Viaggiare - Diari di Viaggio


GERMANIA - DANIMARCA - OLANDA '98

ovvero avventure, disavventure, gioie e dolori (anche fisici) di due neo camperisti

di Vito De Bellis


La scorsa estate, dopo una breve vacanza in Puglia e Calabria con un camper a noleggio, ne abbiamo acquistato uno nostro: è un MIZAR 170 seminuovo (battezzato Magilla) con il quale abbiamo fatto solo qualche breve weekend. Questa è la nostra prima vera vacanza con il camper e questa è la cronaca dei 21 giorni di navigazione per l'Europa di Magilla e del suo equipaggio composto da: Vito, 47 anni, comandante, pilota, motorista, meccanico ciclista, fuochista, mozzo. Alessandra, (ha smesso di contare a 32 anni), ufficiale di rotta, cuoca di bordo, commissario di bordo, cassiera.

Letti gli utilissimi resoconti nella rubrica di Turismo Itinerante dedicata ai ladri e considerato che nelle nostre sia pur brevi esperienze precedenti, ci siamo sentiti più tranquilli e rilassati durante le soste nei camping piuttosto che "on the road", abbiamo deciso per queste vacanze di fermarci a dormire sempre in campeggio.

QUALCHE CIFRA (i costi sono espressi in lire) Giorni di viaggio 21 Chilometri Percorsi 5.240 Spese Gasolio 690.000 Spese Pedaggi 210.000 Spese Traghetto D-DK 166.000 Spese Campeggio 630.000 Totale spese L. 1.696.000 (…….E per chi è interessato, nell'ultima pagina c'è un riepilogo sui campeggi visitati)

Sabato 11 Luglio 1998 Pero (Mi) - Monaco. Siamo un po' emozionati quando, alle 10,30, usciamo dal "Parking Campers" di Pero, salutiamo il gestore (sciur Renzo) e ci immettiamo sull'adiacente autostrada in direzione Brennero. Questa volta si fa sul serio: non è il solito weekend ma una vera vacanza con il nostro "nuovo camper" che segna sul contachilometri 22.910. Dopo Brescia, la Sandra sente già la nostalgia di Pompeo (gattino trovatello che compirà 1 anno il primo Agosto) che abbiamo preferito lasciare a casa anche per la disponibilità della signora Maria nell'accudirlo. Tristezze a parte, il viaggio prosegue tranquillo fin quasi a Trento dove ci facciamo 45 minuti di coda dovuta a lavori. Smaltita la coda, ci fermiamo per uno spuntino in un'area di servizio ed appena a tavola… buon appetito! Davanti al finestrino della dinette c'è un nobiluomo che sta serenamente orinando sul prato. Si accorge finalmente di noi e, nel girarsi, si mette contro vento (ben gli sta). Soprassediamo. Dopo pranzo ripartiamo ed al Brennero mi munisco di "vignetta" per l'accesso alle autostrade austriache. C'è la possibilità di acquistare quella valevole dieci giorni che costa molto meno di quella annuale. La cosa strana è che pochi chilometri prima del confine con la Germania si trova un altro casello dove mi chiedono ancora circa 10.000 lire per il pedaggio. Chiedo lumi ma il casellante non parla ne italiano ne inglese, noi non parliamo il tedesco e quindi pagare e ciao. A proposito di confine, è bellissimo passare da una nazione all'altra senza alcuna formalità in quanto ci si sente concretamente cittadini Europei. Arriviamo verso le 18 a Monaco e, grazie alle precise indicazioni stradali, troviamo subito il campeggio Talchirken. Si trova sulle rive del canale che costeggia il fiume ed è adiacente un grande parco, è molto ampio e non eccessivamente distante dal centro. Vicino all'ingresso c'è il tombino di scarico per i camper ma è talmente piccolo che per centrarlo ci vuole l'apparato di puntamento di un bombardiere d'alta quota. In direzione mi segnalano che all'estremità opposta del camping se ne trova un altro di dimensioni più accettabili e con annesso rubinetto dell'acqua. Facciamo una passeggiata nei dintorni per orizzontarci e trovare la via del centro per la visita di domani. A poca distanza dal camping c'è una tipica birreria dove, nell'antistante giardino, servono anche pesce alla griglia. Il tempo non promette bene, inizia anche a piovere e, dato che si sono fatte circa le 20, torniamo al camper per una meritata spaghettata. Dopo cena mi offro di lavare i piatti e vado nell'apposito locale, adibito anche a scaldavivande, spipazzando beatamente il mio consueto mezzo toscano. All'interno c'è uno spilungone barbuto che in un pentolino si cuoce patate e se le mangia con un coltello. Appena inizio a lavare, lo spilungone mi si avvicina e mi apostrofa in tedesco agitando il coltello. Prendo tempo e rispondo in inglese che non capisco, ma nel frattempo cerco tra la schiuma un qualcosa di contundente. Mi dice, questa volta in inglese, che se voglio fumare devo uscire dal locale: io intanto ho pescato il forchettone degli spaghetti (meglio che niente) lo brandisco e rispondo che se vuole parlare con me deve posare il coltello. La situazione è talmente ridicola che faccio fatica a rimanere serio. Ancora un paio di battute per salvare le reciproche dignità poi lui ripone il coltello, io spengo il sigaro ed il duello rusticano è scongiurato. Be, come primo giorno non c'è male.

Domenica 12 Luglio 1998 Monaco. Stanotte ha piovuto. Questa mattina il tempo è ancora molto nuvoloso e siamo indecisi se prendere o no le bici. Dopo una falsa partenza a piedi decidiamo per il velocipede anche perché le piste ciclabili qui sono veramente invitanti. La città è deserta, a tratti pioviggina ma si viaggia abbastanza bene; arriviamo in centro in tempo per veder funzionare il famoso carillon della torre del municipio che in questa stagione suona due volte, a mezzogiorno ed alle 16. La piazza è stracolma di turisti ma, essendo domenica, tutti i negozi sono chiusi, persino il chiosco dei souvenir! Incredibile. Gironzoliamo ancora un po' per il centro, il mercato è desolatamente deserto. Al parco della "Residenza" invece c'è più movimento, si gioca a bocce, si beve birra e c'è anche qualche chiosco dove si possono mangiare non meglio identificati piatti di riso, ma non ne siamo molto attratti. Mi si avvicina uno spilungone in bicicletta (assomiglia in modo inquietante a quello di ieri sera) ed a gesti mi fa capire che vuole confrontare il suo contachilometri con il mio. Il mio chilometraggio parziale si aggira sui 10 Km, il suo ne segna 220. Gioco la carta del chilometraggio totale dove ne posso esibire quasi 6.000 e lui risponde con un'esagerazione di circa 25.000. Ok, mi complimento e lo saluto ma il tizio non sembra voler mollare, ci chiede da dove veniamo e quando sente che siamo italiani si esibisce in quello che dovrebbe essere il suo repertorio di vocaboli italiani : Pope Joanni, Spacheti, Vaff….., Mafia. Mi punta l'indice e dice "Tu mafia", poi mi invita a tornare con lui in Italia in bicicletta. Declino gentilmente e lo risaluto ma non vuole lasciarci. Chiede il pupazzo di Pinocchio che la Sandra tiene appeso alla sua bicicletta, e quando lei fa l'inequivocabile gesto che indica la strada più breve per quel famoso paese, lui finalmente monta in sella e se ne va. Ci dirigiamo verso la Hofbrauhaus, la famosa birreria dove, a detta delle guide turistiche, si respira la tipica atmosfera bavarese, infatti all'interno c'è un'orchestrina che suona a tutto volume e canta a squarciagola "Ciao bambina" ed in perfetto italiano pure!! Hai capito l'atmosfera bavarese? Il locale comunque è bellissimo, con i soffitti a volte decorate, i tavoloni e le panche in legno e l'instancabile viavai di donne in costume che trasportano ettolitri di birra. Vorremmo fermarci a mangiare ma il locale è affollatissimo e poi non ci fidiamo molto a lasciare le bici in strada, quindi ripieghiamo verso lo Zum Durnbrau, un altro locale poco lontano e più tranquillo, dove però si può mangiare anche sui tavoli esterni tenendo sott'occhio le bici. Qui una bella ragazza mora con occhi azzurrissimi, ed una generosa scollatura sul prorompente seno, ci serve un tipico piatto di vari tipi di wurstel con crauti (squisiti ma che ci faranno su e giù tutto il giorno). Dopo pranzo, riprendiamo le favolose piste ciclabili e ci dirigiamo verso il villaggio olimpico; quando mancano un paio di chilometri la Sandra si accorge di avere la gomma posteriore a terra. Il copertone è consumato e inizia a squarciarsi. Tento una riparazione di fortuna che spero possa reggere almeno fino al campeggio, e per prudenza torniamo cercando di seguire la linea della metropolitana. Ce la facciamo a rientrare pedalando e ci premiamo con una bella doccia. Si è affiancato al nostro, il camper di una famiglia di Milano: per loro è la primissima esperienza e mi fanno sentire un camperista esperto quando mi chiedono aiuto sull'utilizzo del frigo trivalente e del collegamento alla corrente 220V. Dopo cena al bar del campeggio c'è una ressa incredibile davanti alla TV per la finale dei campionati del mondo Francia-Brasile. Tentare di trovare un posto è un'impresa quasi disperata perciò dovrò accontentarmi di leggere il resoconto della partita sui giornali di domani.

Lunedì 13 Luglio 1998 Monaco. Stamattina c'è uno splendido sole. In direzione hanno detto che poco distante dal campeggio c'è un negozio di accessori e riparazione di biciclette e ci andiamo subito per sistemare le gomme della Sandra. Sulla strada mi telefona il Saverio (Di Mango, quello del viaggio Germania-Olanda '97, amico da 25 anni che, con sua moglie Luciana, ha non poche responsabilità nell'influenzare la nostra decisione di convertirci al plein air) annunciandomi l'acquisto del suo "nuovo camper usato" con tanto di portamoto per il vespone. Complimenti a lui ricambiati da auguri di buone vacanze per noi. Troviamo intanto il ciclista, è un giovane gentilissimo che parla un buon inglese e che in mezz'ora sistema tutto. Ripartiamo. La città pare trasformata rispetto a ieri anche per il tempo che è decisamente migliore. I negozi oggi sono tutti aperti, ed anche il mercato, con i banconi ben forniti ed i tavolini delle birrerie schierati e gremiti di turisti, invita a farsi coinvolgere nell'atmosfera di allegria generale. Facciamo uno spuntino ad un chiosco a base di wurstel e birra (senza crauti questa volta) e riprendiamo la strada del villaggio olimpico. Il parco è bellissimo e ben tenuto, la famosa tensostruttura è in fase di restauro, nel laghetto girano pigramente barchette a remi e cigni mentre nello stadio olimpico stanno montando il palco per il concerto dei Rolling Stones: auguriamo ai fans tedeschi maggiore fortuna di quanta ne hanno avuta quelli di Milano. Seguendo la pista ciclabile che costeggia il canale che porta acqua al laghetto, arriviamo al Ninphemburg Schloss, un bel castello della metà del 1600 che pare sia il più grande della Germania con i suoi 700 metri di lunghezza e con un enorme parco di quasi 200 ettari. Tornando in centro, sempre seguendo le piste ciclabili, vediamo lo stabilimento della Lowembrau con annessa tipica birreria. Ritorniamo al mercato per fare acquisti di golosità nei negozietti di salumi e già che ci siamo riforniamo le borracce con la fresca acqua di una fontanella perché oggi fa proprio caldo. Proprio sulla strada del ritorno in campeggio, incontriamo i nostri vicini di camper che tornano entusiasti da una visita allo zoo. Sono anche loro in bicicletta e la piacevole pedalata in loro compagnia, viene turbata dal rapido avvicinarsi di scuri nuvoloni minacciosi che ci inducono ad accelerare il ritmo. Arriviamo comunque a Talchirken senza problemi e, dopo una bella doccia, visto che ancora non piove, andiamo a fare due passi sulla riva del canale appena fuori dal campeggio. Scorgiamo dei ragazzi che indossano mute da surf e cerchiamo di capire cosa fanno; sotto al ponticello che unisce le due rive, il letto del canale ha una sconnessione, probabilmente dovuta ad un gradino artificiale di rinforzo agli argini, che provoca all'acqua una piccola onda di circa 50 cm di altezza. Essendo il flusso dell'acqua molto veloce, quest'onda rimane costante in altezza ed intensità ed i ragazzi si divertono a cavalcarla con le tavole: il gioco consiste nel cercare di rimanere fermi contro corrente sulla sommità dell'onda stessa. L'esibizione non dura mai più di una decina di secondi poiché basta un piccolo spostamento di equilibrio e la corrente ha il sopravvento mandando a gambe levate i surfisti, ma loro sembrano divertirsi come pazzi perché dopo essere riemersi un centinaio di metri più a valle, risalgono velocemente la riva per riportarsi in posizione, ripetendo il tutto decine di volte. Continuiamo la passeggiata e la Sandra ha modo di utilizzare un sacchetto di pane raffermo che si era previdentemente portata, offrendolo ad un gruppo di paperi che sembra apprezzare molto il pensiero. A questo punto inizia a piovere, torniamo velocemente al camper e, finalmente, la meritata cena. Il dopo cena in camper, senza televisione, viene impegnato dalla preparazione del programma per la giornata successiva, o da un buon libro, o dal riordino degli appunti per questo diario, o dall'insieme di queste cose il tutto comunque, sempre accompagnato da buona musica in sottofondo e devo dire che è veramente molto ma molto piacevole.

Martedì 14 Luglio 1998 Monaco - Dachau - Erlanghen Stanotte ha piovuto forte ma non ci ha impedito di fare una bella dormita a conferma dell'impressione che avevamo avuto già in precedenza e cioè che sul camper si dorme veramente bene. Stamattina il tempo è variabile, noi partiamo da Talchirken alla volta di Dachau per visitare il lager nazista. Sulla strada incrociamo un paio di volte un convoglio di roulottes targate Catania che rivedremo poi nel parcheggio di Dachau. Contrariamente a quanto mi avevano detto, il lager è ben segnalato e lo troviamo subito senza problemi. All'ingresso dell'ampio parcheggio c'è un simpaticissimo vecchietto con in un corretto italiano (ma ho l'impressione che parli correntemente altre tre o quattro lingue) ci chiede 6 DM che andranno a favore della Croce Rossa. Prima dell'ingresso al campo, un cartello descrive la storia e le attrattive della città nel vano tentativo di farla ricordare per qualcosa di meglio e di decisamente diverso. Entriamo. Il piazzale centrale è enorme, tra i visitatori ci sono tantissimi ragazzi ma i loro sia pur garbati schiamazzi, non riescono a stemperare il clima di tragedia che vi aleggia. Una lapide commemorativa riporta in varie lingue la frase MAI PIU' ed è sconsolante pensare a quanto sta succedendo oggi in varie parti del mondo, a dimostrazione che tali lezioni non sono ancora evidentemente bastate. La visita, obiettivamente, non ci ha mostrato niente di più o di diverso di quanto già visto varie volte al cinema o in tv, ciò nondimeno ci ha procurato delle sensazioni veramente forti che non desidero descrivere; dico solo che ne usciamo dopo quasi tre ore profondamente commossi per aver camminato in quei luoghi che hanno significato tanto disperato dolore per migliaia di persone. Nel parcheggio c'è un gruppo di ragazzi che gioca a calcio con una lattina vuota. Le loro risate e grida ci aiutano a risollevare un po' il morale. All'uscita il vecchietto, che da tempo deve aver imparato ad interpretare espressioni facciali come la nostra in quel momento, ci saluta calorosamente regalandoci un ampio e contagioso sorriso. Si riparte. Prendiamo la provinciale in direzione Norimberga e mi potrei godere appieno lo spettacolo della campagna bavarese se riuscissi a far capire alla Sandra che leggere l'atlante stradale non è lo stesso che leggere il Corano in lingua originale. In poche parole dopo qualche deviazione fuori programma, che tuttavia ci ha permesso di vedere bellissimi e caratteristici paesini, arriviamo finalmente a Norimberga. In città e nelle immediate vicinanze non risultano esserci campeggi; incrociamo ancora il convoglio di Catania che evidentemente ha il nostro stesso problema. Dopo una rapida consultazione decidiamo di dirigerci a Erlanghen, a nord della città, dove la cartina dell'ufficio turistico tedesco segnala un camping. E' un piccolo e tranquillo campeggio non molto affollato: i servizi non sono granchè, non c'è camper service. Nel complesso va bene per passare la notte. La Sandra stasera non si sente molto bene e così si va a letto presto concludendo una giornata decisamente particolare.

Mercoledì 15 Luglio 1998 Erlanghen - Berlino - Neuerdorf. Bella giornata stamattina, ed anche l'umore è decisamente migliore rispetto a ieri sera. Meglio così perché oggi ci aspetta un impegnativo tappone da 450 Km fino a Berlino. Decidiamo di prendere l'autostrada ma ci accorgiamo quasi subito che sarà un duro viaggio poiché la carreggiata presenta tratti di decine di km, pavimentati con grandi lastroni in cemento disposti perpendicolarmente rispetto al senso di marcia e sommariamente congiunti fra loro, così da causare lo stressante effetto "treno" dovuto al sobbalzare delle ruote su queste congiunzioni. Ci sono pochissimi distributori e mal segnalati tanto che per rifornire Magilla ci tocca uscire e raggiungere il primo paese. Idem per le aree di sosta: quando verso le 13 ne troviamo una, sembra la classica oasi nel deserto ed è affollatissima. Ci accorgeremo che ce ne sono altre tre dopo questa a pochi chilometri l'una dall'altra e anch'esse male o per niente segnalate. E' vero che qui le autostrade sono gratuite tuttavia ritengo che questa in particolare risenta ancora della gestione dell'ex Germania Est. Si arriva finalmente a Berlino, il centro è un enorme cantiere, tantissimi i palazzi in costruzione ed i lavori in corso e naturalmente il traffico ne risente. Facciamo un rapido giro, Alexander Platz, la zona Est dove c'è ancora un residuo di muro e poi scappiamo verso Nord perché il traffico cittadino ci ha stancato. Imbocchiamo la provinciale verso Lowemberg e, finalmente, ci rilassiamo alla vista di queste belle campagne e dei piccoli centri abitati che di tanto in tanto troviamo. Denominatore comune di questi paesi è la strada principale lastricata in porfido e la presenza di almeno una vecchia ma ancora efficiente Trabant, l'utilitaria per eccellenza nella ex Germania Est. In uno di questi ci fermiamo per fare qualche scorta di cibo in un supermercato; le commesse sono molto gentili e ci fanno entrare anche se ormai è quasi l'ora della chiusura. I prezzi sono veramente bassi, come potremo riscontrare in tutti i supermercati visitati in Germania, e per soli 24 DM ci ritroviamo due borsoni di cibarie e ottima birra. Salutiamo le gentili commesse e riprendiamo il nostro viaggio. La nostra cartina segnala un camping vicino a Oranjenburg e chiedo ad un passante la strada per raggiungerlo; mi dice che è molto lontano da dove siamo e mi consiglia quello di Neuendorf che è molto più vicino e che si trova poco prima di Lowemberg (proprio sulla nostra strada). Detto fatto. Neuendorf è un piccolo ma grazioso paesino ed il camping è situato tra la riva di un magnifico laghetto e un'imponente foresta. E' un campeggio prevalentemente stanziale (davanti ad ogni roulotte c'è un curatissimo giardino con tanto di recinzione) ed è frequentato quasi esclusivamente da persone anziane e tutte cordialissime. Non fanno eccezione a questa regola il gestore (Hans) e sua moglie: loro non parlano altro che tedesco ma sono chiarissimi nel farci capire che dei nostri documenti non gliene può fregar di meno e che preferiscono 23,5 DM, maledetti ma subito. Non c'è camper service, l'attacco elettrico necessita di adattatore per la presa di tipo tedesco ed Hans me ne procura subito uno. Sono le 22 passate quando comincia ad imbrunire. Intorno c'è un silenzio bellissimo! La temperatura è scesa di molto e prima di coricarci accendiamo la stufa.

Giovedì 16 Luglio 1998 Neuerdorf - Lubecca - Ratekau. Mattina fresca e abbastanza serena. Facciamo un giro fino al laghetto per prendere qualche foto e ripartiamo fra i calorosi saluti di Hans e degli altri ospiti del campeggio. Vogliamo percorrere parte dell'itinerario indicato su Plein Air di luglio (noi faremo da Lowemberg a Wismar passando per Lindow, Wesenberg, Mirow, Plau, Karow e Bruel ) ed è un'ottima idea perché il panorama è bellissimo con un continuo susseguirsi di boschi, laghi e suggestivi paesi. In uno di questi, nella piazza principale, c'è un nido di cicogne sulla sommità di un palo. Devo scaricare i serbatoi e al primo campeggio che trovo dopo Lowemberg, chiedo se c'è questa possibilità. Me lo permettono ma solo per le acque grigie e con il rifornimento di acqua mi viene a costare solo 2 DM. Lungo la strada, che attraversa per chilometri un'immensa foresta, troviamo un'accogliente area di sosta con a ridosso del bosco una capanna a copertura di un tavolo per picnic. Ci fermiamo visto che sono le 12 passate. Dopo pranzo inizia a piovere e la pioggia ci accompagnerà per buona parte del pomeriggio ma non riuscirà a rovinare la bellezza del paesaggio. Di tanto in tanto troviamo bancarelle o negozi che vendono fra le altre cose residuati militari dell'Est: ci fermiamo curiosi ad uno di questi banchetti e, contrariamente a quanto siamo abituati in Italia, il commerciante non lascia alcun spazio alla trattativa pretendendo fino all'ultimo centesimo del prezzo esposto. Giungiamo a Lubecca verso le 18,30 e facciamo un giro per il bel centro storico caratterizzato da torri e campanili aguzzi e palazzi in mattoni rossi. Nella piazza del mercato c'è una festa, la birra scorre a fiumi ma non riusciamo a capire cosa si stia festeggiando. Sotto i portici del mercato un gruppo di punk festeggia, a modo loro, passandosi una pipa che dubito possa contenere una mistura di tabacchi inglesi. Conclusa la visita al centro, riprendiamo Magilla e ci dirigiamo verso Ratekau dov'è segnalato un campeggio munito di camper service che ci servirà perché non abbiamo ancora svuotato il serbatoio della toelette. (Devo ammettere a questo punto, di essermi dimenticato a casa il Portolano di Plein Air e non avendo altre indicazioni sulle aree di sosta attrezzate, devo ripiegare sui campeggi dove sia possibile scaricare.) Il camping di Ratekau non è molto grande ma è ben attrezzato, i bagni sono molto puliti, la doccia calda è compresa nel prezzo ma…, mannaggia alla pupazza, non c'è camper service!. Devo utilizzare per la prima volta quella che abbiamo ribattezzato la "carriola merdaiola". Mi accorgo subito che il tubo di raccordo tra il serbatoio e la "carriola" è rovinato e perde. Devo porvi rimedio: non intendo ora scendere in particolari di sorta ma, parafrasando il grande John Wayne "…è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare!...". Espletata questa incombenza, e dopo una rigenerante doccia, la serata scorre tranquillamente. Il campeggio è tranquillo e confortevole ma noi ricordiamo ancora con simpatia quello di ieri sera a Neuerdorf.

Venerdì 17 Luglio 1998 Ratekau - Copenaghen. Dopo una notte di pioggia stamattina c'è il sole. Guardo la data e, fedele al motto "non è vero ma ci credo", mi concedo una grattatina scaramantica. La signora che gestisce il campeggio ci mostra un cagnolino che ha trovato tre giorni prima sull'autostrada: è un meticcio bassotto ancora molto spaventato e dall'aria infelice. Anche qui li abbandonano. Partiamo alla volta di Puttgarden per imbarcarci sul traghetto che ci porterà in Danimarca a Rodby. Al porto non abbiamo problemi perché il biglietto l'avevo già fatto in Italia e mentre siamo in fila per l'imbarco che avviene ogni mezz'ora, ci viene a salutare una coppia di ragazzi di Varese. Sono in viaggio da ieri e dicono che noi siamo i primi italiani che incontrano da quando sono in territorio tedesco. Vanno in Lapponia e sono circa a metà del loro viaggio. Ci imbarchiamo, siamo tra i primi a salire e saremo primi anche a scendere. Mi avevano detto che la traversata dura circa due ore e pertanto ce la prendiamo comoda nel visitare la nave (veramente molto bella) ed il fornitissimo duty free. Mentre siamo in coda alla cassa, dopo circa 45 minuti dalla partenza, annunciano l'attracco: panico! Mollo la Sandra e corro a sbarcare il camper. Lei seguirà a piedi. La famiglia si riunisce a terra appena prima del posto di frontiera Danese (qui è ancora in vigore). L'agente è un cristianone di oltre un metro e novanta, gioviale e ridanciano; vuole salire sul camper, si complimenta perché lo trova molto bello e nel frattempo scruta dappertutto alla ricerca di eventuali clandestini. Sulla strada per Copenaghen ci fermiamo ad un'area di sosta per il pranzo. Incontriamo un camper con una coppia di pensionati che vengono da Catanzaro e sono diretti a Capo Nord. Staranno in giro complessivamente quasi tre mesi (beati loro). Io penso ai miei 27 anni di contributi, ai 10 che me ne mancano per raggiungere le attuali condizioni di pensionabilità e mi viene il magone! Riprendiamo la strada e quando mi fermo per fare gasolio, noto con piacere che nell'area di servizio (e come potremo vedere, in tutte le aree di servizio sulle autostrade della Danimarca) c'è il pozzetto per lo scarico dei camper e la pompa per il rifornimento d'acqua. Si arriva finalmente a Copenaghen, primo obiettivo del nostro viaggio. Non vediamo alcuna indicazione per il campeggio, proviamo a chiedere informazioni e… è assolutamente incredibile! La prima ragazza che fermo è italiana. Vive qui da dieci anni, viene dalle Marche e le sue precise indicazioni ci aiutano a raggiungere in poco tempo il camping Bellahoj. E' una grande area a prato percorsa da vialetti asfaltati, non c'è nemmeno una pianta, c'è il camper service, il negozio è fornito del minimo indispensabile, c'è un chiosco che serve wurstel ed hamburger, c'è una tenda che ha le funzioni di sala ritrovo con tavoli e televisione ed i servizi sono al limite della praticabilità (la doccia la faremo sempre nel camper). L'unico pregio consiste nel fatto di essere in città a poca distanza dal centro. Ci sono tantissime tende, gli occupanti, per la maggior parte giovani, hanno quasi tutti la tosse, evidentemente per l'umidità e la bassa temperatura che di giorno è di circa 15 gradi (a Milano in questi giorni picchia intorno ai 38). C'è anche qualche camper italiano, poco distante da noi ce n'è uno targato Roma ma in tre giorni non vedremo mai gli occupanti. Questa sera inauguriamo il nuovo barbecue e mi esibisco nella cottura di due succulente bistecche; da alcune tende vicine spuntano teste con i nasi all'aria evidentemente attratte dal profumo. Ceniamo e la serata trascorre tranquilla. Alle 22.30 è ancora molto chiaro.

Sabato 18 Luglio 1998 - Copenaghen. Stanotte ha piovuto, ma stamattina c'è il sole. L'aria comunque è sul frizzante. Inforchiamo le bici e via verso il centro con le immancabili e comodissime piste ciclabili. Davanti al palazzo del municipio c'è una carrozza a cavalli che attende due sposi che giungono poco dopo. Ci facciamo largo tra la folla dei parenti e, fra lanci di riso e grida verosimilmente bene augurali, entriamo a dare una sbirciata. E' un bellissimo palazzo costruito sul modello del Palazzo Vecchio di Siena (così dice la guida turistica) ed al cui interno, subito dopo l'ingresso, c'è un cortile con le mura finemente affrescate, che è stato coperto in tempi più recenti con una specie di enorme lucernario. Usciamo e seguendo il flusso di turisti ci immettiamo nello Stroget, la principale via commerciale di Copenaghen. Ci sono moltissimi negozi e alcuni sono veramente "storici" come ad esempio il Royal Copenaghen con le sue preziose porcellane dipinte a mano o come Larsen, famoso in tutto il mondo per la produzione di pipe nel cui sotterraneo, c'è un piccolo ma interessantissimo museo del tabacco che non manco di visitare. Lungo il corso si esibiscono tanti musicisti di un po' tutte le razze (peruviani, cileni, jamaicani, etc) ed intrattenitori come prestigiatori, statue viventi e clown che regalano ai bimbi animaletti e cappellini fatti con i palloncini. Percorriamo il vecchio canale portuale di Nyhavn con i caratteristici barconi ormeggiati e le case multicolori, adibite quasi tutte a ristorantini e birrerie. Arriviamo sino alla sirenetta e qui piove per circa cinque minuti. La celebrità del monumento supera di parecchio la qualità artistica di quello che realmente si trova ma i numerosi turisti presenti ne sembrano entusiasti: ce n'è uno che, nel tentativo di farsi fotografare abbracciato alla statua, finisce addirittura in acqua e raggiunge lo scopo di essere immortalato da almeno un centinaio di macchine fotografiche che mostreranno in ogni parte del mondo questa bella figura da pirla. Giriamo ancora per le tranquille vie adiacenti il centro ma il tempo non promette nulla di buono. Troviamo un fornaio e compriamo del pane e all'uscita ricomincia a piovere. Abbiamo un telo cerato con il quale tentiamo di riparare sia noi che le bici e suscitiamo la curiosità e l'ilarità dei danesi. Qui infatti pare che non facciano assolutamente caso alla pioggia, le uniche persone che si incontrano munite di ombrello, sono turisti. Abbiamo visto due persone incontrarsi per strada sotto la pioggia battente e loro, naturalmente senza ombrello, si sono salutate, si sono parlate per circa 5 minuti rimanendo sotto l'acqua e senza nemmeno tentare di accostarsi al muro. Quando spiove, riprendiamo il nostro giro e siamo ancora sullo Stroget quando, questa volta, si scatena un forte temporale con tanto di tuoni e fulmini: una provvidenziale impalcatura ci permette di rimanere all'asciutto. Il temporale passa ma la pioggia continua a cadere meno forte ma costante. Decidiamo di adeguarci all'indifferenza locale e ci avviamo verso il campeggio. Lungo la strada un'insegna luminosa con termometro segnala 10 gradi ! Passiamo da una via che ospita ben tre supermercati in circa cento metri : ne visitiamo due, più per stare un po' all'asciutto che per vera necessità e quando riprendiamo la strada sotto una leggera pioggerella, tra le nuvole si fa strada un timido raggio di sole che preannuncia la fine della pioggia (smetterà naturalmente, solo quando arriveremo al campeggio). Ci asciughiamo e ci scrofoliamo una meritata spaghettata gigante. Dopo cena vado a buttare l'immondizia e vedo quelli che abbiamo ribattezzato "i penitenti". Sono una famiglia tedesca di quattro persone, genitori e due figli di circa 12 anni, hanno un bel Mercedes nuovo, che lascia intuire una condizione economica non disagiata, però campeggiano in una tendina ad igloo che vista da fuori sembrerebbe insufficiente per i due soli bambini. L'hanno piantata nel punto più sfigato di tutto il campeggio: al limite del prato e vicino all'incrocio di due vialetti con il viale principale da dove passano tutti i veicoli che entrano ed escono dal camping, sotto a un lampione la cui luce dovrebbe dare fastidio tutta notte, confinando a nord con i cassonetti dell'immondizia, ad ovest con i gabinetti e ad est con il pozzetto del camper service anche se, "purtroppo", è distante un centinaio di metri. Se ne stanno seduti ad un piccolo tavolino, in silenzio, stretti nei loro piumini per ripararsi dal vento freddo, con una bottiglietta di birra ed un barattolo di noccioline, credo, davanti. Siamo convinti assertori del diritto di ciascuno a divertirsi come preferisce se non da fastidio ad altri tuttavia, nel caso specifico, non abbiamo avuto l'impressione che i tizi si divertissero molto e da qui la convinzione che stessero scontando qualche grave peccato. Torno al camper e mi sento salutare in italiano: è un ragazzo che ha piantato una tendina vicino a noi. Il freddo pungente mi consiglia di invitarlo dentro a bere qualcosa. Si chiama Nadav, è israeliano, di madre italiana, vive a Cento vicino a Bologna e studia ad Urbino. Viaggia da solo in moto e, sturandosi quasi 600 Km al giorno, gira l'Europa ponendosi come obiettivo finale la Finlandia. Non visita nessun paese che attraversa e non si ferma se non per dormire o cambiarsi. La moto, evidentemente la sua grande passione, se lo tiene in sella per più di otto ore al giorno. E' simpatico, e in sua compagnia chiacchieriamo bevendo grappa fino a quasi mezzanotte quando il nostro ospite si congeda perché domani, dice, vuole partire presto (se non è passione questa….).

Domenica 19 Luglio 1998 - Copenaghen. Anche stanotte ha piovuto. Stamattina è molto nuvolo. Facciamo ancora come i danesi, ce ne freghiamo e, inforcate le bici, via di nuovo verso il centro. Infatti poco dopo piove e la prendiamo!!! (ma solo per 5 minuti per fortuna). Pur essendo domenica ci sono molti negozi e supermercati aperti. Dirigiamo su palazzo reale per vedere il cambio della guardia e lungo la strada imbocchiamo una via in senso vietato. In questa via, neanche a dirlo, c'è una caserma di polizia davanti alla quale c'è un agente che ci ferma e, nonostante noi si cerchi di fare gli indiani, ci dà una sonora cazziata costringendoci a tornare indietro. Arriviamo finalmente alla Amalien Borg, qui le guardie reali hanno lo stesso colbacco peloso e la stessa aria marziale dei loro colleghi londinesi, però non se ne stanno immobili e muti come soprammobili ma camminano perennemente lungo i lati della piazza e parlano con i turisti soprattutto per redarguirli se questi stazionano lungo il loro percorso. Il cambio della guardia non ha niente a che vedere con quello di Buckingham Palace, anzi è proprio noioso e dopo un po' l'iniziale ressa dei turisti, peraltro tenuta a bada da due soli poliziotti, si disperde verso altre attrattive. Anche noi ce ne andiamo, il tempo è migliorato e torniamo sullo Stroget per acquistare qualche souvenir dopo di che dirigiamo sul parco Amaliehaven vicino alla SIrenetta. Qui dopo aver compensato il calo degli zuccheri con un buon tramezzino, andiamo a visitare il Kastellet antica roccaforte militare del 1600. All'interno dei bastioni difesi da grossi cannoni, si trovano in perfetto stato di conservazione un mulino, una chiesa, i depositi e le casermette e, all'interno del corpo di guardia, un piccolo museo all'ingresso del quale sono stati messi dei dolci a disposizione dei visitatori. Il tempo si è messo decisamente al bello e questo ci incoraggia nel continuare la pedalata per la città. Passiamo per il Tivoli ma solo dal di fuori perché non abbiamo intenzione di visitarlo, arriviamo sino alla stazione ma la zona non è tra le più invitanti e allora percorriamo tutta la Norrebro Gade che è piena di negozi e supermercati aperti nonostante sia domenica pomeriggio inoltrato. Ecco probabilmente perché, nei giorni feriali chiudono tutti tra le 17,30 e le 18, a parte qualche supermercato che tira sino alle 20 e una catena di negozi, Seven/Eleven, che offrono cibo, giornali, tabacchi e bar tavola calda 24 ore al giorno. Approfittiamo del bel tempo e giriamo sino quasi alle 20 per poi tornare al camper per una bella doccia e la meritata cena.

Lunedì 20 Luglio 1998 Copenaghen - Helsingor - Roskilde. Questa giornata la ricorderemo per un bel pezzo, per via dello spavento che ci siamo presi in serata. Ma procediamo con ordine. Al risveglio c'è il sole e ciò induce molti campeggiatori a fare colazione all'aperto per poter dare mostra della loro pazienza quando, pochi minuti dopo, inizierà a piovere. Noi stiamo prudentemente all'interno del camper (a proposito, la Sandra non ha ancora visto di che colore è il tendalino nuovo che ho fatto installare prima della partenza e non lo vedrà sino al ritorno a casa perché non avremo mai modo di aprirlo). Partiamo alla volta di Helsingor ed abbiamo i soliti problemi con la segnaletica che, dopo averci fatto girare a vuoto per 20 minuti, ci porta finalmente sulla giusta via che si trova a 100 metri dal camping, nostro punto di partenza. Raggiungiamo Helsingor in poco tempo e facciamo un giro per il centro. Visitiamo la chiesa di S. Maria che ha un bel chiostro e dei modelli di velieri appesi ai soffitti delle navate, particolarità questa che vedremo in tutte le chiese visitate in Danimarca. Grande folla di turisti sulla via principale dove tantissimi negozi offrono dall'antiquariato ai generi alimentari : noi acquistiamo un pezzo di un impronunciabile formaggio locale presumibilmente farcito di spezie. Ci spostiamo verso il famoso castello di Kronenborg, o di Amleto, e nel parcheggio gremito al limite della capienza, troviamo un convoglio di 5 camper italiani. Vengono da Macerata , sono tutti simpaticissimi e stanno facendo l'itinerario contrario al nostro. Ottima occasione per uno scambio di utilissime informazioni. Loro hanno già visitato il castello, ci permettono di parcheggiare davanti ai loro camper promettendoci il posto quando, dopo pranzo, se ne andranno verso Copenaghen. Pranziamo anche noi. Il formaggio appena comprato è squisito però manda un odore terrificante che lascia presagire una imminente mutazione genetica: ci ha contaminati !!! dovremo lavarci le mani per ben tre volte prima che l'olezzo scompaia. Dopo pranzo parliamo ancora un po' con i maceratesi che dicono di essere rimasti delusi dal museo vichingo di Roskilde in quanto i resti delle navi vichinghe, che dovrebbero essere il pezzo forte del museo, sono appena un 10% dell'intera nave e quindi più che vederle le si intuisce. Li salutiamo ed andiamo a visitare il castello. Dai bastioni si gode un bel panorama sullo stretto che divide la Danimarca dalla Svezia sulla quale sono minacciosamente puntati una decina di cannoni d'epoca. La visita si può dividere in tre parti, le stanze reali, i sotterranei ed il museo del mare. I costi d'ingresso sono differenziati a seconda di quello che si vuole visitare e c'è anche un conveniente biglietto (45 KD) che permette l'accesso ai tre itinerari. Le stanze reali, oltre ad alcuni soffitti finemente affrescati offrono anche qualche pregevole pezzo d'arredamento nonché quadri ed arazzi di fattura tedesca e scandinava. La visita ai sotterranei è guidata da una bionda signora che ci conduce nel primo sotterraneo dove in un suggestivo gioco di luci troneggia la statua del re dei vichinghi. La guida annuncia che spiegherà il percorso prima in danese, poi in tedesco e poi in inglese: dopo cinque minuti di incomprensibile sproloquio da parte della sia pur graziosa guida, l'orchite dilaga anche fra le signore e insieme ad altri italiani e francesi proseguiamo per conto nostro lungo il percorso peraltro ben segnalato. Il museo del mare propone molti interessanti modelli di navi e barche alcuni con spaccati sui motori realmente funzionanti, nonché la ricostruzione di alcuni tipici ambienti come la plancia di comando, la sala macchine, le cabine dell'equipaggio, il quadrato ufficiali etc. La visita si conclude, stranamente, passando attraverso il palco dell'organo della chiesa interna al castello. All'uscita, di fianco al nostro camper, troviamo quello di un anziano tedesco che viaggia solo e viene da capo Nord. Ci chiede alcune informazioni poiché, dice, a Pasqua vuole andare in Calabria e Sicilia. Partiamo, e seguendo un percorso "margherita" arriviamo a Roskilde quando ormai il museo vichingo è già chiuso. Poco male, facciamo nostre le considerazioni dei maceratesi e ci consoliamo con le bellissime riproduzioni delle barche vichinghe ormeggiate all'adiacente molo. Poco distante sulla spiaggia, c'è una mostra di sculture di sabbia: sono veri capolavori tutti ispirati alla civiltà vichinga ed è proprio un peccato che fra qualche giorno non ne rimarrà più nulla. Facciamo un giro per il bel centro della città ma è tutto chiuso, anche la chiesa dalle caratteristiche torri gemelle altissime. Ci dirigiamo allora verso il campeggio, che è situato tra le collinette a ridosso della spiaggia; è molto ampio e ben tenuto ma hanno poche torrette per gli allacciamenti alla corrente 220 e quelle poche sono già tutte occupate. Una bella doccia calda, la cena e a conclusione della giornata …. il dramma!!! La Sandra, nel salire in mansarda, deve avere male appoggiato la scala che le scivola sotto facendola cadere pesantemente su di essa. E' un momento di terribile spavento sia per lei, che ha battuto la schiena, che per me poiché temo si sia fatta veramente molto male. Dopo le prime verifiche del caso, tiriamo entrambi un sospiro di sollievo nel constatare che si tratta solo di una brutta botta ma non sembra esserci niente di rotto. Per riprenderci dallo spavento, brindiamo allo scampato pericolo con un tonificante grappino e finalmente, e senza altri incidenti, andiamo a nanna.

Martedì 21 Luglio 1998 Roskilde - Ringsted - Asa. Inutile dire che stanotte ha piovuto. La Sandra si sveglia con la schiena piena di lividi, uno per ogni piolo della scala sulla quale ha battuto. Fortunatamente, avevo preparato prima della partenza una piccola dotazione di pronto soccorso che prevede anche una pomata antidolorifica che risulterà efficacissima nel contenere il dolore sino a farlo scomparire in poco tempo. Lasciamo Roskilde e prendiamo la direzione di Odense seguendo sempre i percorsi "margherita". A Ringsted ci fermiamo per una visita del centro nel quale, passando, avevo scorto la bottega di un artigiano che produce pipe. La Sandra dice che, per alleviare il dolore alla schiena, non c'è di meglio che comprarsi una giacca che vede esposta in una vetrina, per conto mio non trovo niente che mi piaccia dall'artigiano delle pipe perché le produce tutte diritte mentre io le preferisco curve. Ripartiamo e prendiamo l'autostrada per passare sul nuovo ponte che unisce la Selandia alla Fionia. Prima del casello per il pedaggio, alcuni cartelli annunciano i prezzi che per le auto sono di 210 KD mentre per i mezzi più lunghi sono di 315. Proviamo a seguire il consiglio dei maceratesi che hanno presentato al casellante 210 KD contate e sono passati tranquillamente. Non funziona. Dice che siamo troppo lunghi e vuole le restanti 105. La traversata è abbastanza difficile perché c'è molto vento ma lo spettacolo è veramente imponente: sotto il ponte sta passando una nave portacontainer che sembra un giocattolo vista da quassù. Per combattere la mia fobia dell'altezza, mi distraggo pensando che quest'opera è stata realizzata da una azienda italiana e che la valenza tecnica dei nostri imprenditori è inversamente proporzionale a quella dei nostri politici, che da circa un ventennio ancora non sanno decidersi sull'opportunità di realizzare qualcosa di analogo sul nostro stretto di Messina. Ci fermiamo nella prima area di sosta dopo il ponte. Alien, così abbiamo chiamato il formaggio comprato ieri, è sempre più vicino alla mutazione ma è sempre più squisito. Prometto alla Sandra che quando lo vedremo muoversi, lo abbatterò immediatamente. Il viaggio prosegue sempre con un vento molto forte che ci fa ballare, solo verso Arhus si calma un po'. Decidiamo di arrivare sino ad Asa, la località segnalata in un diario di viaggio su Turismo Itinerante, dove il campeggio è molto bello e ben attrezzato, ha un bellissimo parco giochi per i bambini, la piscina e minigolf. Una graziosa ragazza alla reception mi dice che posso scegliere il posto che voglio ma devo solo stare attento perché hanno avuto due giorni di pioggia ininterrotta ed in alcuni punti il terreno è molto impregnato d'acqua. Entro nel campeggio cercando di restare sul vialetto principale sterrato ed evitando con cura tutte le zone evidentemente fangose, quando scorgo una bellissima piazzola delimitata da piccoli abeti e con un praticello che sembra il green di un campo da golf. Cerco di parcheggiarci, ignorando ingenuamente che il praticello nasconde sotto di sé una vera palude, e mi ritrovo con il fango a mezza ruota; ogni ulteriore tentativo di uscire da tale situazione (cunei, tappetini, sassi) non fa altro che peggiorare la situazione, se possibile. Da notare che nel frattempo tutti i campeggiatori vicini, per la maggior parte danesi, mostrano un'indifferenza totale a quanto sta succedendo e addirittura non guardano nemmeno dalla nostra parte (e si che tra sgommate e moccoli, di casino ne dobbiamo aver fatto parecchio!). Torno alla reception in cerca d'aiuto e, questa volta la madre della ragazza di prima, mi chiede di aver pazienza poiché tra una mezzora arriverà suo marito. Puntuale come una cambiale, dopo mezzora esatta, arriva il marito a cavallo di un trattore e portandosi appresso un aiutante. Vista la situazione, mi dice che sono troppo infangato e preferisce rimandare il tentativo a domani; rispondo che se stanotte piove ancora, domani può risparmiarsi la fatica di fare tentativi ma può iniziare a fare domanda per farci ottenere la cittadinanza danese in quanto non potremo più muoverci da lì. Non sembra apprezzare la battuta ma insiste per rimandare tutto a domani fino a quando il suo aiutante, che parla solo danese, riesce finalmente a convincerlo di provare subito. Bene, mi tirano dal davanti, poi mi rimorchiano dal di dietro e in cinque minuti sono fuori dal fango sul vialetto sterrato. A questo punto devo ritornare indietro per circa 150 metri, in retromarcia, passando di misura fra tende e roulottes: il campeggio pare scuotersi dal torpore che lo attanagliava e tutti quelli che sino a poco prima ostentavano il massimo disinteresse, ora, vedendo Magilla rinculare a pochi centimetri dalle loro postazioni, non sanno più come prodigarsi affinché la manovra si realizzi nel migliore dei modi. Reprimo l'istinto stragista che per un attimo mi assale, e concludo superbamente la retromarcia tra gli applausi e, soprattutto, i sospiri di sollievo dei presenti. Mi assegnano una piazzola asciutta e finalmente possiamo prenderci una calda doccia ed una rigenerante spaghettata. Alle 22.30 è ancora chiaro, il cielo è sereno e si alza il vento. Speriamo non porti altra pioggia altrimenti….

Mercoledì 22 Luglio 1998 Voersa - Asa. La pro loco si è distratta e stanotte ha fatto solo due gocce pro forma. La mattinata è quasi serena ed invoglia a pedalare. Ci dirigiamo a nord fino a Voersa che, come Asa, è un piccolo e tranquillo villaggio di pescatori. La spiaggia è lunghissima e, questa mattina con la bassa marea, si può camminare verso il largo per un centinaio di metri prima di arrivare all'acqua che è stranamente e piacevolmente calda a dispetto del vento quasi gelido. Sulla secca troviamo alcune conchiglie ed una medusa grossa quanto un pallone da basket. Le nuvole, spinte dal forte vento, si rincorrono velocemente ma per fortuna non piove. Chiama il Saverio che ci annuncia di aver ritirato il suo "nuovo camper usato" e che non vede l'ora di provarlo; scambiamo auguri e progetti per futuri viaggi insieme poi ci salutiamo e continuiamo la nostra pedalata. Nel centro del paese c'è una toilette pubblica, in un eccellente stato di pulizia, che consente di usufruire anche di doccia calda gratuita. Inutile commentare. Torniamo al camping per il pranzo, dopo il quale, visto che il tempo si mantiene ancora buono, riprendiamo le bici e andiamo a vedere la spiaggia di Asa che dista un paio di km dal centro. Lungo la strada, ci sono dei ruderi di macchinari in legno ma il cartello che ne spiega le funzioni è scritto in danese e quindi possiamo solo presumere che si tratti di antichi strumenti per la pulizia e la manutenzione delle reti da pesca. Appena prima della spiaggia c'è una specie di laghetto nel quale sta sguazzando un bimbo biondissimo e lungo le cui rive pascolano pigramente delle mucche. Ci sono tanti capanni da pesca ed un piccolo porticciolo a cui sono attraccate alcune barche da pesca con la tipica prua rialzata. C'è un negozio di pescheria che ha anche evidenti funzioni di bar e tavola calda visto che ha dei tavolini al suo esterno, vi compriamo filetti di sgombro e tranci di salmone affumicati in loco e conditi con peperoncino ed altre spezie. Risulteranno poi squisiti. C'è anche un piccolo museo del mare, niente a che vedere con quello di Kronemborg, ma è molto suggestivo e vale una breve visita. Torniamo in centro perché la Sandra vuole fare un po' di spesa al supermercato del paese prima che chiuda (17.30). Dopo gli acquisti, andiamo a riporre la spesa nel camper e via di nuovo, questa volta verso sud, per vedere altri villaggi in zona. In 8 km ne troviamo due nei quali ci sono le caratteristiche case con il tetto di paglia e, di tanto in tanto, i famosi banchetti non presidiati che vendono frutta e verdura e dove ci si serve lasciando i soldi nell'apposita cassettina. Ne avevamo letto, sempre sui diari di "Turismo Itinerante". Ci fermiamo in uno per comprare insalata e cipolle e mentre ci dilunghiamo un po' nella ricerca di moneta, esce il padrone e ci fa capire che nel prezzo ci spetta anche la bustina di plastica. Torniamo verso il campeggio ripercorrendo la strada in mezzo a splendidi pascoli dove corrono cavalli con i loro piccoli puledri. Al campeggio, si è messa vicino a noi una roulotte di olandesi ai quali chiedo informazioni sul camping di Amsterdam: anche loro lo sconsigliano in quanto mal frequentato e suggeriscono di fermarsi lungo la costa a nord della capitale. Faremo così, ringrazio, e visto che la serata è serena sfodero ancora il grill dove cucinerò le splendide bistecche che abbiamo acquistato oggi, già aromatizzate e pronte per la griglia. Alle 22.30 è talmente chiaro che sembra ancora pomeriggio.

Giovedì 23 Luglio 1998 Asa - Saeby - Lindholm Hoje - Hjerle Hede - Ringkobing. Stanotte non ha piovuto ma l'umidità è stata talmente forte che non ci si accorge della differenza. Prima di partire vado a controllare com'è il pozzetto per lo scarico e fa veramente ridere. Torna in pista la "carriola merdaiola". All'uscita il "marito-trattorista", nel salutarci, ci dice che a lui fa sempre piacere ospitare gli italiani in quanto, essendo un ex dipendente Fiat, ama l'Italia ed in particolare Torino e la Uno, che per lui è la miglior auto esistente. Ringraziamo anche a nome della famiglia Agnelli e dirigiamo verso nord per vedere il castello cinquecentesco che si trova a Saeby, o meglio, si dovrebbe trovare a Saeby ma, quando arriviamo, nessuno è in grado di indicarcelo e non riusciamo nemmeno a trovare l'ufficio di informazioni turistiche, peraltro segnalato da tre cartelli che ci conducono in farmacia.(sic!) Ci accontentiamo di un giro per il centro che non offre molto se non la chiesa che sembra costruita con i mattoncini del Lego. Troviamo anche due camper di Bergamo ma nemmeno loro hanno notizie del castello, segnalato anche dalle loro guide. Ci convinciamo che dev'essere ben poca cosa visto che non ne troviamo traccia nemmeno sulle illustrazioni delle cartoline locali. Partiamo quindi alla volta di Linholm Hoje forse la più antica necropoli di tutta la scandinavia. Mi sembra superfluo specificare che non abbiamo ancora familiarizzato con la logica della segnaletica danese, quindi giunti ad Aalborg, dove dovrebbe trovarsi la necropoli, giriamo un bel 20 minuti prima di trovarla. E' posta su una collina, e non mostra molto se non le pietre che delimitavano le antiche tombe vichinghe e se non ci fossero dei cartelli esplicativi difficilmente le si distinguerebbe. Più interessante l'annesso museo che spiega la storia della necropoli e del suo ritrovamento oltre a descrivere la vita e le attività delle popolazioni vichinghe nella zona. A visita conclusa ci fermiamo nel parcheggio per il pranzo anche se è abbastanza inquietante il fatto che, al di là di una fila di alberi, deve esserci un poligono di tiro dell'esercito dal quale partono raffiche e fucilate ed ogni tanto ne esce a tutta velocità un cingolato recante sulla torretta una croce rossa. Preferiamo non indagare. Dopo pranzo partiamo per Vinderup, sulla strada che da Viborg porta a Ringkobing, per visitare il parco di Hjerle Hede consigliatoci dai maceratesi. (anche qui se non stiamo più che attenti ai cartelli…) Nel parco sono stati ricostruiti gli ambienti, con tanto di case e botteghe, nelle diverse epoche che vanno dall'età della pietra al 1800. La cosa divertente è che ci sono dei figuranti che, dalle 13 alle 17, animano veramente il villaggio nei costumi dell'epoca: troviamo gli antenati dei vichinghi, vestiti di pelli ed intenti a costruire una piroga in un tronco d'albero, oppure il maniscalco del 1500 che forgia ferri di cavallo e li vende ai visitatori, il mastro bottaio, il caseificio dove si offrono bicchieri di latte ai bambini e si vendono panetti di burro appena confezionato e avanti di questo passo fino ad una scuola del 1800 dove veri e disciplinatissimi bambini seguono la lezione del loro maestro, incuranti degli sguardi curiosi dei turisti che si accalcano alle finestre dell'aula. Alle 17 suona la campana e tutti i figuranti se ne vanno. Usciamo anche noi e andiamo a Ringkobing sull'omonimo fiordo; pare che sia il paradiso dei surfisti poiché il campeggio, che si trova in riva al mare, ne è pieno. Abbastanza buono il camping anche se non ha il pozzetto di scarico. La serata è fredda, anche per il vento che è abbastanza forte e noi ci scaldiamo con la stufa e una zuppa di legumi in scatola. Pensare che a Milano hanno ancora in media 35 gradi!!

Venerdì 24 Luglio 1998 Ringkobing - Ribe - Esbjerg. Forte temporale questa notte! La mattina presenta un clima quasi invernale con grigi nuvoloni e vento molto forte. Gli unici contenti sono i surfisti, che sono già tutti in acqua, e sembra che vogliano innalzare inni di lode ai loro dei, con le loro multicolori evoluzioni; in contrapposizione, i campeggiatori in tenda smoccolano come butteri maremmani nel tentativo di porre rimedio ai guai causati dal nubifragio notturno. Andiamo in città per visitare il centro che è pieno di turisti spiaggiaioli oggi convertiti allo shopping causa maltempo. Molti i negozi, finalmente riesco a trovare un "Corriere" di ieri, erano quasi otto giorni che non trovavamo giornali italiani. Trovo anche una bella pipa di marca danese e compriamo ancora salmone e sgombri affumicati per il pranzo e bistecche condite per la cena. Verso le 12 partiamo alla volta di Ribe e quando vi arriviamo il tempo è nettamente migliorato anche se fa ancora freschino. La città, che è un antico insediamento vichingo, è molto bella e caratteristica e vale proprio una visita. Dalla terrazza, alla sommità del campanile del duomo, il panorama è fantastico ed anche la salita è interessante perché dà modo di vedere il meccanismo dell'orologio che comanda anche le campane. Visitiamo il museo vichingo, ricco di reperti e di ricostruzioni di ambienti dell'epoca; all'uscita incontriamo una comitiva di Torino che ci segnala, a 2 Km di distanza, un parco dove è stata ricostruita la città di Ribe come doveva essere ai tempi dei vichinghi. Anche qui, dicono, ci sono dei figuranti che simulano le attività di allora ma, naturalmente, solo dalle 13 alle 17. Anche se ormai sono le 18 ci andiamo comunque per vedere di cosa si tratta. Il parco (Vikinge Center) è ovviamente chiuso ma dal di fuori sembra interessante e così decidiamo di tornarci domani. Nel parcheggio ci sono due ragazzi tedeschi, con una Opel giù di batteria: mi chiedono di attaccarsi a quella di Magilla mostrandomi dei cavi così malridotti che non mi danno assolutamente fiducia. Non se ne parla proprio! Ma mi offro volentieri per una spinta a mano; loro ostiassano un po' in tedesco ma non hanno scelta e quindi accettano. Al secondo tentativo parte (meno male perché, per conto mio, non ce ne sarebbe stato un terzo). Ripartiamo, la notte la passeremo a Esbjerg, che avevamo saltato venendo a Ribe e che visiteremo domani mattina. Sulla strada, piove a tratti e di tanto in tanto compare il sole regalando un magnifico spettacolo di pioggia e sole contemporaneamente. Ci dirigiamo al camping di Adalens a nord di Esbjerg e lungo la strada troviamo l'enorme e curioso monumento bianco che rappresenta tre persone sedute che guardano il mare. Il camping di Adalens è il migliore che abbiamo trovato in Danimarca: i bagni sono pulitissimi, l'acqua calda è compresa nel prezzo e c'è un'area riservata alla sosta dei camper dove le piazzole, molto ampie, hanno sul prato le guide in cemento per non fare sprofondare le ruote e la metà di esse ha anche il pozzetto di scarico e la pompa dell'acqua. Preparo la griglia per la cena sfidando un po' il tempo che sembra voglia fare ancora pioggia, ma ci va bene. Alle 23 il cielo è bellissimo: il residuo chiarore dell'imbrunire regala sfumature di rosa ai grigi nuvoloni che passano lenti sopra di noi; è il momento adatto per inaugurare la mia nuova pipa, accompagnandola con un sorso di buon whisky e con il sottofondo di uno struggente blues di Eric Clapton (obiettivamente, si può pretendere di più ?). La Sandra, invece, ha fatto amicizia con i due conigli addomesticati che girano liberi per il campeggio, offrendo loro insalata e pane di cui sembrano ghiotti. Quando andiamo a letto i due si accucciano vicino al camper.

Sabato 25 Luglio 1998 Esbjerg - Ribe - Amburgo. Temporale anche stanotte ma stamattina c'è un bel sole e ne approfittiamo per una rilassante passeggiata nel centro di Esbjerg. Verso le 12 riprendiamo la strada verso Ribe per la visita al Vikinge Center nel cui parcheggio pranziamo prima di entrare. Il parco ricostruisce un villaggio vichingo con le suggestive capanne illuminate solo da torce : anche qui molti figuranti lavorano con gli attrezzi ed i costumi dell'epoca, c'è il fabbro, il falegname, una donna che fila la lana, un'altra che intesse un tappeto su un antico telaio ed un'altra che insegna ai bambini come cuocere i biscotti sul fuoco, alla maniera vichinga, per poi poterseli mangiare ancor caldi. C'è un uomo che, con un bulino ed un martello, stampa monetine d'argento che poi regala ai visitatori, e nella zona degli arcieri c'è la possibilità di tirare con l'arco e di farsi fotografare indossando un pesante elmo vichingo. Purtroppo l'esibizione dei falconieri c'è solo al martedì e giovedì (al lunedì il parco è chiuso) quindi non possiamo vederla. Incontriamo tre ragazze di Milano che si stupiscono del biglietto adesivo che portiamo addosso: loro sono entrate senza pagare perché l'ingresso del parco è nel negozio di souvenir e qui non c'è un percorso che obbliga a passare davanti alla cassa, pertanto si sono trovate dentro senza accorgersi che c'era un biglietto da fare (dicono). Giriamo ancora un po', e vediamo un branco di simpatici pony scandinavi dalla caratteristica criniera che sembra essere stata acconciata dal parrucchiere di Tina Turner. Nel complesso il parco è piuttosto interessante e sebbene sia più piccolo di Hjerle Hede, merita comunque una visita. All'uscita, mentre sfiliamo dal parcheggio, incontriamo ancora le tre ragazze di Milano che ci chiedono un passaggio sino a Ribe; non è sulla nostra strada ma essendo a soli 2 Km e con la possibilità di dare ancora un'occhiata a questa bella cittadina, accettiamo. Si divertono moltissimo perché non erano mai salite su un camper prima d'ora. Le lasciamo in centro e riprendiamo il nostro viaggio: salutiamo la Danimarca e rientriamo in Germania alla volta di Amburgo dove arriviamo intorno alle 19 e dirigiamo verso Schnelsen, che è a circa 15 km dal centro, per pernottare nel camping locale. E' un bel campeggio con piazzole in erba molto grandi e ben delimitate da alte siepi che garantiscono tranquillità e privacy; nei bagni, veramente molto puliti, c'è persino la filodiffusione e il camper service è dotato dell'apposito apparecchio a pressione "Sani Service". A sera, mentre da una radio locale apprendiamo che Nek è infelice perché Laura non c'è, gli rispondiamo in coro "peggio per te" e arrotoliamo forchettate degli ottimi spaghetti della Sandra.

Domenica 26 Luglio 1998 Amburgo. Una bella mattina di sole. Dalla piazzola di fronte alla nostra si sente parlare italiano, e quando vado a ficcanasare scopro che sono due coppie di ragazzi toscani in giro per la Germania con due tende. Sono simpatici e mi fermo a chiacchierare un po' con loro mentre la Sandra si sta occupando del bucato. Poco dopo, seguendo i consigli della signora alla reception del campeggio, andiamo a prendere la metropolitana sulla quale è possibile caricare anche le bici ed in meno di 20 minuti siamo in centro. Percorriamo il bellissimo parco sulla riva sinistra dell'Aubenaster, il lago nel centro di Amburgo, e poi, sempre seguendo le piste ciclabili, ridiscendiamo verso il porto nella parte sinistra della città. Ad Altona ci fermiamo per uno spuntino: c'è un locale (Connaisance) gestito da mediorientali che oltre ai classici piatti tedeschi offre anche menu internazionali includendo anche tacos messicani. C'è anche un fornitissimo buffet per il brunch dal quale sta abbondantemente attingendo una giovane coppia di magrissimi tedeschi. Noi optiamo per l'insalata della casa e la scelta è veramente felice poiché è condita con una splendida salsa delicata e piccante al tempo stesso. Ce la servono insieme ad un'enorme focaccia calda che, nonostante sia buonissima, non riusciamo a finire. Nel frattempo i magrissimi tedeschi continuano l'incessante spola tra il buffet ed il loro tavolo, scrofolandosi quantità industriali di tutto quello che c'è. Quando noi usciamo, loro, i magrissimi, non hanno ancora finito! (un vero insulto per i miei …ntasette chili, che invidia!) Riprendiamo la discesa verso il porto e passiamo da St. Pauli. L'ambiente è veramente particolare ed è un curioso contrasto vedere persone distinte ed eleganti entrare alla Operettenhaus (dove pare che si replichi il musical americano Cats dal 1986) mentre tutt'intorno trucidi figuri si aggirano tra porno shop e locali a luci rosse. Arriviamo al porto, un veloce giro e poi risaliamo alla piazza del bellissimo municipio dove si tiene un festival rock. Torniamo al Aubenalster e questa volta percorriamo la riva destra fino a raggiungere Beim Schlump dove riprenderemo la metro per tornare in campeggio. Arriviamo in tempo per vedere l'arrivo del camper di una anziana ma arzillissima signora tedesca che viaggia sola in compagnia del suo cane. Nonostante la non più verde età, manovra il suo mezzo con la disinvolta sicurezza di un esperto camionista. Per noi, una fresca doccia e la cena a conclusione di una giornata che finalmente ci ha regalato una temperatura quasi estiva.

Lunedì 27 Luglio 1998 Amburgo - Uitdam. Stanotte ha piovuto e stamattina è nuvolo. Oggi ci attende un impegnativo tappone sino ad Amsterdam. Prima di uscire dal campeggio, sperimento per la prima volta l'utilizzo del "Sani Service" e devo dire che è veramente molto comodo ed efficiente. Una volta in direzione Brema, usciamo dall'autostrada e proseguiamo per un po' con la provinciale: il panorama è un bellissimo susseguirsi, ogni pochi chilometri, di piccoli villaggi con poche ma suggestive casette che hanno quasi tutte un ordinatissimo giardino. Sembra quasi che siano lì solo per la delizia dei forestieri che vi transitano. In uno di questi villaggi ci fermiamo per un po' di spesa nel supermercato locale dove facciamo anche scorta di birra che qui è convenientissima. Si riparte e dopo un po', a malincuore, riprendiamo l'autostrada perché il viaggio è lungo. Passiamo l'inesistente frontiera con l'Olanda e puntiamo verso nord per percorrere la grande diga. Il tempo si è messo al brutto, piove e c'è vento. Sulla diga, ci fermiamo nell'ultima area di sosta (Monument) da dove si può godere della splendida vista d'insieme del mare e del bacino formato dalla diga stessa. Seguendo il consiglio degli olandesi incontrati ad Asa, ci fermiamo nel campeggio di Uitdam vicino a Monnickendam e a circa 12 km da Amsterdam. E' un bel campeggio sulle rive del mare interno, dotato anche di un porticciolo dove attraccano tante barche, quasi tutte a vela, i cui equipaggi soggiornano nei bungalows o nelle roulottes stanziali trasformate in veri e propri villini con tanto di prato all'inglese davanti. Una volta sistemati tiro fuori il grill per la cena, accendo la carbonella e…. ricomincia a piovere! Non mi perdo d'animo e continuo imperterrito con l'ombrello e poco dopo smette lasciandoci cenare in pace. All'imbrunire, dal mare arriva un branco di anatre che inizia a becchettare tra tende e roulottes in cerca di cibo. La Sandra, che durante questo viaggio ha sfamato la fauna di mezza Europa, elargisce loro pane e biscotti. Il tempo di pulire il grill, riporlo e ricomincia a piovere questa volta forte. Andiamo a letto con la speranza che si sfoghi questa notte poiché domani ci piacerebbe arrivare ad Amsterdam seguendo le piste ciclabili lungo l'argine.

Martedì 28 Luglio 1998 Amsterdam. E' molto nuvolo ma non piove. Prendiamo le bici e ci mettiamo sulla pista ciclabile lungo l'argine che contiene il mare interno, per raggiungere Amsterdam. Le piste ciclabili qui sono dotate di numerosi e precisi cartelli che ci guidano con sicurezza lungo l'itinerario prescelto. Passiamo il villaggio di Uitdam, in tutto quattro bellissime case e due canali, attraversiamo altri piccoli villaggi tipici con il porticciolo e le variopinte casette. Al di qua dell'argine, incontriamo un lago sulle cui rive campeggiano in piccole tende irriducibili pescatori che espongono nutrite batterie di canne da pesca. Il vento, come sempre contrario al nostro senso di marcia, è caldo e carico di umidità; il cielo si scurisce ulteriormente e si sentono anche un paio di tuoni. Vedo in lontananza che, sulla nostra strada, c'è un sottopassaggio dell'autostrada che potrebbe offrirci riparo in caso di temporale: quando ne siamo a duecento metri, senza alcun preambolo, si scatena un acquazzone gigantesco. Piazziamo un tale scatto che avrebbe fatto ricrescere i capelli a Pantani (a proposito, oggi Marcolino indossa la sua prima maglia gialla) e lo sprint si conclude al fotofinish, nel senso che, nonostante tutto, il buonumore non ci ha ancora abbandonati e, al riparo sotto l'autostrada, ci divertiamo a fotografarci ed a riprenderci a vicenda, per documentare il bagno che ci siamo presi (mia suocera direbbe: "se non li xe mati lori…"). Dopo circa un quarto d'ora il temporale smette e possiamo riprendere il nostro viaggio. Arriviamo in breve ad Amsterdam Noord e, sempre seguendo gli utilissimi cartelli, lo attraversiamo percorrendo tranquille viuzze con le tipiche casette ad un piano ed i moli ai quali sono ormeggiate ogni sorta possibile di barche. Giungiamo davanti ad un molo dove ogni 15 minuti un traghetto parte per raggiungere il centro città. Non troviamo nessuna biglietteria a terra e quando ci imbarchiamo, non c'è nessuno che ci controlli o che ci possa vendere i biglietti; in ogni caso la traversata dura meno di cinque minuti, così facciamo i portoghesi. Arrivati in centro iniziamo a girare lungo i canali, c'è tantissima gente e molti anche gli sbiellati. La Sandra vuole assolutamente vedere il mercato delle pulci di Waterlooplein ma ci accorgeremo che non è niente di straordinario. Verso le 13 arriviamo davanti ad una birreria (Dantzig) con una bella terrazza prospiciente un canale; a fianco c'è un palazzetto nel quale, apprendiamo dai dei manifesti esposti, si stanno tenendo i giochi olimpici riservati ai gay. Ci fermiamo per uno spuntino e parcheggiamo le bici contro il muro della terrazza; tra le altre biciclette qui parcheggiate, ce n'è una da corsa che ha una sella veramente strana, dalla forma curiosamente circolare che per foggia, dimensione e colore ricorda molto (mi si passi il termine) un culo. Ridendo la indico alla Sandra e dalla terrazza vedo un uomo che mi guarda severamente sfoggiando una tenuta da ciclista e, appeso al collo, un vistoso pass dell'organizzazione dei giochi olimpici di cui sopra. Serpeggia in me l'atroce dubbio di aver fatto una gaffe! Facciamo finta di niente e ci accomodiamo in terrazza, il servizio è scadentissimo (un'ora per farsi servire due tramezzini), al bagno una grossa inserviente di colore, mi punta contro un indice accusatore che è un castigo di Dio e, con l'altra mano, mi porge il piattino delle mance che non avevo visto. Non oso rifiutare. Quando finalmente ce ne andiamo, troviamo entrambe le ruote della bici della Sandra a terra. Non è un caso, nei copertoni vi troviamo piantati dei grossi punti metallici usati nelle cucitrici da tappezziere ed ho il sospetto di aver così scontato la gaffe precedente. Non è un gran danno, fortunatamente la mia borsa degli attrezzi è talmente fornita che potrebbe tranquillamente essere usata sull'ammiraglia di una squadra ciclistica al Tour, tuttavia l'imbecillità e la vigliaccheria del gesto riescono dove la pioggia e gli altri contrattempi di queste vacanze non sono riusciti: siamo veramente incazzati!!! La riparazione, fra l'altro, ci porta via almeno 45 minuti e quando finalmente tutto è a posto, non siamo ancora dell'umore giusto per andare per musei. Van Gogh e soci dovranno aspettare un'altra occasione. Cerchiamo di rilassarci gironzolando ancora un po' per il centro, scriviamo qualche cartolina e compriamo dell'ottimo pane al sesamo per la cena. Passiamo dal famoso e caratteristico mercato dei bulbi e poi capitiamo in una lunga via piena di bar dall'atmosfera buia ed ambigua, nonché da porno shop e negozi che espongono in vetrina oltre al resto, macchinette per arrotare automaticamente le canne. Verso le 19 abbiamo ritrovato la calma, se non ancora tutto il nostro buonumore, e riprendiamo la via del ritorno. Ora c'è il sole e si pedala molto più volentieri. Nel Noord, ci fermiamo in una tipica birreria dove un simpatico barman con un imponente paio di baffi a manubrio, ci serve a regola d'arte due fresche Heineken. Siamo al campeggio intorno alle 20 e vicino al nostro, si è messo un camper italiano ma gli occupanti non sono socievoli, specie i due grossi dobermann che fanno parte dell'equipaggio. Dopo cena, riceviamo la solita vista delle anatre in cerca di cibo.

Mercoledì 29 Luglio 1998 Monnickendam - Volendam - Edam. Stamattina pioviggina. I simpaticoni del camper di fianco se ne vanno senza neanche un cenno di saluto; noi siamo indecisi se tornare ad Amsterdam con il bus e girare per musei, oppure se andare con le bici a visitare i dintorni. Dopo colazione smette di piovere, lo spirito di avventura ha la meglio sulla cultura (e sul buon senso) e pertanto inforchiamo le bici e dirigiamo questa volta a nord verso Monnickendam. E' un grazioso paese, c'è un porto lungo un canale e vi troviamo un negozio dove stanno affumicando il pesce, probabilmente sgombri e sardine. Nel centro c'è un parco con un'area riservata ai giochi dei bambini nella quale razzolano in libertà tantissimi animali da cortile, conigli, caprette, asinelli, addirittura due grassi maiali, ma che non sembrano per nulla infastiditi delle attenzioni che i bimbi riservano loro. Andiamo verso Volendam e quando ricomincia a piovere siamo provvidenzialmente vicini ad un centro turistico dove si produce e si vende ogni sorta di souvenir olandese, dagli zoccoli di legno ai formaggi, alle ceramiche e tutto quel genere di oggetti che, una volta a casa, risulteranno assolutamente inutili. Entriamo, nella speranza che smetta di piovere e la visita è piuttosto piacevole anche perché siamo gli unici turisti. Quando ne usciamo, non piove più e nel piazzale sono arrivati due pullman carichi di indiani con tanto di turbanti d'ordinanza. Prendiamo ancora la pista ciclabile per Volendam, che dista ancora circa tre chilometri, ed esattamente a metà, in mezzo alla campagna e senza nessun possibile riparo arriva inesorabile il solito e terrificante scroscio!! Stavolta è tutta nostra!! I kway fanno quello che possono ma la lotta è impari, abbiamo acqua fin dentro le scarpe e rimpiangiamo i musei di Amsterdam. Cerchiamo di raggiungere più velocemente possibile il paese e questo ci fa letteralmente ignorare un mulino datato 1600 che troviamo lungo la strada. Appena arrivati a Volendam ripariamo sotto la pensilina di una fermata di autobus e, c'è da dirlo? smette immediatamente di piovere. Abbiamo ormai acquisito un fatalismo esemplare e, stoicamente, sorridiamo della situazione tipicamente Fantozziana dirigendoci verso il centro. La parte più caratteristica della città, si snoda lungo il porto ed è piena delle tipiche casette multicolori adibite ora a negozi di souvenir e ristoranti. Ci sono moltissimi turisti, il paese meritava, nonostante tutto, una visita; unica nota stonata è il continuo passaggio di grossi pullman per le strette vie centrali. Sono le 13 passate, siamo ancora umidi e infreddoliti, pertanto decidiamo di mangiare qualcosa in un locale sul mare dove due splendide ragazze ci servono birra ed una superba insalata con filetti di salmone e di sardine affumicati. Il pasto ci ripristina il buonumore e lo concludiamo ordinando un irish coffee che dovrebbe riscaldarci un po', purtroppo però ce lo servono con sopra una montagna di panna montata fredda (ma a quegli occhioni blu si può perdonare questo ed altro). Riprendiamo la pista ciclabile che dal centro di Volendam ci conduce a Edam, un'altra interessante località pochi chilometri più a nord. Qui c'è meno ressa turistica ma il centro con i suoi suggestivi canali non è meno bello. Rifacciamo la strada a ritroso per qualche acquisto nei negozi di Volendam : una pipa in ceramica per me ed un simpatico orologino da muro per il camper. La Sandra vuole tornare al grosso centro dei souvenir dove aveva visto un nanetto da giardino che andrà a infoltire la schiera di gnomi che abbiamo sul terrazzo di casa, e così torniamo verso Monnickendam lungo la strada che stamattina ci vide infradiciati. Ora non piove ma c'è un forte vento (contrario, ovviamente), ne approfittiamo per dare un'occhiata al famoso mulino del 1600. Un cartello in olandese spiega, anche attraverso degli espliciti disegni, che serviva per sollevare l'acqua da un canale ad un altro più alto, attraverso una vite senza fine azionata dalle pale. Dopo l'acquisto del nanetto, rientriamo in campeggio ed ho appena il tempo di riporre e coprire le bici che si scatena un altro nubifragio. Accendiamo la stufa e ci scaldiamo con una bella zuppa calda.

Giovedì 30 Luglio 1998 Uitdam - Alkmaar - Lussemburgo. Stamattina non piove ma c'è un forte vento. La vacanza volge al termine e quindi partiamo per una veloce visita ad Alkmaar, la città del formaggio e del suo celebre mercato. E' molto carina, e nelle strette vie del centro piene di negozi, facciamo qualche acquisto di formaggi tipici, dopo di che via verso sud. Sulla strada, il forte vento sembra schiaffeggiare Magilla che, a volte, sbanda paurosamente ed il ballo continuerà fin quasi in Belgio. Prima della frontiera, riesco ad impegnare tutta la moneta rimasta per rabboccare il serbatoio del gasolio. Quando arriviamo in Lussemburgo sono le 19,30 e bisogna fermarsi per la notte; il camping segnalato è quello di Kockelscheuer. Qui l'addetto alla reception mi accoglie con un tale calore umano e simpatia, che mi torna in mente la Marinella (giunonica e solare fanciulla di trent'anni fa) quando mi annunciava che piuttosto di uscire con me, avrebbe preferito farsi monaca!. Lui mi scruta severamente, parla solo in francese, a dispetto dei miei tentativi di conversazione in inglese o in italiano, e freddamente, quasi seccato, mi assegna una piazzola. La torretta della corrente a 220 ha la presa così inaccessibile che bisogna sdraiarsi per terra per raggiungerla ed oltre tutto necessita di adattatore. Torno in direzione per chiederlo e lui, con la solita accattivante simpatia e prima ancora di mostrarmi l'adattatore, mi chiede sgarbatamente 100 franchi francesi in deposito. Ci sono testimoni, perciò reprimo a fatica la voglia di insegnargli un po' di educazione a suon di sberle, pago e solo allora ricevo il prezioso accessorio. Finalmente a posto, devo riconoscere che il campeggio è molto bello e ben tenuto e non è per niente caro: pagheremo l'equivalente di 23.000 lire in franchi belgi . Il cielo è sereno e dopo tutto il vento di oggi, non ci pare vero di poter apprezzare una tiepida e rilassante brezza.

Venerdì 31 Luglio 1998 Lussemburgo - Pero. Ci svegliamo allo squillo del telefono: è la signora Maria che ci informa che Pompeo (il gatto) credendo forse di essere rimasto l'unico abitatore nonché proprietario della casa, sta, lentamente ma con metodo, procedendo alla personalizzazione dell'appartamento secondo una sua ben precisa logica distruttiva. Questo induce la Sandra a proporre di sveltire il viaggio di rientro (..si sente solo, povera creatura!..) e pertanto decidiamo di partire subito. Il giuggiolone della reception questa mattina è di umore migliore (come se la Marinella avesse risposto "vedremo, forse il mese prossimo"), mi restituisce la cauzione prima ancora di avere in mano l'adattatore e mi informa che il gettone del "Sani Service", di cui il campeggio è dotato, è gratis. Sconvolti da tanta gentilezza, scarichiamo riconoscenti i serbatoi e partiamo. Poco da dire sul viaggio se non che la Sandra si guadagna sul campo il soprannome di Magellano in quanto, con un'audace interpretazione della cartina, riesce a farci allungare il tragitto di circa 200 km includendo una coda di almeno 50 minuti. Siamo a casa verso le 21, il contachilometri segna 28.150. Pompeo ci mostra felice i cocci della sua ristrutturazione, ronfando soddisfatto sotto le carezze della Sandra che finalmente può tornare a dedicarsi al nutrimento di un solo animale. Se si esclude il sottoscritto. P.S. Liberissimi di non credermi, ma qualche giorno dopo, sfogliando una rivista con data antecedente alle nostre vacanze, il mio oroscopo diceva : " Attenzione per chi si mette in viaggio: possibili contrattempi." Proposta per il Web Master : fosse da includere l'oroscopo, nella rubrica del meteo e della viabilità ?

RIASSUMENDO SUI CAMPEGGI

Campeggio
Città di riferimento
Km dal Centro
Costo
Servizi igienici

Camper Service

Struttura

Sistemazione

Acqua Calda
GIUDIZIO
Talchirken
Monaco
8
28,80 DM
sufficiente
gratis
buono
piazzole
2 DM
discreto
Erlanghen
Norimberga
25
26.50 DM
scarso
NO
sufficiente
libera
1 DM
scarso
Neuendorf
Berlino
20
23.50 DM
sufficiente
NO
buono
libera
gratis
buono
Ratekau
Lubecca
7
34.50 DM
buono
NO
buono
piazzole
gratis
buono
Bellahoj
Copenaghen
4
135 KD
insufficiente
gratis
scarso
libera
???
insufficiente
Roskilde
Roskilde
2
127 KD
buono
gratis
sufficiente
libera
6 KD
buono
Asa
Asa
1
120 KD
buono
NO
buono
piazzole
5 KD
buono
Ringkobing
Ringkobing
5
130 KD
sufficiente
NO
sufficiente
libera
5 KD
discreto
Adalens
Esbjerg
10
125 KD
buono
gratis
buono
piazzole
gratis
ottimo
Schnelsen
Amburgo
15
36 DM
buono
2 DM
buono
piazzole
1 DM
buono
Uitdam
Amsterdam
12
36,50 FN
sufficiente
gratis
buono
libera
1 FN
discreto
Kockelscheuer
Lussemburgo
4
460 FB
buono
gratis
buono
piazzole
???
buono

Note : DM = Marchi tedeschi (990 lire) KD = Corone Danesi (260 lire) FN = Fiorini Olandesi (880 lire) FB = Franchi Belgi (48 lire).

I costi sono riferiti ad un pernottamento di 2 persone con camper e allacciamento elettrico. Il giudizio relativo ai servizi igienici riguarda principalmente lo stato di pulizia. Il giudizio relativo alla struttura, riguarda il campeggio nel suo insieme compresa l'ubicazione geografica e paesaggistica.

Vito de Bellis


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