Viaggiare - Diari di Viaggio


GRECIA NORD ORIENTALE



(testo e foto di Nadia Pancani)

IL NOSTRO TINERARIO IN GRECIA -EVIDENZIATO IN BLU

Periodo: dal 1 Agosto al 24 agosto 2008
Equipaggi: 3 camper + 6 adulti ( 2 equipaggi sono partiti 5 giorni prima e ci attendono allo sbarco.)
Km. percorsi: km. 3000

Quest’anno la vacanza per me ha un sapore nuovo, infatti, per la prima volta mi recherò in Grecia, paese che tanti mi hanno decantato per le sue meraviglie archeologiche e per il mare stupendo, e sempre per la prima volta affronterò una lunga traversata in mare (15 ore e io ho un po’ di paura del mare!!!!!).
Quindi parto con la consapevolezza d’iniziare veramente un’avventura: territorio, usanze, cultura, lingua, cibo, strade ….tutto da scoprire e da vivere per tre settimane.
Il nostro traghetto della flotta Anek Line, parte da Ancona il Sabato 02 Agosto alle 16,30, ma la nostra avventura inizia il venerdì 01 Agosto alle 20,30.

01 Agosto 2008(Firenze - Gubbio km. 178 ) tempo: caldo
Valutando che la giornata di sabato 2 agosto è considerata di grande traffico, abbiamo pensato di avvantaggiarsi partendo il venerdì sera dopocena e arrivare a Gubbio, dove si trova una bellissima area di sosta.
Il viaggio si è svolto tranquillo e fresco, vista l’ora, partiti da casa alle 20,30 alle 11,45 eravamo già sistemati nell’area sosta, che abbiamo trovata abbastanza piena ma veramente confortevole.

02 Agosto 2008(Gubbio- Ancona porto km. 109) tempo: caldo e sole
Dopo un bel sonno ristoratore intorno alle 9,30 ci siamo rimessi in marcia e anche questa parte di viaggio si è svolta nella massima tranquillità, traffico quasi inesistente; arrivati al porto l’organizzazione era perfetta e senza nessun intoppo e perditempo, grazie alle esatte indicazioni degli operatori portuali, ci siamo ritrovati sulla banchina pronti all’imbarco. Fatto il chec In e una seconda colazione al bar di fronte al porto ci siamo organizzati per l’attesa del nostro traghetto, visto che di tempo a disposizione c’è né molto, sono solo le 12,00 …
Nell’attesa abbiamo scoperto che la maggior parte dei camper in fila con noi, (20 equipaggi) faceva parte di un gruppo di Bra, con destinazione Turchia: devo spendere due parole per questi camperisti, perché persone veramente simpatiche e cordiali, provenienti da tutta Italia (Piemonte- Lombardia-Marche-Lazio-Campania-Emila) e unite dal piacere del viaggiare in camper.
Sono stata molto felice quando le abbiamo nuovamente incontrati sul traghetto di ritorno.
Il traghetto “ELLENIC SPIRIT” è arrivato in perfetto orario ma tra operazione di scarico e carico (era pieno zeppo di automezzi-camion e persone) è partito con un’ora di ritardo alle 17,30.
Per sfortuna in open deck non ci è toccato la prima fila, quella d’avanti agli spazi aperti, ma bensì la seconda fila, comunque l’aria sembra arrivarci.
Resto della serata dedicato alla scoperta della nave:
Il traghetto è molto grande e anche ben arredato, con bar, discoteca, self service, Ristorante, bar panoramico , negozi e piscina (piccolina) tuttavia la cosa che mi ha sconvolto è vedere le tantissime persone, bambini piccoli compresi, sdraiate in ogni sito della nave (dentro e fuori) per accaparrarsi un angolo per la notte, distendendo materassini, coperte, piccole tende ecc., dava l’impressione di essere su una nave di immigrati dei primi del novecento. L’effetto che mi ha fatto è stato sconvolgente al negativo e nel open dech, anche se circondata di camper , mi sembrava di essere in un angolo di paradiso.

03 Agosto 2008 ( Igomeniza- Ioannina-Konitsa-Eptahori km. 193) tempo sole e caldo (40° alle 15,00)
La notte è passata tranquilla e veloce , mare calmo , unica nota dolente fino alle 4 del mattino la temperatura è stata abbastanza elevata all’interno del camper ma alle 6,00 ci siamo alzati per vedere
L’alba sulle coste dell’Albania e Corfù , e nonostante la levataccia è valsa veramente la pena.
In perfetto orario (durante la notte il traghetto ha recuperato il tempo perduto alla partenza) alle 08:00 ore italiane, le 09,00 ore Greca arriviamo a Igomeniza.
Il primo impatto con il territorio greco è bellissimo, il golfo di Igomeniza è un porto naturale talmente racchiuso che sembra di essere in un lago.
Il vantaggio della nostra postazione in Open DECK è CHE USCIAMO PER PRIMI, quindi ci spostiamo nel piazzale in attesa dell’arrivo degli altri 2 equipaggi.
Appena riunita la” compagnia” ci dirigiamo verso Ioannina per E90 (no Autostrada).
Viste le alte temperature, decidiamo che anziché continuare a far mare, di addentrarsi verso il nord della Grecia ai confini con l’Albania,che abbiamo letto su le guide essere ricco di laghi, monti e gole dalle mille cascate e ponti in pietra, per poi discendere verso la Calcidia.
Così Arriviamo a Ioannina intorno alle 11,30 e sostiamo lungo il Lago Pamvotida, per la visita della città e per pranzare.
Ioannina, capitale dell’Epiro, ha ospitato popoli di diversa cultura, che hanno lasciato un marchio indelebile sia nell’architettura che nella fisionomia stessa della città.
Dalla cinta muraria che fu edificata nel XII sec. ma restaurata da Ali’ Pascià che governò l’Albania e L’Epiro (1741-1822) si accede alla cittadella.
La cittadella ha conservato un aspetto orientale con le caratteristiche stradine, le case dai tetti spioventi, le antiche mosche e il palazzo di Alì Pascià che sorge nel punto più elevato dell’altura.
Quì si trova la moschea Aslan Pascià, fondata nel 1619 nel luogo in cui sorgeva un monastero ortodosso, l’edificio oggi accoglie un Museo di Arte Popolare che espone armi e ricchi costumi.
Dalla terrazza si ha una bella veduta sul lago e sui monti circostanti, più in basso rispetto alla moschea si trova l’antica biblioteca turca e oltre la vecchia Sinagoga.

IOANNINA- VISTA DALLA CITTADELLA DEL MAUSOLEO DI ALI’ PASCIA’

Dalla cittadella ci spostiamo al ridotto fortificato che comprende il mausoleo di Alì Pascià, una moschea e l’antico palazzo del “leone di Ionnanina”, oggi nel Museo Bizantino.
Dopo aver pranzato lungo lago, continuiamo il nostro spostamento su E853 con l’intenzione di addentrarsi nelle gole e raggiungere Monodendri, ma non riusciamo a trovare il bivio, quindi anziché tornare indietro ci fermiamo a Konitsa, dalla strada abbiamo visto un bellissimo ponticello in pietra che sovrasta un’altrettanto bella gola. Sostiamo il camper in un piazzale ai bordi della statale per raggiungere il fiume.
Konitsa è una pittoresca cittadina annidata ai piedi del monte Trapezita e può essere base per escursioni nelle gole e vallate vicine, ma soprattutto è conosciuta per il suo ponte turco che è uno dei più belli di tutta la Grecia e anche il più ampio ponte in pietra con una singola arcata dei Balcani.
Esso sovrasta il fiume Aoos, fiume che si incanala in una bellissima e stretta gola, già dal ponte si gode di un bellissimo panorama sui monti ma ancora più gradevole, vista la temperatura è immergere i piedi nel fiume, risalirlo quanto possibile a piedi, e scoprire cascate e scenari mozzafiato.

KONITSA- LA VALLATA DEL FIUME AOOS VISTA DAL PONTE

Ancora però la temperatura non si placa e decidiamo di continuare la marcia, la strada si inerpica in bellissimi scenari, ora assolatissimi e brulli, alle volte più verdeggianti e con fiumiciattoli secchi attraversati da altri piccoli ponti in pietra.
La strada è percorsa anche da innumerevoli camion che probabilmente attraversano la Grecia per dirigersi in Turchia o Bulgaria.
Arrivati alle 19,00 decidiamo di trovare un luogo per la notte, ma la sosta lungo strada è impossibile, non c’è spazio, così al primo paesino che incontriamo ci fermiamo a verificare la possibilità.
Parcheggi non c’è ne sono, avviliti e stanchi chiediamo a degli anziani signori seduti fuori da un bar , indicazioni in inglese. Ci dicono che non ci sono parcheggi possibili ma sarebbero molto felici se sostassimo i nostri camper nel piccolo rientro (lungo strada ) del loro bar.
La loro gentilezza ci affascina e così anche se non è l’ubicazione migliore ci sistemiamo per la notte:
la temperatura sta diventando fresca e si spera che durante la notte i camion cessino di passare.
Dopo esserci sgranchiti le gambe girondolando nel piccolo paesino, ci prepariamo alla cena.

04 Agosto 2008 (EPTAHORI-KASTORIA-EDESSA KM: 206) TEMPO: CALDO E SOLE
La notte è passata tranquilla, fresca e silenziosa, i camion hanno iniziato a viaggiare nella prima mattina, prima di ripartire i proprietari del bar hanno insistito perché ci rifornissimo di acqua presso la cannella del loro orticello, la loro cordialità e disponibilità è stata eccelsa.
Intorno alle 9,30 Riprendiamo la marcia con destinazione Kastoria.
La strada si inerpica in paesaggi quasi di alta montagna e al passo nella località Pentalofos, scopriamo che è ubicato un albergo con tanto di piazzale e acqua, sarebbe stato un posto squisito per la sosta notturna; superato il valico il paesaggio cambia e diventa particolarmente aspro mentre il caldo inizia a farsi sentire.
Arriviamo a Kastoria intorno alle 11,30 sotto un sole cocente e senza un alito di vento.
Situata su di una penisola che si protende nelle acque dell’omonimo lago, Kastoria conserva alcune antiche dimore in stile balcanico, che però sono talmente mescolate e attaccate alle tantissime nuove costruzioni da diventare anonime.
Kastoria è inoltre rinomata per la lavorazione e l’esportazione della pelliccia di castoro ma sinceramente non abbiamo trovato nessun negozio o laboratorio che attestasse ciò:
tanti negozi lungo lago ma che vendevano articoli vari estremamente scadenti……
Lungo lago è impossibile sostare risulta pieno zeppo di ristoranti e con divieto di parcheggio camper, così visto che l’ora di pranzo si avvicina siamo costretti a parcheggiare in un piazzale molto fuori centro e a tutto sole.
Poiché ho letto su le guide che Kastoria è ricca di chiese bizantine, circa 50, decidiamo di avventurarci a piedi verso il centro, ma dopo 2 km. di cammino sotto il sole la meta è ancora lontana, il caldo insopportabile, così rinunciamo.
Risultato: noi pensavamo di trovare un piccolo paesino caratteristico di media montagna (siamo a 800 Mt e i monti circostanti superano i 1500mt ma la temperatura è intorno ai 40°) con temperatura gradevole e prodotti locali da conoscere ma tutto ciò era solo nelle nostri menti e sulle guide turistiche, sarà stato per il caldo, sarà stato per la gente inospitale, sarà stato per il caos e l’impossibilità di parcheggiare, sta di fatto che siamo rimasti estremamente delusi e così dopo pranzo abbiamo letteralmente lasciato di corsa Kastoria.
Nota positiva: il lago era gremito di molti specie di uccelli di palude (oche, cigni, papere, pellicani, aironi cenerini ecc..).
Lasciata Kastoria la strada in breve comincia a inerpicarsi dolcemente sulle montagne circostanti (direzione Korisos per raggiungere Edessa) e offre un panorama mozzafiato con vista a 360° su Kastoria e il suo lago, visto da quà è bellissimo.
Arriviamo a Edessa intorno alle 17,30.
Seguire le indicazioni per le cascate (scritte in inglese), arrivando si troveranno dei negozi, seguire le indicazioni per posteggio pullman: qui abbiamo sostato i nostri camper pronti per la notte.
Edessa antica capitale della Macedonia, conosciuta anticamente con il nome di AEGAE, è una piacevole cittadina che dall’alto domina tutto l’altopiano della Macedonia.
E’ ricca di numerosi ruscelli che formano diverse cascate tra cui la famosa “cascata d’Edessa”, sotto la quale si trova una grotta e la chiesetta dell’Ascensione.

EDESSA - CASCATA

Il tutto racchiuso in un bellissimo parco, fresco, verde e fiorito dove sono ben segnalati vari percorsi da effettuarsi all’interno: salendo si può arrivare fino al vecchio nucleo di Edessa (Varossi) con le caratteristiche case in stile balcanico e i vecchi mulini, oppure scendendo a piedi o in ascensore panoramico si raggiunge un bellissimo ristorante inserito all’interno di una vecchia fabbrica dei primi del ‘900 che produceva corde per le navi, molto interessante, sono ancora conservati intatti i macchinari dell’epoca.
E cosa altrettanto interessante, abbiamo acquisto delle ciliegie buonissime, fresche e a buon prezzo presso il mercatino appena vicino al posteggio…. (ciliegie ad Agosto eccezionale!!!!!)
Fortunatamente la temperatura si sta abbassando, così rilassati e soddisfatti della passeggiata terminiamo anche questa giornata.

05 Agosto (Edessa-Pella scavi – Nea Plagia- Flogita km: 150) tempo: sole e caldo
Da Edessa la mattina intorno alle 9,00 imbocchiamola E86 direzione PELLA, durante il viaggio sbagliamo incrocio e entriamo nel paese nuovo di Pella, tuttavia l’errore diventa positivo in quanto mentre eravamo fermi a guardare la cartina si avvicina un signore e ci propone di fare rifornimento di acqua presso i giardini del paese:
CHI DICEVA CHE IN GRECIA E’ DIFFICILE RIFORNIRSI D’ ACQUA ?!!!!!!!!
Pella fù capitale e centro amministrativo dell’antica Macedonia (413-399a.c.), patria di Filippo Il Macedone, ha dato i natali sia a Filippo II che a Alessandro Magno ; quà Aristotele fù precettore di Alessandro Magno e Euripide scrisse e presentò le sue ultime opere.
A Pella abbiamo visitato il sito archeologico (€ 6,00 COMPRESO IL MUSEO), dove di integro sono rimaste solo le colonne doriche e alcuni bellissimi mosaici di ciottoli; interessante il mosaico pavimentale ellenistico a forme geometriche, mentre gli altri mosaici, altrettanto belli, riproducono scene mitologiche.
Della vastissima Agorà e del grandioso Palazzo Reale sono rimaste solo le fondamenta che tuttavia fanno ben percepire quanto fosse meravigliosa e ben organizzata ( con viali, fognature, negozi ecc.) l’antica Pella.
Interessante l’attiguo museo che espone altri mosaici e resti provenienti dagli scavi di Pella, resti che comprendono: Monete, statue (di cui un volto di Alessandro Magno da giovane), manufatti, gioielli e una bellissima corona formata da foglie d’alloro d’oro.
Terminata la visita senza ulteriori indugi decidiamo di dirigerci verso la penisola di Kassandra e raggiungere il mare per immergersi in un rinfrescante bagno.
Proseguiamo per E86, con l’intento di imboccare l’autostrada e poi la circonvallazione di Salonicco, ma purtroppo dall’autostrada sbagliamo uscita e ci ritroviamo proprio nel centro di Salonicco, non abbiamo altra alternativa che attraversarlo tutto prima di imboccare la superstrada che porta a Kassandra. Il caldo e il traffico sono allucinanti, e ci mettiamo ben 1:30 ora per attraversare la città.
Imboccata la superstrada, verso le 12,30 decidiamo di uscire per prendere il lungomare e fermarsi per una pausa pranzo e bagno.
Stavolta la fortuna ci assiste, arriviamo casualmente a un paese tutto nuovo di nome Nea Plagia, la strada ci porta fin sulla spiaggia, dove parcheggiamo in pineta a bordo mare e per la prima volta da quando il viaggio è iniziato ci facciamo un bellissimo bagno in un’acqua caldissima e trasparente: il primo approccio con il mare della Grecia o meglio della Calcidia è estremamente positivo, colori splendidi, sabbia bianca e acqua caldissima.

NEO PLAGIA- SOSTA IN PINETA SUL MARE

Nel tardo pomeriggio dopo esserci riposati decidiamo di spostarci per la notte, continuando lungo la strada costiera, vediamo diverse opportunità per la sosta libera, ma anche stavolta casualmente ma fortunatamente ci fermiamo a Flogita, pochi km. da Nea Moudania.
Parcheggiamo i camper vicinissimi alla spiaggia all’ombra delle palme, il paese è tutto nuovo ma con un bel lungomare dai bellissimi bar, la spiaggia libera è pulita, dotata di docce e l’acqua è sempre bella, trasparente e calda.

FLOGITA- SOSTA TRA LE PALME

Troviamo anche un bel mercatino che sembra sia aperto 24 h su 24, dove acquistiamo della frutta e verdura freschissima e da un contadino della Rezina e OUzo, fatto in casa e imbottigliato in bottiglie di plastica da 1,5 lt. La qualità è superba.
Terminiamo la serata con un bel bagno al tramonto.

06 AGOSTO 2008 (Flogita-spiaggia di Kriopigi KM: 50) tempo: caldo e sole
Trascorriamo la mattina sul mare e decidiamo di spostarci prima di pranzo.
Continuando lungo la strada costiera, all’inizio di Nea Moudania, all’incrocio sulla destra ho notato un parcheggio sotto gli olivi, dove sostavano altri camper, sembra che l’ubicazione sia vicina al mare e al paese, che tra l’altro mi sembra piuttosto grandino e accogliente.
Imboccato il dito, alla deviazione optiamo per esplorare prima la parte est, attraversiamo molti bei paesi, movimentati assai, il mare ci richiama con i suoi colori ma le strade che portano alla spiaggia sono piuttosto strette.
Alla fine decidiamo di avventurarci in una di queste discese e fortunatamente ci ritroviamo su una delle più belle spiagge di Kassandra: la spiaggia di Kriopigi.
Una bellissima pineta fa da cornice alla spiaggia, quà possiamo sostare, tra l’altro ci sono dei bulgari con tende e camper che gentilmente ci dicono che si trovano da alcuni giorni e tutto è ok.
La spiaggia bianca fa risaltare i colori azzurro-smeraldo del mare, sulla spiaggia ci sono docce da poter usufruire, nelle vicinanze c’è una cannella dove possiamo fare rifornimento di acqua. Tutto è perfetto, così decidiamo di rilassarci un giorno in questo bellissimo luogo.
Per raggiungere questa spiaggia, dal paese soprastante, seguite l’indicazione per il “CAMPEGGIO KRIOPIGI” subito prima del campeggio sulla vostra sinistra vedrete una pineta, là potete sostare.
In pineta, sul mare si trova anche un bar, che apre dalle 10,00 alle 19,00 e un trenino turistico, fa la spola, ogni ora, tra la spiaggia e il paese (costo € 1,00).
Pomeriggio in pieno relax tra sole e mare.
Alla sera scopriamo che nonostante il bar sia chiuso, le luci della terrazza sul mare restano accese, così dopocena prendiamo le carte e ci mettiamo a giocare al tavolo del bar.

07 Agosto 2008 (KRIOPIGI- POSSIDI KM. 60) TEMPO: CALDO E SOLE
Dopo aver trascorso la mattina sulla spiaggia, verso le 12,00 decidiamo di spostarci.
Riprendiamo la statale costiera e vediamo altri posti dove sarebbe possibile liberamente fermarsi, ma decidiamo di proseguire ancora un po’, così abbastanza velocemente ci ritroviamo a fare il giro della punta di Kassandra, la costa ci appare sempre bella con pinete che scendono fin sul mare e l’acqua dai colori meravigliosi, a ogni baia o spiaggia saremo tentati di fermarci, ma optiamo per la costa ovest.
Quà ci attende la prima sorpresa, la parte ovest della penisola è quasi completamente costruita e gli accessi al mare sono bloccati da ville o hotel.
Una prima possibilità si incontra a Loutra, ma il parcheggio è piccolo, anche se vicino al mare e al paese, già occupato da altro camper ci è impossibile trovare posto per noi tre.
Un po’ avviliti sia per il caldo che per la fame, decidiamo di imboccare la strada che conduce alla punta di “POSSIDI”.
Il paese non è molto grande, si sviluppa lungo mare per circa 1 km., ma offre alcune possibilità di sosta:
1° in un grande parcheggio sterrato all’inizio del paese sulla sinistra, l’altra imboccando il lungomare, sempre all’interno del paese, direzione la punta estrema, sulla destra c’è un parcheggio grande, con alcuni posti sotto gli alberi.
Al di fuori del paese, continuando verso la punta e seguendo le indicazioni del campeggio, volendo si può sostare su un piazzale sterrato terrazza mare, oppure andando direttamente sulla punta, seguendo la strada per il faro, esiste un piazzale con tanto di cartello (possibile campeggio libero) e due cannelle per acqua. Il posto è bellissimo a diretto contatto della natura, nota dolente: non c’è possibilità di ombra e la pineta retrostante è quasi una discarica a cielo aperto compresa di edificio fatiscente. (CHE PECCATO RIDURRE UN COSI’ BEL POSTO IN UN IMMONDEZAIO!!!!!)
Devo dire che i rifiuti abbandonati ovunque sarà una costante per tutto il viaggio attraverso la Macedonia.
Noi ci fermiamo al secondo parcheggio del paese e trascorriamo il resto della giornata in completo relax sul mare, che anche quà è meraviglioso anche se un tantino troppo mosso per me.
Alla sera, prima cena in taverna, sono curiosa di assaggiare i famosi calamari fritti, che tanto mi hanno osannato.
Optiamo per il primo ristorante con una bella terrazza sul mare, per tutto il giorno è stato affollato e questo ci fa pensare che si mangi bene. Infatti, così è.
Menu: 1 insalata greca + 1 calamaro fritto + 1 alici fritte + 1 birra mytos + 2 ouze € 30,00
La giornata termina nel migliore dei modi.

08 Agosto 2008 (Possidi- Agios Mamas- Olynthos km: 53 ) tempo: sole e caldo

POSSIDI-LA PUNTA

Trascorriamo la mattina al mare, facendo una bellissima passeggiata sulla spiaggia fino alla punta.
Quà è stupendo, una lingua di sabbia si incunea nel mare, fino a diventare un puntino piccolo, così da una parte il mare risulta mosso, dall’altra è una tavola verde-azzurra limpidissima, mai visto un mare così bello. Impossibile non tuffarsi è veramente uno spettacolo della natura.
Rientrando alla nostra postazione sulla spiaggia del paese, mi diletto a raccogliere sassi di tutte le forme e colori. Nel pomeriggio, dopo avere condotti anche gli altri componenti del gruppo a esplorare la punta, (ma col camper), risaliamo la penisola per dirigersi verso SINTHONIA.
La giornata è ancora calda così ci spostiamo alla spiaggia di Agios Mamas.

spiaggia di AGIOS MAMAS


Anche questa una vera sorpresa, sulla spiaggia quasi fin sul mare ci sono migliaia di gigli fioriti, palme e una bellissima sabbia.
Inoltre, ma ciò quasi ovunque in Calcidica, la spiaggia, che è libera, è provvista di ombrelloni gratis, docce e bagni.
Ne approfittiamo per svuotare i WC dei camper (così faremo per tutto il viaggio), ci facciamo una bella doccia con spampoo e bagno schiuma e ci beviamo una birra fresca al calar del sole.
Sarebbe un’ottima base per la sosta notturna, ma poiché l’indomani vogliamo visitare la vecchia Olyntos, e visto il caldo è meglio approfittare delle prime ore del mattino, decidiamo di andare a dormire fuori dell’area archeologica.
Così prima che sia completamente buio, ci dirigiamo al sito che dista pochi km.
Il parcheggio è carino, ma lungo la strada, che risulterà essere assai trafficata poiché conduce ai campi e quà i contadini lavorano fino a tardi la sera e molto presto la mattina.

09 Agosto 2008 (Olynthos- Sarti – Porto Koufos km. 97 ) tempo : sole e caldo
All’apertura degli scavi siamo già pronti: ore 8,00, ma l’impiegato arriva ben alle 8,20…..con molta calma, ingresso € 3,00.
Olyntos era un’antica città greca della Calcidica, sorgeva sul fiume omonimo a solo due km. dal mare e posto su di una modesta altura, fondata dai Calcidi nel IV sec. a.c., la città fu a capo della lega Calcidica, ottenendo l’indipendenza da Atene, prese parte alla guerra del Peloponneso, prima contro Atene e poi contro Sparta, alleata di Filippo, venne poi completamente distrutta da quest’ultimo perché gli si era voltata contro alleandosi nuovamente con Atene; costituisce un raro esempio di città classica non modificata a opera del V sec. A.c dell’architetto che aveva progettato il Pireo e Rodi.
Gli scavi archeologici dimostrano la ricchezza della città: era attraversata almeno da sette strade che misuravano circa 5 Mt di larghezza, con orientamento nord-sud, attraversate da altrettante strade perpendicolari, che formavano isolati di case di uguali dimensioni. La strada centrale sempre direzione nord-sud misurava circa 7 Mt e sboccava in una grande Agorà.
Le abitazioni a due piani erano orientate verso mezzogiorno, composte anche di una camera con vasca di bagno, portici e cortili interni. Al secondo piano c’erano le stanze per la servitù e il talamo coniugale.
Mancavo di pozzo proprio, e i rifornimenti venivano fatti alla fonte pubblica.
Di tutto ciò è rimasto solo le fondamenta, alcuni mosaici, la vasca da bagno, le fognature, le strade e alcune colonne relative al palazzo pubblico ma la visita risulta molto interessante e non si impiega più di 1:30 ora.
Così prima delle 10,00 ci siamo nuovamente messi in marcia direzione la seconda penisola e con l’obbiettivo di trovare un campeggio per trascorrere il fine settimana.
Imbocchiamo la strada per Sinthonia costa est, il paesaggio è stupendo: alte scogliere a picco sul mare che si aprono su piccole baie di sabbia bianca e con mare dalle mille sfumature di blu.
Ci accorgiamo subito che quasi tutte le baie sono occupate dai campeggi, oppure sono raggiungibili solo attraverso strade non asfaltate, scoscese e tortuose quindi impossibili per i nostri mezzi.
Ci fermiamo a diversi campeggi ma o sono tutti completi oppure quelli con possibilità sono talmente pieni e sporchi da non giovarsene.
La strada continua alternandosi a paesaggi ricchi di pinete che scendono fin sul mare a paesaggi quasi lunari, aridi con crete (simili alle nostre crete senesi) occupate solo da rimessaggi di lamiera per pecore: un paesaggio da voto 10.
Peccato che sia impossibile trovare un campeggio alla cui ricerca impieghiamo tutta la mattina.
Verso le 12,00 arriviamo a Sarti, qui esiste un campeggio “Sarti beach” che ha anche l’hotel, anche se i servizi lasciano a desiderare, saremmo pure disposti a restare ma le piazzole disponibili sono piccolissime e tramezzo a carrelli e gommoni per cui ci rinunciamo, il costo era € 24,00 per 2 persone + camper + elettricità.
Ci sistemiamo sul piazzale sterrato vicino al campo sportivo per il pranzo e poi continueremo la ricerca di un posto migliore in sosta libera.
Sarti ci appare come una vivace meta turistica, con una bellissima e lunghissima spiaggia bianca e fine con un mare altrettanto bello e moltissimi negozietti e ristoranti.
Dalla sua spiaggia si gode una bella prospettiva e un affascinante panorama su il terzo dito: la penisola del Monte Athos.
Dopo esserci riforniti di acqua presso la cannella del campo sportivo, proseguiamo, lungo la strada qualora si incontra un campeggio ci fermiamo ma la musica non cambia: o pieno o sporco.
Verso le 15,00 dall’alto della strada in località Porto Koufos vediamo alcuni camper parcheggiati sulla spiaggia, così gli raggiungiamo. Il posto dove ci troviamo è praticamente una stretta striscia di sabbia posta tra il mare e la laguna retrostante, affollata di aironi cenerini, questa doppia conformazione rende il luogo veramente particolare, per raggiungerlo seguire la prima stradina a sinistra (ovviamente provenendo da Sarti)arrivando al paese sembra che conduca all’Hotel ma invece continua fino a terminare poco oltre lo spiazzo dove abbiamo posteggiato i camper.

PORTO KOUFOS- BAIA

Porto Koufos è un piccolo insediamento di pescatori.
“KOFOS Limin” (Sordi porto) è stato menzionato da Tucidide, l’antico storico greco, gli antichi abitanti gli diedero questo nome, perché i suoni del mare non possono essere sentiti dentro la baia.
Porto Koufos è il più grande porto naturale per profondità della Grecia ed ha una ricca storia; il porto è stato utilizzato come base di pirati turchi e durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi per i sommergibili U-boot (a causa della sua ubicazione geografica essendo diretto accesso al Mar Egeo).
A Porto Koufos ci sono poche case, alcuni alberghi e taverne e un caratteristico porticciolo di pescatori usato in estate anche per imbarcazioni turistiche.
La natura è molto selvaggia e rocciosa e con nostra sorpresa abbiamo scoperto che la sabbia era formata da mille pagliuzze d’orate che la facevano brillare e luccicare come fosse oro sia in acqua che fuori, così l’abbiamo soprannominata a ragione “ Sabble Dor”.
Dopo cena molto agevolmente in meno di 30 mm, abbiamo raggiungo il porticciolo del paese attraverso una stradina lungo mare, animata da pescatori e da alcuni camper che avevano trovato posto per la notte.

10 AGOSTO 2008 (PORTO KOUFOS – TORONI: KM. 5,00) TEMPO: CALDO SOLE matt.- temporale pom.
La mattina si preannuncia leggermente nuvolosa, quasi speriamo che piova per rinfrescarci, ma in poco tempo il cielo diventa nuovamente azzurro.
Decidiamo di spostarci a Toroni che dista solo 2 km. seguiamo le indicazioni per la vecchia fortezza bizantina e ci ritroviamo su una bellissima baia, dove sono parcheggiati moltissimi camper e fornita di WC chimici che adoperiamo per scaricare i nostri Wc.
Toroni antico porto alleato degli Ateniesi, dal punto di vista archeologico è senz’altro il luogo più rilevante di Sinthonia, tanto che alcuni anni fa era vietato praticare il diving per timore dei furti.
Ora è molto più famosa per la sua lunga spiaggia di sabbia bianca e fine (lunga circa 3 km) piena di beach bar, taverne, negozi e supermarket.
Il suo nome deriva da “Toroni” moglie di Protea, figlio di Poseidone, fondata nell’VIII sec. A.c., nel 168 ac. Fu invasa dai romani e nel XIX sec. I turchi distrussero le sue possenti mura, utilizzando le pietre di granito per lastricare le strade di Salonicco e Costantinopoli.
La fortezza bizantina è posta su di una piccola altura all’estremità meridionale della baia di Toroni e sono tutt’ora in corso lavori di recupero e ristrutturazione, quindi è bella da vedersi ma impossibile da visitare.
Anche se dove ci siamo fermati sia il mare che la spiaggia (diversi caicchi quà lasciano i loro ospiti per fare il bagno) sono molto belli, ci appare troppo affollata così decidiamo di spostarci, attraversando il paese ci fermiamo a rifornire le nostre cambuse, i negozianti sono particolarmente gentili e curiosi ad imparare alcune parole d’italiano che ripetano come pappagalli.

Ma appena superato l’abitato ci fermiamo nuovamente: seguite l’indicazione per la “TAVERNA”( in greco) e vi ritroverete su bellissimo promontorio da una sabbia bianca con un mare veramente cristallino e turchese.
Il posto è occupato da diversi camper, quasi tutti italiani, molto gentilmente ci danno indicazioni per la sosta: il posto è così bello che decidiamo di ripartire solo l’indomani.
Ci spaparanziamo in mare e visto che la taverna, altro non è che un furgone allestito per la vendita e la cottura di cibi, è vicinissima ordiniamo spiedini di Sulaki da mangiare nel nostro camper, sono ottimi.
La giornata scorre serena e perfetta tra bagni, sole e discorrendo con i nostri connazionali che si dedicano alla pesca: sono riusciti con la fiocina a prendere diversi polpi, ma la polizia che si è fermata durante il giro di ronda gli ha fatto capire che quà la pesca è vietata. Ma all’improvviso verso le 16,00 il cielo comincia ad oscurarsi, tuoni si odono in lontananza e saette si stagliano all’orizzonte del mare.
Senza neanche avere il tempo (circa 10 Mt) di arrivare al camper che una raffica di vento ci investe con violenza alzando mulinelli di sabbia.
Riusciamo ad arrivare al camper giusto in tempo per chiudere oblò e finestre e ci rintaniamo in attesa che la burrasca passi.
Quando è tutto finito sono ormai le 17,30, non sarebbe tardi ma ormai la giornata per restare sul mare si è rotta, così facciamo una calda doccia e raggiungiamo il paese a piedi (circa 15-20 mm).
La tempesta è veramente passata e un bellissimo arcobaleno appare nel cielo e a seguire ci sarà il più bel tramonto visto durante questo viaggio.
Al nostro rientro notiamo che si sono aggiungi altri camper italiani che provenivano Dal Peloponneso, ciò mi fa intuire che questo posto è molto ben conosciuto e frequentato dai camperisti italiani proprio perché bello e naturale.
Dopocena il cielo ci permette di ammirare le prime stelle cadenti…..

11 AGOSTO 2008: TORONI-PORTO ELENA – SPIAGGIA DI NIKITI KM. 35 (TEMPO SOLE E CALDO)
La giornata si preannuncia calda, noi ci mettiamo in movimento abbastanza presto con l’intenzione di trovare un campeggio e sostare per 2 giorni: abbiamo del bucato da fare e poi dopo tanta sosta libera sentiamo il bisogno di fare gli stanziali.
La costa dopo Toroni è tutta molto bella con ricche pinete che scendono fin sul mare, così memori di alcuni diari di viaggio ci dirigiamo alla ricerca del camping “Areti” dove mio marito si ricordava di esserci stato ben 30 anni fa'.
Dobbiamo fare attenzione però, perché le segnalazioni non sono ottime, comunque se si segue per Porto Elena troviamo anche le indicazioni per il campeggio. Una stretta strada immersa nel verde ci conduce verso un bellissimo litorale, caratterizzato da pinete, piccole insenature di sabbia, scogli di granito e isolette.
Il campeggio ci entusiasma immediatamente, ben organizzato, ben pulito, con belle piazzole e bel mare ma non è destino che possiamo stare, infatti, la signora della reception ci dice che minimo sono tre notti.
Dopo esserci consultati decidiamo che benché il posto ne varrebbe la permanenza se sostiamo quà tre giorni significa non riuscire a vedere tutti i luoghi prefissatoci, così a malinconia lasciamo il campeggio con la solenne promessa che ci torneremo.
La costa è bellissima proviamo anche l’altro campeggio ma la risposta è la stessa: minimo tre giorni, riprendiamo la statale e ci dirigiamo verso Neos Marmaras sempre ammirando un bel panorama.
Neos Marmaris è una delle più popolari destinazioni turistiche di Sinthonia.
Rifugiati provenienti da Marmaris (Asia Minore) fondarono questo paese nel 1920, ma dopo la costruzione del lussuoso Porto Carras nel 1960, l’insediamento si è notevolmente sviluppato.
Ora è noto per la sua lunga spiaggia bianca, per i bar trend sul mare e per la vita notturna.
Sperando di trovarvi indicazioni di campeggi entriamo nel centro di Neos Marmaris ma di campeggi neanche l’ombra, solo taverne e alberghi così proseguiamo attraverso una bellissima costa.
Superato da poco il piccolo paese di Paradeisos dall’alto della litoranea avvistiamo una bellissima baia col mare dai colori spettacolari, così come Ulisse fu attratto dalle Sirene, così noi restiamo ammaliati e imbocchiamo una piccola strada sterrata ma agile che ci conduce alla spiaggia.
Troviamo diversi camper italiani, roulotte e tende di cecoslovacchi e bulgari sistemati là dove una volta ci doveva essere stato un campeggio.
La spiaggia è attrezzata con due bar con relativi ombrelloni e docce, dato che siamo a corto di acqua chiedo al gestore del bar se posso usufruire della sua doccia per uno shampoo, molto cordialmente mi viene risposto di sì.
Così tutto è perfetto anche per oggi ci scordiamo del campeggio e trascorriamo la giornata sulla spiaggia godendoci l’acqua cristallina.

Nel tardo pomeriggio anche per contraccambiare la gentile disponibilità del barista, consumiamo un frappé sui divani del bar vista mare.
Questa è stata una bellissima giornata e credo proprio che sia anche il mare più bello che abbia vista durante tutto il viaggio: i suoi colori variavano in tutte le tonalità dall’azzurro al verde.

12 AGOSTO 2008: SPIAGGIA NIKITA-IERISSOS- OURANOPOLIS-STAGIRA-OLIMBIADA KM.140 TEMPO CALDO E SOLE.
L’obbiettivo di oggi è il terzo dito, la penisola del Monte Athos, almeno fin dove è permesso giungere, cioè il paese di Ouranoupoli.
La temperatura calda si fa sentire fin dalle prime ore del mattino e quindi anche se i km da percorrere non sono molti diventano assai pesanti da sostenere.
Attraversiamo il paese di Agio Nicolaos fino a giungere a Ierossos, tipico paese turistico con negozi, banche, taverne ma l’impressione è quella di un paese carino e animato.
Proseguendo si incontra il paese di Nea Roda, il luogo in cui Serse, re persiano, fece tagliare un canale affinché le sue navi potessero attraversare la penisola; superate un paio di curve si raggiunge la collina, un punto estremamente panoramico perché ai nostri occhi appare il Monte Athos e subito dopo alla nostra destra si staglia l’isola di Ammouliani, raggiungibile dal porto di Tripity.
La strada prosegue attraverso una costa assolata e arida, dove vige il divieto di parcheggio e sosta camper, fino a giungere al paese di Ouranoupoli intorno alle 11,30.
Ouranopolis è stato parte integrante del Monte Athos fino al 1922, quando un gruppo di profughi greci dell’Asia Minore arrivati sotto l’egidia della Società delle Nazioni cercavano una casa.
Il terreno fu fornito dal Monte Athos che diede a ogni famiglia una piccola casa, un terreno e 10 pecore, tuttavia non esisteva una strada di collegamento con il resto del mondo. Gli abitanti restarono isolati fino al 1947, quando la gente con pale e vanghe aprirono una pista-strada.
Simbolo di Ouranoupoli è l’imponente Torre fortificata bizantina che è anche la più grande struttura monumentale della Calcidica, fu costruita nel XIV sec. Dal monastero di Vatopedi per la protezione della loro azienda agricola della zona, la leggenda inoltre la vuole eretta per volere dell’imperatore Bizantino Andronicos II (1282-1328).
La torre si erge a guardia del mare ed intorno ad essa nelle strette vie del paese sono sorti numerosi negozi e taverne.
Ouranoupoli è anche punto di partenza dei battelli per i monasteri del Monte Athos, il cui accesso è permesso solo ai maschi e muniti di permesso.
Io personalmente sono molto interessata alla visita del paese ma la ricerca di un parcheggio è assai complicato: esiste un parcheggio sterrato oltre la torre ma a quest’ora della mattina ormai è già pieno, così molto arrabbiata e delusa torniamo indietro e ci fermiamo a pranzare lungo strada in un parcheggio sterrato e a tutto sole: il caldo è quasi insopportabile.
Per calmare i bollori mi immergo nel mare, altra delusione perché essendo un tratto di costa chiusa di fronte dall’isola, l’acqua è quasi lagunare niente a che vedere col bagno del giorno prima. Che rabbia……stamani va tutto storto.
Riprendiamo la strada tornando indietro verso Ierossos e da qui proseguiamo per Stratoni ,la nostra prossima meta sarà Stagira (città natale di Aristotele).
Arrivati a Stratoni, prima di arrivare nel centro, prendete la strada su la vostra sinistra che si inerpica su le montagne, a Stratoni sò che esiste un’area attrezzata camper ma il paese ha un aspetto molto desolante e deserto e a me personalmente non attirerebbe fermarmi.
Finalmente delle vere montagne con verde e fresco, la strada è piacevole dopo il caldo delle spiagge, arriviamo a un bivio (attenzione perché non si vede bene) a sinistra si va verso Olimpiada e a dritta è indicato per Stagira e il parco di Aristotele.
Stagira, la città che vanta i natali di Aristotele, filosofo e maestro di Alessandro Magno, si trova ai piedi della collina di Argirolofos.
In una bella e panoramica posizione è stato dedicato un parco al grande Filosofo,raffigurato con un’enorme statua nel mezzo del parco,al cui interno si trovano anche vecchie torri e antichi edifici.
In realtà pare che Aristotele sia nato a pochi km a nord da Stagira, ad Olympiada, dove ci recheremo più tardi.
Il parco ( a pagamento € 1 a pers.- ma noi non abbiamo pagato era aperto senza custode, forse stata facendo la siesta) è ordinato, ben messo, fresco con bei alberi e una fontana da cui sgorga una freschissima acqua.
Nel parco ci sono inoltre rappresentati alcune invenzioni del celebre filosofo dove possiamo divertirci a sperimentarle personalmente.
Il parco non è certamente una cosa eccelsa ma una meta interessante e gradevole sicuramente da non perdere specie per i bambini.

PARCO DI ARISTOTELE

Terminata la visita proseguiamo la strada dalla quale eravamo pervenuti per raggiungere Olympiada e questo itinerario risulterà una vera sorpresa per noi.
Inaspettatamente la strada attraversa boschi spettacolari con alberi di alto fusto, si incontrano mucche e pecore al libero pascolo che intralciano la strada e una grandissima fonte composta da tante bocche che gettano acqua freschissima.
Ne approfittiamo per riempire stagne e bottiglie e mentre siamo lì arriva un grande cinghiale che non curante di noi e delle altre persone si accuccia tranquillo vicino alla fonte.
Risaliti sul camper si prosegue e inizia la discesa verso il mare, in realtà vorremo che questa strada non finisse mai tanto è fresca ma inesorabilmente il caldo si fa nuovamente sentire.

Il bosco sopra Olympiada con la grande sorgente

Decidiamo di trovare posto per la notte a Olympiada, vista dall’alto ci è sembrato un porticciolo carino.
Olympiada è stata fondata nel 1913 da profughi dell’Asia Minore, prende il nome dalla madre di Alessandro Magno.
Nel 1990 con le sovvenzioni della CEE sono iniziati gli scavi della VECCHIA STAGIRA e hanno portato alla luce reperti di epoca classica e bizantina, dalla piazzola panoramica sopra il paese alla destra sono visibili delle possenti mura antiche.
Il villaggio ha una bellissima spiaggia con un bel porto naturale, circondato da verdi montagne.
Sostiamo i camper nella parte opposta del paese, rispetto al porticciolo, sotto un parco di platani, vicinissimo alla spiaggia.
Dopo un bagno in mare e una bella doccia calda in camper ci prepariamo a scoprire il paese, ha un piccolo lungomare con taverne, ristoranti e bar e anche l’interno è molto ridotto, ma ben fornito di supermarket, dove abbiamo trovato le lattine da 5lt di OLIO MINERVA al costo più basso che in tutta la Grecia visitata: approfittatene.
Così la giornata è finita meglio di come era iniziata.

13 AGOSTO 2008: OLYMPIADA – KAVALA KM. 120 (TEMPO SOLE E CALDO)
L’obbiettivo di oggi è quello di raggiungere Kavala, trovare il campeggio e sostare per almeno fino al 15 Agosto, per poter visitare la città e anche fare un’escursione all’isola di Thassos.
Andiamo a riprendere l’E90 ( statale che congiunge occidente con l’oriente, infatti, arriva fino a Istambul) con l’intenzione di fermarsi a Amphipoli per vedere i famosi “leoni”: sculture sepolcrali risalenti al IV sec. A.c., erette probabilmente per Laoredonte, ammiraglio di Alessandro Magno.
Recentemente restaurate sono diventate simbolo della città e sono poste vicino al fiume Strymons, uno dei fiumi più inquinati d’Europa.
Ma quando arriviamo a Asprovalda non riusciamo più a trovare le indicazioni per l’E90 e irrimediabilmente ci troviamo su l’autostrada che congiunge SALONICCO a KAVALA.
L’autostrada è bella e veloce e ci permetterebbe in minor tempo di arrivare a Kavala ma decisi a vedere i famosi Leoni, usciamo a Amphipoli; tuttavia all’uscita dell’autostrada non esiste nessuna indicazione per la direzione di questo sito archeologico, così temendo che la ricerca ci porti via troppo tempo e il caldo comincia a essere tanto, imbocchiamo la tangenziale per l’E90, la statale ci offrirà di avere una nozione della costa.
La strada è comunque scorrevole anche se troviamo alcuni camion da sorpassare, e arrivati nelle vicinanze di Kavala imbocchiamo la vera litoranea, uscita direzione Neo Ieraklitsa che ci permetterà di incontrare i campeggi segnalati su la guida.
Di campeggi in realtà ne incontriamo solo uno, ci sembra ancora lontano dalla città, così per istinto punto sul campeggio “BATIS” sito nell’omonima baia, segnalato come uno tra i migliori anche se il meno economico.
Raggiunto il campeggio alla reception ci fanno sapere che sono disponibili tre piazzole ma solo per due notti e che l’indomani 14 Agosto ci sarà una festa in musica dalle 22 alle 05,00 del 15 Agosto, ma a noi poco importa e decidiamo di restare, abbiamo proprio voglia di campeggio (costo € 26,50 al dì a equipaggio con corrente).
Il campeggio mette a disposizione piazzole pulite, abbastanza grandi e ombrate ma i servizi sono scarsi rispetto al quantitativo di persone ospitate, tuttavia abbiamo accesso diretto al mare, sulla baia di Batis e qua sembra di essere a MIAMI BEACH. Un bellissimo prato con palme e alti alberi arriva fin sulla spiaggia, dotata di ombrelloni e lettini gratis per i clienti del campeggio; ci sono 2 piscine, una per gli adulti molto bella e l’altra per i piccoli, piena di giochi, ci sono tre bar situati sul mare e sul prato, piccolo mini market(ma non vende pane) , un ristorante che fa anche asporto e una piccola rosticceria con tipici prodotti greci ; inoltre al campeggio c’è la fermato dell’autobus ( N.8) per Kavala che passa ogni 15 minuti fino alle 18,00 (biglietto all’andata sul tram € 1,00- al ritorno fornirsi presso tabaccheria o terminal bus € 0,90). Il mare e la sabbia sono belli.

Kavala- sulla spiaggia del campeggio

Così ci godiamo un bel bagno, un buon pasto (barbecue di spiedini greci cucinati da noi), una meritata pennichella e alle 16,00 prendiamo l’autobus alla scoperta di KAVALA, che raggiungiamo in 10 minuti.
Kavala ubicata nel cuore della Macedonia greca è un anfiteatro naturale sul mare in fondo ad una baia luminosa dove l’Oriente si incontra con l’Occidente nelle tradizioni, nel cibo e nei monumenti, consideriamo infatti che questa città è stata sotto la dominazione turca dal 1380 al 1913 ed è stata per molto tempo importante centro della lavorazione e dell’esportazione del tabacco macedone.
Kavala è celebre anche per l’apostolo Paolo, il quale a seguito di una visione arrivò in Macedonia a portare la “BUONA NOVELLA” sbarcando a Neapolis, l’attuale Kavala, Qua vi battezzò Lidia la prima cristiana d’Europa, così KAVALA è considerata la porta d’ingresso del cristianesimo in Occidente.
Il centro antico è aggrappato su di uno sperone di roccia e dominato dall’alto dalla Cittadella o kastro, la parte nuova si estende ad ovest lungo il porto ma vecchio e nuovo si mescolano assieme senza un preciso ordine o contesto urbano direi in maniera molto caotica e si apprezza la bellezza e l’originalità della città guardandola dall’alto, oppure dal lungomare venendo dal nostro campeggio.
Da visitare: IL KASTRO e L’IMARET.
Il kastro è situato nel punto più alto dove sorgeva l’antica acropoli, la visita è a pagamento € 2,00, MA DIRREI CHE NON NE VALE LA PENA, l’interno è un cantiere a cielo aperto e il giro delle mura ti permette di vedere un bel panorama sulla città sottostante, le sue spiagge, l’acquedotto e l’isola di Thassos ma è lo stesso panorama che possiamo osservare al di fuori del KASTRO salendo.
Infatti, per raggiungere il Kastro dobbiamo salire attraverso piccole stradine che potrebbero essere anche caratteristiche e interessanti se non fossero mal tenute, sporche e decadenti.
Anche l’acquedotto costruito per approvvigionare la cittadella d’acqua si trova imprigionato tra palazzoni enormi, questo già ci fa capire che il potenziale culturale e storico insito nella città non è per niente valorizzato e apprezzato.
La zona dell’Imaret è invece un discorso diverso.
L’Imaret fu fatto costruire da Mohammed Alì, NATO A Kavala nel 1769 e morto al Cairo nel 1849, fù governatore ottomano e sovrano d’Egitto. Nominato Pascià fondò la dinastia che governò l’Egitto fino al 1953 e estintasi con re Farouk. Figlio di un soldato ottomano di origine albanese, combatté contro Napoleone che aveva invaso l’Egitto; nel 1805 fu nominato governatore d’Egitto, respinse l’esercito inglese nel 1807 e dopo quattro anni sterminò i mamelucchi, assicurandosi così il potere del paese. Fu poi impegnato in altrettante conquiste come nel Sudan e guerre contro ribelli greci ottenendo il dominio di Cipro, Creta e infine il diritto di trasmettere ai propri discendenti il titolo di governatore d’Egitto.
L’Imaret è un vasto e insolito complesso di edifici di architettura musulmana, sormontati da numerose cupolette, è senz’altro il più raro e il più grande esempio di architettura tardo ottomano in Europa.
I suoi edifici comprendevano: una moschea, una Hamam, uffici amministrativi e l’Imaret stesso e durante l’ultima fase dell’impero ottomano divenne un riconosciuto centro di apprendimento per tutti i Balcani,
Mohammed Alì donò l’Imaret a Kavala, dichiarato monumento storico nel 1817 è ora un lussuosissimo albergo, quindi impossibile da visitare ma noi troppi curiosi e affascinati da questo stile architettonico ci siamo intrufolati all’interno e qualcosa abbiamo visto.
Spettacolare: ci siamo affacciati da un balcone che dava su un cortile interno, l’aranceto con fontane e statue in marmo, cuscini sparsi ovunque si respirava ma soprattutto sembrava di essere catapultati nell’Harem. Oltre non siamo potuti andare, io ho provato a chiedere gentilmente se era possibile visitare l’albergo ma altrettanto cortesemente ci hanno risposto che ciò non era fattibile per rispetto alla privacy dei loro clienti.

KAVALA- L’IMARET interno

La cosa che mi ha imbestialito sta nel constatare come un monumento dichiarato bene storico non possa essere contemplato da chiunque ma solo da chi ha i soldi e molti.
Continuando lungo la collina Panagia si raggiunge Piazza Fouats, dove al centro si trova la statua equestre, di Mohammed Alì Pascià e posta di fronte alla sua casa natale.
Figlio di un ricco commerciante di tabacco di origine albanese, nacque in questa casa costruita nel XVII sec., uno dei pochi esempi di casa orientale con la netta divisione tra la zona dedicata agli uomini (selmlik) e alle donne (haremlik): ovviamente monumento nazionale ma chiuso, aperto solo la domenica mattina, all’interno del suo giardino c’è un bar o ristorante facente sempre parte dell’albergo dell’Imaret.
Proseguendo si raggiunge la basilica dove oggi viene celebrata la funzione in onore della Madonna. Infatti, come per noi Cattolici anche per la religione Greco-ortodossa la Madonna viene venerata e festeggiata il 15 Agosto, ma la funzione in chiesa avviene il giorno precedente (non capisco perchè quà sia stata celebrata il 13?) e il 15 viene completamente dedicato ai festeggiamenti nelle case tra le famiglie, un po’ come avviene a Natale per noi.
Così incuriositi siamo entrati nella basilica che era bellissima, adorna di affreschi e illuminata da candele e lampadari, l’icona della Madonna era posta all’entrata, circondata da candele accese dai fedeli mentre entravano e dopo aver baciato l’icona della Vergine.
La chiesa era stracolma di persone che ascoltavano le preghiere cantate dai preti; non essendo una conoscitrice della religione greco-ortodossa è stato assai difficile capire le loro gesta ma so che le loro funzioni durano tra le tre e le quattro ore e vengono considerate anche come punto di ritrovo della comunità che durante la celebrazione può uscire nel cortile antistante alla basilica e poi rientrare e LE funzioni sono aperte a tutti anche a persone di altre fedi religiose.
Comunque sia è stata un’esperienza molto interessante.
Al rientro verso il porto mi sono fermata per informarmi degli orari dei traghetti per Thassos:
Traghetti mattina: 7,55 e 10.45 costo persona andata/ritorno € 10,00 durata traversata ore 1,30.
Aliscafi mattina: 8,00 e 12,00 costo persona andata e ritorno € 20,00 durata traversata ore. 0,30
Dopo lunga consultazione, considerando il caldo torrido , il tempo della traversata e gli orari impossibili a malincuore abbiamo deciso di non recarsi sull’isola ma impegnare l’indomani al riposo in campeggio.
Lasceremo l’escursione all’isola alla prossima volta magari ci recheremo col camper.
Volendo si può traghettare da Keramati dove i traghetti ci sono ogni ora e la traversata dura solo 30 mm, io questo lo sapevo ma considerando la necessità della compagnia a riposarsi un po’ non ho esposto l’alternativa.
Rientriamo al campeggio con l’ultima corsa delle 18,30, dopo quest’ora il campeggio si raggiunge o a piedi o col taxi.
Cena con insalata greca e vino rezina presso “nostro ristorante “e terminiamo la serata con partita a carte.

14 AGOSTOKAVALA KM. O (TEMPO SOLE E CALDO)
Stamani causa necessità pane abbiamo deciso di raggiungere il supermercato visto dall’autobus il giorno precedente ma a piedi.
Anche se caldo l’abbiamo raggiunto abbastanza agevolmente poiché è quasi tutta discesa ma per il ritorno abbiamo optato di prendere l’autobus, visto che la fermata è proprio lì: attenzione munirsi di biglietti prima di salire presso la vicina tabaccheria altrimenti il conducente non vi fa salire, noi abbiamo dovuto aspettare quello seguente.
Il supermercato è della catena del Carrefour, buoni prezzi, e così abbiamo rifornito la nostra cambusa di tanti prodotti tipici greci, dalle olive agli spiedini dal tzatzini alla feta.
Il pomeriggio interamente dedicato al meritato relax su la bellissima spiaggia del campeggio, tra bagni e bevute di frappé.

15 AGOSTO : KAVALA- FILIPPI –STAVROS KM: 138 (TEMPO: SOLE E CALDO)
La notte è stata molto calda e anche rumorosa, la festa che ci avevano preannunciato alla reception è durata fino alle 6 del mattino.
L’intenzione era quella di mettersi in movimento presto ma tra bagni al mare per rinfrescarci, scarichi e rifornimenti d’acqua abbiamo lasciato il campeggio alle 11,00.
Seguendo l’indicazione per Drama (all’uscita del campeggio proseguire verso Kavala e poi seguire le indicazioni per Drama) abbiamo raggiunto il sito archeologico di Filippi intorno alle 12,00.
Il caldo era tanto ma anche tanta la curiosità di visitare questo luogo ricco di storia, misticismo e leggenda, così ci siamo avviati verso la biglietteria con cappelli e ombrelli per ripararsi dal sole e tanta acqua.
OGGI FESTA DI SANTA MARIA INGRESSO GRATIS.
Antica città fortificata da Filippo II Il Macedone che l’aveva sottratta ai Traci nel 356 a.c. per farne un centro minerario per lo sfruttamento dell’oro del monte Pangeo.
Fu conquistata dai romani nel 168 a.c. e nel 42 a.c. fu teatro della decisiva battaglia tra le truppe di Ottaviano e Antonio contro Bruto e Cassio; Ottaviano divenuto Augusto l’ eresse a rango di colonia.
L’espressione popolare di “ci rivedremo a Filippi” equivalente a dire che prima o poi si arriverà alla resa dei conti deriva dalla frase che Giulio Cesare in sogno disse a Bruto, suo figliastro e suo assassino, infatti, quà Bruto fu ucciso dalle truppe di Ottaviano e Antonio; la frase è riportata nell’ultimo atto del Giulio Cesare di Shakespeare.
Filippi fù inoltre la prima città d’Europa a essere evangelizzata da San Paolo che alla cui comunità indirizzò molte delle sue epistole, (Quà si trova la prigione del Santo); la città fù inoltre un importante centro anche in epoca Bizantina e durante la IV crociata, in seguito fù abbandonata.
Appena entrati ci appare ai nostri occhi il teatro: risalente al IV sec. A.c., rifatto dai romani nel II sec. D.c. e rimaneggiato nel III sec. D.c. per adattarlo al combattimento di animali e gladiatori, è classificato come uno dei più grandi teatri antichi e tutt’oggi nel periodo estivo si svolgono delle rappresentazioni.
Continuando si incontrano i resti di un’importante Basilica paleocristiana costruita su pianta ottagonale, la prigione di San Paolo e i resti di un tempio greco.
Il sito archeologico è attraversato, direi quasi diviso a metà, dalla statale che da Kavala conduce a Drama; dall’altra parte della strada si trova forse la parte più estesa del sito e quella risalente al periodo romano, si incontrano vestigia del Foro, del mercato, della basilica dei pilastri, della palestra, della biblioteca, la scuola e le latrine.
Il Foro fù edificato durante il regno di Marco Aurelio, di forma rettangolare, lastricato di marmo e circondato da edifici pubblici era ovviamente delimitato dalla vecchia Via Egnatia, ancora riconoscibile dalle pietre consumate al centro dal passaggio dei carri.
La Basilica dei Pilastri, Basilica B, iniziata nel IV sec., non sarebbe stata ultimata poiché impossibile all’epoca riuscire a costruire una cupola proporzionata a tale edificio: si vedono ancora i blocchi antichi e i capitelli bizantini finemente incisi.

FILIPPI – BASILICA B

Continuando si incontra l’ingresso di una tomba macedone splendidamente adorna di un grandissimo mosaico e resti di botteghe romane con enormi orci.
Si nota che gli scavi sono ancora in corso e solo parte di quelli già visionati sono a noi accessibili ma attraverso un percorso ben preciso e delineato, evitando così al turista di calpestare o inoltrarsi in zone ancora da esplorare e ricche di reperti.
Quando terminiamo la visita sono ormai le 13,30 ma ritengo che in condizioni climatiche normali il tempo da impiegare debba essere necessariamente superiore.
Se il sito vero e proprio è completamente scoperto e privo di alberi, tutto intorno ad esso c’è un bellissimo parco verde e ombrato con tanto di piccola taverna, decidiamo così di rinfrancare le nostre membra pranzando all’ombra del parco: 2 soutzoukania + 2 sublaki + 1 grande insalata greca + 2 mitos € 30,00.
Dopo esserci rifocillati e rinfrescati riprendiamo il nostro viaggio, per stasera cercheremo di avvicinarci il più possibile alla metà dell’indomani: Vergina.
Così riprendiamo la strada verso Kavala tornando indietro per circa 10 km. e all’incrocio ci dirigiamo verso ELEPTHEROUPOLI e poi AMPIFOLI, incontriamo distese di mandorli, di peschi alcuni vigneti ma soprattutto tanto, tanto caldo.
Arrivati ad Ampifoli speravo di trovare le indicazioni per i famosi Leoni ma niente, così per accelerare il viaggio si imbocca l’autostrada direzione Atene, usciamo all’uscita N. 27 e ci dirigiamo verso Stavros, paese notato all’andata ricco di platani.
Stavros è un tipico nuovo paese greco con un bel porticciolo dove è possibile al tramonto trovare i pescatori intenti a preparare le reti, un bel lungomare ombrato da platani e pieno di numerosi negozi di souvenir, articoli vari, bar, taverne: un paese vivace, pieno di luci e discoteche ma il mare e la spiaggia non è niente di particolare, comunque un buon punto sosta per passare la notte e terminare la serata facendo acquisti.
Da tenere presente: i primi due parcheggi sulla sinistra sotto i platani (venendo da Kavala direzione Olimpiada) sono vietati alla sosta notturna per i camper, di giorno si può sostare ma quì non transigono al tramonto passano i vigilantes e vi fanno spostare. PER LA SOSTA NOTTURNA dovete proseguire altri 500-800 Mt direzione Olimpiada e troverete alla vostra sinistra un grande parcheggio lungo spiaggia, dove, anche se esiste cartello di divieto, in realtà la zona è adibita al campeggio libero…
Infatti, sotto i platani a bordo spiaggia sono accampati numerosi greci, sicuramente provenienti dall’interno e Bulgari che anziché camper o roulotte adibiscono furgoni o camion per le vacanze e dirittura sistemano letti fuori sulla spiaggia per dormire.
A noi sinceramente questa situazione ci ha alquanto stupiti era come vedere i nostri sfollati in tempo di guerra (così ha detto mia madre).

16 AGOSTO 2008: STAVROS-VERGINA- PLATAMONAS- NEO POREA KM. 300- TEMPO : CALDO E SOLE
Questa sicuramente è stata la giornata più emozionante ma anche la più lunga e calda di tutto il viaggio.
Anche se come sempre la mattina è nostra intenzione partire presto onde evitare il caldo durante gli spostamenti, anche stamani non siamo riusciti a partire prima delle 09,30; in compenso abbiamo assaggiato un buon dolce acquistato presso la pasticceria prima del centro del paese e consigliatoci da un gentilissimo greco che aveva studiato a Bologna e incuriosito dalla nostra presenza in paese si era soffermato a parlare con noi.
Tornando leggermente in dietro di pochi km, direzione Kavala, abbiamo imboccato la statale N.2 direzione Salonicco, questo percorso si snoda attraverso un bellissimo panorama costeggiando due grandi laghi quasi attaccati l’uno all’altro, uno ricco di acqua e fauna, l’altro completamente asciutto e riarso dalla siccità da rendere il paesaggio molto sinistro e spettrale.
Poco prima di arrivare a Salonicco si imbocca l’autostrada E90 direzione ATENE e poi EDESSA fino all’uscita n. 14 (VERIA) e da qui in breve si giunge a VERGINA.
Esiste un posteggio per camper ben segnalato e vicino all’ingresso del sito: € 1,50 tutto il dì con possibilità di rifornimento acqua ma a tutto sole.
Eccitati e curiosi di scoprire questo luogo su cui tanto avevo letto ci avviamo all’ingresso, il viale che conduce ad esso è pieno di negozi di souvenir con articoli piuttosto interessanti e carini.
INGRESSO VERGINA:€ 8,00 ma ne valgono tutti.
Vergina si trova a 12 km da Veria e 75 km. da Salonicco e Qui SI TROVA UNO DEI MAGGIORI SITI ARCHEOLOGICI DELLA GRECIA dichiarato BENE PROTETTO DALL’UNESCO.
La città prende il nome da una leggendaria regina morta suicida nel fiume Aliakmone per non cadere nelle mani dei Turchi, ma la fama di questa città inizia nel 1977 con la scoperta da parte dell’archeologo Andronikos della tomba di Filippi II Il Macedone e di un giovane principe probabilmente Alessandro IV (figlio di Alessandro il grande), stabilendo anche che questa città è stata la prima capitale della Macedonia antica.
Fino alla loro scoperta le tombe erano coperte da un tumolo di terra alto 13 Mt, gettato appositamente su di esse da Gonatas nel III sec. AC. Per proteggerle dai saccheggi e dai vandali.
Anziché eliminare tale cumulo nel 1993 esso è stato mantenuto a salvaguardia delle tombe, garantendole temperatura ed umidità costanti, per cui noi dobbiamo entrare all’interno di esso e ciò rende più emozionante e realistica la visita perché sembra proprio di immergersi indietro nel tempo.
All’ingresso del Tumolo notiamo delle steli funerarie ritrovate durante gli scavi e relative a genti comuni del periodo di Filippo II.
La prima tomba che incontriamo è una tomba macedone che è stata quasi completamente profanata e distrutta ma l’osservazione di essa ci introduce alla conoscenza dell’architettura delle tombe del periodo di Filippo; la seconda tomba è particolarmente interessante poiché presenta un importante dipinto murale, il dipinto è riprodotto alla parete della stanza ma affacciandoci sulla tomba ne possiamo ben intravedere un pezzo, esso rappresenta scene di stupri di Persefone e Plutone.
Ma la tomba che ci fa venire letteralmente i brividi è quella di Filippo II, ne possiamo ammirare solo la facciata ma ciò ci permette benissimo di valutarne l’importanza e la grandiosità.
La facciata ha la forma di un tempio dorico, con la porta in marmo ed ornata di triglyphs e metope. Sopra il fregio dorico vi è un fregio ionico con la pittura di una scena di caccia, uno degli uomini del dipinto è ritenuto essere lo stesso re Filippo e un altro il figlio: Alessandro il Grande.
Ciò che è stato trovato all’interno si trova esposto nelle vetrine in spazio aperto di fronte alla tomba, ci sono: armi, il larnax, la corona, effetti personali, monili d’oro e avorio.
Nell’anticamera della tomba è stata trovata anche un altro larnax con un diadema regale all’interno di un sarcofago di marmo, quasi sicuramente questo larnax conteneva le ceneri della regina Kleopatra, giovane concubina di Filippo, gettatasi sul rogo dove veniva bruciato il corpo di Filippo II.
L’ultima tomba è quella di Alessandro IV, figlio di Alessandro il grande, che somiglia in parte a quella di Filippo anche se più piccola.
L’urna cineraria è una hydria d’argento con una corona di quercia d’oro posta attorno al collo, essa assieme alle armi, vasi, monili preziosi sono esposti nelle teche d’avanti alla tomba.
Tra tutti gli oggetti esposti quelli che più mi hanno affascinato e credo che tale effetto sia provato da chiunque visiti questo luogo, sono le corone e il diadema della regina, esempio di raffinata maestria nella lavorazione dell’oro risalente ben al IV sec. ac. Che niente ha da invidiare anzi direi che tutto ha da insegnare ai gioiellieri dei nostri tempi.
La mostra si conclude con un ampio video su la vita di Manolis Andronikos e le varie fasi di scavo, molto interessante ma in lingua greca con i sottotitoli in inglese.
Tanto altro potrei aggiungere su questo luogo ma preferisco che siate voi stessi a scoprirle e a emozionarvi come a noi è successo.
Le foto all’interno sono proibite, quindi se siete come me e desiderate immortalare ogni luogo visitato, non vi resterà che acquistare un libro su Vergina adesso anche in edizione lingua italiana.
Nel sito archeologico si trova anche il PALAZZO, ubicato vicino alle tombe ma purtroppo noi non siamo riusciti a visitarlo perché in questo periodo è chiuso, per cui decidiamo di lasciare il parcheggio e cercare nella campagna circostante un posto dove mangiare perlomeno all’ombra di un albero.
Il nostro desiderio, almeno questo, riusciamo ad esaudirlo, ma i problemi nascono nel pomeriggio.
Infatti, il nostro piano sarebbe stato di fermarsi a metà pomeriggio sul mare per terminare la giornata rilassandoci sulla spiaggia, purtroppo non avevamo fatto i conti con la realtà della zona.
Prendiamo la statale direzione Larissa e usciamo a Katerini con l’intento di andare sul mare ma la nostra delusione è tanta quando ci rendiamo conto che oltre ad non essere una costa particolarmente bella ma direi molto insignificante ed amena è pure super affollata, i posteggi sono pieni, sporchi e sembrano accampamenti con persone sdraiate all’ombra delle loro stesse macchine.
Imbocchiamo allora l’autostrada direzione Atene, è bello il panorama alla nostra destra dove si staglia il monte Olimpo, usciamo a Leptokaria, uscita prima del casello a pagamento, e riproviamo per la costa.
Situazione identica alla precedente, caos: impossibile trovare un posto per parcheggiare, quà ritroviamo anche un gruppo di camperisti toscani incontrati al parcheggio di Vergina e pure loro sono affranti e sgomenti.
Arrivati a Platamonas vediamo sopra al colle un bel castello (letto successivamente essere castello costruito dai crociati, l’ultimo dei 4 castelli a difesa della Valle di Tembe), pensiamo di provare al parcheggio del castello ma scopriamo che il parcheggio non esiste, il castello si trova lungo la statale per Larissa.
Così proseguiamo: fatti pochi km ci dirigiamo verso NEO POREA.
Questo è uno dei tanti nuovi paesi sorti lungo la costa in questi ultimi anni di boom turistico prettamente greco, la spiaggia è grandissima, attrezzata ci sono tanti bar, ristoranti, case nuove e negozi; al posteggio lungo mare, assai polveroso e assolato, notiamo altri camper e così ormai stanchi ci fermiamo.
Tra i camper parcheggiati ritroviamo anche il gruppo di camperisti toscani, anche loro hanno fatto come noi alla fine si sono arresi al male minore……
Un’altra giornata è terminata ma oggi è stata veramente bollente….

17 AGOSTO 2008 : NEO POREA-AMBELAKIA-LARISSA-METEORE KM: 137 (tempo sole-caldo)
Ci siamo svegliati assai presto per il troppo caldo e decisi ad andare via prima possibile da questo forno.
Direzione Larissa con sosta a Ambelakia: abbandonata la costa la strada si incunea nella Valle di Tembe, la valle è lunga circa 10 KM. e stretta 25 Mt con dirupi profondi anche 500 Mt, al centro scorre il fiume Peneo che sfocia nel mar Egeo, questa valle fu tagliata dagli abitanti di Pinos nella notte dei tempi tra i dirupi del monte Olimpo e il monte Ossa.
Fin dall’antichità la Valle fu celebrata dai poeti greci come uno dei luoghi favoriti di Apollo e delle Muse, la leggenda vuole che fosse anche luogo di dimora di Aristeo, figlio di Apollo e Cirene e quì fu morsa dal serpente la moglie di Orfeo, Euridice, la cui morte causò le peripezie del cantore greco.
Si trovano resti di tre castelli costruiti dai crociati sulla scogliera all’interno della valle e un monastero dedicato a Aghia Paraskevi del XIII sec.
La valle è una nicchia di bellezza ma sciupata dal passaggio della trafficatissima strada che collega Larissa a Atene, infatti, oggi domenica il traffico direzione mare è intensissimo e l’unico posteggio utile per visitare la valle è completamente superaffollato.
L a valle essendo un passo strategico della Grecia è stata teatro di numerose battaglie attraverso i secoli, tra Ateniesi e Spartani nel 480 a.c., nel 164 a.c. durante la terza guerra macedone- tra l’impero Bizantino e l’Impero Ottomano ecc..
CURIOSITA’: la città di Tembe in Arizona e di Tembe nel Nuovo Galles del Sud prendono il nome da questa Valle.
Pur essendo una strada molto disastrata e a due corsie, sulla cartina è segnata come Autostrada, infatti, prima del bivio per Ambelakia ci appare il casello per il pedaggio: € 3,30.
Svoltati a sinistra si inizia a salire verso Ambelakia sono circa 5 km. di curve ma la strada è larga e senza alcun problema si arriva al paese.
Non esistono dei parcheggi ben definiti ed adatti ai camper, tuttavia sulla destra all’inizio del paese ci sono un paio di slarghi dove è possibile adattarsi alla sosta.
Ambelakia, il cui nome proviene probabilmente dal termine ambelos (vigna), nel 1800 si coltivavano ben 100 tipi di vigneti, è un piccolo villaggio arroccato tra le querce del Monte Kissovos.
Nel XVII sec. Questo villaggio è stato un importante centro della colorazione del cotone.
Lo spirito “cooperativo e innato dei Greci” trova in Ambelakia la sua massima realizzazione, infatti,
La cooperativa di Ambelakia era composta da commercianti, tecnici, agricoltori, e operai incaricati di colorare i fili di cotone di colore rosso e costituirono la prima e più completa organizzazione cooperativa formatasi in Grecia sotto l’occupazione turca:
il cotone veniva coltivato nella valle di Tembi in gran quantità, poi filato e tinto di rosso, tintura ricavata dalle radici della pianta rizari, radici che fornivano una colorazione rosso scarlatto inalterabile alla luce e al passare del tempo.
Grazie all’aiuto dei commercianti epiroti gli abitanti di Ambelakia iniziarono ad esportare in Europa il loro prodotto e alla fine del 1700 nel paese si erano formate ben cinque importanti compagnie che davano lavoro a 1000 operai; esse decisero di riunirsi in un’unica grande compagnia così tutti gli abitanti del paese: uomini, donne e bambini erano soci di questa grande cooperativa.
Questa famosa cooperativa ebbe però vita breve anche se pur intensa e nel 1812 fù sciolta definitivamente; le cause furono molteplici dal declino economico europeo in seguito alle guerre napoleoniche, alla scoperta dell’anilina, all’invidia di Alì Pascià che ne proibiva ai suoi sudditi l’acquisto, all’epidemia di peste che decimò gli abitanti del paese.
Oggi il paese ai nostri occhi di turisti appare come un paese ordinato, tranquillo ma dall’atmosfera un po’ spenta, di tutto il suo fasto e ricchezza sono rimaste a testimonianza solo alcune case appartenute a quel periodo, la più importante e credo sicuramente la più bella è “CASA SCHWARTZ” divenuta museo e senz’altro meritevole di visita (a pagamento € 2,00).
L’abitazione su tre piani con balconi e tutta completamente in legno è costruita nello stile grandioso della vecchia Costantinopoli. Si visitano stanze completamente affrescate in stile ottomano roccoccò e disposte in maniera estremamente ventilata ciò utile e necessario alla lavorazione del cotone, si trovano anche alcuni attrezzi da lavoro e vecchi mobili:
l’effetto comunque che abbiamo è quello di immergersi indietro nel tempo tanto è che tutto è rimasto intatto come nel XVII sec.
La visita dello storico villaggio può impegnare al massimo 2 ore.

Ambelakia- Casa Schwartz

Ripercorsi i 5 km. di curve riprendiamo la statale direzione Larissa, dove arriviamo verso le 12,00; appena imboccata la tangenziale per Trikala, alla nostra destra scorgiamo un grande centro sportivo e delle alte coperture stile liberty (probabilmente sede di mercato nei giorni feriali ma oggi è domenica), così ci dirigiamo per la sosta pranzo, sperando che l’ombra della copertura allievi il caldo torrido.
Terminato il pranzo decidiamo di andare dritti verso le Meteore senza ulteriori soste: il paesaggio che attraversiamo è estremamente arido tanto da assomigliare al Far West, “chi sa se vi avranno girato dei film di COWBOYS ?”, questa è la domanda che ci viene spontanea.
Ma appena in lontananza vediamo stagliarsi la prima Meteora tanto è lo stupore e la meraviglia che ci scordiamo del caldo e del sudore.
Memori del viaggio precedente intrapreso dai nostri amici, ci dirigiamo al CAMPING VRACHOS KASTRAKI ( € 18,00 Camper+ 2 persone + corrente) con piscina e veduta meteore.

Camping Vrachos Kastraki

Comodissimo anche per la visita dei monasteri, senza dover necessariamente prendere il camper, infatti, di fronte all’entrata c’è la fermata del pullman che porta su (orario: 9,00 e poi a interavalli di 2 ore- biglietto sul pullman).
Il campeggio non è neppure lontano dal paese di KALAMBAKIA, circa 20 mm. A piedi.
Appena sistemati i camper ci immergiamo nella piscina per rinfrescarci e ristorarci e dopo verso le 18,30 scendiamo al paese che appare ordinato e ben rifornito di negozi di articoli vari ( icone, oggetti in cuoio, pelli, oggetti legno ecc.), ovviamente ne abbiamo approfittato per comprare e comprarci dei souvenir.
La giornata è terminata meglio di come è iniziata e già sto pregustando e immaginandomi la visita dei tanto famosi monasteri, quindi a letto presto il pullman domani mattina ci attende alle ore 9,00….

18 AGOSTO 2008 (METEORE) KM: O in camper – KM: 5 a piedi ( tempo caldo e sole)
Ore 9,00: Il pullman puntualissimo, ci conduce nel fantastico mondo delle Meteore.
Tra le montagne del Pindo e degli Hassia dove la fertile pianura della Tessaglia si incontra con le alte montagne della Grecia centrale, sono situate le Meteore.
Ai nostri occhi appare uno spettacolo inimmaginabile tanto queste rocce di colore scuro si innalzano con imponenza e grandiosità.
La loro esistenza si perde nella notte dei tempi ma stranamente non esistono leggende o storie mitologiche che si occupano di questo strano fenomeno, solo nell’ultimo millennio gli storici hanno iniziato ad occuparsene. Questo fenomeno, unico al mondo, ha portato geologici e storici a delineare diverse e contrastanti teorie, tuttavia negli ultimi anni quella che appare più attendibile e possibilmente reale è quella del tedesco Philipson, secondo il quale queste enormi rocce sono la conseguenza di detriti che un grande fiume migliaia di anni fa, attraversava questa valle per poi sfociare nel mar Egeo.
Nel corso dell’età geologiche questo deposito si modificò in massa solida e sottoposta ad un’opera di dilavamento quando le acque si ritirarono attraverso la valle di Tembe; SUCCESSIVAMENTE DURANTE L’ERA TERZIARIA IL RIPIEGAMENTO DELLA CATENA DEL Pindo, provocò una frattura tra queste rocce formando la valle del fiume Peneo.
La natura inaccessibile e selvaggia ha permesso alla popolazione durante il corso dei secoli una valida difesa e protezione contro gli incursori e sicuro asilo per gli eremiti che più tardi vi arrivarono, il primo, un certo Barnaba, risale attorno al 950-970 Dc.
Questi asceti agli inizi pregavano in piccoli oratori, a poco a poco si formarono delle comunità religiose sempre più grandi così gli oratori divennero monasteri sostenuti anche economicamente da potenti famiglie cristiane, la massima prosperità si ebbe nel 17° sec.
Ciò che ancora non è stato risolto è il mistero relativo a come questi monaci siano riusciti a costruire questi edifici in cima alle Meteore, secondo una leggenda dopo averle scalate, il materiale per la costruzione sarebbe stato trasportato da Aquiloni.
LE ROCCE VENIVANO SCALATE PER MEZZO D’ IMPALCATURE, SOSTENUTE DA TRAVI FISSATE NELLA ROCCIA, PIU’ TARDI CIO’ FU SOSTITUITO DA LUNGHISSIME E VERTIGINOSE SCALE DI CORDA, CHI TEMEVA QUESTA SALITA VENIVA TIRATO SU PER MEZZO DI RETI O CESTI.
Dal 1922 scale scavate nella roccia permettono un sicuro accesso ai monasteri e le reti o cesti si usano solo per il trasporto di alimenti o di altri generi di prima necessità.
Solo sei monasteri sono sopravvissuti nei secoli, così muniti della cartina turistica fornitaci dal campeggio iniziamo la nostra visita dal monastero detto della “Trasfigurazione”, dove il pullman fa anche capolinea.
La visita ai monasteri è a pagamento € 2,00 a persona ed è obbligatorio un abbigliamento decente sia per uomini (pantaloni lunghi ) che per le donne (gonna lunga e maglietta a maniche lunghe) altrimenti l’entrata è vietata e all’entrata il custode vi fornirà degli scialli e parei.
La scalinata è incastonata nella roccia, i gradini sono tantissimi e già a questa ora presto del mattino sembra un fiume di persone.
Sulla rocca ci sono quattro chiese costruite in epoche diverse ma la più grande e la più antica è quella della Trasfigurazione del Salvatore, essa fu costruita nel 1380 da Athanasios, è una costruzione impressionante con una grande cupola a 12 lati sulla navata centrale e una più piccola sul presbiterio.
Al suo interno si rimane estasiati davanti agli affreschi molto accurati che risalgono al 15° secolo e alla vista del sedile del padre superiore di legno traforato e guarnito di madreperla e dalle icone.
Oltre alle chiese si visitano le cucine, il cimitero, l’ossario, e nella sacrestia del convento sono esposti molti oggetti preziosi: reliquari, mitre, stole, coppe d’oro, una meravigliosa croce in legno ornata con scene del nuovo e vecchio testamento (insigne opera di miniatura che ha richiesto 12 anni di lavoro da parte del monaco Daniele ed visibile grazie ad una lente d’ingrandimento), libri antichi ecc. tutti oggetti del monastero.
Vi è inoltre allestita una mostra relativa al passaggio della 2° guerra mondiale in questa zona: abbigliamento militare e armi del periodo, varie locandine e foto: molto interessante.
Ma tutta la visita che richiede circa 1 ora è estremamente interessante ed avvincente.
Usciti dal monastero saremmo tentati a visitarli tutti (attenzione ogni monastero ha orari e giorni di visita diversi) ma su consiglio dei miei genitori che vi erano già stati, decidiamo di vederli solo altri 2 così da poter avere una visione più ampia e varia possibile di questi antichi luoghi di preghiera e magari lasciare gli altri 3 ad una prossima volta in Grecia.
Da qua la strada che conduce al paese sottostante dove si trova il nostro campeggio è tutta in discesa e lungo la strada si trovano altri Monasteri, decidiamo perciò di farci il ritorno a piedi intervallandolo con le visite.

Monastero della Trasfigurazione visto da Varlam

Il secondo monastero che visitiamo è Varlaam, costruito intorno al 1350 dal monaco Varlaam, considerato il primo fondatore del monastero, il monastero fu abbandonato per circa 200 anni e cadde in rovina dopo la morte del suo fondatore.
Nel 1518 due fratelli appartenenti ad una famiglia signorile di Ioannina, salirono di nuovo sulla roccia e ricostruirono sopra le vecchie rovine aggiungendo più tardi altre chiese.
Oltre al panorama che da qua è grandioso, anche questo monastero se ben più piccolo del precedente è assai suggestivo, la Chiesa in stile agioritica (stile del Monte Athos) è a forma di croce con una cupola centrale e una sul nartece, gli affreschi delle pareti risalgono al 1548.
Anche quà è presente un piccolo museo di arte sacra con oggetti appartenenti al monastero.
Continuando la discesa verso il campeggio incontriamo il terzo monastero: RUSSANO.
Optiamo per la visita, molti sono gli scalini per salire in cima e un piccolo ponte ci conduce all’interno del monastero, infatti, esso sorge su una roccia isolata e scoscesa, originariamente si poteva raggiungere la sua sommità solo dal versante Nord, per mezzo di scale a corde, che tutt’oggi vediamo conservate proprio dove erano una volta, al di là del ponticello da noi attraversato.
Questo monastero fù fondato dai monaci Nikodemos e Benedetto nel 1380 e pare che il suo nome derivi dal primo asceta che per primo vi si stabilì.
E’ senz’altro molto piccolo e raccolto e la visita comprende la chiesa, una piccola terrazza campanaria con vista panoramica e un piccolo negozietto di souvenir, dove ho comprato un interessante libretto, in lingua italiana, su le differenze tra la religione cattolica e quella greco-ortodossa: consiglio a tutti tale lettura per poter meglio comprendere lo spirito del popolo greco.
La chiesa dedicata alla Trasfigurazione del salvatore, è una bella costruzione in stile bizantino con alta cupola, gli affreschi sono molto belli e ben conservati considerando che hanno oltre quattro secoli.
Terminata la visita continuiamo la nostra discesa a piedi verso valle che raggiungiamo dopo circa 20 minuti, attraversando anche il piccolo paese di Kastrati; raggiungiamo il campeggio che sono ormai le 13,00 passate, assai stanchi, accaldati e affamati.
Il resto della giornata oziamo in campeggio, tra letture e bagni in piscina e la sera la terminiamo cenando al ristorante del campeggio, veramente ottimo:
Menù per 4 persone:2 MUSAKE +GRILLI X 2 PERSONE (arrosti vari alla brace ) + 4 mitos (ananas omaggio) € 34,00 totali.
Questa è stata una giornata deliziosa e interessante.

19 AGOSTO 2008 (TRIKALA- METSOVO- E951-LEKFADA attraverso PREVEZA : KM. 398) TEMPO CALDISSIMO
Dopo aver pagato al campeggio e ricevuto in regalo una piccola ma bella icona imbocchiamo l’E92, direzione Ioannina, la strada attraversa paesaggi montani molto belli e anche se tortuosa e in salita è abbastanza agevole e tranquilla, unico neo molti camion; infatti, è ancora in costruzione l’autostrada che collegherà Ioannina a Salonicco e tanti sono i cantieri aperti lungo questa statale, ma soprattutto nella parte dopo Metsovo.
Arrivati al passo ci fermiamo per una breve sosta, per riempire le bottiglie con l’acqua che sgorga abbondante da una sorgente e per fare le rituali foto.
Subito dopo il passo incontriamo il paese di Metsovo e decidiamo di visitarlo.
Il paese è sprovvisto di parcheggi capienti quindi arrivati al centro del paese dobbiamo risalire e posteggiare i mezzi vicino alla chiesetta che si trova sulla destra subito dopo aver abbandonato la statale. Ma la discesa al paese è comoda perché subito dopo la chiesa su la destra parte una scorciatoia solo pedonale che passando attraverso le case conduce giù al cuore del paese, più dura è la risalita.
Metsovo è un villaggio caratteristico e pittoresco, costruito ad anfiteatro a 1156 Mt di altezza su le montagne del Pindos.
Da piccolo villaggio di pastori, le prime notizie certe di questo insediamento risalgono al 1380, grazie alla sua posizione strategica si conquistò una certa indipendenza politica ed economica fin dal periodo del dominio turco e successivamente grazie ai privilegi offerti dai sultani si è accresciuto sopravvivendo nel tempo.
Il borgo è assai particolare, le case sono interamente costruite in pietra e legno, prive di superfluo ed eccessivo ed usufruendo di materiali del luogo, risalgano al XVIII e XIX sec.
Assai suggestiva è la piazza dinanzi alla bellissima chiesa, al cui centro si trova un platano enorme.
Il centro è pieno di negozi che vendono prodotti tipici del luogo, da oggetti in legno a stoffe ricamate, da insaccati a formaggi e latticini vari.
Questa è una sosta che consiglio vivamente perché anche se in parte turistico questo villaggio conserva ancora l’atmosfera tipica di un tempo che fù.
Nonostante ci troviamo ad un’altezza montana il termometro segna 33° alle 12,00 così intimoriti dal caldo che ci aspetta continuiamo la lunga marcia.
Subito dopo METSOVO inizia un tratto di autostrada per Ioannina ma dura ben pochi km e nuovamente ci ritroviamo su la vecchia strada, sempre più polverosa, assolata e affollata di camion che vanno e vengono dai cantieri in pieno fervore.
Riusciamo a trovare un rientro per un pasto veloce e poi via di nuovo in marcia; fortunatamente quando riprendiamo l’autostrada dopo poco ci ritroviamo a Ioannina, siamo così riusciti ad evitare il passo sopra Ionannina e un po’ di tempo l’abbiamo guadagnato.
Adesso la nostra direzione è Lekfada: IMBOCCHIAMO USCITA N. 7- direzione ARTA per l’E951.
Questa è una bella e panoramica strada che si snoda attraversa una lunga vallata, in alcuni punti ci troviamo in alto rispetto al corso del fiume ma per un bel pezzo la strada costeggia proprio il fiume, dove ci sono possibilità di sosta, anche diurna in quanto le rive sono ombrate da alti platani, nota dolente: lo sporco e resti di pic-nic abbandonati selvaggiamente.
Non sappiamo resistere alla frescura invitante del fiume e ci fermiamo per una breve sosta, immergendo i piedi in acqua: è veramente fredda.

Valle del fiume lungo la statale 18


Continuiamo la lunga marcia odierna arrivando finalmente a Preveza, per far prima si seguano le indicazioni per il tunnel sottomarino (pedaggio € 5,00) e verso le 18,00 finalmente arriviamo a Lefkada.
L’isola di Lefkada è collegata alla terraferma da 50 Mt di ponte levatoio costruito nel 1980, ma in realtà questa non era un’isola poiché fù nel 7° sec. A.c. che i corinzi aprirono un canale di 30 Mt per separarla dalla terraferma. Nel medioevo cadde sotto il dominio delle repubbliche Marinare, i normanni di Sicilia e in ultimo i veneziani: ai primi è attribuita la costruzione del Forte di SANTA MAURA, avamposto a difesa dell’isola sito tra di essa e la terraferma e circondato dal Mar Ionio,
ai Veneziani è invece attribuito il commercio di sale e olio d’oliva, da quà la nascita delle saline e la monocoltura dell’olivo.
Superato il ponte levatoio ci appare il massiccio forte triangolare degli Orsini e la stupenda e grande laguna salmastra e dopo averla attraversata arriviamo alla capitale che porta lo stesso nome dell’isola.
Il grande terremoto del 1953 distrusse quasi completamente la città e le case sono state tutte ricostruite con materiali antisismici ed con architettura moderna, a nostro parere estremamente discordanti da tutto il contesto storico e naturalistico dell’isola.
Tra tanta modernità di abitazioni, negozi, pub e ristoranti fa eccezione l’antica chiesa della Vergine Maria del 1720, che conserva ancora tutto il fascino del tempo passato con meravigliose agiografie di artisti dell’isola.
Vista l’ora il nostro obbiettivo è trovare la sosta per la notte, ci dirigiamo verso la punta nord dell’isola, a pochi km. da Lefkada città, dove si trova Milos Beach.

Lefkada – spiaggia Milos Beach

Questa spiaggia posta tra il mare e la laguna è un vero e proprio paradiso per i windsurf e gli amanti del Kite surf e che sia usualmente battuta dal vento lo dimostra la presenza di diversi mulini a vento.
L’IMPATTO VISIVO CHE ABBIAMO è STUPEFACENTE: il cielo completamente colorato dagli aquiloni del windsurf e il mare cangiante di blu e bianco ma a parte ciò ci rendiamo conto che quà è impossibile pernottare, non tanto per il vento ma perché esistono molteplici cartelli di divieto camper e campeggio, così non ci resta che tornare indietro e dirigersi verso il parcheggio del porto dove anni fa i nostri amici vi avevano già sostato per la notte.
Il parcheggio non ci piace per niente, polveroso, sporco con parco giochi all’interno ma è l’unico posto dove passare la notte, infatti, come ci verrà confermato più tardi su tutto il litorale circostante i camper al calar del sole vengono fatti sloggiare dalla polizia e a riprova di ciò in poco tempo il piazzale si riempie di camper.
Rassegnati all’idea di trascorrere la notte quà, ci auguriamo che una passeggiata dopocena nella cittadina avrebbe rallegrato i nostri tristi pensieri ma hai mè…..
Il paese che di giorno ci era apparso interessante con il suo aspetto quasi veneziano alla sera si trasforma in una bolgia umana assiepata davanti a bar, pub e ristoranti e i negozi vendono souvenir spaventosi, così stanchi e delusi non ci resta che andare a letto.


20 agosto 2008 LEKFADA- AGIOS NIKITAS-NIKOPOLIS SPIAGGIA : KM. 61 (TEMPO CALDO E SOLE)
La notte anche se pur caldo noi siamo riusciti a dormire, tanta era la stanchezza del giorno precedente e neppure la musica proveniente dal Luna Park e da una vicina colonia ci hanno disturbato.
Stavolta molto presto siamo già pronti per la partenza e ci poniamo di fronte alla scelta se:
restare sull’isola ( ho letto e mi hanno confermato avere luoghi e spiagge bellissime) trovando un campeggio oppure cominciare l’avvicinamento verso Igomeniza fermandoci su altre spiagge e poi a Parga.
Considerando che i giorni restanti sono pochi e che i nostri amici già hanno visitato l’isola , decidiamo di risalire la costa ma mio marito prima di lasciare l’isola desidera farmi vedere la spiaggia di Agios Nikolas.
Dalla città di Lekfada seguiamo le indicazioni per la spiaggia che dista soli 10 km., la strada si inerpica su la scogliera offrendoci viste mozzafiato su il golfo di Lekfada, la sua laguna e le sue spiagge e aggirato il monte ai nostri occhi appare la bellissima spiaggia di Agios Nikitas: il mare è di un intenso color turchese e la spiaggia è bianchissima, veramente uno spettacolo della natura.

Lekfada- spiaggia di Agios Nikitas

Al di sotto della sosta panoramica, appena la strada inizia a essere nuovamente quasi pari spiaggia scopriamo che c’è una Taverna con un annesso parcheggio sul mare che permette la sosta ai camper + pieno d’acqua e scarico wc nautico per € 10,00 a notte, se l’avessimo saputo ieri…….
Ma ormai la decisione è presa e con immenso malincuore abbandono questa isola e le sue spiagge ma mio marito mi promette che la prossima volta in GRECIA questa sarà la prima tappa, Grazie.
Ripercorriamo a ritroso la strada fino al tunnel sottomarino di Preveza e imbocchiamo la costiera direzione Parga, subito dopo l’incrocio per Nikopolis (sito archeologico da vedere la prossima volta)
e prima dell’incrocio per Arta, sul promontorio sul mare scorgiamo diversi camper in sosta , così andiamo in avanscoperta.
Qua ci sono quasi tutti camper italiani che ci confermano poter sostare tranquillamente e visto che il mare e la spiaggia sono belli decidiamo di fermarci, inoltre soffia un bel venticello che rinfresca l’aria.
Prima del bagno però, io e mio marito tiriamo giù le bici e decidiamo di perlustrare il posto circostante, visto che c’è una bella strada lungomare asfaltata.
Questa è una zona nuovissima, tutte le abitazioni sono di recente costruzioni, ma la spiaggia è bella pulita e neppure affollata, proseguendo si incontra un piccolo mini-market ma a noi hanno detto che su la statale a 2 km. di distanza si trova un super market più grande.
Alla seconda rotonda che troviamo sul lungomare decidiamo di risalire verso la statale, dopo una breve salitella troviamo la statale e fortuna vuole che dopo 200 Mt voltati a sinistra ecco il supermercato.
Ne approfittiamo per comprare quello che ci mancava e poi ci immergiamo in un bellissimo bagno ristoratore.
Ora tutto è perfetto per trascorrere un bel pomeriggio in assoluto riposo in riva al mare e alla sera abbiamo assistito ad un bellissimo tramonto.


21 AGOSTO 2008 (NIKOPOLIS SPIAGGIA – PARGA KM: 56 ) TEMPO : CALDO E SOLE
Il posto è talmente bello che decidiamo di trascorrere anche la mattina, vista anche la posizione rialzata del posteggio il venticello soffia in continuazione e ciò per fortuna impedisce di soffrire il caldo.
Appena dopo pranzo mettiamo in moto i motori e ci dirigiamo a Parga, tutto il tratto di costa che incontriamo è bello e affascinante, soprattutto dove sfocia il fiume Acheronte è particolarmente selvaggio e interessante ( tappa per la prossima volta).
Arriviamo al campeggio “PARGA” abbastanza presto; il campeggio è immerso tra gli olivi, carino anche se spartano: camper + 2 persone + elettricità € 25,00 ed anche vicinissimo al centro e alla spiaggia, perfetto per un altro giorno di relax.
La spiaggia (circa 100 Mt dal campeggio) non è di sabbia ma di sassi medio - grossi bianchi ed è posta in una piccola insenatura dall’acqua cristallina e dei bellissimi faraglioni rendono il luogo romantico e suggestivo.
Nel tardo pomeriggio iniziamo la scoperta della città con l’intento di trovare un gustoso ristorante per la cena.
Parga è un affascinante borgo marinaro, affacciato su una bellissima baia rocciosa, ricca di piccole insenature e isolotti.
A ragione viene definita “la perla della riviera dell’Epiro”.
E’ il primo e unico tipico villaggio greco (così come la mia fantasia, stimolata dalle foto delle guide turistiche, si immaginava) ad avere incontrato durante questo viaggio: è proprio il caso di dire “meglio tardi che mai” visto che tra tre giorni la vacanza è finita.
Questo antico villaggio di pescatori è ora un delizioso borgo fatto di mare, strette viuzze, case o coloratissime o di un bianco abbagliante ed è dominato dal Kastro (aperto tutto il giorno con ingresso libero).
Parga fu occupata dai Veneziani che la dominarono per ben quattro secoli dal 1407 al 1797, mantenendosi un supporto strategico nella rotta da Corfù al Mar Egeo.
Il forte posto sopra Parga occupa tutta la collina rocciosa e ricca di vegetazione (pini e cipressi), esso fu costruito dai veneziani nel XVI sec. Su le fondamenta di vecchie mura normanne a protezione della città sia dal mare che dal continente.
L’architettura è tipicamente veneziana e su di un bastione si può ancora ammirare il simbolo di Venezia “il leone”.
E’ veramente interessante esplorare il forte ma soprattutto da lassù si ha un bellissimo panorama d’insieme di Parga, le sue spiagge, i suoi isolotti; dalla parte opposta, verso nord sempre dal forte si può ammirare la spiaggia di Valtos, raggiungibile da un sentiero posto poco prima di entrare nel Kastro salendo da Parga.
Altro evento da evidenziare nella storia di Parga, una curiosità, è la fuga della popolazione cristiana con l’arrivo di Alì Pascià, fuga immortalata dal pittore Hayez nel quadro che adesso si trova nel Museo D’arte Moderna a Milano.
Così per molti anni solo la popolazione musulmana vi abitò.

PARGA – IL PORTO

Al porticciolo sono ormeggiati molti pittoreschi caicchi che durante il giorno offrono gite alla scoperta di spiagge e calette altrimenti irraggiungibile via terra. Sempre lungo il porticciolo ci sono una miriade di taverne, osterie, ristoranti per tutti i gusti e tutte le tasche.
Proprio in uno di questi ci siamo fermati a cenare, la scelta del locale è stata fatte in base al desiderio di provare il piatto con le cozze alla salsa rossa piccante.
La cena è risultata ottima: 1 piatto di gamberoni alla griglia e contorno +1 piatto di cozze in salsa rossa piccante e feta con contorno + 2 mitos + acqua € 24,00.
A conclusione della serata visita by night di Parga.
Come utile informazione: ci sono supermarket in città che restano aperti fino alle 24,00.

22 AGOSTO 2008 (PARGA - SPIAGGIA DÌ AYIA PARASKEVI KM. 15 ) TEMPO : SOLE E CALDO
Poiché il campeggio si deve lasciare entro le 12,00, decidiamo di approfittare di questo bellissimo mare cristallino per fare ancora un bagno e goderci la bella caletta per almeno un paio d’ore.
Sbrigate le solite pratiche di routine: scarico e carico acque, riprendiamo la nostra marcia di avvicinamento al porto di Igomeniza.
Anziché tornare indietro a riprendere la statale che taglia il promontorio proseguiamo per la costiera che oltrepassa Parga e si snoda attraverso coltivazioni d’olivi e belli scorci sul mare sottostante.
Passato il Paese di Ayia dalla strada vediamo al di sotto una bellissima baia dai colori stupendi e alcuni camper parcheggiati, i nostri amici si ricordano che là hanno già sostato e il posto è bellissimo, così decidiamo di provare a scendere per trovare sistemazione ai nostri tre camper.
La realizzazione di questo obbiettivo non sarà molto facile: l’unico vero parcheggio posto dove la strada finisce e dopo una stretta e ripida discesa (ma breve) è completamente pieno, i camper visti da sopra sono parcheggiati in un campo d’olivi non proprio pari di fronte ad una taverna ma di sopra a una piccola ma stupenda baia.
Considerando l’ora, circa le 13,00 e il caldo, decidiamo di sistemarci alla meglio e ripartire l’indomani per goderci l’ultimo scampolo di mare.
Il resto della giornata è impegnata al relax tra bagni in mare e alla scoperta del luogo.

SPIAGGIA DI AYIA PARASKEVI

Scopriamo, infatti, che esiste un’altra bella caletta oltre questa; continuando la strada asfaltata dal luogo dove abbiamo lasciato i camper (di fronte alla taverna e alla 1° caletta che si incontra venendo giù) appena iniziata la salita un piccolo sentiero tra la macchia alla nostra sinistra, conduce a quest’altra baia un po’ più grande della precedente ma più riservata.
Proseguendo per la strada asfaltata altri 100 Mt e si incontra una chiesetta proprio a strapiombo su un’altra bellissima baia di fronte alla quale si trova una bella isoletta raggiungibile a nuoto per chi è un buon notatore oppure con i pedalò che affittano sulla spiaggia.
Dopo la chiesetta una breve discesa conduce alla spiaggia e al posteggio e quà la strada finisce.
Il luogo è incantevole, questo tratto di costa mi ricorda molto l’Istria.
Non c’’è altro che natura ad eccezione di una taverna che noleggia lettini e ombrelloni (2 lettini + 1 ombrellone € 5,00 tutto il dì) ma alla sera chiude.

Un luogo da vero plein air sempre a trovare disponibilità di sosta, consiglio perciò a chi interessa questo luogo: arrivare prestissimo la mattina e con frigo pieno perché non c’e minimarket.

23 AGOSTO 2008 (SPIAGGIA AYIA PARASKEVI – IGOMENIZA KM: 37 ) TEMPO : CALDO E SOLE
Ci alziamo con tristezza perché questo è l’ultimo giorno in terra greca, questa sera il traghetto ci attende con partenza alle 22,30 da Igomeniza.
Desideriamo stare in relax più completo così ogni equipaggio dei camper sceglie di trascorrere la giornata a suo piacimento, unico punto fisso partenza da quà alle 17,00.
Io e mio marito decidiamo di affittare lettini e sdraio nella baia con vista isola e pranzare alla taverna, i miei genitori decidono di trascorrere la mattina nella seconda baia e pranzare in camper, i nostri amici decidono di trascorrere la mattina con i miei genitori ma di pranzare alla taverna vicino ai camper.
La mattina trascorre molto velocemente tra bagni, letture e ultime foto ricordo e il pranzo alla taverna risulterà molto delizioso: 1 piatto d’alici fritte + 1 piatto calamari fritti + 1 piatto di formaggio fritto + mitos e acqua + caffè turco € 22,00.
Come stabilito alle 17,00 patiamo per l’ultimo tragitto verso il porto ma prima ci fermeremo ad un supermarket per rifornirci di prodotti tipici greci da riportare a casa: salsa zakiti, salsa di feta, formaggio per friggere, yogurt, vino rezina, birra mitos, ouzo e olive tante olive.
Arriviamo su la banchina del porto intorno alle 19,30 e dopo aver fatto il chech in al terminal consumiamo una frugale cena.
La serata è molto calda ma nonostante la tristezza per la fine della vacanza siamo anche molto sereni e soddisfatti per come la vacanza si è svolta e nell’attesa dell’arrivo del traghetto intratteniamo conversazione con gli altri camperisti in attesa come noi.
La fatalità ha voluto che rincontrassimo il gruppo di camperisti conosciuti all’andata e che hanno fatto il tour della Turchia, così ci ragguagliamo su le relative esperienze fatte in queste tre settimane: l’atmosfera è allegra.

Igomeniza – tramonto al porto la GRECIA ci saluta

Il traghetto arriva in perfetto orario e in perfetto orario riparte, dopo i soliti disbrighi ( attacco luce, doccia ) prima di andare a dormire preferiamo salire sul ponte a rinfrescarci.
All’interno della nave c’è sempre il solito arruffio di persone (per lo più turchi e albanesi che rientrano) sdraiati a terra per dormire, lo spettacolo è osceno e l’odore è quasi insopportabile.
Sul ponte tira un forte vento così decidiamo di provare ad andare a riposare.

24 AGOSTO 2008 (ANCONA – GUBBIO- FIRENZE KM: 287 ) TEMPO: SOLE MA FRESCO
Durante la notte si è alzato un forte vento e appena superata l’isola di Corfù anche il mare è diventato agitato, per cui stavolta non abbiamo sofferto il caldo anzi abbiamo dovuto chiudere gli oblò ma in compenso sono riuscita a dormire poco perché il mare era molto agitato e su in mansarda il rullio era molto forte.
Verso la mattina sono andata a dormire nel lettino a castello più in basso, il mare si è leggermente acquieto così siamo riusciti a dormire fino alle 10,00.
IL forte vento ci impedisce di trascorrere la mattinata sul ponte, molto meglio il ponte open deck e così tra una chiacchierata con i nostri compagni camperisti, uno spuntino, una riordinata al camper e uno sguardo al panorama alle 13,00 si arriva ad Ancona.
Nonostante il mare agitato la traversata è stata ottima.
Appena sbarcati decidiamo di fare un veloce pranzo , seguendo le indicazioni dell’area di sosta camper troviamo un grande parcheggio dietro il porto, l’aria in Italia è più fresca quasi settembrina come dirci che l’estate è finita con il nostro viaggio.
Il rientro verso casa è stato scorrevole e senza traffico neppure nel tratto di Autostrada Arezzo- Firenze Scandicci abbiamo trovato coda, unica sosta durante il viaggio di rientro : all’area camper Gubbio per scaricare e alle 18,30 eravamo nelle nostre case.

CONSIDERAZIONI: Questo primo viaggio per me in GRECIA, nonostante alcuni momenti di delusione, non ha fatto che accrescermi l’interesse per questa terra e le sue genti, credo pertanto che sarà il primo di tanti altri viaggi che compirò in terra Ellenica.
Detto ciò e aggiungendo che ogni considerazione e opinione è puramente soggettiva, io ritengo che la parte della MACEDONIA valga il viaggio per il mare della Calcidia veramente stupendo e caldo, per il sito di Filippi e Vergina e Kavala come tappa per l’imbarco di Thassos.
La parte nord della Grecia sicuramente è bella nei mesi primavera-autunno ma in Agosto con le calde temperature come quest’estate non si riesce ad apprezzare.
Le Meteore ovviamente da non perdere, come la costa tra Igomeniza e Preveza è bellissima anche se un po’ troppo battuta dal turismo di massa, l’Isola di Lekfada da scoprire e vivere per le sue bellissime spiagge.
I distributori nella parte nord-orientale non sono frequenti (soprattutto in Autostrda) per cui consiglio di non restare mai carenti di GASOLIO.
Le carte di credito difficilmente vengono prese dai distributori di carburante, mentre sono accettate in tutti i supermarket (eccetto LIDL ) e nei ristoranti o taverne dei paesi più battuti dal turismo.
L’acqua è facilmente reperibile ovunque: distributori, fontane lungo strade o piazze pubbliche e molti abitanti vi offrono spontaneamente la loro fontana.
Per lo scarico è più complicato: non ci sono aree attrezzate, quindi o presso i campeggi o nei wc blu chimici che si trovano facilmente su tutte le spiagge attrezzate.
Per la sosta non ci sono problemi: La sosta libera è tollerata quasi ovunque, anche dove esistono i cartelli di divieto.
Non è necessario arrivare in Grecia con la cambusa piena (come abbiamo fatto noi) ad eccezione della pasta e del parmigiano si trova di tutto, facilmente e a prezzi a volte inferiori che nei nostri supermercati, inoltre frutta e pomodori a volontà e buonissima.

SPESE TOTALE: € 1800,00
Nel dettaglio:
TRAGHETTO A/R € 790,00
GASOLIO: € 300,00 circa
CAMPEGGI: € 117,00
RISTORANTI: € 140,00
MUSEI-VARIE –SOUVENIR-ALIMENTI: € 450 circa


GUIDE CONSULTATE:

Carta stradale : EURO CART 1: 300.000

Depliant richiesti ed inviatami dall’Ente Del turismo Greco

Ma soprattutto utili i diari di viaggio di altri camperisti (anche se i diari relativi alla Calcidia non sono molti) letti su i siti:
www.camperlife.it
www.camperonline.it
www.turismoitinerante.it
www.taccuinodiviaggio.it

GUIDA : THE ROUGH GUIDE ( a fine Luglio non abbiamo trovato altro nelle librerie di Firenze) ottima per consigli su itinerari, luoghi , campeggi e ristoranti da non perdere ma superficiale nella descrizione prettamente storico-artistica-culturale dei luoghi.
Al prossimo viaggio

Nadia Pancani


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