dicono).
Giriamo ancora un po', e vediamo un branco di simpatici pony
scandinavi dalla caratteristica criniera che sembra essere
stata acconciata dal parrucchiere di Tina Turner. Nel complesso
il parco è piuttosto interessante e sebbene sia più piccolo
di Hjerle Hede, merita comunque una visita. All'uscita, mentre
sfiliamo dal parcheggio, incontriamo ancora le tre ragazze
di Milano che ci chiedono un passaggio sino a Ribe; non è
sulla nostra strada ma essendo a soli 2 Km e con la possibilità
di dare ancora un'occhiata a questa bella cittadina, accettiamo.
Si divertono moltissimo perché non erano mai salite su un
camper prima d'ora. Le lasciamo in centro e riprendiamo il
nostro viaggio: salutiamo la Danimarca e rientriamo in Germania
alla volta di Amburgo dove arriviamo intorno alle 19 e dirigiamo
verso Schnelsen, che è a circa 15 km dal centro, per pernottare
nel camping locale. E' un bel campeggio con piazzole in erba
molto grandi e ben delimitate da alte siepi che garantiscono
tranquillità e privacy; nei bagni, veramente molto puliti,
c'è persino la filodiffusione e il camper service è dotato
dell'apposito apparecchio a pressione "Sani Service". A sera,
mentre da una radio locale apprendiamo che Nek è infelice
perché Laura non c'è, gli rispondiamo in coro "peggio per
te" e arrotoliamo forchettate degli ottimi spaghetti della
Sandra.
Domenica
26 Luglio 1998 Amburgo. Una bella mattina di sole. Dalla
piazzola di fronte alla nostra si sente parlare italiano,
e quando vado a ficcanasare scopro che sono due coppie di
ragazzi toscani in giro per la Germania con due tende. Sono
simpatici e mi fermo a chiacchierare un po' con loro mentre
la Sandra si sta occupando del bucato. Poco dopo, seguendo
i consigli della signora alla reception del campeggio, andiamo
a prendere la metropolitana sulla quale è possibile caricare
anche le bici ed in meno di 20 minuti siamo in centro. Percorriamo
il bellissimo parco sulla riva sinistra dell'Aubenaster, il
lago nel centro di Amburgo, e poi, sempre seguendo le piste
ciclabili, ridiscendiamo verso il porto nella parte sinistra
della città. Ad Altona ci fermiamo per uno spuntino: c'è un
locale (Connaisance) gestito da mediorientali che oltre ai
classici piatti tedeschi offre anche menu internazionali includendo
anche tacos messicani. C'è anche un fornitissimo buffet per
il brunch dal quale sta abbondantemente attingendo una giovane
coppia di magrissimi tedeschi. Noi optiamo per l'insalata
della casa e la scelta è veramente felice poiché è condita
con una splendida salsa delicata e piccante al tempo stesso.
Ce la servono insieme ad un'enorme focaccia calda che, nonostante
sia buonissima, non riusciamo a finire. Nel frattempo i magrissimi
tedeschi continuano l'incessante spola tra il buffet ed il
loro tavolo, scrofolandosi quantità industriali di tutto quello
che c'è. Quando noi usciamo, loro, i magrissimi, non hanno
ancora finito! (un vero insulto per i miei …ntasette chili,
che invidia!) Riprendiamo la discesa verso il porto e passiamo
da St. Pauli. L'ambiente è veramente particolare ed è un curioso
contrasto vedere persone distinte ed eleganti entrare alla
Operettenhaus (dove pare che si replichi il musical americano
Cats dal 1986) mentre tutt'intorno trucidi figuri si aggirano
tra porno shop e locali a luci rosse. Arriviamo al porto,
un veloce giro e poi risaliamo alla piazza del bellissimo
municipio dove si tiene un festival rock. Torniamo al Aubenalster
e questa volta percorriamo la riva destra fino a raggiungere
Beim Schlump dove riprenderemo la metro per tornare in campeggio.
Arriviamo in tempo per vedere l'arrivo del camper di una anziana
ma arzillissima signora tedesca che viaggia sola in compagnia
del suo cane. Nonostante la non più verde età, manovra il
suo mezzo con la disinvolta sicurezza di un esperto camionista.
Per noi, una fresca doccia e la cena a conclusione di una
giornata che finalmente ci ha regalato una temperatura quasi
estiva.
Lunedì
27 Luglio 1998 Amburgo - Uitdam. Stanotte ha piovuto e
stamattina è nuvolo. Oggi ci attende un impegnativo tappone
sino ad Amsterdam. Prima di uscire dal campeggio, sperimento
per la prima volta l'utilizzo del "Sani Service" e devo dire
che è veramente molto comodo ed efficiente. Una volta in direzione
Brema, usciamo dall'autostrada e proseguiamo per un po' con
la provinciale: il panorama è un bellissimo susseguirsi, ogni
pochi chilometri, di piccoli villaggi con poche ma suggestive
casette che hanno quasi tutte un ordinatissimo giardino. Sembra
quasi che siano lì solo per la delizia dei forestieri che
vi transitano. In uno di questi villaggi ci fermiamo per un
po' di spesa nel supermercato locale dove facciamo anche scorta
di birra che qui è convenientissima. Si riparte e dopo un
po', a malincuore, riprendiamo l'autostrada perché il viaggio
è lungo. Passiamo l'inesistente frontiera con l'Olanda e puntiamo
verso nord per percorrere la grande diga. Il tempo si è messo
al brutto, piove e c'è vento. Sulla diga, ci fermiamo nell'ultima
area di sosta (Monument) da dove si può godere della splendida
vista d'insieme del mare e del bacino formato dalla diga stessa.
Seguendo il consiglio degli olandesi incontrati ad Asa, ci
fermiamo nel campeggio di Uitdam vicino a Monnickendam e a
circa 12 km da Amsterdam. E' un bel campeggio sulle rive del
mare interno, dotato anche di un porticciolo dove attraccano
tante barche, quasi tutte a vela, i cui equipaggi soggiornano
nei bungalows o nelle roulottes stanziali trasformate in veri
e propri villini con tanto di prato all'inglese davanti. Una
volta sistemati tiro fuori il grill per la cena, accendo la
carbonella e…. ricomincia a piovere! Non mi perdo d'animo
e continuo imperterrito con l'ombrello e poco dopo smette
lasciandoci cenare in pace. All'imbrunire, dal mare arriva
un branco di anatre che inizia a becchettare tra tende e roulottes
in cerca di cibo. La Sandra, che durante questo viaggio ha
sfamato la fauna di mezza Europa, elargisce loro pane e biscotti.
Il tempo di pulire il grill, riporlo e ricomincia a piovere
questa volta forte. Andiamo a letto con la speranza che si
sfoghi questa notte poiché domani ci piacerebbe arrivare ad
Amsterdam seguendo le piste ciclabili lungo l'argine.
Martedì
28 Luglio 1998 Amsterdam. E' molto nuvolo ma non piove.
Prendiamo le bici e ci mettiamo sulla pista ciclabile lungo
l'argine che contiene il mare interno, per raggiungere Amsterdam.
Le piste ciclabili qui sono dotate di numerosi e precisi cartelli
che ci guidano con sicurezza lungo l'itinerario prescelto.
Passiamo il villaggio di Uitdam, in tutto quattro bellissime
case e due canali, attraversiamo altri piccoli villaggi tipici
con il porticciolo e le variopinte casette. Al di qua dell'argine,
incontriamo un lago sulle cui rive campeggiano in piccole
tende irriducibili pescatori che espongono nutrite batterie
di canne da pesca. Il vento, come sempre contrario al nostro
senso di marcia, è caldo e carico di umidità; il cielo si
scurisce ulteriormente e si sentono anche un paio di tuoni.
Vedo in lontananza che, sulla nostra strada, c'è un sottopassaggio
dell'autostrada che potrebbe offrirci riparo in caso di temporale:
quando ne siamo a duecento metri, senza alcun preambolo, si
scatena un acquazzone gigantesco. Piazziamo un tale scatto
che avrebbe fatto ricrescere i capelli a Pantani (a proposito,
oggi Marcolino indossa la sua prima maglia gialla) e lo sprint
si conclude al fotofinish, nel senso che, nonostante tutto,
il buonumore non ci ha ancora abbandonati e, al riparo sotto
l'autostrada, ci divertiamo a fotografarci ed a riprenderci
a vicenda, per documentare il bagno che ci siamo presi (mia
suocera direbbe: "se non li xe mati lori…"). Dopo circa un
quarto d'ora il temporale smette e possiamo riprendere il
nostro viaggio. Arriviamo in breve ad Amsterdam Noord e, sempre
seguendo gli utilissimi cartelli, lo attraversiamo percorrendo
tranquille viuzze con le tipiche casette ad un piano ed i
moli ai quali sono ormeggiate ogni sorta possibile di barche.
Giungiamo davanti ad un molo dove ogni 15 minuti un traghetto
parte per raggiungere il centro città. Non troviamo nessuna
biglietteria a terra e quando ci imbarchiamo, non c'è nessuno
che ci controlli o che ci possa vendere i biglietti; in ogni
caso la traversata dura meno di cinque minuti, così facciamo
i portoghesi. Arrivati in centro iniziamo a girare lungo i
canali, c'è tantissima gente e molti anche gli sbiellati.
La Sandra vuole assolutamente vedere il mercato delle pulci
di Waterlooplein ma ci accorgeremo che non è niente di straordinario.
Verso le 13 arriviamo davanti ad una birreria (Dantzig) con
una bella terrazza prospiciente un canale; a fianco c'è un
palazzetto nel quale, apprendiamo dai dei manifesti esposti,
si stanno tenendo i giochi olimpici riservati ai gay. Ci fermiamo
per uno spuntino e parcheggiamo le bici contro il muro della
terrazza; tra le altre biciclette qui parcheggiate, ce n'è
una da corsa che ha una sella veramente strana, dalla forma
curiosamente circolare che per foggia, dimensione e colore
ricorda molto (mi si passi il termine) un culo. Ridendo la
indico alla Sandra e dalla terrazza vedo un uomo che mi guarda
severamente sfoggiando una tenuta da ciclista e, appeso al
collo, un vistoso pass dell'organizzazione dei giochi olimpici
di cui sopra. Serpeggia in me l'atroce dubbio di aver fatto
una gaffe! Facciamo finta di niente e ci accomodiamo in terrazza,
il servizio è scadentissimo (un'ora per farsi servire due
tramezzini), al bagno una grossa inserviente di colore, mi
punta contro un indice accusatore che è un castigo di Dio
e, con l'altra mano, mi porge il piattino delle mance che
non avevo visto. Non oso rifiutare. Quando finalmente ce ne
andiamo, troviamo entrambe le ruote della bici della Sandra
a terra. Non è un caso, nei copertoni vi troviamo piantati
dei grossi punti metallici usati nelle cucitrici da tappezziere
ed ho il sospetto di aver così scontato la gaffe precedente.
Non è un gran danno, fortunatamente la mia borsa degli attrezzi
è talmente fornita che potrebbe tranquillamente essere usata
sull'ammiraglia di una squadra ciclistica al Tour, tuttavia
l'imbecillità e la vigliaccheria del gesto riescono dove la
pioggia e gli altri contrattempi di queste vacanze non sono
riusciti: siamo veramente incazzati!!! La riparazione, fra
l'altro, ci porta via almeno 45 minuti e quando finalmente
tutto è a posto, non siamo ancora dell'umore giusto per andare
per musei. Van Gogh e soci dovranno aspettare un'altra occasione.
Cerchiamo di rilassarci gironzolando ancora un po' per il
centro, scriviamo qualche cartolina e compriamo dell'ottimo
pane al sesamo per la cena. Passiamo dal famoso e caratteristico
mercato dei bulbi e poi capitiamo in una lunga via piena di
bar dall'atmosfera buia ed ambigua, nonché da porno shop e
negozi che espongono in vetrina oltre al resto, macchinette
per arrotare automaticamente le canne. Verso le 19 abbiamo
ritrovato la calma, se non ancora tutto il nostro buonumore,
e riprendiamo la via del ritorno. Ora c'è il sole e si pedala
molto più volentieri. Nel Noord, ci fermiamo in una tipica
birreria dove un simpatico barman con un imponente paio di
baffi a manubrio, ci serve a regola d'arte due fresche Heineken.
Siamo al campeggio intorno alle 20 e vicino al nostro, si
è messo un camper italiano ma gli occupanti non sono socievoli,
specie i due grossi dobermann che fanno parte dell'equipaggio.
Dopo cena, riceviamo la solita vista delle anatre in cerca
di cibo.
Mercoledì
29 Luglio 1998 Monnickendam - Volendam - Edam. Stamattina
pioviggina. I simpaticoni del camper di fianco se ne vanno
senza neanche un cenno di saluto; noi siamo indecisi se tornare
ad Amsterdam con il bus e girare per musei, oppure se andare
con le bici a visitare i dintorni. Dopo colazione smette di
piovere, lo spirito di avventura ha la meglio sulla cultura
(e sul buon senso) e pertanto inforchiamo le bici e dirigiamo
questa volta a nord verso Monnickendam. E' un grazioso paese,
c'è un porto lungo un canale e vi troviamo un negozio dove
stanno affumicando il pesce, probabilmente sgombri e sardine.
Nel centro c'è un parco con un'area riservata ai giochi dei
bambini nella quale razzolano in libertà tantissimi animali
da cortile, conigli, caprette, asinelli, addirittura due grassi
maiali, ma che non sembrano per nulla infastiditi delle attenzioni
che i bimbi riservano loro. Andiamo verso Volendam e quando
ricomincia a piovere siamo provvidenzialmente vicini ad un
centro turistico dove si produce e si vende ogni sorta di
souvenir olandese, dagli zoccoli di legno ai formaggi, alle
ceramiche e tutto quel genere di oggetti che, una volta a
casa, risulteranno assolutamente inutili. Entriamo, nella
speranza che smetta di piovere e la visita è piuttosto piacevole
anche perché siamo gli unici turisti. Quando ne usciamo, non
piove più e nel piazzale sono arrivati due pullman carichi
di indiani con tanto di turbanti d'ordinanza. Prendiamo ancora
la pista ciclabile per Volendam, che dista ancora circa tre
chilometri, ed esattamente a metà, in mezzo alla campagna
e senza nessun possibile riparo arriva inesorabile il solito
e terrificante scroscio!! Stavolta è tutta nostra!! I kway
fanno quello che possono ma la lotta è impari, abbiamo acqua
fin dentro le scarpe e rimpiangiamo i musei di Amsterdam.
Cerchiamo di raggiungere più velocemente possibile il paese
e questo ci fa letteralmente ignorare un mulino datato 1600
che troviamo lungo la strada. Appena arrivati a Volendam ripariamo
sotto la pensilina di una fermata di autobus e, c'è da dirlo?
smette immediatamente di piovere. Abbiamo ormai acquisito
un fatalismo esemplare e, stoicamente, sorridiamo della situazione
tipicamente Fantozziana dirigendoci verso il centro. La parte
più caratteristica della città, si snoda lungo il porto ed
è piena delle tipiche casette multicolori adibite ora a negozi
di souvenir e ristoranti. Ci sono moltissimi turisti, il paese
meritava, nonostante tutto, una visita; unica nota stonata
è il continuo passaggio di grossi pullman per le strette vie
centrali. Sono le 13 passate, siamo ancora umidi e infreddoliti,
pertanto decidiamo di mangiare qualcosa in un locale sul mare
dove due splendide ragazze ci servono birra ed una superba
insalata con filetti di salmone e di sardine affumicati. Il
pasto ci ripristina il buonumore e lo concludiamo ordinando
un irish coffee che dovrebbe riscaldarci un po', purtroppo
però ce lo servono con sopra una montagna di panna montata
fredda (ma a quegli occhioni blu si può perdonare questo ed
altro). Riprendiamo la pista ciclabile che dal centro di Volendam
ci conduce a Edam, un'altra interessante località pochi chilometri
più a nord. Qui c'è meno ressa turistica ma il centro con
i suoi suggestivi canali non è meno bello. Rifacciamo la strada
a ritroso per qualche acquisto nei negozi di Volendam : una
pipa in ceramica per me ed un simpatico orologino da muro
per il camper. La Sandra vuole tornare al grosso centro dei
souvenir dove aveva visto un nanetto da giardino che andrà
a infoltire la schiera di gnomi che abbiamo sul terrazzo di
casa, e così torniamo verso Monnickendam lungo la strada che
stamattina ci vide infradiciati. Ora non piove ma c'è un forte
vento (contrario, ovviamente), ne approfittiamo per dare un'occhiata
al famoso mulino del 1600. Un cartello in olandese spiega,
anche attraverso degli espliciti disegni, che serviva per
sollevare l'acqua da un canale ad un altro più alto, attraverso
una vite senza fine azionata dalle pale. Dopo l'acquisto del
nanetto, rientriamo in campeggio ed ho appena il tempo di
riporre e coprire le bici che si scatena un altro nubifragio.
Accendiamo la stufa e ci scaldiamo con una bella zuppa calda.
Giovedì
30 Luglio 1998 Uitdam - Alkmaar - Lussemburgo. Stamattina
non piove ma c'è un forte vento. La vacanza volge al termine
e quindi partiamo per una veloce visita ad Alkmaar, la città
del formaggio e del suo celebre mercato. E' molto carina,
e nelle strette vie del centro piene di negozi, facciamo qualche
acquisto di formaggi tipici, dopo di che via verso sud. Sulla
strada, il forte vento sembra schiaffeggiare Magilla che,
a volte, sbanda paurosamente ed il ballo continuerà fin quasi
in Belgio. Prima della frontiera, riesco ad impegnare tutta
la moneta rimasta per rabboccare il serbatoio del gasolio.
Quando arriviamo in Lussemburgo sono le 19,30 e bisogna fermarsi
per la notte; il camping segnalato è quello di Kockelscheuer.
Qui l'addetto alla reception mi accoglie con un tale calore
umano e simpatia, che mi torna in mente la Marinella (giunonica
e solare fanciulla di trent'anni fa) quando mi annunciava
che piuttosto di uscire con me, avrebbe preferito farsi monaca!.
Lui mi scruta severamente, parla solo in francese, a dispetto
dei miei tentativi di conversazione in inglese o in italiano,
e freddamente, quasi seccato, mi assegna una piazzola. La
torretta della corrente a 220 ha la presa così inaccessibile
che bisogna sdraiarsi per terra per raggiungerla ed oltre
tutto necessita di adattatore. Torno in direzione per chiederlo
e lui, con la solita accattivante simpatia e prima ancora
di mostrarmi l'adattatore, mi chiede sgarbatamente 100 franchi
francesi in deposito. Ci sono testimoni, perciò reprimo a
fatica la voglia di insegnargli un po' di educazione a suon
di sberle, pago e solo allora ricevo il prezioso accessorio.
Finalmente a posto, devo riconoscere che il campeggio è molto
bello e ben tenuto e non è per niente caro: pagheremo l'equivalente
di 23.000 lire in franchi belgi . Il cielo è sereno e dopo
tutto il vento di oggi, non ci pare vero di poter apprezzare
una tiepida e rilassante brezza.
Venerdì
31 Luglio 1998 Lussemburgo - Pero. Ci svegliamo allo squillo
del telefono: è la signora Maria che ci informa che Pompeo
(il gatto) credendo forse di essere rimasto l'unico abitatore
nonché proprietario della casa, sta, lentamente ma con metodo,
procedendo alla personalizzazione dell'appartamento secondo
una sua ben precisa logica distruttiva. Questo induce la Sandra
a proporre di sveltire il viaggio di rientro (..si sente solo,
povera creatura!..) e pertanto decidiamo di partire subito.
Il giuggiolone della reception questa mattina è di umore migliore
(come se la Marinella avesse risposto "vedremo, forse il mese
prossimo"), mi restituisce la cauzione prima ancora di avere
in mano l'adattatore e mi informa che il gettone del "Sani
Service", di cui il campeggio è dotato, è gratis. Sconvolti
da tanta gentilezza, scarichiamo riconoscenti i serbatoi e
partiamo. Poco da dire sul viaggio se non che la Sandra si
guadagna sul campo il soprannome di Magellano in quanto, con
un'audace interpretazione della cartina, riesce a farci allungare
il tragitto di circa 200 km includendo una coda di almeno
50 minuti. Siamo a casa verso le 21, il contachilometri segna
28.150. Pompeo ci mostra felice i cocci della sua ristrutturazione,
ronfando soddisfatto sotto le carezze della Sandra che finalmente
può tornare a dedicarsi al nutrimento di un solo animale.
Se si esclude il sottoscritto. P.S. Liberissimi di non credermi,
ma qualche giorno dopo, sfogliando una rivista con data antecedente
alle nostre vacanze, il mio oroscopo diceva : " Attenzione
per chi si mette in viaggio: possibili contrattempi." Proposta
per il Web Master : fosse da includere l'oroscopo, nella rubrica
del meteo e della viabilità ?
RIASSUMENDO
SUI CAMPEGGI
Campeggio |
Città
di riferimento |
Km
dal Centro |
Costo |
Servizi
igienici |
Camper
Service |
Struttura |
Sistemazione |
Acqua
Calda |
GIUDIZIO |
Talchirken |
Monaco |
8 |
28,80
DM |
sufficiente |
gratis |
buono |
piazzole |
2
DM |
discreto |
Erlanghen |
Norimberga |
25 |
26.50
DM |
scarso |
NO |
sufficiente |
libera |
1 DM |
scarso |
Neuendorf |
Berlino |
20 |
23.50
DM |
sufficiente |
NO |
buono |
libera |
gratis |
buono |
Ratekau |
Lubecca |
7 |
34.50
DM |
buono |
NO |
buono |
piazzole |
gratis |
buono |
Bellahoj |
Copenaghen |
4
|
135
KD |
insufficiente |
gratis |
scarso |
libera |
??? |
insufficiente |
Roskilde |
Roskilde |
2 |
127
KD |
buono |
gratis |
sufficiente |
libera |
6
KD |
buono |
Asa |
Asa |
1 |
120
KD |
buono |
NO |
buono |
piazzole |
5
KD |
buono |
Ringkobing |
Ringkobing |
5 |
130
KD |
sufficiente |
NO |
sufficiente |
libera |
5
KD |
discreto |
Adalens |
Esbjerg
|
10 |
125
KD |
buono |
gratis |
buono |
piazzole |
gratis
|
ottimo |
Schnelsen |
Amburgo |
15 |
36
DM |
buono |
2
DM |
buono |
piazzole
|
1
DM |
buono |
Uitdam |
Amsterdam
|
12 |
36,50
FN |
sufficiente |
gratis |
buono |
libera
|
1
FN |
discreto |
Kockelscheuer |
Lussemburgo |
4 |
460
FB |
buono |
gratis |
buono |
piazzole |
???
|
buono
|
Note : DM = Marchi tedeschi (990 lire) KD = Corone
Danesi (260 lire) FN = Fiorini Olandesi (880 lire)
FB = Franchi Belgi (48 lire).
I costi sono riferiti ad un pernottamento di 2 persone con
camper e allacciamento elettrico. Il giudizio relativo ai
servizi igienici riguarda principalmente lo stato di pulizia.
Il giudizio relativo alla struttura, riguarda il campeggio
nel suo insieme compresa l'ubicazione geografica e paesaggistica.
Vito de Bellis |