Viaggiare - Diari di Viaggio


TRA L’ISOLA DI PERHENTIAN
E LA MALESIA
AGOSTO 2004

Testo e foto di Davide Ferrari

L’idea di questo viaggio è nata da un consiglio di un’amica, che l’anno precedente aveva visitato questi luoghi. Leggendo, come mia consuetudine, le guide della Lonely Planet e della Routard, scrivo il mio programma di viaggio, in base ai miei interessi.
La partenza è fissata per il 31 luglio 2004 da Bologna, con volo diretto ad Amsterdam, per poi ripartire per Kuala Lumpur dopo 3 ore.
Il 1 agosto metto piede in terra malesiana e, in attesa del volo successivo per raggiungere Kota Baharu, che rimane al confine della Tailandia, esco dall’aeroporto per assaporare il clima afoso.

Arrivato alla meta, dopo un lungo viaggio, mi accingo a traghettare per le fantastiche isole Perhentian. Mi fermo su una delle isole più belle, Kecil, e, al mio arrivo, rimango a bocca aperta per la vista di questa fantastica laguna, con un’acqua così trasparente che non ha nulla da invidiare al mare dei Carabi. Non essendo l’isola molto turistica, all’arrivo, per scendere dal traghetto, mi tocca scendere nell’acqua con le valigie, perché il molo è inesistente. Gli alloggi sono abbastanza spartani, ma, dimenticavo al mio arrivo, messo piede sull’isola, ho ricevuto un’accoglienza un po’ “particolare”: sono stato accolto da un’aquila addomesticata!!! Nel pomeriggio ne approfitto per farmi un giro sulla spiaggia e per assaporare questa bellezza incontaminata. Ceno poi a base di frutta tropicale in un ristorantino sulla spiaggia, tra l’altro, al modico prezzo di 2 dollari.

Con le prime luci del mattino, vado a fare snorkeling, ed ho così l’occasione di osservare la barriera corallina, che è veramente incantevole, e le tartarughe giganti che, nel vedermi, scappano impaurite all’impazzata!!!

L’indomani mattina, prendo una piccola imbarcazione e vado a fare un tour sulle altre isole. In genere, ma non sempre, quella più “in” è anche la più bella.comunque, questa volta è proprio così mi riferisco alla stupenda Long Beach. C’è da fare attenzione però mentre passeggiavo sulla spiaggia, ho rischiato che mi cadesse in testa una noce di cocco piuttosto grande c’è mancato davvero poco!!!
Lasciando queste bellezze, con un pensierino di venirci ad abitare, sono diretto a Kuala Terengganu. Per raggiungerla occorrono circa 4 ore di viaggio, che decido di effettuare in taxi al modico costo di 15 dollari che “affare” in Italia ci avrei lasciato di sicuro lo stipendio!!! Arrivato, visito la zona di Chinatown, il mercato centrale, la collina Bukit Puteri, il palazzo del Sultano Istana Maziah e la moschea Zainal Abidin. Purtroppo, per mancanza di tempo, non riesco a fare una visita alle cascate Sekaiu, che rimangono a 60 km da Kuala.
Nella hall dell’hotel faccio conoscenza con un argentino “giramondo”, che mi racconta tutte le sue avventure e mi parla dei luoghi in cui è stato.

Al costo di 10 ringitt (1 euro = 5 ringitt), mi sposto a Kuantan, che rimane a 350 km da Kuala. Qui, visito la moschea di Negeri Masjid e la plaza, poi faccio un giro per i vari negozi. La sera ne approfitto per mangiare un bel piatto di pesce a soli 10 ringitt che “affare” e che bontà!!!

Il 9 agosto parto per il National Park Taman Negara, uno dei parchi, o per meglio dire giungla, più vecchi del mondo. Arrivo in autobus fino a Jerantut, per poi prendere un altro bus fino a Kuala Tembeling, che rimane a 30 km, per prendere, infine, un battello e arrivare, dopo 3 ore di boat, a Kuala Tahan, il campo base immerso nella giungla.

Appena arrivato, prenoto una prima escursione notturna per un safari night su un PK. Il safari night è molto interessante e mi permette di fare molti “incontri” con animali tipici del luogo, specialmente con vari tipi di snake per fortuna sono sul PK!!!

La seconda escursione la faccio in mattinata ad un villaggio aborigeno e ad un ponte tibetano, sospeso per il parco. Naturalmente, queste escursioni prevedono la risalita del fiume, all’andata, e il rafting, con piccole rapide, al ritorno un’esperienza davvero fantastica e nuova, per me che non l’avevo mai provato ma ho dovuto sigillare per bene la telecamera, per evitare danni.comunque, facendo un bilancio, davvero una gran bella esperienza!!!

Il 12 agosto parto per la capitale, Kuala Lumpur, ed impiego, per raggiungerla, circa 4 ore di viaggio. Dopo avere trovato una sistemazione per la notte, già fremo all’idea di andare a vedere subito le torri più alte del mondo: le Petronas. Ci arrivo mentre il sole sta tramontando e le luci di contorno delle due torri si accendono è davvero uno spettacolo indescrivibile vedere questa immensa struttura, collegata con un piccolo ponte a 186 metri di altezza. Ma il vero spettacolo è dall’alto, dove si domina tutta la grande città e l’altra torre, alta ben 421 metri.

La mattinata successiva faccio un’escursione alle Batu Caves, che rimangono a 30 km dal centro: si tratta di grotte, che, ad essere sincero, non ho trovato molto interessanti. La cosa positiva è che, nei dintorni di queste grotte, ci sono templi e pagode molto belli e interessanti. Nel pomeriggio visito Tehean Tloo Temple, la stazione di Kuala Lumpur, il Lake Garden, il Bird Park e il mercato di Pedaling.
Dovendo dare un parere personale, la gente è davvero tranquillissima e il loro tenore di vita è discreto, naturalmente non paragonabile al nostro, però.

Il 15 agosto eccomi a Melaka, ex colonia portoghese e città protetta dall’UNESCO. A prima vista è molto interessante, specialmente il luogo che scelgo per pernottare: si tratta di una casa del 1700, tenuta divinamente bene, con all’interno una piccola piscina. Tutto il complesso è in stile portoghese e la camera che prenoto è abbastanza economica: 4 dollari a notte. Da visitare c’è parecchio: St. Paul’s Church, St. Peter Church, Stadthujs, Cheng Hoon Teng Temple, Poh San Teng Temple e il mercato Muziun Budaja.

Tutto vale veramente la pena di essere visitato, finora Melaka è, a mio parere, la città più bella della Malesia e il mio consiglio è di dedicare alla visita di questa stupenda città almeno 2 giorni del vostro viaggio.
Sconsiglio, invece, di visitare l’isola di Berar, perché a mio parere non ne vale veramente la pena, l’unica cosa bella è il campo da golf che è davvero immenso.
Melaka assomiglia un po’ a Macao (che, per chi non lo sapesse, è una città che si trova in Cina, a circa 50 km da Hong Kong): lo stile è lo stesso e, tra l’altro, anch’essa è stata colonia portoghese fino al 1997.

L’ultima meta di questo mio viaggio è Singapore, e per raggiungerla impiego circa 4 ore di viaggio. Singapore è proprio tutta un’altra città, rispetto, ad esempio, a Melaka. E’ una città che definirei in “stile Londra”: molto pulita e piena di divieti molto rigorosi.
Ad esempio, è obbligatorio, per i pedoni, attraversare la strada sulle strisce pedonali e chi non rispetta questo obbligo rischia fino a 200 dollari di multa; rischia una multa altrettanto salata anche chi non dovesse rispettare il divieto di buttare il chewingum a terra, in questo caso la multa ammonta a 150 dollari.

I divieti sono tanti e, come dicevo prima, anche molto rigorosi, perciò bisogna stare molto attenti ma, in fondo, è giusto così.
Dimenticavo 2 dollari di Singapore valgono un euro.
Molto bella e particolare è la zona centrale di Chinatown, Little India. Il giorno stesso in cui arrivo, in serata, ci sono i fuochi artificiali sulla baia, ed è uno spettacolo impressionante vedere questi fuochi che si rispecchiano nei grattacieli e nel mare.
L’indomani mattina prendo la cable car e visito Sentosa Island, molto bella e suggestiva, che è il luogo adatto per una giornata di riposo.

Purtroppo questo viaggio termina qui e mi lascia tanti bei ricordi: non dimenticherò mai tutte le esperienze che ho fatto, così come tutte le conoscenze che ho appreso sulle persone e sulle religioni per non parlare poi degli stupendi paesaggi che rimarranno sempre nella mia memoria.


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