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PIZZIGHETTONE E LA FORTEZZA DI GERA

di Davide Tansini


Pizzighettone (Cremona) è un’amena cittadina situata sulle rive dell’Adda, poco distante da Cremona, Piacenza e Lodi. Un borgo caratteristico, immerso nel verde della Bassa lombarda ed attraversato nel mezzo dall’Adda. I due quartieri storici – Pizzighettone e Gera – sono adagiàti sulle opposte rive del fiume, ed un ponte unisce le due borgate, cingendo come in un abbraccio il córso adduano.

Con il riflesso delle case che si specchiano nell’acqua, lo scorcio che si può ammirare è davvero suggestivo.

Ma non è la sola ragione che rende interessante Pizzighettone.

Già da tempo il suo nome è legato a quello di «città murata», poiché il centro riverasco era nei secoli passati una piazzaforte militare: una delle più strategiche della Lombardia, per la sua speciale ubicazione a cavaliere dell’Adda.


LA FORTEZZA DI GERA

L’impianto della «piazza» geraiola fu costituito alla metà del XVII secolo, nel 1654, durante la Guerra dei Trent’Anni, quando la Lombardia era un dominio degli Asburgo di Spagna. Progettata dal matematico Alessandro Campione, al servizio dell’allora Governatore Luís de Benavidez Marchese di Caraçena, la fortezza di Gera doveva servire come complemento della roccaforte pizzighettonese, quale testa di ponte per controllare il passaggio sull’Adda e le vie di comunicazione che univano Cremona con il resto del «Milanesado».



La piazzaforte fu più volte rimaneggiata nel Seicento e nel Settecento: in particolare, durante il dominio austriaco, fra il 1720 ed il 1725, sotto l’Imperatore Carlo VI d’Asburgo, quando raggiunse la conformazione che s’è mantenuta sino ai giorni nostri. Durante i suoi anni di servizio la fortezza geraiola difese il lato occidentale di Pizzighettone, cambiando ripetutamente “padrone” e subendo assedi di numerose armate: austriache, francesi, spagnole, sarde, una addirittura russa.

Dopo aver vissuto “in prima linea” molte guerre, essa cessò le proprie funzioni difensive nel 1866, dopo la Terza Guerra d’Indipendenza italiana. In seguito, la sua area fu incamerata dal Genio Militare, che ne fece un Deposito Materiali, trasformandola in una vasta cittadella militare.

LA STRUTTURA

Quella d’essere “bastionata” è una caratteristica fondamentale della fortezza. Tale tipologia difensiva si sviluppò in Italia nella seconda metà del XV secolo, e caratterizzò l’architettura militare europea sino alla metà dell’Ottocento. Il suo elemento principale era il bastione, una struttura di norma pentagonale, sporgente dal corpo da piazzaforte. Il sistema bastionato si basava sull’utilizzo calcolato delle armi da fuoco e sull’accurata coordinazione degli apparati difensivi. Di solito, quando si parla di fortificazioni, ci si immagina grossomodo il castello medioevale: alte torri, possenti muraglie, merlature, ponti levatoî.

Il fronte bastionato, invece, è d’un genere completamente diverso. Costruite seguendo il modello «olandese», mutuato dalla contesa che oppose tra XVI e XVII secolo la Spagna alle Province Unite, le fortificazioni di Gera sono basse, ampie, circondate da larghi fossati racchiusi a loro volta entro spalti in terra.

Bastioni e cortine dovevano essere quasi invisibili dall’esterno, per sfuggire e resistere alle artiglierie nemiche: di qui la scarsa elevazione e la presenza d’enormi terrapieni, larghi anche 15 metri. Soprattutto, tali fortificazioni costringevano l’avversario ad avanzare lentamente, scavando lunghe trincee per conquistare terreno metro dopo metro: la forma «a saliente» (a punta) d’ogni bastione era coordinata con quelli vicini, in modo che tutti i lati del fortilizio fossero «spazzati» dal fuoco difensivo, cogliendo «d’infilata» (di fianco) gli avversari. Insomma, un gigantesco “riccio” atto a tenere il più lontano possibile l’assediante e le sue artiglierie.

Inoltre, esistono tutt'ora gran parte di quelle strutture necessarie al mantenimento d’una nutrita guarnigione, che poteva sfiorare anche i 2.300 soldati. Per esempio le Casematte, costruzioni coperte multifunzionali, utilizzate come postazioni di tiro, rifugi, magazzini, stalle. Ma anche la polveriera presso il Bastione di Sant’Antonio, conservata pressoché intatta. Ed ancora le caserme (due, nella borgata geraiola), i pozzi, le traverse dei fossati: insomma, tutto ciò che faceva di Pizzighettone e di Gera una «città da guerra». Un sofisticato sistema in cui ogni elemento era studiato per consentirne la migliore fruizione dal punto di vista militare.

Ma Gera non è solo un grande esempio d’architettura fortificata e d’ingegneria militare: è soprattutto una testimonianza dell’evoluzione del territorio e della sua storia attraverso i secoli. E non è finita qui. L’intera piazzaforte è ancora situata in un contesto che rispecchia bene quello originale, e che è una delle maggiori potenzialità che offrono oggi le fortificazioni pizzighettonesi. Una storia, anzi, un vero e proprio patrimonio culturale della collettività, che deve essere preservato e valorizzato. Per questo nel 2000 il Gruppo Volontari Mura di Pizzighettone, con la parziale smilitarizzazione del comprensorio (circa due terzi dell’area), ha iniziato un’intensa opera di recupero dell’antica fortezza: le mura di Pizzighettone sono visitabili il pomeriggio d’ogni sabato e festività.

Sono gli stessi volontari a condurre i visitatori lungo la cerchia muraria: un itinerario molto suggestivo, attraverso sale, passaggî, corpi di guardia e camminamenti dell’antica fortezza. È proprio qui che ogni sabato di Luglio ed Agosto il Gruppo Volontarî Mura tenta un “esperimento”. La sera, quando il sole è ormai calato, le mura divengono lo scenario d’uno spettacolo veramente particolare. Saloni, anfratti, camminamenti della cerchia fortificata vengono illuminati con la suggestiva luce di torce, fiaccole e lanterne.

In quest’atmosfera rievocativa si ripercorre la storia dell’antica roccaforte pizzighettonese: la sua edificazione, avvenuta nel XII secolo ad opera del Comune di Cremona, per contrastare la crescente potenza milanese sul basso corso adduano; il periodo tardomedioevale, con l’erezione d’una rocca affacciata sull’Adda (di cui restano la Torre del Guado, quella del Governatore ed i bastioni esterni) e dell’impianto della cerchia muraria; gli ampliamenti delle fortificazioni, a partire dal XIV secolo, con i Visconti; la costituzione delle bastionature, fra Seicento e Settecento. E così via, sino al termine dei compiti difensivi della piazza, nella seconda metà dell’Ottocento.

Certo di storie ne hanno viste e sentite parecchie, queste mura: italiani, francesi, spagnoli, austriaci, tedeschi, addirittura irlandesi e russi sono passati da Pizzighettone, nel corso dei decenni. E così – insieme alla storia delle mura – durante le visite in notturna si narrano gli appassionanti racconti delle guerre, degli assedi, degli intrighi, delle leggende, ma anche della vita quotidiana d’un presidio militare di secoli fa: insomma, tutto quanto rotava attorno alla cerchia muraria che ancor’oggi si stende imponente attorno al borgo riverasco. Essa, infatti, è alta dodici metri, è profonda in alcuni punti cinque metri e rappresenta una fra le prime applicazioni in Lombardia del fronte bastionato, il sistema difensivo studiato al principio dell’età moderna per l’utilizzo delle armi da fuoco.


Molti visitatori si soffermano incantati davanti a questa grandiosa opera d’architettura, ed esclamano: «Chissà che cosa racconterebbero questi mattoni, se potessero parlare!». In effetti, le mura non sono soltanto mattoni. Percorrendole, esse rivelano piccole e grandi tracce di passato. Il Rivellino, Porta Cremona Vecchia, le Casematte, il Bastione del Bissone, la Torre del Guado (prigione, nel 1525, del re francese Francesco I di Valois), le Carceri: insomma tutte quelle strutture che rendevano Pizzighettone una vera e propria «città da guerra».

Una piazzaforte che ogni sabato sera di Luglio ed Agosto “rivive” le sue antiche notti – a lume di fiaccole, torce e lanterne – quando Pizzighettone era una fra le più importanti fortezze dello Stato di Milano. Si compie così un emozionante “tuffo” nel passato, attraverso il quale è possibile riscoprire, in maniera davvero suggestiva, tutto il fascino della storia.

VISITE OGNI SABATO SERA DI LUGLIO ED AGOSTO: PARTENZE PRESSO L’UFFICIO INFORMAZIONI G.V.M. CASAMATTA «FRANCO BERNOCCHI», PIAZZA D’ARMI (VICINANZE CHIESA DI SAN BASSIANO)

1a PARTENZA: Ore 21:30 - 2a PARTENZA: Ore 22:00

Contributo: € 2,50 per adulto (bambini gratis). Non è richiesto un minimo di partecipanti. Per i gruppi superiori alle 15 persone è consigliata la prenotazione.

 

RAGGIUNGERE PIZZIGHETTONE

AUTOMOBILE:

A1 (distanza c.a 20 Km): uscita casello di Casalpusterlengo, imboccare la Statale Codognese (S.S. 234) direzione Cremona, dopo Maleo seguire le indicazioni per Pizzighettone.
A21 (distanza c.a 27 Km): uscita casello di Cremona, poi imboccare la tangenziale cremonese in direzione Pavia, imboccare la Statale Codognese (S.S. 234) direzione Codogno-Pavia.
VIA EMILIA S.S. 9 (distanza c.a 13 Km): da Casalpusterlengo imboccare la Statale Codognese (S.S. 234) direzione Cremona, dopo Maleo seguire le indicazioni per Pizzighettone.

FERROVIA:
Linea Cremona-Codogno-Milano, stazione di Ponte d’Adda.

INFORMAZIONI

GRUPPO VOLONTARI MURA - Pizzighettone- Tel: 0372 730333 Fax: 0372 731588 Web: www.gvmpizzighettone.it -
E-mail: info@gvmpizzighettone.it


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