GRECIA NORD ORIENTALE
(testo e foto di Nadia Pancani)
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IL NOSTRO TINERARIO IN GRECIA -EVIDENZIATO
IN BLU |
Periodo: dal 1 Agosto al 24 agosto
2008
Equipaggi: 3 camper + 6 adulti ( 2 equipaggi
sono partiti 5 giorni prima e ci attendono allo sbarco.)
Km. percorsi: km. 3000
Quest’anno la vacanza per me ha un sapore
nuovo, infatti, per la prima volta mi recherò in Grecia,
paese che tanti mi hanno decantato per le sue meraviglie archeologiche
e per il mare stupendo, e sempre per la prima volta affronterò
una lunga traversata in mare (15 ore e io ho un po’ di paura
del mare!!!!!).
Quindi parto con la consapevolezza d’iniziare veramente
un’avventura: territorio, usanze, cultura, lingua, cibo,
strade ….tutto da scoprire e da vivere per tre settimane.
Il nostro traghetto della flotta Anek Line, parte da Ancona il
Sabato 02 Agosto alle 16,30, ma la nostra avventura inizia il
venerdì 01 Agosto alle 20,30.
01 Agosto 2008 – (Firenze
- Gubbio km. 178 ) tempo: caldo
Valutando che la giornata di sabato 2 agosto è considerata
di grande traffico, abbiamo pensato di avvantaggiarsi partendo
il venerdì sera dopocena e arrivare a Gubbio, dove si trova
una bellissima area di sosta.
Il viaggio si è svolto tranquillo e fresco, vista l’ora,
partiti da casa alle 20,30 alle 11,45 eravamo già sistemati
nell’area sosta, che abbiamo trovata abbastanza piena ma
veramente confortevole.
02 Agosto 2008 – (Gubbio-
Ancona porto km. 109) tempo: caldo e sole
Dopo un bel sonno ristoratore intorno alle 9,30 ci siamo
rimessi in marcia e anche questa parte di viaggio si è
svolta nella massima tranquillità, traffico quasi inesistente;
arrivati al porto l’organizzazione era perfetta e senza
nessun intoppo e perditempo, grazie alle esatte indicazioni degli
operatori portuali, ci siamo ritrovati sulla banchina pronti all’imbarco.
Fatto il chec In e una seconda colazione al bar di fronte al porto
ci siamo organizzati per l’attesa del nostro traghetto,
visto che di tempo a disposizione c’è né molto,
sono solo le 12,00 …
Nell’attesa abbiamo scoperto che la maggior parte dei camper
in fila con noi, (20 equipaggi) faceva parte di un gruppo di Bra,
con destinazione Turchia: devo spendere due parole per questi
camperisti, perché persone veramente simpatiche e cordiali,
provenienti da tutta Italia (Piemonte- Lombardia-Marche-Lazio-Campania-Emila)
e unite dal piacere del viaggiare in camper.
Sono stata molto felice quando le abbiamo nuovamente incontrati
sul traghetto di ritorno.
Il traghetto “ELLENIC SPIRIT” è arrivato in
perfetto orario ma tra operazione di scarico e carico (era pieno
zeppo di automezzi-camion e persone) è partito con un’ora
di ritardo alle 17,30.
Per sfortuna in open deck non ci è toccato la prima fila,
quella d’avanti agli spazi aperti, ma bensì la seconda
fila, comunque l’aria sembra arrivarci.
Resto della serata dedicato alla scoperta della nave:
Il traghetto è molto grande e anche ben arredato, con bar,
discoteca, self service, Ristorante, bar panoramico , negozi e
piscina (piccolina) tuttavia la cosa che mi ha sconvolto è
vedere le tantissime persone, bambini piccoli compresi, sdraiate
in ogni sito della nave (dentro e fuori) per accaparrarsi un angolo
per la notte, distendendo materassini, coperte, piccole tende
ecc., dava l’impressione di essere su una nave di immigrati
dei primi del novecento. L’effetto che mi ha fatto è
stato sconvolgente al negativo e nel open dech, anche se circondata
di camper , mi sembrava di essere in un angolo di paradiso.
03 Agosto 2008 ( Igomeniza-
Ioannina-Konitsa-Eptahori km. 193) tempo sole e caldo (40°
alle 15,00)
La notte è passata tranquilla e veloce , mare calmo
, unica nota dolente fino alle 4 del mattino la temperatura è
stata abbastanza elevata all’interno del camper ma alle
6,00 ci siamo alzati per vedere
L’alba sulle coste dell’Albania e Corfù , e
nonostante la levataccia è valsa veramente la pena.
In perfetto orario (durante la notte il traghetto ha recuperato
il tempo perduto alla partenza) alle 08:00 ore italiane, le 09,00
ore Greca arriviamo a Igomeniza.
Il primo impatto con il territorio greco è bellissimo,
il golfo di Igomeniza è un porto naturale talmente racchiuso
che sembra di essere in un lago.
Il vantaggio della nostra postazione in Open DECK è CHE
USCIAMO PER PRIMI, quindi ci spostiamo nel piazzale in attesa
dell’arrivo degli altri 2 equipaggi.
Appena riunita la” compagnia” ci dirigiamo verso Ioannina
per E90 (no Autostrada).
Viste le alte temperature, decidiamo che anziché continuare
a far mare, di addentrarsi verso il nord della Grecia ai confini
con l’Albania,che abbiamo letto su le guide essere ricco
di laghi, monti e gole dalle mille cascate e ponti in pietra,
per poi discendere verso la Calcidia.
Così Arriviamo a Ioannina intorno alle 11,30 e sostiamo
lungo il Lago Pamvotida, per la visita della città e per
pranzare.
Ioannina, capitale dell’Epiro, ha ospitato popoli di diversa
cultura, che hanno lasciato un marchio indelebile sia nell’architettura
che nella fisionomia stessa della città.
Dalla cinta muraria che fu edificata nel XII sec. ma restaurata
da Ali’ Pascià che governò l’Albania
e L’Epiro (1741-1822) si accede alla cittadella.
La cittadella ha conservato un aspetto orientale con le caratteristiche
stradine, le case dai tetti spioventi, le antiche mosche e il
palazzo di Alì Pascià che sorge nel punto più
elevato dell’altura.
Quì si trova la moschea Aslan Pascià, fondata nel
1619 nel luogo in cui sorgeva un monastero ortodosso, l’edificio
oggi accoglie un Museo di Arte Popolare che espone armi e ricchi
costumi.
Dalla terrazza si ha una bella veduta sul lago e sui monti circostanti,
più in basso rispetto alla moschea si trova l’antica
biblioteca turca e oltre la vecchia Sinagoga.
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IOANNINA- VISTA DALLA CITTADELLA
DEL MAUSOLEO DI ALI’ PASCIA’ |
Dalla cittadella ci spostiamo al ridotto fortificato
che comprende il mausoleo di Alì Pascià, una moschea
e l’antico palazzo del “leone di Ionnanina”,
oggi nel Museo Bizantino.
Dopo aver pranzato lungo lago, continuiamo il nostro spostamento
su E853 con l’intenzione di addentrarsi nelle gole e raggiungere
Monodendri, ma non riusciamo a trovare il bivio, quindi anziché
tornare indietro ci fermiamo a Konitsa, dalla strada abbiamo visto
un bellissimo ponticello in pietra che sovrasta un’altrettanto
bella gola. Sostiamo il camper in un piazzale ai bordi della statale
per raggiungere il fiume.
Konitsa è una pittoresca cittadina annidata ai piedi del
monte Trapezita e può essere base per escursioni nelle
gole e vallate vicine, ma soprattutto è conosciuta per
il suo ponte turco che è uno dei più belli di tutta
la Grecia e anche il più ampio ponte in pietra con una
singola arcata dei Balcani.
Esso sovrasta il fiume Aoos, fiume che si incanala in una bellissima
e stretta gola, già dal ponte si gode di un bellissimo
panorama sui monti ma ancora più gradevole, vista la temperatura
è immergere i piedi nel fiume, risalirlo quanto possibile
a piedi, e scoprire cascate e scenari mozzafiato.
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KONITSA- LA VALLATA DEL FIUME AOOS
VISTA DAL PONTE |
Ancora però la temperatura non si placa e
decidiamo di continuare la marcia, la strada si inerpica in bellissimi
scenari, ora assolatissimi e brulli, alle volte più verdeggianti
e con fiumiciattoli secchi attraversati da altri piccoli ponti
in pietra.
La strada è percorsa anche da innumerevoli camion che probabilmente
attraversano la Grecia per dirigersi in Turchia o Bulgaria.
Arrivati alle 19,00 decidiamo di trovare un luogo per la notte,
ma la sosta lungo strada è impossibile, non c’è
spazio, così al primo paesino che incontriamo ci fermiamo
a verificare la possibilità.
Parcheggi non c’è ne sono, avviliti e stanchi chiediamo
a degli anziani signori seduti fuori da un bar , indicazioni in
inglese. Ci dicono che non ci sono parcheggi possibili ma sarebbero
molto felici se sostassimo i nostri camper nel piccolo rientro
(lungo strada ) del loro bar.
La loro gentilezza ci affascina e così anche se non è
l’ubicazione migliore ci sistemiamo per la notte:
la temperatura sta diventando fresca e si spera che durante la
notte i camion cessino di passare.
Dopo esserci sgranchiti le gambe girondolando nel piccolo paesino,
ci prepariamo alla cena.
04 Agosto 2008 (EPTAHORI-KASTORIA-EDESSA
KM: 206) TEMPO: CALDO E SOLE
La notte è passata tranquilla, fresca e silenziosa,
i camion hanno iniziato a viaggiare nella prima mattina, prima
di ripartire i proprietari del bar hanno insistito perché
ci rifornissimo di acqua presso la cannella del loro orticello,
la loro cordialità e disponibilità è stata
eccelsa.
Intorno alle 9,30 Riprendiamo la marcia con destinazione Kastoria.
La strada si inerpica in paesaggi quasi di alta montagna e al
passo nella località Pentalofos, scopriamo che è
ubicato un albergo con tanto di piazzale e acqua, sarebbe stato
un posto squisito per la sosta notturna; superato il valico il
paesaggio cambia e diventa particolarmente aspro mentre il caldo
inizia a farsi sentire.
Arriviamo a Kastoria intorno alle 11,30 sotto un sole cocente
e senza un alito di vento.
Situata su di una penisola che si protende nelle acque dell’omonimo
lago, Kastoria conserva alcune antiche dimore in stile balcanico,
che però sono talmente mescolate e attaccate alle tantissime
nuove costruzioni da diventare anonime.
Kastoria è inoltre rinomata per la lavorazione e l’esportazione
della pelliccia di castoro ma sinceramente non abbiamo trovato
nessun negozio o laboratorio che attestasse ciò:
tanti negozi lungo lago ma che vendevano articoli vari estremamente
scadenti……
Lungo lago è impossibile sostare risulta pieno zeppo di
ristoranti e con divieto di parcheggio camper, così visto
che l’ora di pranzo si avvicina siamo costretti a parcheggiare
in un piazzale molto fuori centro e a tutto sole.
Poiché ho letto su le guide che Kastoria è ricca
di chiese bizantine, circa 50, decidiamo di avventurarci a piedi
verso il centro, ma dopo 2 km. di cammino sotto il sole la meta
è ancora lontana, il caldo insopportabile, così
rinunciamo.
Risultato: noi pensavamo di trovare un piccolo paesino caratteristico
di media montagna (siamo a 800 Mt e i monti circostanti superano
i 1500mt ma la temperatura è intorno ai 40°) con temperatura
gradevole e prodotti locali da conoscere ma tutto ciò era
solo nelle nostri menti e sulle guide turistiche, sarà
stato per il caldo, sarà stato per la gente inospitale,
sarà stato per il caos e l’impossibilità di
parcheggiare, sta di fatto che siamo rimasti estremamente delusi
e così dopo pranzo abbiamo letteralmente lasciato di corsa
Kastoria.
Nota positiva: il lago era gremito di molti specie di uccelli
di palude (oche, cigni, papere, pellicani, aironi cenerini ecc..).
Lasciata Kastoria la strada in breve comincia a inerpicarsi dolcemente
sulle montagne circostanti (direzione Korisos per raggiungere
Edessa) e offre un panorama mozzafiato con vista a 360° su
Kastoria e il suo lago, visto da quà è bellissimo.
Arriviamo a Edessa intorno alle 17,30.
Seguire le indicazioni per le cascate (scritte in inglese), arrivando
si troveranno dei negozi, seguire le indicazioni per posteggio
pullman: qui abbiamo sostato i nostri camper pronti per la notte.
Edessa antica capitale della Macedonia, conosciuta anticamente
con il nome di AEGAE, è una piacevole cittadina che dall’alto
domina tutto l’altopiano della Macedonia.
E’ ricca di numerosi ruscelli che formano diverse cascate
tra cui la famosa “cascata d’Edessa”, sotto
la quale si trova una grotta e la chiesetta dell’Ascensione.
Il tutto racchiuso in un bellissimo parco, fresco,
verde e fiorito dove sono ben segnalati vari percorsi da effettuarsi
all’interno: salendo si può arrivare fino al vecchio
nucleo di Edessa (Varossi) con le caratteristiche case in stile
balcanico e i vecchi mulini, oppure scendendo a piedi o in ascensore
panoramico si raggiunge un bellissimo ristorante inserito all’interno
di una vecchia fabbrica dei primi del ‘900 che produceva
corde per le navi, molto interessante, sono ancora conservati
intatti i macchinari dell’epoca.
E cosa altrettanto interessante, abbiamo acquisto delle ciliegie
buonissime, fresche e a buon prezzo presso il mercatino appena
vicino al posteggio…. (ciliegie ad Agosto eccezionale!!!!!)
Fortunatamente la temperatura si sta abbassando, così rilassati
e soddisfatti della passeggiata terminiamo anche questa giornata.
05 Agosto (Edessa-Pella scavi
– Nea Plagia- Flogita km: 150) tempo: sole e caldo
Da Edessa la mattina intorno alle 9,00 imbocchiamola E86
direzione PELLA, durante il viaggio sbagliamo incrocio e entriamo
nel paese nuovo di Pella, tuttavia l’errore diventa positivo
in quanto mentre eravamo fermi a guardare la cartina si avvicina
un signore e ci propone di fare rifornimento di acqua presso i
giardini del paese:
CHI DICEVA CHE IN GRECIA E’ DIFFICILE RIFORNIRSI D’
ACQUA ?!!!!!!!!
Pella fù capitale e centro amministrativo dell’antica
Macedonia (413-399a.c.), patria di Filippo Il Macedone, ha dato
i natali sia a Filippo II che a Alessandro Magno ; quà
Aristotele fù precettore di Alessandro Magno e Euripide
scrisse e presentò le sue ultime opere.
A Pella abbiamo visitato il sito archeologico (€ 6,00 COMPRESO
IL MUSEO), dove di integro sono rimaste solo le colonne doriche
e alcuni bellissimi mosaici di ciottoli; interessante il mosaico
pavimentale ellenistico a forme geometriche, mentre gli altri
mosaici, altrettanto belli, riproducono scene mitologiche.
Della vastissima Agorà e del grandioso Palazzo Reale sono
rimaste solo le fondamenta che tuttavia fanno ben percepire quanto
fosse meravigliosa e ben organizzata ( con viali, fognature, negozi
ecc.) l’antica Pella.
Interessante l’attiguo museo che espone altri mosaici e
resti provenienti dagli scavi di Pella, resti che comprendono:
Monete, statue (di cui un volto di Alessandro Magno da giovane),
manufatti, gioielli e una bellissima corona formata da foglie
d’alloro d’oro.
Terminata la visita senza ulteriori indugi decidiamo di dirigerci
verso la penisola di Kassandra e raggiungere il mare per immergersi
in un rinfrescante bagno.
Proseguiamo per E86, con l’intento di imboccare l’autostrada
e poi la circonvallazione di Salonicco, ma purtroppo dall’autostrada
sbagliamo uscita e ci ritroviamo proprio nel centro di Salonicco,
non abbiamo altra alternativa che attraversarlo tutto prima di
imboccare la superstrada che porta a Kassandra. Il caldo e il
traffico sono allucinanti, e ci mettiamo ben 1:30 ora per attraversare
la città.
Imboccata la superstrada, verso le 12,30 decidiamo di uscire per
prendere il lungomare e fermarsi per una pausa pranzo e bagno.
Stavolta la fortuna ci assiste, arriviamo casualmente a un paese
tutto nuovo di nome Nea Plagia, la strada ci porta fin sulla spiaggia,
dove parcheggiamo in pineta a bordo mare e per la prima volta
da quando il viaggio è iniziato ci facciamo un bellissimo
bagno in un’acqua caldissima e trasparente: il primo approccio
con il mare della Grecia o meglio della Calcidia è estremamente
positivo, colori splendidi, sabbia bianca e acqua caldissima.
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NEO PLAGIA- SOSTA IN PINETA SUL
MARE |
Nel tardo pomeriggio dopo esserci riposati decidiamo
di spostarci per la notte, continuando lungo la strada costiera,
vediamo diverse opportunità per la sosta libera, ma anche
stavolta casualmente ma fortunatamente ci fermiamo a Flogita,
pochi km. da Nea Moudania.
Parcheggiamo i camper vicinissimi alla spiaggia all’ombra
delle palme, il paese è tutto nuovo ma con un bel lungomare
dai bellissimi bar, la spiaggia libera è pulita, dotata
di docce e l’acqua è sempre bella, trasparente e
calda.
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FLOGITA- SOSTA TRA LE PALME |
Troviamo anche un bel mercatino che sembra sia
aperto 24 h su 24, dove acquistiamo della frutta e verdura freschissima
e da un contadino della Rezina e OUzo, fatto in casa e imbottigliato
in bottiglie di plastica da 1,5 lt. La qualità è
superba.
Terminiamo la serata con un bel bagno al tramonto.
06 AGOSTO 2008 (Flogita-spiaggia
di Kriopigi KM: 50) tempo: caldo e sole
Trascorriamo la mattina sul mare e decidiamo di spostarci
prima di pranzo.
Continuando lungo la strada costiera, all’inizio di Nea
Moudania, all’incrocio sulla destra ho notato un parcheggio
sotto gli olivi, dove sostavano altri camper, sembra che l’ubicazione
sia vicina al mare e al paese, che tra l’altro mi sembra
piuttosto grandino e accogliente.
Imboccato il dito, alla deviazione optiamo per esplorare prima
la parte est, attraversiamo molti bei paesi, movimentati assai,
il mare ci richiama con i suoi colori ma le strade che portano
alla spiaggia sono piuttosto strette.
Alla fine decidiamo di avventurarci in una di queste discese e
fortunatamente ci ritroviamo su una delle più belle spiagge
di Kassandra: la spiaggia di Kriopigi.
Una bellissima pineta fa da cornice alla spiaggia, quà
possiamo sostare, tra l’altro ci sono dei bulgari con tende
e camper che gentilmente ci dicono che si trovano da alcuni giorni
e tutto è ok.
La spiaggia bianca fa risaltare i colori azzurro-smeraldo del
mare, sulla spiaggia ci sono docce da poter usufruire, nelle vicinanze
c’è una cannella dove possiamo fare rifornimento
di acqua. Tutto è perfetto, così decidiamo di rilassarci
un giorno in questo bellissimo luogo.
Per raggiungere questa spiaggia, dal paese soprastante, seguite
l’indicazione per il “CAMPEGGIO KRIOPIGI” subito
prima del campeggio sulla vostra sinistra vedrete una pineta,
là potete sostare.
In pineta, sul mare si trova anche un bar, che apre dalle 10,00
alle 19,00 e un trenino turistico, fa la spola, ogni ora, tra
la spiaggia e il paese (costo € 1,00).
Pomeriggio in pieno relax tra sole e mare.
Alla sera scopriamo che nonostante il bar sia chiuso, le luci
della terrazza sul mare restano accese, così dopocena prendiamo
le carte e ci mettiamo a giocare al tavolo del bar.
07 Agosto 2008 (KRIOPIGI- POSSIDI
KM. 60) TEMPO: CALDO E SOLE
Dopo aver trascorso la mattina sulla spiaggia, verso le 12,00
decidiamo di spostarci.
Riprendiamo la statale costiera e vediamo altri posti dove sarebbe
possibile liberamente fermarsi, ma decidiamo di proseguire ancora
un po’, così abbastanza velocemente ci ritroviamo
a fare il giro della punta di Kassandra, la costa ci appare sempre
bella con pinete che scendono fin sul mare e l’acqua dai
colori meravigliosi, a ogni baia o spiaggia saremo tentati di
fermarci, ma optiamo per la costa ovest.
Quà ci attende la prima sorpresa, la parte ovest della
penisola è quasi completamente costruita e gli accessi
al mare sono bloccati da ville o hotel.
Una prima possibilità si incontra a Loutra, ma il parcheggio
è piccolo, anche se vicino al mare e al paese, già
occupato da altro camper ci è impossibile trovare posto
per noi tre.
Un po’ avviliti sia per il caldo che per la fame, decidiamo
di imboccare la strada che conduce alla punta di “POSSIDI”.
Il paese non è molto grande, si sviluppa lungo mare per
circa 1 km., ma offre alcune possibilità di sosta:
1° in un grande parcheggio sterrato all’inizio del paese
sulla sinistra, l’altra imboccando il lungomare, sempre
all’interno del paese, direzione la punta estrema, sulla
destra c’è un parcheggio grande, con alcuni posti
sotto gli alberi.
Al di fuori del paese, continuando verso la punta e seguendo le
indicazioni del campeggio, volendo si può sostare su un
piazzale sterrato terrazza mare, oppure andando direttamente sulla
punta, seguendo la strada per il faro, esiste un piazzale con
tanto di cartello (possibile campeggio libero) e due cannelle
per acqua. Il posto è bellissimo a diretto contatto della
natura, nota dolente: non c’è possibilità
di ombra e la pineta retrostante è quasi una discarica
a cielo aperto compresa di edificio fatiscente. (CHE PECCATO RIDURRE
UN COSI’ BEL POSTO IN UN IMMONDEZAIO!!!!!)
Devo dire che i rifiuti abbandonati ovunque sarà una costante
per tutto il viaggio attraverso la Macedonia.
Noi ci fermiamo al secondo parcheggio del paese e trascorriamo
il resto della giornata in completo relax sul mare, che anche
quà è meraviglioso anche se un tantino troppo mosso
per me.
Alla sera, prima cena in taverna, sono curiosa di assaggiare i
famosi calamari fritti, che tanto mi hanno osannato.
Optiamo per il primo ristorante con una bella terrazza sul mare,
per tutto il giorno è stato affollato e questo ci fa pensare
che si mangi bene. Infatti, così è.
Menu: 1 insalata greca + 1 calamaro fritto + 1 alici fritte +
1 birra mytos + 2 ouze € 30,00
La giornata termina nel migliore dei modi.
08 Agosto 2008 (Possidi- Agios
Mamas- Olynthos km: 53 ) tempo: sole e caldo
Trascorriamo la mattina al mare, facendo una bellissima
passeggiata sulla spiaggia fino alla punta.
Quà è stupendo, una lingua di sabbia si incunea
nel mare, fino a diventare un puntino piccolo, così da
una parte il mare risulta mosso, dall’altra è una
tavola verde-azzurra limpidissima, mai visto un mare così
bello. Impossibile non tuffarsi è veramente uno spettacolo
della natura.
Rientrando alla nostra postazione sulla spiaggia del paese, mi
diletto a raccogliere sassi di tutte le forme e colori. Nel pomeriggio,
dopo avere condotti anche gli altri componenti del gruppo a esplorare
la punta, (ma col camper), risaliamo la penisola per dirigersi
verso SINTHONIA.
La giornata è ancora calda così ci spostiamo alla
spiaggia di Agios Mamas.
Anche questa una vera sorpresa, sulla spiaggia quasi fin sul mare
ci sono migliaia di gigli fioriti, palme e una bellissima sabbia.
Inoltre, ma ciò quasi ovunque in Calcidica, la spiaggia,
che è libera, è provvista di ombrelloni gratis,
docce e bagni.
Ne approfittiamo per svuotare i WC dei camper (così faremo
per tutto il viaggio), ci facciamo una bella doccia con spampoo
e bagno schiuma e ci beviamo una birra fresca al calar del sole.
Sarebbe un’ottima base per la sosta notturna, ma poiché
l’indomani vogliamo visitare la vecchia Olyntos, e visto
il caldo è meglio approfittare delle prime ore del mattino,
decidiamo di andare a dormire fuori dell’area archeologica.
Così prima che sia completamente buio, ci dirigiamo al
sito che dista pochi km.
Il parcheggio è carino, ma lungo la strada, che risulterà
essere assai trafficata poiché conduce ai campi e quà
i contadini lavorano fino a tardi la sera e molto presto la mattina.
09 Agosto 2008 (Olynthos- Sarti
– Porto Koufos km. 97 ) tempo : sole e caldo
All’apertura degli scavi siamo già pronti: ore
8,00, ma l’impiegato arriva ben alle 8,20…..con molta
calma, ingresso € 3,00.
Olyntos era un’antica città greca della Calcidica,
sorgeva sul fiume omonimo a solo due km. dal mare e posto su di
una modesta altura, fondata dai Calcidi nel IV sec. a.c., la città
fu a capo della lega Calcidica, ottenendo l’indipendenza
da Atene, prese parte alla guerra del Peloponneso, prima contro
Atene e poi contro Sparta, alleata di Filippo, venne poi completamente
distrutta da quest’ultimo perché gli si era voltata
contro alleandosi nuovamente con Atene; costituisce un raro esempio
di città classica non modificata a opera del V sec. A.c
dell’architetto che aveva progettato il Pireo e Rodi.
Gli scavi archeologici dimostrano la ricchezza della città:
era attraversata almeno da sette strade che misuravano circa 5
Mt di larghezza, con orientamento nord-sud, attraversate da altrettante
strade perpendicolari, che formavano isolati di case di uguali
dimensioni. La strada centrale sempre direzione nord-sud misurava
circa 7 Mt e sboccava in una grande Agorà.
Le abitazioni a due piani erano orientate verso mezzogiorno, composte
anche di una camera con vasca di bagno, portici e cortili interni.
Al secondo piano c’erano le stanze per la servitù
e il talamo coniugale.
Mancavo di pozzo proprio, e i rifornimenti venivano fatti alla
fonte pubblica.
Di tutto ciò è rimasto solo le fondamenta, alcuni
mosaici, la vasca da bagno, le fognature, le strade e alcune colonne
relative al palazzo pubblico ma la visita risulta molto interessante
e non si impiega più di 1:30 ora.
Così prima delle 10,00 ci siamo nuovamente messi in marcia
direzione la seconda penisola e con l’obbiettivo di trovare
un campeggio per trascorrere il fine settimana.
Imbocchiamo la strada per Sinthonia costa est, il paesaggio è
stupendo: alte scogliere a picco sul mare che si aprono su piccole
baie di sabbia bianca e con mare dalle mille sfumature di blu.
Ci accorgiamo subito che quasi tutte le baie sono occupate dai
campeggi, oppure sono raggiungibili solo attraverso strade non
asfaltate, scoscese e tortuose quindi impossibili per i nostri
mezzi.
Ci fermiamo a diversi campeggi ma o sono tutti completi oppure
quelli con possibilità sono talmente pieni e sporchi da
non giovarsene.
La strada continua alternandosi a paesaggi ricchi di pinete che
scendono fin sul mare a paesaggi quasi lunari, aridi con crete
(simili alle nostre crete senesi) occupate solo da rimessaggi
di lamiera per pecore: un paesaggio da voto 10.
Peccato che sia impossibile trovare un campeggio alla cui ricerca
impieghiamo tutta la mattina.
Verso le 12,00 arriviamo a Sarti, qui esiste un campeggio “Sarti
beach” che ha anche l’hotel, anche se i servizi lasciano
a desiderare, saremmo pure disposti a restare ma le piazzole disponibili
sono piccolissime e tramezzo a carrelli e gommoni per cui ci rinunciamo,
il costo era € 24,00 per 2 persone + camper + elettricità.
Ci sistemiamo sul piazzale sterrato vicino al campo sportivo per
il pranzo e poi continueremo la ricerca di un posto migliore in
sosta libera.
Sarti ci appare come una vivace meta turistica, con una bellissima
e lunghissima spiaggia bianca e fine con un mare altrettanto bello
e moltissimi negozietti e ristoranti.
Dalla sua spiaggia si gode una bella prospettiva e un affascinante
panorama su il terzo dito: la penisola del Monte Athos.
Dopo esserci riforniti di acqua presso la cannella del campo sportivo,
proseguiamo, lungo la strada qualora si incontra un campeggio
ci fermiamo ma la musica non cambia: o pieno o sporco.
Verso le 15,00 dall’alto della strada in località
Porto Koufos vediamo alcuni camper parcheggiati sulla spiaggia,
così gli raggiungiamo. Il posto dove ci troviamo è
praticamente una stretta striscia di sabbia posta tra il mare
e la laguna retrostante, affollata di aironi cenerini, questa
doppia conformazione rende il luogo veramente particolare, per
raggiungerlo seguire la prima stradina a sinistra (ovviamente
provenendo da Sarti)arrivando al paese sembra che conduca all’Hotel
ma invece continua fino a terminare poco oltre lo spiazzo dove
abbiamo posteggiato i camper.
Porto Koufos è un piccolo insediamento di
pescatori.
“KOFOS Limin” (Sordi porto) è stato menzionato
da Tucidide, l’antico storico greco, gli antichi abitanti
gli diedero questo nome, perché i suoni del mare non possono
essere sentiti dentro la baia.
Porto Koufos è il più grande porto naturale per
profondità della Grecia ed ha una ricca storia; il porto
è stato utilizzato come base di pirati turchi e durante
la seconda guerra mondiale dai tedeschi per i sommergibili U-boot
(a causa della sua ubicazione geografica essendo diretto accesso
al Mar Egeo).
A Porto Koufos ci sono poche case, alcuni alberghi e taverne e
un caratteristico porticciolo di pescatori usato in estate anche
per imbarcazioni turistiche.
La natura è molto selvaggia e rocciosa e con nostra sorpresa
abbiamo scoperto che la sabbia era formata da mille pagliuzze
d’orate che la facevano brillare e luccicare come fosse
oro sia in acqua che fuori, così l’abbiamo soprannominata
a ragione “ Sabble Dor”.
Dopo cena molto agevolmente in meno di 30 mm, abbiamo raggiungo
il porticciolo del paese attraverso una stradina lungo mare, animata
da pescatori e da alcuni camper che avevano trovato posto per
la notte.
10 AGOSTO 2008 (PORTO KOUFOS
– TORONI: KM. 5,00) TEMPO: CALDO SOLE matt.- temporale pom.
La mattina si preannuncia leggermente nuvolosa, quasi speriamo
che piova per rinfrescarci, ma in poco tempo il cielo diventa
nuovamente azzurro.
Decidiamo di spostarci a Toroni che dista solo 2 km. seguiamo
le indicazioni per la vecchia fortezza bizantina e ci ritroviamo
su una bellissima baia, dove sono parcheggiati moltissimi camper
e fornita di WC chimici che adoperiamo per scaricare i
nostri Wc.
Toroni antico porto alleato degli Ateniesi, dal punto di vista
archeologico è senz’altro il luogo più rilevante
di Sinthonia, tanto che alcuni anni fa era vietato praticare il
diving per timore dei furti.
Ora è molto più famosa per la sua lunga spiaggia
di sabbia bianca e fine (lunga circa 3 km) piena di beach bar,
taverne, negozi e supermarket.
Il suo nome deriva da “Toroni” moglie di Protea, figlio
di Poseidone, fondata nell’VIII sec. A.c., nel 168 ac. Fu
invasa dai romani e nel XIX sec. I turchi distrussero le sue possenti
mura, utilizzando le pietre di granito per lastricare le strade
di Salonicco e Costantinopoli.
La fortezza bizantina è posta su di una piccola altura
all’estremità meridionale della baia di Toroni e
sono tutt’ora in corso lavori di recupero e ristrutturazione,
quindi è bella da vedersi ma impossibile da visitare.
Anche se dove ci siamo fermati sia il mare che la spiaggia (diversi
caicchi quà lasciano i loro ospiti per fare il bagno) sono
molto belli, ci appare troppo affollata così decidiamo
di spostarci, attraversando il paese ci fermiamo a rifornire le
nostre cambuse, i negozianti sono particolarmente gentili e curiosi
ad imparare alcune parole d’italiano che ripetano come pappagalli.
Ma appena superato l’abitato ci fermiamo nuovamente:
seguite l’indicazione per la “TAVERNA”( in greco)
e vi ritroverete su bellissimo promontorio da una sabbia bianca
con un mare veramente cristallino e turchese.
Il posto è occupato da diversi camper, quasi tutti italiani,
molto gentilmente ci danno indicazioni per la sosta: il posto
è così bello che decidiamo di ripartire solo l’indomani.
Ci spaparanziamo in mare e visto che la taverna, altro non è
che un furgone allestito per la vendita e la cottura di cibi,
è vicinissima ordiniamo spiedini di Sulaki da mangiare
nel nostro camper, sono ottimi.
La giornata scorre serena e perfetta tra bagni, sole e discorrendo
con i nostri connazionali che si dedicano alla pesca: sono riusciti
con la fiocina a prendere diversi polpi, ma la polizia che si
è fermata durante il giro di ronda gli ha fatto capire
che quà la pesca è vietata. Ma all’improvviso
verso le 16,00 il cielo comincia ad oscurarsi, tuoni si odono
in lontananza e saette si stagliano all’orizzonte del mare.
Senza neanche avere il tempo (circa 10 Mt) di arrivare al camper
che una raffica di vento ci investe con violenza alzando mulinelli
di sabbia.
Riusciamo ad arrivare al camper giusto in tempo per chiudere oblò
e finestre e ci rintaniamo in attesa che la burrasca passi.
Quando è tutto finito sono ormai le 17,30, non sarebbe
tardi ma ormai la giornata per restare sul mare si è rotta,
così facciamo una calda doccia e raggiungiamo il paese
a piedi (circa 15-20 mm).
La tempesta è veramente passata e un bellissimo arcobaleno
appare nel cielo e a seguire ci sarà il più bel
tramonto visto durante questo viaggio.
Al nostro rientro notiamo che si sono aggiungi altri camper italiani
che provenivano Dal Peloponneso, ciò mi fa intuire che
questo posto è molto ben conosciuto e frequentato dai camperisti
italiani proprio perché bello e naturale.
Dopocena il cielo ci permette di ammirare le prime stelle cadenti…..
11 AGOSTO 2008: TORONI-PORTO
ELENA – SPIAGGIA DI NIKITI KM. 35 (TEMPO SOLE E CALDO)
La giornata si preannuncia calda, noi ci mettiamo in movimento
abbastanza presto con l’intenzione di trovare un campeggio
e sostare per 2 giorni: abbiamo del bucato da fare e poi dopo
tanta sosta libera sentiamo il bisogno di fare gli stanziali.
La costa dopo Toroni è tutta molto bella con ricche pinete
che scendono fin sul mare, così memori di alcuni diari
di viaggio ci dirigiamo alla ricerca del camping “Areti”
dove mio marito si ricordava di esserci stato ben 30 anni fa'.
Dobbiamo fare attenzione però, perché le segnalazioni
non sono ottime, comunque se si segue per Porto Elena troviamo
anche le indicazioni per il campeggio. Una stretta strada immersa
nel verde ci conduce verso un bellissimo litorale, caratterizzato
da pinete, piccole insenature di sabbia, scogli di granito e isolette.
Il campeggio ci entusiasma immediatamente, ben organizzato, ben
pulito, con belle piazzole e bel mare ma non è destino
che possiamo stare, infatti, la signora della reception ci dice
che minimo sono tre notti.
Dopo esserci consultati decidiamo che benché il posto ne
varrebbe la permanenza se sostiamo quà tre giorni significa
non riuscire a vedere tutti i luoghi prefissatoci, così
a malinconia lasciamo il campeggio con la solenne promessa che
ci torneremo.
La costa è bellissima proviamo anche l’altro campeggio
ma la risposta è la stessa: minimo tre giorni, riprendiamo
la statale e ci dirigiamo verso Neos Marmaras sempre ammirando
un bel panorama.
Neos Marmaris è una delle più popolari destinazioni
turistiche di Sinthonia.
Rifugiati provenienti da Marmaris (Asia Minore) fondarono questo
paese nel 1920, ma dopo la costruzione del lussuoso Porto Carras
nel 1960, l’insediamento si è notevolmente sviluppato.
Ora è noto per la sua lunga spiaggia bianca, per i bar
trend sul mare e per la vita notturna.
Sperando di trovarvi indicazioni di campeggi entriamo nel centro
di Neos Marmaris ma di campeggi neanche l’ombra, solo taverne
e alberghi così proseguiamo attraverso una bellissima costa.
Superato da poco il piccolo paese di Paradeisos dall’alto
della litoranea avvistiamo una bellissima baia col mare dai colori
spettacolari, così come Ulisse fu attratto dalle Sirene,
così noi restiamo ammaliati e imbocchiamo una piccola strada
sterrata ma agile che ci conduce alla spiaggia.
Troviamo diversi camper italiani, roulotte e tende di cecoslovacchi
e bulgari sistemati là dove una volta ci doveva essere
stato un campeggio.
La spiaggia è attrezzata con due bar con relativi ombrelloni
e docce, dato che siamo a corto di acqua chiedo al gestore del
bar se posso usufruire della sua doccia per uno shampoo, molto
cordialmente mi viene risposto di sì.
Così tutto è perfetto anche per oggi ci scordiamo
del campeggio e trascorriamo la giornata sulla spiaggia godendoci
l’acqua cristallina.
Nel tardo pomeriggio anche per contraccambiare la
gentile disponibilità del barista, consumiamo un frappé
sui divani del bar vista mare.
Questa è stata una bellissima giornata e credo proprio
che sia anche il mare più bello che abbia vista durante
tutto il viaggio: i suoi colori variavano in tutte le tonalità
dall’azzurro al verde.
12 AGOSTO 2008: SPIAGGIA NIKITA-IERISSOS-
OURANOPOLIS-STAGIRA-OLIMBIADA KM.140 TEMPO CALDO E SOLE.
L’obbiettivo di oggi è il terzo dito, la penisola
del Monte Athos, almeno fin dove è permesso giungere, cioè
il paese di Ouranoupoli.
La temperatura calda si fa sentire fin dalle prime ore del mattino
e quindi anche se i km da percorrere non sono molti diventano
assai pesanti da sostenere.
Attraversiamo il paese di Agio Nicolaos fino a giungere a Ierossos,
tipico paese turistico con negozi, banche, taverne ma l’impressione
è quella di un paese carino e animato.
Proseguendo si incontra il paese di Nea Roda, il luogo in cui
Serse, re persiano, fece tagliare un canale affinché le
sue navi potessero attraversare la penisola; superate un paio
di curve si raggiunge la collina, un punto estremamente panoramico
perché ai nostri occhi appare il Monte Athos e subito dopo
alla nostra destra si staglia l’isola di Ammouliani, raggiungibile
dal porto di Tripity.
La strada prosegue attraverso una costa assolata e arida, dove
vige il divieto di parcheggio e sosta camper, fino a giungere
al paese di Ouranoupoli intorno alle 11,30.
Ouranopolis è stato parte integrante del Monte Athos fino
al 1922, quando un gruppo di profughi greci dell’Asia Minore
arrivati sotto l’egidia della Società delle Nazioni
cercavano una casa.
Il terreno fu fornito dal Monte Athos che diede a ogni famiglia
una piccola casa, un terreno e 10 pecore, tuttavia non esisteva
una strada di collegamento con il resto del mondo. Gli abitanti
restarono isolati fino al 1947, quando la gente con pale e vanghe
aprirono una pista-strada.
Simbolo di Ouranoupoli è l’imponente Torre fortificata
bizantina che è anche la più grande struttura monumentale
della Calcidica, fu costruita nel XIV sec. Dal monastero di Vatopedi
per la protezione della loro azienda agricola della zona, la leggenda
inoltre la vuole eretta per volere dell’imperatore Bizantino
Andronicos II (1282-1328).
La torre si erge a guardia del mare ed intorno ad essa nelle strette
vie del paese sono sorti numerosi negozi e taverne.
Ouranoupoli è anche punto di partenza dei battelli per
i monasteri del Monte Athos, il cui accesso è permesso
solo ai maschi e muniti di permesso.
Io personalmente sono molto interessata alla visita del paese
ma la ricerca di un parcheggio è assai complicato: esiste
un parcheggio sterrato oltre la torre ma a quest’ora della
mattina ormai è già pieno, così molto arrabbiata
e delusa torniamo indietro e ci fermiamo a pranzare lungo strada
in un parcheggio sterrato e a tutto sole: il caldo è quasi
insopportabile.
Per calmare i bollori mi immergo nel mare, altra delusione perché
essendo un tratto di costa chiusa di fronte dall’isola,
l’acqua è quasi lagunare niente a che vedere col
bagno del giorno prima. Che rabbia……stamani
va tutto storto.
Riprendiamo la strada tornando indietro verso Ierossos e da qui
proseguiamo per Stratoni ,la nostra prossima meta sarà
Stagira (città natale di Aristotele).
Arrivati a Stratoni, prima di arrivare nel centro, prendete la
strada su la vostra sinistra che si inerpica su le montagne, a
Stratoni sò che esiste un’area attrezzata camper
ma il paese ha un aspetto molto desolante e deserto e a me personalmente
non attirerebbe fermarmi.
Finalmente delle vere montagne con verde e fresco, la strada è
piacevole dopo il caldo delle spiagge, arriviamo a un bivio (attenzione
perché non si vede bene) a sinistra si va verso Olimpiada
e a dritta è indicato per Stagira e il parco di Aristotele.
Stagira, la città che vanta i natali di Aristotele, filosofo
e maestro di Alessandro Magno, si trova ai piedi della collina
di Argirolofos.
In una bella e panoramica posizione è stato dedicato un
parco al grande Filosofo,raffigurato con un’enorme statua
nel mezzo del parco,al cui interno si trovano anche vecchie torri
e antichi edifici.
In realtà pare che Aristotele sia nato a pochi km a nord
da Stagira, ad Olympiada, dove ci recheremo più tardi.
Il parco ( a pagamento € 1 a pers.- ma noi non abbiamo pagato
era aperto senza custode, forse stata facendo la siesta) è
ordinato, ben messo, fresco con bei alberi e una fontana da cui
sgorga una freschissima acqua.
Nel parco ci sono inoltre rappresentati alcune invenzioni del
celebre filosofo dove possiamo divertirci a sperimentarle personalmente.
Il parco non è certamente una cosa eccelsa ma una meta
interessante e gradevole sicuramente da non perdere specie per
i bambini.
Terminata la visita proseguiamo la strada dalla
quale eravamo pervenuti per raggiungere Olympiada e questo itinerario
risulterà una vera sorpresa per noi.
Inaspettatamente la strada attraversa boschi spettacolari con
alberi di alto fusto, si incontrano mucche e pecore al libero
pascolo che intralciano la strada e una grandissima fonte composta
da tante bocche che gettano acqua freschissima.
Ne approfittiamo per riempire stagne e bottiglie e mentre siamo
lì arriva un grande cinghiale che non curante di noi e
delle altre persone si accuccia tranquillo vicino alla fonte.
Risaliti sul camper si prosegue e inizia la discesa verso il mare,
in realtà vorremo che questa strada non finisse mai tanto
è fresca ma inesorabilmente il caldo si fa nuovamente sentire.
|
Il bosco sopra Olympiada con la
grande sorgente |
Decidiamo di trovare posto per la notte a Olympiada,
vista dall’alto ci è sembrato un porticciolo carino.
Olympiada è stata fondata nel 1913 da profughi dell’Asia
Minore, prende il nome dalla madre di Alessandro Magno.
Nel 1990 con le sovvenzioni della CEE sono iniziati gli scavi
della VECCHIA STAGIRA e hanno portato alla luce reperti di epoca
classica e bizantina, dalla piazzola panoramica sopra il paese
alla destra sono visibili delle possenti mura antiche.
Il villaggio ha una bellissima spiaggia con un bel porto naturale,
circondato da verdi montagne.
Sostiamo i camper nella parte opposta del paese, rispetto al porticciolo,
sotto un parco di platani, vicinissimo alla spiaggia.
Dopo un bagno in mare e una bella doccia calda in camper ci prepariamo
a scoprire il paese, ha un piccolo lungomare con taverne, ristoranti
e bar e anche l’interno è molto ridotto, ma ben fornito
di supermarket, dove abbiamo trovato le lattine da 5lt di OLIO
MINERVA al costo più basso che in tutta la Grecia visitata:
approfittatene.
Così la giornata è finita meglio di come era iniziata.
13 AGOSTO 2008: OLYMPIADA –
KAVALA KM. 120 (TEMPO SOLE E CALDO)
L’obbiettivo di oggi è quello di raggiungere
Kavala, trovare il campeggio e sostare per almeno fino al 15 Agosto,
per poter visitare la città e anche fare un’escursione
all’isola di Thassos.
Andiamo a riprendere l’E90 ( statale che congiunge occidente
con l’oriente, infatti, arriva fino a Istambul) con l’intenzione
di fermarsi a Amphipoli per vedere i famosi “leoni”:
sculture sepolcrali risalenti al IV sec. A.c., erette probabilmente
per Laoredonte, ammiraglio di Alessandro Magno.
Recentemente restaurate sono diventate simbolo della città
e sono poste vicino al fiume Strymons, uno dei fiumi più
inquinati d’Europa.
Ma quando arriviamo a Asprovalda non riusciamo più a trovare
le indicazioni per l’E90 e irrimediabilmente ci troviamo
su l’autostrada che congiunge SALONICCO a KAVALA.
L’autostrada è bella e veloce e ci permetterebbe
in minor tempo di arrivare a Kavala ma decisi a vedere i famosi
Leoni, usciamo a Amphipoli; tuttavia all’uscita dell’autostrada
non esiste nessuna indicazione per la direzione di questo sito
archeologico, così temendo che la ricerca ci porti via
troppo tempo e il caldo comincia a essere tanto, imbocchiamo la
tangenziale per l’E90, la statale ci offrirà di avere
una nozione della costa.
La strada è comunque scorrevole anche se troviamo alcuni
camion da sorpassare, e arrivati nelle vicinanze di Kavala imbocchiamo
la vera litoranea, uscita direzione Neo Ieraklitsa che ci permetterà
di incontrare i campeggi segnalati su la guida.
Di campeggi in realtà ne incontriamo solo uno, ci sembra
ancora lontano dalla città, così per istinto punto
sul campeggio “BATIS” sito nell’omonima baia,
segnalato come uno tra i migliori anche se il meno economico.
Raggiunto il campeggio alla reception ci fanno sapere che sono
disponibili tre piazzole ma solo per due notti e che l’indomani
14 Agosto ci sarà una festa in musica dalle 22 alle 05,00
del 15 Agosto, ma a noi poco importa e decidiamo di restare, abbiamo
proprio voglia di campeggio (costo € 26,50 al dì a
equipaggio con corrente).
Il campeggio mette a disposizione piazzole pulite, abbastanza
grandi e ombrate ma i servizi sono scarsi rispetto al quantitativo
di persone ospitate, tuttavia abbiamo accesso diretto al mare,
sulla baia di Batis e qua sembra di essere a MIAMI BEACH. Un bellissimo
prato con palme e alti alberi arriva fin sulla spiaggia, dotata
di ombrelloni e lettini gratis per i clienti del campeggio; ci
sono 2 piscine, una per gli adulti molto bella e l’altra
per i piccoli, piena di giochi, ci sono tre bar situati sul mare
e sul prato, piccolo mini market(ma non vende pane) , un ristorante
che fa anche asporto e una piccola rosticceria con tipici prodotti
greci ; inoltre al campeggio c’è la fermato dell’autobus
( N.8) per Kavala che passa ogni 15 minuti fino alle 18,00 (biglietto
all’andata sul tram € 1,00- al ritorno fornirsi presso
tabaccheria o terminal bus € 0,90). Il mare e la sabbia sono
belli.
|
Kavala- sulla spiaggia del campeggio |
Così ci godiamo un bel bagno, un buon pasto
(barbecue di spiedini greci cucinati da noi), una meritata pennichella
e alle 16,00 prendiamo l’autobus alla scoperta di KAVALA,
che raggiungiamo in 10 minuti.
Kavala ubicata nel cuore della Macedonia greca è un anfiteatro
naturale sul mare in fondo ad una baia luminosa dove l’Oriente
si incontra con l’Occidente nelle tradizioni, nel cibo e
nei monumenti, consideriamo infatti che questa città è
stata sotto la dominazione turca dal 1380 al 1913 ed è
stata per molto tempo importante centro della lavorazione e dell’esportazione
del tabacco macedone.
Kavala è celebre anche per l’apostolo Paolo, il quale
a seguito di una visione arrivò in Macedonia a portare
la “BUONA NOVELLA” sbarcando a Neapolis, l’attuale
Kavala, Qua vi battezzò Lidia la prima cristiana d’Europa,
così KAVALA è considerata la porta d’ingresso
del cristianesimo in Occidente.
Il centro antico è aggrappato su di uno sperone di roccia
e dominato dall’alto dalla Cittadella o kastro, la parte
nuova si estende ad ovest lungo il porto ma vecchio e nuovo si
mescolano assieme senza un preciso ordine o contesto urbano direi
in maniera molto caotica e si apprezza la bellezza e l’originalità
della città guardandola dall’alto, oppure dal lungomare
venendo dal nostro campeggio.
Da visitare: IL KASTRO e L’IMARET.
Il kastro è situato nel punto più alto dove sorgeva
l’antica acropoli, la visita è a pagamento €
2,00, MA DIRREI CHE NON NE VALE LA PENA, l’interno è
un cantiere a cielo aperto e il giro delle mura ti permette di
vedere un bel panorama sulla città sottostante, le sue
spiagge, l’acquedotto e l’isola di Thassos ma è
lo stesso panorama che possiamo osservare al di fuori del KASTRO
salendo.
Infatti, per raggiungere il Kastro dobbiamo salire attraverso
piccole stradine che potrebbero essere anche caratteristiche e
interessanti se non fossero mal tenute, sporche e decadenti.
Anche l’acquedotto costruito per approvvigionare la cittadella
d’acqua si trova imprigionato tra palazzoni enormi, questo
già ci fa capire che il potenziale culturale e storico
insito nella città non è per niente valorizzato
e apprezzato.
La zona dell’Imaret è invece un discorso diverso.
L’Imaret fu fatto costruire da Mohammed Alì, NATO
A Kavala nel 1769 e morto al Cairo nel 1849, fù governatore
ottomano e sovrano d’Egitto. Nominato Pascià fondò
la dinastia che governò l’Egitto fino al 1953 e estintasi
con re Farouk. Figlio di un soldato ottomano di origine albanese,
combatté contro Napoleone che aveva invaso l’Egitto;
nel 1805 fu nominato governatore d’Egitto, respinse l’esercito
inglese nel 1807 e dopo quattro anni sterminò i mamelucchi,
assicurandosi così il potere del paese. Fu poi impegnato
in altrettante conquiste come nel Sudan e guerre contro ribelli
greci ottenendo il dominio di Cipro, Creta e infine il diritto
di trasmettere ai propri discendenti il titolo di governatore
d’Egitto.
L’Imaret è un vasto e insolito complesso di edifici
di architettura musulmana, sormontati da numerose cupolette, è
senz’altro il più raro e il più grande esempio
di architettura tardo ottomano in Europa.
I suoi edifici comprendevano: una moschea, una Hamam, uffici amministrativi
e l’Imaret stesso e durante l’ultima fase dell’impero
ottomano divenne un riconosciuto centro di apprendimento per tutti
i Balcani,
Mohammed Alì donò l’Imaret a Kavala, dichiarato
monumento storico nel 1817 è ora un lussuosissimo albergo,
quindi impossibile da visitare ma noi troppi curiosi e affascinati
da questo stile architettonico ci siamo intrufolati all’interno
e qualcosa abbiamo visto.
Spettacolare: ci siamo affacciati da un balcone che dava su un
cortile interno, l’aranceto con fontane e statue in marmo,
cuscini sparsi ovunque si respirava ma soprattutto sembrava di
essere catapultati nell’Harem. Oltre non siamo potuti andare,
io ho provato a chiedere gentilmente se era possibile visitare
l’albergo ma altrettanto cortesemente ci hanno risposto
che ciò non era fattibile per rispetto alla privacy dei
loro clienti.
La cosa che mi ha imbestialito sta nel constatare
come un monumento dichiarato bene storico non possa essere contemplato
da chiunque ma solo da chi ha i soldi e molti.
Continuando lungo la collina Panagia si raggiunge Piazza Fouats,
dove al centro si trova la statua equestre, di Mohammed Alì
Pascià e posta di fronte alla sua casa natale.
Figlio di un ricco commerciante di tabacco di origine albanese,
nacque in questa casa costruita nel XVII sec., uno dei pochi esempi
di casa orientale con la netta divisione tra la zona dedicata
agli uomini (selmlik) e alle donne (haremlik): ovviamente monumento
nazionale ma chiuso, aperto solo la domenica mattina, all’interno
del suo giardino c’è un bar o ristorante facente
sempre parte dell’albergo dell’Imaret.
Proseguendo si raggiunge la basilica dove oggi viene celebrata
la funzione in onore della Madonna. Infatti, come per noi Cattolici
anche per la religione Greco-ortodossa la Madonna viene venerata
e festeggiata il 15 Agosto, ma la funzione in chiesa avviene il
giorno precedente (non capisco perchè quà sia stata
celebrata il 13?) e il 15 viene completamente dedicato ai festeggiamenti
nelle case tra le famiglie, un po’ come avviene a Natale
per noi.
Così incuriositi siamo entrati nella basilica che era bellissima,
adorna di affreschi e illuminata da candele e lampadari, l’icona
della Madonna era posta all’entrata, circondata da candele
accese dai fedeli mentre entravano e dopo aver baciato l’icona
della Vergine.
La chiesa era stracolma di persone che ascoltavano le preghiere
cantate dai preti; non essendo una conoscitrice della religione
greco-ortodossa è stato assai difficile capire le loro
gesta ma so che le loro funzioni durano tra le tre e le quattro
ore e vengono considerate anche come punto di ritrovo della comunità
che durante la celebrazione può uscire nel cortile antistante
alla basilica e poi rientrare e LE funzioni sono aperte a tutti
anche a persone di altre fedi religiose.
Comunque sia è stata un’esperienza molto interessante.
Al rientro verso il porto mi sono fermata per informarmi degli
orari dei traghetti per Thassos:
Traghetti mattina: 7,55 e 10.45 costo persona andata/ritorno €
10,00 durata traversata ore 1,30.
Aliscafi mattina: 8,00 e 12,00 costo persona andata e ritorno
€ 20,00 durata traversata ore. 0,30
Dopo lunga consultazione, considerando il caldo torrido , il tempo
della traversata e gli orari impossibili a malincuore abbiamo
deciso di non recarsi sull’isola ma impegnare l’indomani
al riposo in campeggio.
Lasceremo l’escursione all’isola alla prossima volta
magari ci recheremo col camper.
Volendo si può traghettare da Keramati dove i traghetti
ci sono ogni ora e la traversata dura solo 30 mm, io questo lo
sapevo ma considerando la necessità della compagnia a riposarsi
un po’ non ho esposto l’alternativa.
Rientriamo al campeggio con l’ultima corsa delle 18,30,
dopo quest’ora il campeggio si raggiunge o a piedi o col
taxi.
Cena con insalata greca e vino rezina presso “nostro ristorante
“e terminiamo la serata con partita a carte.
14 AGOSTO – KAVALA KM.
O (TEMPO SOLE E CALDO)
Stamani causa necessità pane abbiamo deciso di raggiungere
il supermercato visto dall’autobus il giorno precedente
ma a piedi.
Anche se caldo l’abbiamo raggiunto abbastanza agevolmente
poiché è quasi tutta discesa ma per il ritorno abbiamo
optato di prendere l’autobus, visto che la fermata è
proprio lì: attenzione munirsi di biglietti prima di salire
presso la vicina tabaccheria altrimenti il conducente non vi fa
salire, noi abbiamo dovuto aspettare quello seguente.
Il supermercato è della catena del Carrefour, buoni prezzi,
e così abbiamo rifornito la nostra cambusa di tanti prodotti
tipici greci, dalle olive agli spiedini dal tzatzini alla feta.
Il pomeriggio interamente dedicato al meritato relax su la bellissima
spiaggia del campeggio, tra bagni e bevute di frappé.
15 AGOSTO : KAVALA- FILIPPI
–STAVROS KM: 138 (TEMPO: SOLE E CALDO)
La notte è stata molto calda e anche rumorosa, la
festa che ci avevano preannunciato alla reception è durata
fino alle 6 del mattino.
L’intenzione era quella di mettersi in movimento presto
ma tra bagni al mare per rinfrescarci, scarichi e rifornimenti
d’acqua abbiamo lasciato il campeggio alle 11,00.
Seguendo l’indicazione per Drama (all’uscita del campeggio
proseguire verso Kavala e poi seguire le indicazioni per Drama)
abbiamo raggiunto il sito archeologico di Filippi intorno alle
12,00.
Il caldo era tanto ma anche tanta la curiosità di visitare
questo luogo ricco di storia, misticismo e leggenda, così
ci siamo avviati verso la biglietteria con cappelli e ombrelli
per ripararsi dal sole e tanta acqua.
OGGI FESTA DI SANTA MARIA INGRESSO GRATIS.
Antica città fortificata da Filippo II Il Macedone che
l’aveva sottratta ai Traci nel 356 a.c. per farne un centro
minerario per lo sfruttamento dell’oro del monte Pangeo.
Fu conquistata dai romani nel 168 a.c. e nel 42 a.c. fu teatro
della decisiva battaglia tra le truppe di Ottaviano e Antonio
contro Bruto e Cassio; Ottaviano divenuto Augusto l’ eresse
a rango di colonia.
L’espressione popolare di “ci rivedremo a Filippi”
equivalente a dire che prima o poi si arriverà alla resa
dei conti deriva dalla frase che Giulio Cesare in sogno disse
a Bruto, suo figliastro e suo assassino, infatti, quà Bruto
fu ucciso dalle truppe di Ottaviano e Antonio; la frase è
riportata nell’ultimo atto del Giulio Cesare di Shakespeare.
Filippi fù inoltre la prima città d’Europa
a essere evangelizzata da San Paolo che alla cui comunità
indirizzò molte delle sue epistole, (Quà si trova
la prigione del Santo); la città fù inoltre un importante
centro anche in epoca Bizantina e durante la IV crociata, in seguito
fù abbandonata.
Appena entrati ci appare ai nostri occhi il teatro: risalente
al IV sec. A.c., rifatto dai romani nel II sec. D.c. e rimaneggiato
nel III sec. D.c. per adattarlo al combattimento di animali e
gladiatori, è classificato come uno dei più grandi
teatri antichi e tutt’oggi nel periodo estivo si svolgono
delle rappresentazioni.
Continuando si incontrano i resti di un’importante Basilica
paleocristiana costruita su pianta ottagonale, la prigione di
San Paolo e i resti di un tempio greco.
Il sito archeologico è attraversato, direi quasi diviso
a metà, dalla statale che da Kavala conduce a Drama; dall’altra
parte della strada si trova forse la parte più estesa del
sito e quella risalente al periodo romano, si incontrano vestigia
del Foro, del mercato, della basilica dei pilastri, della palestra,
della biblioteca, la scuola e le latrine.
Il Foro fù edificato durante il regno di Marco Aurelio,
di forma rettangolare, lastricato di marmo e circondato da edifici
pubblici era ovviamente delimitato dalla vecchia Via Egnatia,
ancora riconoscibile dalle pietre consumate al centro dal passaggio
dei carri.
La Basilica dei Pilastri, Basilica B, iniziata nel IV sec., non
sarebbe stata ultimata poiché impossibile all’epoca
riuscire a costruire una cupola proporzionata a tale edificio:
si vedono ancora i blocchi antichi e i capitelli bizantini finemente
incisi.
Continuando si incontra l’ingresso di una
tomba macedone splendidamente adorna di un grandissimo mosaico
e resti di botteghe romane con enormi orci.
Si nota che gli scavi sono ancora in corso e solo parte di quelli
già visionati sono a noi accessibili ma attraverso un percorso
ben preciso e delineato, evitando così al turista di calpestare
o inoltrarsi in zone ancora da esplorare e ricche di reperti.
Quando terminiamo la visita sono ormai le 13,30 ma ritengo che
in condizioni climatiche normali il tempo da impiegare debba essere
necessariamente superiore.
Se il sito vero e proprio è completamente scoperto e privo
di alberi, tutto intorno ad esso c’è un bellissimo
parco verde e ombrato con tanto di piccola taverna, decidiamo
così di rinfrancare le nostre membra pranzando all’ombra
del parco: 2 soutzoukania + 2 sublaki + 1 grande insalata greca
+ 2 mitos € 30,00.
Dopo esserci rifocillati e rinfrescati riprendiamo il nostro viaggio,
per stasera cercheremo di avvicinarci il più possibile
alla metà dell’indomani: Vergina.
Così riprendiamo la strada verso Kavala tornando indietro
per circa 10 km. e all’incrocio ci dirigiamo verso ELEPTHEROUPOLI
e poi AMPIFOLI, incontriamo distese di mandorli, di peschi alcuni
vigneti ma soprattutto tanto, tanto caldo.
Arrivati ad Ampifoli speravo di trovare le indicazioni per i famosi
Leoni ma niente, così per accelerare il viaggio si imbocca
l’autostrada direzione Atene, usciamo all’uscita N.
27 e ci dirigiamo verso Stavros, paese notato all’andata
ricco di platani.
Stavros è un tipico nuovo paese greco con un bel porticciolo
dove è possibile al tramonto trovare i pescatori intenti
a preparare le reti, un bel lungomare ombrato da platani e pieno
di numerosi negozi di souvenir, articoli vari, bar, taverne: un
paese vivace, pieno di luci e discoteche ma il mare e la spiaggia
non è niente di particolare, comunque un buon punto sosta
per passare la notte e terminare la serata facendo acquisti.
Da tenere presente: i primi due parcheggi sulla sinistra sotto
i platani (venendo da Kavala direzione Olimpiada) sono vietati
alla sosta notturna per i camper, di giorno si può sostare
ma quì non transigono al tramonto passano i vigilantes
e vi fanno spostare. PER LA SOSTA NOTTURNA dovete proseguire altri
500-800 Mt direzione Olimpiada e troverete alla vostra sinistra
un grande parcheggio lungo spiaggia, dove, anche se esiste cartello
di divieto, in realtà la zona è adibita al campeggio
libero…
Infatti, sotto i platani a bordo spiaggia sono accampati numerosi
greci, sicuramente provenienti dall’interno e Bulgari che
anziché camper o roulotte adibiscono furgoni o camion per
le vacanze e dirittura sistemano letti fuori sulla spiaggia per
dormire.
A noi sinceramente questa situazione ci ha alquanto stupiti era
come vedere i nostri sfollati in tempo di guerra (così
ha detto mia madre).
16 AGOSTO 2008: STAVROS-VERGINA-
PLATAMONAS- NEO POREA KM. 300- TEMPO : CALDO E SOLE
Questa sicuramente è stata la giornata più
emozionante ma anche la più lunga e calda di tutto il viaggio.
Anche se come sempre la mattina è nostra intenzione partire
presto onde evitare il caldo durante gli spostamenti, anche stamani
non siamo riusciti a partire prima delle 09,30; in compenso abbiamo
assaggiato un buon dolce acquistato presso la pasticceria prima
del centro del paese e consigliatoci da un gentilissimo greco
che aveva studiato a Bologna e incuriosito dalla nostra presenza
in paese si era soffermato a parlare con noi.
Tornando leggermente in dietro di pochi km, direzione Kavala,
abbiamo imboccato la statale N.2 direzione Salonicco, questo percorso
si snoda attraverso un bellissimo panorama costeggiando due grandi
laghi quasi attaccati l’uno all’altro, uno ricco di
acqua e fauna, l’altro completamente asciutto e riarso dalla
siccità da rendere il paesaggio molto sinistro e spettrale.
Poco prima di arrivare a Salonicco si imbocca l’autostrada
E90 direzione ATENE e poi EDESSA fino all’uscita n. 14 (VERIA)
e da qui in breve si giunge a VERGINA.
Esiste un posteggio per camper ben segnalato e vicino all’ingresso
del sito: € 1,50 tutto il dì con possibilità
di rifornimento acqua ma a tutto sole.
Eccitati e curiosi di scoprire questo luogo su cui tanto avevo
letto ci avviamo all’ingresso, il viale che conduce ad esso
è pieno di negozi di souvenir con articoli piuttosto interessanti
e carini.
INGRESSO VERGINA:€ 8,00 ma ne valgono tutti.
Vergina si trova a 12 km da Veria e 75 km. da Salonicco e Qui
SI TROVA UNO DEI MAGGIORI SITI ARCHEOLOGICI DELLA GRECIA dichiarato
BENE PROTETTO DALL’UNESCO.
La città prende il nome da una leggendaria regina morta
suicida nel fiume Aliakmone per non cadere nelle mani dei Turchi,
ma la fama di questa città inizia nel 1977 con la scoperta
da parte dell’archeologo Andronikos della tomba di Filippi
II Il Macedone e di un giovane principe probabilmente Alessandro
IV (figlio di Alessandro il grande), stabilendo anche che questa
città è stata la prima capitale della Macedonia
antica.
Fino alla loro scoperta le tombe erano coperte da un tumolo di
terra alto 13 Mt, gettato appositamente su di esse da Gonatas
nel III sec. AC. Per proteggerle dai saccheggi e dai vandali.
Anziché eliminare tale cumulo nel 1993 esso è stato
mantenuto a salvaguardia delle tombe, garantendole temperatura
ed umidità costanti, per cui noi dobbiamo entrare all’interno
di esso e ciò rende più emozionante e realistica
la visita perché sembra proprio di immergersi indietro
nel tempo.
All’ingresso del Tumolo notiamo delle steli funerarie ritrovate
durante gli scavi e relative a genti comuni del periodo di Filippo
II.
La prima tomba che incontriamo è una tomba macedone che
è stata quasi completamente profanata e distrutta ma l’osservazione
di essa ci introduce alla conoscenza dell’architettura delle
tombe del periodo di Filippo; la seconda tomba è particolarmente
interessante poiché presenta un importante dipinto murale,
il dipinto è riprodotto alla parete della stanza ma affacciandoci
sulla tomba ne possiamo ben intravedere un pezzo, esso rappresenta
scene di stupri di Persefone e Plutone.
Ma la tomba che ci fa venire letteralmente i brividi è
quella di Filippo II, ne possiamo ammirare solo la facciata ma
ciò ci permette benissimo di valutarne l’importanza
e la grandiosità.
La facciata ha la forma di un tempio dorico, con la porta in marmo
ed ornata di triglyphs e metope. Sopra il fregio dorico vi è
un fregio ionico con la pittura di una scena di caccia, uno degli
uomini del dipinto è ritenuto essere lo stesso re Filippo
e un altro il figlio: Alessandro il Grande.
Ciò che è stato trovato all’interno si trova
esposto nelle vetrine in spazio aperto di fronte alla tomba, ci
sono: armi, il larnax, la corona, effetti personali, monili d’oro
e avorio.
Nell’anticamera della tomba è stata trovata anche
un altro larnax con un diadema regale all’interno di un
sarcofago di marmo, quasi sicuramente questo larnax conteneva
le ceneri della regina Kleopatra, giovane concubina di Filippo,
gettatasi sul rogo dove veniva bruciato il corpo di Filippo II.
L’ultima tomba è quella di Alessandro IV, figlio
di Alessandro il grande, che somiglia in parte a quella di Filippo
anche se più piccola.
L’urna cineraria è una hydria d’argento con
una corona di quercia d’oro posta attorno al collo, essa
assieme alle armi, vasi, monili preziosi sono esposti nelle teche
d’avanti alla tomba.
Tra tutti gli oggetti esposti quelli che più mi hanno affascinato
e credo che tale effetto sia provato da chiunque visiti questo
luogo, sono le corone e il diadema della regina, esempio di raffinata
maestria nella lavorazione dell’oro risalente ben al IV
sec. ac. Che niente ha da invidiare anzi direi che tutto ha da
insegnare ai gioiellieri dei nostri tempi.
La mostra si conclude con un ampio video su la vita di Manolis
Andronikos e le varie fasi di scavo, molto interessante ma in
lingua greca con i sottotitoli in inglese.
Tanto altro potrei aggiungere su questo luogo ma preferisco che
siate voi stessi a scoprirle e a emozionarvi come a noi è
successo.
Le foto all’interno sono proibite, quindi se siete come
me e desiderate immortalare ogni luogo visitato, non vi resterà
che acquistare un libro su Vergina adesso anche in edizione lingua
italiana.
Nel sito archeologico si trova anche il PALAZZO, ubicato vicino
alle tombe ma purtroppo noi non siamo riusciti a visitarlo perché
in questo periodo è chiuso, per cui decidiamo di lasciare
il parcheggio e cercare nella campagna circostante un posto dove
mangiare perlomeno all’ombra di un albero.
Il nostro desiderio, almeno questo, riusciamo ad esaudirlo, ma
i problemi nascono nel pomeriggio.
Infatti, il nostro piano sarebbe stato di fermarsi a metà
pomeriggio sul mare per terminare la giornata rilassandoci sulla
spiaggia, purtroppo non avevamo fatto i conti con la realtà
della zona.
Prendiamo la statale direzione Larissa e usciamo a Katerini con
l’intento di andare sul mare ma la nostra delusione è
tanta quando ci rendiamo conto che oltre ad non essere una costa
particolarmente bella ma direi molto insignificante ed amena è
pure super affollata, i posteggi sono pieni, sporchi e sembrano
accampamenti con persone sdraiate all’ombra delle loro stesse
macchine.
Imbocchiamo allora l’autostrada direzione Atene, è
bello il panorama alla nostra destra dove si staglia il monte
Olimpo, usciamo a Leptokaria, uscita prima del casello a pagamento,
e riproviamo per la costa.
Situazione identica alla precedente, caos: impossibile trovare
un posto per parcheggiare, quà ritroviamo anche un gruppo
di camperisti toscani incontrati al parcheggio di Vergina e pure
loro sono affranti e sgomenti.
Arrivati a Platamonas vediamo sopra al colle un bel castello (letto
successivamente essere castello costruito dai crociati, l’ultimo
dei 4 castelli a difesa della Valle di Tembe), pensiamo di provare
al parcheggio del castello ma scopriamo che il parcheggio non
esiste, il castello si trova lungo la statale per Larissa.
Così proseguiamo: fatti pochi km ci dirigiamo verso NEO
POREA.
Questo è uno dei tanti nuovi paesi sorti lungo la costa
in questi ultimi anni di boom turistico prettamente greco, la
spiaggia è grandissima, attrezzata ci sono tanti bar, ristoranti,
case nuove e negozi; al posteggio lungo mare, assai polveroso
e assolato, notiamo altri camper e così ormai stanchi ci
fermiamo.
Tra i camper parcheggiati ritroviamo anche il gruppo di camperisti
toscani, anche loro hanno fatto come noi alla fine si sono arresi
al male minore……
Un’altra giornata è terminata ma oggi è stata
veramente bollente….
17 AGOSTO 2008 : NEO POREA-AMBELAKIA-LARISSA-METEORE
KM: 137 (tempo sole-caldo)
Ci siamo svegliati assai presto per il troppo caldo e decisi
ad andare via prima possibile da questo forno.
Direzione Larissa con sosta a Ambelakia: abbandonata la costa
la strada si incunea nella Valle di Tembe, la valle è lunga
circa 10 KM. e stretta 25 Mt con dirupi profondi anche 500 Mt,
al centro scorre il fiume Peneo che sfocia nel mar Egeo, questa
valle fu tagliata dagli abitanti di Pinos nella notte dei tempi
tra i dirupi del monte Olimpo e il monte Ossa.
Fin dall’antichità la Valle fu celebrata dai poeti
greci come uno dei luoghi favoriti di Apollo e delle Muse, la
leggenda vuole che fosse anche luogo di dimora di Aristeo, figlio
di Apollo e Cirene e quì fu morsa dal serpente la moglie
di Orfeo, Euridice, la cui morte causò le peripezie del
cantore greco.
Si trovano resti di tre castelli costruiti dai crociati sulla
scogliera all’interno della valle e un monastero dedicato
a Aghia Paraskevi del XIII sec.
La valle è una nicchia di bellezza ma sciupata dal passaggio
della trafficatissima strada che collega Larissa a Atene, infatti,
oggi domenica il traffico direzione mare è intensissimo
e l’unico posteggio utile per visitare la valle è
completamente superaffollato.
L a valle essendo un passo strategico della Grecia è stata
teatro di numerose battaglie attraverso i secoli, tra Ateniesi
e Spartani nel 480 a.c., nel 164 a.c. durante la terza guerra
macedone- tra l’impero Bizantino e l’Impero Ottomano
ecc..
CURIOSITA’: la città di Tembe in Arizona e di Tembe
nel Nuovo Galles del Sud prendono il nome da questa Valle.
Pur essendo una strada molto disastrata e a due corsie, sulla
cartina è segnata come Autostrada, infatti, prima del bivio
per Ambelakia ci appare il casello per il pedaggio: € 3,30.
Svoltati a sinistra si inizia a salire verso Ambelakia sono circa
5 km. di curve ma la strada è larga e senza alcun problema
si arriva al paese.
Non esistono dei parcheggi ben definiti ed adatti ai camper, tuttavia
sulla destra all’inizio del paese ci sono un paio di slarghi
dove è possibile adattarsi alla sosta.
Ambelakia, il cui nome proviene probabilmente dal termine ambelos
(vigna), nel 1800 si coltivavano ben 100 tipi di vigneti, è
un piccolo villaggio arroccato tra le querce del Monte Kissovos.
Nel XVII sec. Questo villaggio è stato un importante centro
della colorazione del cotone.
Lo spirito “cooperativo e innato dei Greci” trova
in Ambelakia la sua massima realizzazione, infatti,
La cooperativa di Ambelakia era composta da commercianti, tecnici,
agricoltori, e operai incaricati di colorare i fili di cotone
di colore rosso e costituirono la prima e più completa
organizzazione cooperativa formatasi in Grecia sotto l’occupazione
turca:
il cotone veniva coltivato nella valle di Tembi in gran quantità,
poi filato e tinto di rosso, tintura ricavata dalle radici della
pianta rizari, radici che fornivano una colorazione rosso scarlatto
inalterabile alla luce e al passare del tempo.
Grazie all’aiuto dei commercianti epiroti gli abitanti di
Ambelakia iniziarono ad esportare in Europa il loro prodotto e
alla fine del 1700 nel paese si erano formate ben cinque importanti
compagnie che davano lavoro a 1000 operai; esse decisero di riunirsi
in un’unica grande compagnia così tutti gli abitanti
del paese: uomini, donne e bambini erano soci di questa grande
cooperativa.
Questa famosa cooperativa ebbe però vita breve anche se
pur intensa e nel 1812 fù sciolta definitivamente; le cause
furono molteplici dal declino economico europeo in seguito alle
guerre napoleoniche, alla scoperta dell’anilina, all’invidia
di Alì Pascià che ne proibiva ai suoi sudditi l’acquisto,
all’epidemia di peste che decimò gli abitanti del
paese.
Oggi il paese ai nostri occhi di turisti appare come un paese
ordinato, tranquillo ma dall’atmosfera un po’ spenta,
di tutto il suo fasto e ricchezza sono rimaste a testimonianza
solo alcune case appartenute a quel periodo, la più importante
e credo sicuramente la più bella è “CASA SCHWARTZ”
divenuta museo e senz’altro meritevole di visita (a pagamento
€ 2,00).
L’abitazione su tre piani con balconi e tutta completamente
in legno è costruita nello stile grandioso della vecchia
Costantinopoli. Si visitano stanze completamente affrescate in
stile ottomano roccoccò e disposte in maniera estremamente
ventilata ciò utile e necessario alla lavorazione del cotone,
si trovano anche alcuni attrezzi da lavoro e vecchi mobili:
l’effetto comunque che abbiamo è quello di immergersi
indietro nel tempo tanto è che tutto è rimasto intatto
come nel XVII sec.
La visita dello storico villaggio può impegnare al massimo
2 ore.
Ripercorsi i 5 km. di curve riprendiamo la statale
direzione Larissa, dove arriviamo verso le 12,00; appena imboccata
la tangenziale per Trikala, alla nostra destra scorgiamo un grande
centro sportivo e delle alte coperture stile liberty (probabilmente
sede di mercato nei giorni feriali ma oggi è domenica),
così ci dirigiamo per la sosta pranzo, sperando che l’ombra
della copertura allievi il caldo torrido.
Terminato il pranzo decidiamo di andare dritti verso le Meteore
senza ulteriori soste: il paesaggio che attraversiamo è
estremamente arido tanto da assomigliare al Far West, “chi
sa se vi avranno girato dei film di COWBOYS ?”, questa è
la domanda che ci viene spontanea.
Ma appena in lontananza vediamo stagliarsi la prima Meteora tanto
è lo stupore e la meraviglia che ci scordiamo del caldo
e del sudore.
Memori del viaggio precedente intrapreso dai nostri amici, ci
dirigiamo al CAMPING VRACHOS KASTRAKI ( € 18,00 Camper+ 2
persone + corrente) con piscina e veduta meteore.
Comodissimo anche per la visita dei monasteri, senza
dover necessariamente prendere il camper, infatti, di fronte all’entrata
c’è la fermata del pullman che porta su (orario:
9,00 e poi a interavalli di 2 ore- biglietto sul pullman).
Il campeggio non è neppure lontano dal paese di KALAMBAKIA,
circa 20 mm. A piedi.
Appena sistemati i camper ci immergiamo nella piscina per rinfrescarci
e ristorarci e dopo verso le 18,30 scendiamo al paese che appare
ordinato e ben rifornito di negozi di articoli vari ( icone, oggetti
in cuoio, pelli, oggetti legno ecc.), ovviamente ne abbiamo approfittato
per comprare e comprarci dei souvenir.
La giornata è terminata meglio di come è iniziata
e già sto pregustando e immaginandomi la visita dei tanto
famosi monasteri, quindi a letto presto il pullman domani mattina
ci attende alle ore 9,00….
18 AGOSTO 2008 (METEORE) KM:
O in camper – KM: 5 a piedi ( tempo caldo e sole)
Ore 9,00: Il pullman puntualissimo, ci conduce nel fantastico
mondo delle Meteore.
Tra le montagne del Pindo e degli Hassia dove la fertile pianura
della Tessaglia si incontra con le alte montagne della Grecia
centrale, sono situate le Meteore.
Ai nostri occhi appare uno spettacolo inimmaginabile tanto queste
rocce di colore scuro si innalzano con imponenza e grandiosità.
La loro esistenza si perde nella notte dei tempi ma stranamente
non esistono leggende o storie mitologiche che si occupano di
questo strano fenomeno, solo nell’ultimo millennio gli storici
hanno iniziato ad occuparsene. Questo fenomeno, unico al mondo,
ha portato geologici e storici a delineare diverse e contrastanti
teorie, tuttavia negli ultimi anni quella che appare più
attendibile e possibilmente reale è quella del tedesco
Philipson, secondo il quale queste enormi rocce sono la conseguenza
di detriti che un grande fiume migliaia di anni fa, attraversava
questa valle per poi sfociare nel mar Egeo.
Nel corso dell’età geologiche questo deposito si
modificò in massa solida e sottoposta ad un’opera
di dilavamento quando le acque si ritirarono attraverso la valle
di Tembe; SUCCESSIVAMENTE DURANTE L’ERA TERZIARIA IL RIPIEGAMENTO
DELLA CATENA DEL Pindo, provocò una frattura tra queste
rocce formando la valle del fiume Peneo.
La natura inaccessibile e selvaggia ha permesso alla popolazione
durante il corso dei secoli una valida difesa e protezione contro
gli incursori e sicuro asilo per gli eremiti che più tardi
vi arrivarono, il primo, un certo Barnaba, risale attorno al 950-970
Dc.
Questi asceti agli inizi pregavano in piccoli oratori, a poco
a poco si formarono delle comunità religiose sempre più
grandi così gli oratori divennero monasteri sostenuti anche
economicamente da potenti famiglie cristiane, la massima prosperità
si ebbe nel 17° sec.
Ciò che ancora non è stato risolto è il mistero
relativo a come questi monaci siano riusciti a costruire questi
edifici in cima alle Meteore, secondo una leggenda dopo averle
scalate, il materiale per la costruzione sarebbe stato trasportato
da Aquiloni.
LE ROCCE VENIVANO SCALATE PER MEZZO D’ IMPALCATURE, SOSTENUTE
DA TRAVI FISSATE NELLA ROCCIA, PIU’ TARDI CIO’ FU
SOSTITUITO DA LUNGHISSIME E VERTIGINOSE SCALE DI CORDA, CHI TEMEVA
QUESTA SALITA VENIVA TIRATO SU PER MEZZO DI RETI O CESTI.
Dal 1922 scale scavate nella roccia permettono un sicuro accesso
ai monasteri e le reti o cesti si usano solo per il trasporto
di alimenti o di altri generi di prima necessità.
Solo sei monasteri sono sopravvissuti nei secoli, così
muniti della cartina turistica fornitaci dal campeggio iniziamo
la nostra visita dal monastero detto della “Trasfigurazione”,
dove il pullman fa anche capolinea.
La visita ai monasteri è a pagamento € 2,00 a persona
ed è obbligatorio un abbigliamento decente sia per uomini
(pantaloni lunghi ) che per le donne (gonna lunga e maglietta
a maniche lunghe) altrimenti l’entrata è vietata
e all’entrata il custode vi fornirà degli scialli
e parei.
La scalinata è incastonata nella roccia, i gradini sono
tantissimi e già a questa ora presto del mattino sembra
un fiume di persone.
Sulla rocca ci sono quattro chiese costruite in epoche diverse
ma la più grande e la più antica è quella
della Trasfigurazione del Salvatore, essa fu costruita nel 1380
da Athanasios, è una costruzione impressionante con una
grande cupola a 12 lati sulla navata centrale e una più
piccola sul presbiterio.
Al suo interno si rimane estasiati davanti agli affreschi molto
accurati che risalgono al 15° secolo e alla vista del sedile
del padre superiore di legno traforato e guarnito di madreperla
e dalle icone.
Oltre alle chiese si visitano le cucine, il cimitero, l’ossario,
e nella sacrestia del convento sono esposti molti oggetti preziosi:
reliquari, mitre, stole, coppe d’oro, una meravigliosa croce
in legno ornata con scene del nuovo e vecchio testamento (insigne
opera di miniatura che ha richiesto 12 anni di lavoro da parte
del monaco Daniele ed visibile grazie ad una lente d’ingrandimento),
libri antichi ecc. tutti oggetti del monastero.
Vi è inoltre allestita una mostra relativa al passaggio
della 2° guerra mondiale in questa zona: abbigliamento militare
e armi del periodo, varie locandine e foto: molto interessante.
Ma tutta la visita che richiede circa 1 ora è estremamente
interessante ed avvincente.
Usciti dal monastero saremmo tentati a visitarli tutti (attenzione
ogni monastero ha orari e giorni di visita diversi) ma su consiglio
dei miei genitori che vi erano già stati, decidiamo di
vederli solo altri 2 così da poter avere una visione più
ampia e varia possibile di questi antichi luoghi di preghiera
e magari lasciare gli altri 3 ad una prossima volta in Grecia.
Da qua la strada che conduce al paese sottostante dove si trova
il nostro campeggio è tutta in discesa e lungo la strada
si trovano altri Monasteri, decidiamo perciò di farci il
ritorno a piedi intervallandolo con le visite.
|
Monastero della Trasfigurazione
visto da Varlam |
Il secondo monastero che visitiamo è Varlaam,
costruito intorno al 1350 dal monaco Varlaam, considerato il primo
fondatore del monastero, il monastero fu abbandonato per circa
200 anni e cadde in rovina dopo la morte del suo fondatore.
Nel 1518 due fratelli appartenenti ad una famiglia signorile di
Ioannina, salirono di nuovo sulla roccia e ricostruirono sopra
le vecchie rovine aggiungendo più tardi altre chiese.
Oltre al panorama che da qua è grandioso, anche questo
monastero se ben più piccolo del precedente è assai
suggestivo, la Chiesa in stile agioritica (stile del Monte Athos)
è a forma di croce con una cupola centrale e una sul nartece,
gli affreschi delle pareti risalgono al 1548.
Anche quà è presente un piccolo museo di arte sacra
con oggetti appartenenti al monastero.
Continuando la discesa verso il campeggio incontriamo il terzo
monastero: RUSSANO.
Optiamo per la visita, molti sono gli scalini per salire in cima
e un piccolo ponte ci conduce all’interno del monastero,
infatti, esso sorge su una roccia isolata e scoscesa, originariamente
si poteva raggiungere la sua sommità solo dal versante
Nord, per mezzo di scale a corde, che tutt’oggi vediamo
conservate proprio dove erano una volta, al di là del ponticello
da noi attraversato.
Questo monastero fù fondato dai monaci Nikodemos e Benedetto
nel 1380 e pare che il suo nome derivi dal primo asceta che per
primo vi si stabilì.
E’ senz’altro molto piccolo e raccolto e la visita
comprende la chiesa, una piccola terrazza campanaria con vista
panoramica e un piccolo negozietto di souvenir, dove ho comprato
un interessante libretto, in lingua italiana, su le differenze
tra la religione cattolica e quella greco-ortodossa: consiglio
a tutti tale lettura per poter meglio comprendere lo spirito del
popolo greco.
La chiesa dedicata alla Trasfigurazione del salvatore, è
una bella costruzione in stile bizantino con alta cupola, gli
affreschi sono molto belli e ben conservati considerando che hanno
oltre quattro secoli.
Terminata la visita continuiamo la nostra discesa a piedi verso
valle che raggiungiamo dopo circa 20 minuti, attraversando anche
il piccolo paese di Kastrati; raggiungiamo il campeggio che sono
ormai le 13,00 passate, assai stanchi, accaldati e affamati.
Il resto della giornata oziamo in campeggio, tra letture e bagni
in piscina e la sera la terminiamo cenando al ristorante del campeggio,
veramente ottimo:
Menù per 4 persone:2 MUSAKE +GRILLI X 2 PERSONE (arrosti
vari alla brace ) + 4 mitos (ananas omaggio) € 34,00 totali.
Questa è stata una giornata deliziosa e interessante.
19 AGOSTO 2008 (TRIKALA- METSOVO-
E951-LEKFADA attraverso PREVEZA : KM. 398) TEMPO CALDISSIMO
Dopo aver pagato al campeggio e ricevuto in regalo una piccola
ma bella icona imbocchiamo l’E92, direzione Ioannina, la
strada attraversa paesaggi montani molto belli e anche se tortuosa
e in salita è abbastanza agevole e tranquilla, unico neo
molti camion; infatti, è ancora in costruzione l’autostrada
che collegherà Ioannina a Salonicco e tanti sono i cantieri
aperti lungo questa statale, ma soprattutto nella parte dopo Metsovo.
Arrivati al passo ci fermiamo per una breve sosta, per riempire
le bottiglie con l’acqua che sgorga abbondante da una sorgente
e per fare le rituali foto.
Subito dopo il passo incontriamo il paese di Metsovo e decidiamo
di visitarlo.
Il paese è sprovvisto di parcheggi capienti quindi arrivati
al centro del paese dobbiamo risalire e posteggiare i mezzi vicino
alla chiesetta che si trova sulla destra subito dopo aver abbandonato
la statale. Ma la discesa al paese è comoda perché
subito dopo la chiesa su la destra parte una scorciatoia solo
pedonale che passando attraverso le case conduce giù al
cuore del paese, più dura è la risalita.
Metsovo è un villaggio caratteristico e pittoresco, costruito
ad anfiteatro a 1156 Mt di altezza su le montagne del Pindos.
Da piccolo villaggio di pastori, le prime notizie certe di questo
insediamento risalgono al 1380, grazie alla sua posizione strategica
si conquistò una certa indipendenza politica ed economica
fin dal periodo del dominio turco e successivamente grazie ai
privilegi offerti dai sultani si è accresciuto sopravvivendo
nel tempo.
Il borgo è assai particolare, le case sono interamente
costruite in pietra e legno, prive di superfluo ed eccessivo ed
usufruendo di materiali del luogo, risalgano al XVIII e XIX sec.
Assai suggestiva è la piazza dinanzi alla bellissima chiesa,
al cui centro si trova un platano enorme.
Il centro è pieno di negozi che vendono prodotti tipici
del luogo, da oggetti in legno a stoffe ricamate, da insaccati
a formaggi e latticini vari.
Questa è una sosta che consiglio vivamente perché
anche se in parte turistico questo villaggio conserva ancora l’atmosfera
tipica di un tempo che fù.
Nonostante ci troviamo ad un’altezza montana il termometro
segna 33° alle 12,00 così intimoriti dal caldo che
ci aspetta continuiamo la lunga marcia.
Subito dopo METSOVO inizia un tratto di autostrada per Ioannina
ma dura ben pochi km e nuovamente ci ritroviamo su la vecchia
strada, sempre più polverosa, assolata e affollata di camion
che vanno e vengono dai cantieri in pieno fervore.
Riusciamo a trovare un rientro per un pasto veloce e poi via di
nuovo in marcia; fortunatamente quando riprendiamo l’autostrada
dopo poco ci ritroviamo a Ioannina, siamo così riusciti
ad evitare il passo sopra Ionannina e un po’ di tempo l’abbiamo
guadagnato.
Adesso la nostra direzione è Lekfada: IMBOCCHIAMO USCITA
N. 7- direzione ARTA per l’E951.
Questa è una bella e panoramica strada che si snoda attraversa
una lunga vallata, in alcuni punti ci troviamo in alto rispetto
al corso del fiume ma per un bel pezzo la strada costeggia proprio
il fiume, dove ci sono possibilità di sosta, anche diurna
in quanto le rive sono ombrate da alti platani, nota dolente:
lo sporco e resti di pic-nic abbandonati selvaggiamente.
Non sappiamo resistere alla frescura invitante del fiume e ci
fermiamo per una breve sosta, immergendo i piedi in acqua: è
veramente fredda.
|
Valle del fiume lungo la statale
18 |
Continuiamo la lunga marcia odierna arrivando finalmente a Preveza,
per far prima si seguano le indicazioni per il tunnel sottomarino
(pedaggio € 5,00) e verso le 18,00 finalmente arriviamo a
Lefkada.
L’isola di Lefkada è collegata alla terraferma da
50 Mt di ponte levatoio costruito nel 1980, ma in realtà
questa non era un’isola poiché fù nel 7°
sec. A.c. che i corinzi aprirono un canale di 30 Mt per separarla
dalla terraferma. Nel medioevo cadde sotto il dominio delle repubbliche
Marinare, i normanni di Sicilia e in ultimo i veneziani: ai primi
è attribuita la costruzione del Forte di SANTA MAURA, avamposto
a difesa dell’isola sito tra di essa e la terraferma e circondato
dal Mar Ionio,
ai Veneziani è invece attribuito il commercio di sale e
olio d’oliva, da quà la nascita delle saline e la
monocoltura dell’olivo.
Superato il ponte levatoio ci appare il massiccio forte triangolare
degli Orsini e la stupenda e grande laguna salmastra e dopo averla
attraversata arriviamo alla capitale che porta lo stesso nome
dell’isola.
Il grande terremoto del 1953 distrusse quasi completamente la
città e le case sono state tutte ricostruite con materiali
antisismici ed con architettura moderna, a nostro parere estremamente
discordanti da tutto il contesto storico e naturalistico dell’isola.
Tra tanta modernità di abitazioni, negozi, pub e ristoranti
fa eccezione l’antica chiesa della Vergine Maria del 1720,
che conserva ancora tutto il fascino del tempo passato con meravigliose
agiografie di artisti dell’isola.
Vista l’ora il nostro obbiettivo è trovare la sosta
per la notte, ci dirigiamo verso la punta nord dell’isola,
a pochi km. da Lefkada città, dove si trova Milos Beach.
|
Lefkada – spiaggia Milos Beach |
Questa spiaggia posta tra il mare e la laguna è
un vero e proprio paradiso per i windsurf e gli amanti del Kite
surf e che sia usualmente battuta dal vento lo dimostra la presenza
di diversi mulini a vento.
L’IMPATTO VISIVO CHE ABBIAMO è STUPEFACENTE: il cielo
completamente colorato dagli aquiloni del windsurf e il mare cangiante
di blu e bianco ma a parte ciò ci rendiamo conto che quà
è impossibile pernottare, non tanto per il vento ma perché
esistono molteplici cartelli di divieto camper e campeggio, così
non ci resta che tornare indietro e dirigersi verso il parcheggio
del porto dove anni fa i nostri amici vi avevano già sostato
per la notte.
Il parcheggio non ci piace per niente, polveroso, sporco con parco
giochi all’interno ma è l’unico posto dove
passare la notte, infatti, come ci verrà confermato più
tardi su tutto il litorale circostante i camper al calar del sole
vengono fatti sloggiare dalla polizia e a riprova di ciò
in poco tempo il piazzale si riempie di camper.
Rassegnati all’idea di trascorrere la notte quà,
ci auguriamo che una passeggiata dopocena nella cittadina avrebbe
rallegrato i nostri tristi pensieri ma hai mè…..
Il paese che di giorno ci era apparso interessante con il suo
aspetto quasi veneziano alla sera si trasforma in una bolgia umana
assiepata davanti a bar, pub e ristoranti e i negozi vendono souvenir
spaventosi, così stanchi e delusi non ci resta che andare
a letto.
20 agosto 2008 LEKFADA- AGIOS NIKITAS-NIKOPOLIS
SPIAGGIA : KM. 61 (TEMPO CALDO E SOLE)
La notte anche se pur caldo noi siamo riusciti a dormire,
tanta era la stanchezza del giorno precedente e neppure la musica
proveniente dal Luna Park e da una vicina colonia ci hanno disturbato.
Stavolta molto presto siamo già pronti per la partenza
e ci poniamo di fronte alla scelta se:
restare sull’isola ( ho letto e mi hanno confermato avere
luoghi e spiagge bellissime) trovando un campeggio oppure cominciare
l’avvicinamento verso Igomeniza fermandoci su altre spiagge
e poi a Parga.
Considerando che i giorni restanti sono pochi e che i nostri amici
già hanno visitato l’isola , decidiamo di risalire
la costa ma mio marito prima di lasciare l’isola desidera
farmi vedere la spiaggia di Agios Nikolas.
Dalla città di Lekfada seguiamo le indicazioni per la spiaggia
che dista soli 10 km., la strada si inerpica su la scogliera offrendoci
viste mozzafiato su il golfo di Lekfada, la sua laguna e le sue
spiagge e aggirato il monte ai nostri occhi appare la bellissima
spiaggia di Agios Nikitas: il mare è di un intenso color
turchese e la spiaggia è bianchissima, veramente uno spettacolo
della natura.
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Lekfada- spiaggia di Agios Nikitas |
Al di sotto della sosta panoramica, appena la strada
inizia a essere nuovamente quasi pari spiaggia scopriamo che c’è
una Taverna con un annesso parcheggio sul mare che permette la
sosta ai camper + pieno d’acqua e scarico wc nautico per
€ 10,00 a notte, se l’avessimo saputo ieri…….
Ma ormai la decisione è presa e con immenso malincuore
abbandono questa isola e le sue spiagge ma mio marito mi promette
che la prossima volta in GRECIA questa sarà la prima tappa,
Grazie.
Ripercorriamo a ritroso la strada fino al tunnel sottomarino di
Preveza e imbocchiamo la costiera direzione Parga, subito dopo
l’incrocio per Nikopolis (sito archeologico da vedere la
prossima volta)
e prima dell’incrocio per Arta, sul promontorio sul mare
scorgiamo diversi camper in sosta , così andiamo in avanscoperta.
Qua ci sono quasi tutti camper italiani che ci confermano poter
sostare tranquillamente e visto che il mare e la spiaggia sono
belli decidiamo di fermarci, inoltre soffia un bel venticello
che rinfresca l’aria.
Prima del bagno però, io e mio marito tiriamo giù
le bici e decidiamo di perlustrare il posto circostante, visto
che c’è una bella strada lungomare asfaltata.
Questa è una zona nuovissima, tutte le abitazioni sono
di recente costruzioni, ma la spiaggia è bella pulita e
neppure affollata, proseguendo si incontra un piccolo mini-market
ma a noi hanno detto che su la statale a 2 km. di distanza si
trova un super market più grande.
Alla seconda rotonda che troviamo sul lungomare decidiamo di risalire
verso la statale, dopo una breve salitella troviamo la statale
e fortuna vuole che dopo 200 Mt voltati a sinistra ecco il supermercato.
Ne approfittiamo per comprare quello che ci mancava e poi ci immergiamo
in un bellissimo bagno ristoratore.
Ora tutto è perfetto per trascorrere un bel pomeriggio
in assoluto riposo in riva al mare e alla sera abbiamo assistito
ad un bellissimo tramonto.
21 AGOSTO 2008 (NIKOPOLIS SPIAGGIA –
PARGA KM: 56 ) TEMPO : CALDO E SOLE
Il posto è talmente bello che decidiamo di trascorrere
anche la mattina, vista anche la posizione rialzata del posteggio
il venticello soffia in continuazione e ciò per fortuna
impedisce di soffrire il caldo.
Appena dopo pranzo mettiamo in moto i motori e ci dirigiamo a
Parga, tutto il tratto di costa che incontriamo è bello
e affascinante, soprattutto dove sfocia il fiume Acheronte è
particolarmente selvaggio e interessante ( tappa per la prossima
volta).
Arriviamo al campeggio “PARGA” abbastanza presto;
il campeggio è immerso tra gli olivi, carino anche se spartano:
camper + 2 persone + elettricità € 25,00 ed anche
vicinissimo al centro e alla spiaggia, perfetto per un altro giorno
di relax.
La spiaggia (circa 100 Mt dal campeggio) non è di sabbia
ma di sassi medio - grossi bianchi ed è posta in una piccola
insenatura dall’acqua cristallina e dei bellissimi faraglioni
rendono il luogo romantico e suggestivo.
Nel tardo pomeriggio iniziamo la scoperta della città con
l’intento di trovare un gustoso ristorante per la cena.
Parga è un affascinante borgo marinaro, affacciato su una
bellissima baia rocciosa, ricca di piccole insenature e isolotti.
A ragione viene definita “la perla della riviera dell’Epiro”.
E’ il primo e unico tipico villaggio greco (così
come la mia fantasia, stimolata dalle foto delle guide turistiche,
si immaginava) ad avere incontrato durante questo viaggio: è
proprio il caso di dire “meglio tardi che mai” visto
che tra tre giorni la vacanza è finita.
Questo antico villaggio di pescatori è ora un delizioso
borgo fatto di mare, strette viuzze, case o coloratissime o di
un bianco abbagliante ed è dominato dal Kastro (aperto
tutto il giorno con ingresso libero).
Parga fu occupata dai Veneziani che la dominarono per ben quattro
secoli dal 1407 al 1797, mantenendosi un supporto strategico nella
rotta da Corfù al Mar Egeo.
Il forte posto sopra Parga occupa tutta la collina rocciosa e
ricca di vegetazione (pini e cipressi), esso fu costruito dai
veneziani nel XVI sec. Su le fondamenta di vecchie mura normanne
a protezione della città sia dal mare che dal continente.
L’architettura è tipicamente veneziana e su di un
bastione si può ancora ammirare il simbolo di Venezia “il
leone”.
E’ veramente interessante esplorare il forte ma soprattutto
da lassù si ha un bellissimo panorama d’insieme di
Parga, le sue spiagge, i suoi isolotti; dalla parte opposta, verso
nord sempre dal forte si può ammirare la spiaggia di Valtos,
raggiungibile da un sentiero posto poco prima di entrare nel Kastro
salendo da Parga.
Altro evento da evidenziare nella storia di Parga, una curiosità,
è la fuga della popolazione cristiana con l’arrivo
di Alì Pascià, fuga immortalata dal pittore Hayez
nel quadro che adesso si trova nel Museo D’arte Moderna
a Milano.
Così per molti anni solo la popolazione musulmana vi abitò.
Al porticciolo sono ormeggiati molti pittoreschi
caicchi che durante il giorno offrono gite alla scoperta di spiagge
e calette altrimenti irraggiungibile via terra. Sempre lungo il
porticciolo ci sono una miriade di taverne, osterie, ristoranti
per tutti i gusti e tutte le tasche.
Proprio in uno di questi ci siamo fermati a cenare, la scelta
del locale è stata fatte in base al desiderio di provare
il piatto con le cozze alla salsa rossa piccante.
La cena è risultata ottima: 1 piatto di gamberoni alla
griglia e contorno +1 piatto di cozze in salsa rossa piccante
e feta con contorno + 2 mitos + acqua € 24,00.
A conclusione della serata visita by night di Parga.
Come utile informazione: ci sono supermarket in città che
restano aperti fino alle 24,00.
22 AGOSTO 2008 (PARGA - SPIAGGIA
DÌ AYIA PARASKEVI KM. 15 ) TEMPO : SOLE E CALDO
Poiché il campeggio si deve lasciare entro le 12,00,
decidiamo di approfittare di questo bellissimo mare cristallino
per fare ancora un bagno e goderci la bella caletta per almeno
un paio d’ore.
Sbrigate le solite pratiche di routine: scarico e carico acque,
riprendiamo la nostra marcia di avvicinamento al porto di Igomeniza.
Anziché tornare indietro a riprendere la statale che taglia
il promontorio proseguiamo per la costiera che oltrepassa Parga
e si snoda attraverso coltivazioni d’olivi e belli scorci
sul mare sottostante.
Passato il Paese di Ayia dalla strada vediamo al di sotto una
bellissima baia dai colori stupendi e alcuni camper parcheggiati,
i nostri amici si ricordano che là hanno già sostato
e il posto è bellissimo, così decidiamo di provare
a scendere per trovare sistemazione ai nostri tre camper.
La realizzazione di questo obbiettivo non sarà molto facile:
l’unico vero parcheggio posto dove la strada finisce e dopo
una stretta e ripida discesa (ma breve) è completamente
pieno, i camper visti da sopra sono parcheggiati in un campo d’olivi
non proprio pari di fronte ad una taverna ma di sopra a una piccola
ma stupenda baia.
Considerando l’ora, circa le 13,00 e il caldo, decidiamo
di sistemarci alla meglio e ripartire l’indomani per goderci
l’ultimo scampolo di mare.
Il resto della giornata è impegnata al relax tra bagni
in mare e alla scoperta del luogo.
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SPIAGGIA DI AYIA PARASKEVI |
Scopriamo, infatti, che esiste un’altra bella
caletta oltre questa; continuando la strada asfaltata dal luogo
dove abbiamo lasciato i camper (di fronte alla taverna e alla
1° caletta che si incontra venendo giù) appena iniziata
la salita un piccolo sentiero tra la macchia alla nostra sinistra,
conduce a quest’altra baia un po’ più grande
della precedente ma più riservata.
Proseguendo per la strada asfaltata altri 100 Mt e si incontra
una chiesetta proprio a strapiombo su un’altra bellissima
baia di fronte alla quale si trova una bella isoletta raggiungibile
a nuoto per chi è un buon notatore oppure con i pedalò
che affittano sulla spiaggia.
Dopo la chiesetta una breve discesa conduce alla spiaggia e al
posteggio e quà la strada finisce.
Il luogo è incantevole, questo tratto di costa mi ricorda
molto l’Istria.
Non c’’è altro che natura ad eccezione di una
taverna che noleggia lettini e ombrelloni (2 lettini + 1 ombrellone
€ 5,00 tutto il dì) ma alla sera chiude.
Un luogo da vero plein air sempre a trovare disponibilità
di sosta, consiglio perciò a chi interessa questo luogo:
arrivare prestissimo la mattina e con frigo pieno perché
non c’e minimarket.
23 AGOSTO 2008 (SPIAGGIA AYIA
PARASKEVI – IGOMENIZA KM: 37 ) TEMPO : CALDO E SOLE
Ci alziamo con tristezza perché questo è l’ultimo
giorno in terra greca, questa sera il traghetto ci attende con
partenza alle 22,30 da Igomeniza.
Desideriamo stare in relax più completo così ogni
equipaggio dei camper sceglie di trascorrere la giornata a suo
piacimento, unico punto fisso partenza da quà alle 17,00.
Io e mio marito decidiamo di affittare lettini e sdraio nella
baia con vista isola e pranzare alla taverna, i miei genitori
decidono di trascorrere la mattina nella seconda baia e pranzare
in camper, i nostri amici decidono di trascorrere la mattina con
i miei genitori ma di pranzare alla taverna vicino ai camper.
La mattina trascorre molto velocemente tra bagni, letture e ultime
foto ricordo e il pranzo alla taverna risulterà molto delizioso:
1 piatto d’alici fritte + 1 piatto calamari fritti + 1 piatto
di formaggio fritto + mitos e acqua + caffè turco €
22,00.
Come stabilito alle 17,00 patiamo per l’ultimo tragitto
verso il porto ma prima ci fermeremo ad un supermarket per rifornirci
di prodotti tipici greci da riportare a casa: salsa zakiti, salsa
di feta, formaggio per friggere, yogurt, vino rezina, birra mitos,
ouzo e olive tante olive.
Arriviamo su la banchina del porto intorno alle 19,30 e dopo aver
fatto il chech in al terminal consumiamo una frugale cena.
La serata è molto calda ma nonostante la tristezza per
la fine della vacanza siamo anche molto sereni e soddisfatti per
come la vacanza si è svolta e nell’attesa dell’arrivo
del traghetto intratteniamo conversazione con gli altri camperisti
in attesa come noi.
La fatalità ha voluto che rincontrassimo il gruppo di camperisti
conosciuti all’andata e che hanno fatto il tour della Turchia,
così ci ragguagliamo su le relative esperienze fatte in
queste tre settimane: l’atmosfera è allegra.
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Igomeniza – tramonto al porto
la GRECIA ci saluta |
Il traghetto arriva in perfetto orario e in perfetto
orario riparte, dopo i soliti disbrighi ( attacco luce, doccia
) prima di andare a dormire preferiamo salire sul ponte a rinfrescarci.
All’interno della nave c’è sempre il solito
arruffio di persone (per lo più turchi e albanesi che rientrano)
sdraiati a terra per dormire, lo spettacolo è osceno e
l’odore è quasi insopportabile.
Sul ponte tira un forte vento così decidiamo di provare
ad andare a riposare.
24 AGOSTO 2008 (ANCONA –
GUBBIO- FIRENZE KM: 287 ) TEMPO: SOLE MA FRESCO
Durante la notte si è alzato un forte vento e appena
superata l’isola di Corfù anche il mare è
diventato agitato, per cui stavolta non abbiamo sofferto il caldo
anzi abbiamo dovuto chiudere gli oblò ma in compenso sono
riuscita a dormire poco perché il mare era molto agitato
e su in mansarda il rullio era molto forte.
Verso la mattina sono andata a dormire nel lettino a castello
più in basso, il mare si è leggermente acquieto
così siamo riusciti a dormire fino alle 10,00.
IL forte vento ci impedisce di trascorrere la mattinata sul ponte,
molto meglio il ponte open deck e così tra una chiacchierata
con i nostri compagni camperisti, uno spuntino, una riordinata
al camper e uno sguardo al panorama alle 13,00 si arriva ad Ancona.
Nonostante il mare agitato la traversata è stata ottima.
Appena sbarcati decidiamo di fare un veloce pranzo , seguendo
le indicazioni dell’area di sosta camper troviamo un grande
parcheggio dietro il porto, l’aria in Italia è più
fresca quasi settembrina come dirci che l’estate è
finita con il nostro viaggio.
Il rientro verso casa è stato scorrevole e senza traffico
neppure nel tratto di Autostrada Arezzo- Firenze Scandicci abbiamo
trovato coda, unica sosta durante il viaggio di rientro : all’area
camper Gubbio per scaricare e alle 18,30 eravamo nelle nostre
case.
CONSIDERAZIONI: Questo primo viaggio
per me in GRECIA, nonostante alcuni momenti di delusione, non
ha fatto che accrescermi l’interesse per questa terra e
le sue genti, credo pertanto che sarà il primo di tanti
altri viaggi che compirò in terra Ellenica.
Detto ciò e aggiungendo che ogni considerazione e opinione
è puramente soggettiva, io ritengo che la parte della MACEDONIA
valga il viaggio per il mare della Calcidia veramente stupendo
e caldo, per il sito di Filippi e Vergina e Kavala come tappa
per l’imbarco di Thassos.
La parte nord della Grecia sicuramente è bella nei mesi
primavera-autunno ma in Agosto con le calde temperature come quest’estate
non si riesce ad apprezzare.
Le Meteore ovviamente da non perdere, come la costa tra Igomeniza
e Preveza è bellissima anche se un po’ troppo battuta
dal turismo di massa, l’Isola di Lekfada da scoprire e vivere
per le sue bellissime spiagge.
I distributori nella parte nord-orientale non sono frequenti (soprattutto
in Autostrda) per cui consiglio di non restare mai carenti di
GASOLIO.
Le carte di credito difficilmente vengono prese dai distributori
di carburante, mentre sono accettate in tutti i supermarket (eccetto
LIDL ) e nei ristoranti o taverne dei paesi più battuti
dal turismo.
L’acqua è facilmente reperibile ovunque: distributori,
fontane lungo strade o piazze pubbliche e molti abitanti vi offrono
spontaneamente la loro fontana.
Per lo scarico è più complicato: non ci sono aree
attrezzate, quindi o presso i campeggi o nei wc blu chimici che
si trovano facilmente su tutte le spiagge attrezzate.
Per la sosta non ci sono problemi: La sosta libera è tollerata
quasi ovunque, anche dove esistono i cartelli di divieto.
Non è necessario arrivare in Grecia con la cambusa piena
(come abbiamo fatto noi) ad eccezione della pasta e del parmigiano
si trova di tutto, facilmente e a prezzi a volte inferiori che
nei nostri supermercati, inoltre frutta e pomodori a volontà
e buonissima.
SPESE TOTALE: € 1800,00
Nel dettaglio:
TRAGHETTO A/R € 790,00
GASOLIO: € 300,00 circa
CAMPEGGI: € 117,00
RISTORANTI: € 140,00
MUSEI-VARIE –SOUVENIR-ALIMENTI: €
450 circa
GUIDE CONSULTATE:
Carta stradale : EURO CART 1: 300.000
Depliant richiesti ed inviatami dall’Ente
Del turismo Greco
Ma soprattutto utili i diari di viaggio
di altri camperisti (anche se i diari relativi alla Calcidia non
sono molti) letti su i siti:
www.camperlife.it
www.camperonline.it
www.turismoitinerante.it
www.taccuinodiviaggio.it
GUIDA : THE ROUGH GUIDE ( a fine
Luglio non abbiamo trovato altro nelle librerie di Firenze) ottima
per consigli su itinerari, luoghi , campeggi e ristoranti da non
perdere ma superficiale nella descrizione prettamente storico-artistica-culturale
dei luoghi.
Al prossimo viaggio
Nadia Pancani