...e così andiamo
con il camper, per la terza volta, in Marocco.
Vogliamo arrivare oltre Dakhla,
fino a raggiungere il Tropico del Cancro
(testo di
Antero e Mary)
30/1/09
Salutiamo i figli ed i nipoti e, prima di uscire dal cancello,
rivolgiamo lo sguardo verso il nostro cane lupo che, sofferente
per le ultime cure fatte per la leucemia, ci saluta abbaiando
festosamente , mentre in cuor nostro confidiamo, al nostro
ritorno , di ritrovarlo.
Il tempo è buono e non c’è molto traffico.
Superiamo presto Genova e la costa Ligure, poi facciamo
una breve sosta in costa azzurra per la pausa pranzo e proseguiamo
verso Aix-en provence. Finalmente verso le 17, lasciamo
l’autostrada e percorriamo gli ultimi 7 km prima di
arrivare a Greasque dove troviamo un’area di sosta
presso la vecchia miniera, ora abbandonata. E così
abbiamo percorso i nostri primi 650 km. L’area è
situata vicinissima al paese c’è la possibilità
di scarico/carico. Quando cala la sera, vediamo arrivare
un altro camper che si ferma per la notte. Facciamo una
bella dormita nel silenzio più assoluto.
31/1/09
La mattina alle ore 9 partiamo e notiamo subito che durante
la notte ha fatto molto freddo, infatti, tutte le strade
sono coperte da una piccola coltre di brina, quindi dobbiamo
usare cautela. Ci dirigiamo verso lo stesso casello dell’autostrada
da dove siamo usciti purtroppo, però da questo ingresso
è possibile dirigersi solo verso Tolone o verso Nizza-
quindi ritornare indietro! Siamo costretti nostro malgrado
a percorrere in senso inverso l’autostrada, raggiungere
il primo casello, uscire e rientrare verso la direzione
giusta. Il tempo sta cambiando, il sole che avevamo avuto
il giorno prima non ci riscalda più. Ora piove e
tira un forte vento. Attraversiamo la Francia del sud dove,
una settimana fa, un forte nubifragio ha allagato molte
zone e un forte vento ha fatto cadere molte piante. Antero
fatica nella guida a causa della forte pioggia e del vento;
lasciamo la Francia, facciamo la sosta pranzo in Spagna
e infine, dopo aver superato Barcellona, usciamo dall’autostrada
per andare a Sitges dove ci sono campeggi aperti; quando
arriviamo, piove ancora forte.
1/2/09
Partiamo alle nove ma nel campeggio, (affollato di Spagnoli)
dormono tutti poiché hanno fatto tardi durante la
notte. Riprendiamo l’autostrada, ha smesso di piovere
ma il cielo resta coperto. Attraversiamo una zona completamente
ricoperta da alberi da frutto in fiore e da agrumeti (arance,
limoni e mandarini)…queste piante ci accompagnano
per tutto il viaggio. Superiamo Valencia poi Alicante e
andiamo a Benidorm; quando arriviamo il sole è ancora
alto, troviamo molti campeggi già completi, poi ne
troviamo uno con un unico posto libero. In questa zona i
campeggi sono tutti attrezzati per ospitare i turisti stanziali.
Nei campeggi sono state istallate tende e roulotte molto
molto fitte inoltre hanno costruito piccoli bungalow di
legno che ricordano i campeggi della Maremma di trenta anni
fa!
2/2/09
La mattina partiamo con un bel sole caldo, arrivati a Murcia
lasciamo l’autostrada per dirigersi verso Granada
e poi ridiscendere verso Algeciras. Il sole sparisce presto
e viene sostituito da una fitta pioggia che ci accompagna
per tutto il giorno. Poi, quando arriviamo nelle vicinanze
di Granada, (siamo in piena Sierra Nevada) ecco che incomincia
a nevicare. Tira un forte vento accompagnato da neve che
già ai bordi della strada sta attaccando. Al passo,a
quota 1300 metri, la neve in terra è già alta,
la strada, però è sgombra perché già
pulita dagli spazzaneve. Superiamo Granada e ridiscendiamo
verso Malaga dove riprenderemo l’autostrada. Attraversiamo
Malaga, proseguiamo verso Marbella tutto lungo la costa
e poi finalmente arriviamo ad Algeciras, dove all’uscita
122 troviamo il supermercato Carrefour dove possiamo sostare
per la notte. Arrivati al posteggio, ci preoccupiamo di
andare a prenotare il biglietto di A/R da Algeciras per
Tangeri. L’agenzia di viaggi Gutierrez ci fa dono
di una bottiglia di sidro e di un plum cake. Ritorniamo
al camper, facciamo la spesa all’ipermercato e …poi
andiamo a riposare.
3/2/09
Alle ore 6,30 ci svegliamo, dobbiamo andare all’imbarco
per Tangeri, è vero che la partenza è alle
9,30 ma è la prima volta che partiamo da questo porto
perciò vogliamo anticiparci e , quando arriviamo,
siamo i primi (e gli unici fino alle 8,30).
Alle 9,30 la nave lascia il porto e si dirige verso l’Africa.
Abbiamo preso la nave veloce che in un’ora ci porterà
in Marocco. Il mare però non è molto calmo,
la nave rallenta mentre le onde la fanno oscillare. La traversata
è più lunga e difficile del previsto sono
già le 10,30 e ancora siamo in alto mare intanto
molta gente, dopo aver fatto timbrare il passaporto, si
sente male, molti, forse troppi, incominciano a vomitare.
Dobbiamo lasciare il salone, dove ci sono le poltrone per
andare verso la prua della nave. Noi non stiamo bene, siamo
bianchi in volto ma non vomitiamo. Finalmente la nave attracca
al porto, sono le 12,30 ( in Spagna le 13,30) la traversata,
a causa del mare abbastanza mosso è durata tre ore
anziché una ora e mezzo!; alla dogana ci aspettano
i soliti impegni e cioè il visto e l’autorizzazione
per noi e il camper. Facciamo velocemente , anche se, a
causa di un guasto al computer abbiamo’autorizzazione
per soli due mesi e, per prolungare la durata del permesso
di soggiorno e quindi le nostre vacanze in Marocco dovremo
andare in dogana ( ad Agadir, o Rabat etcc) per ottenere
una proroga.
Mentre ci dirigiamo verso il campeggio a Cap Spartel (Tangeri)
sentiamo un rumore nel motore. Facciamo sosta veloce al
campeggio, poi Antero telefona a Imad (il nostro amico di
Tangeri) il quale ci viene a prendere con un taxi e ci accompagna
a trovare la concessionaria FIAT a Tangeri. Fissiamo subito
un appuntamento per il giorno dopo per verificare di cosa
si tratta, dopo, assieme a Imad andiamo a spasso per il
centro e con lui trascorriamo tutto il pomeriggio. Nel frattempo
il sole è tramontato e man mano si accendono le luci
, il nostro amico, si rende disponibile ad accompagnarci
al campeggio (distante 12 km da Tangeri) con un’auto
di un suo collega e noi contraccambiamo la sua disponibilità
invitandolo a cena da noi, nel camper , con una bella spaghettata.
Ci fermiamo ad un bar per un aperitivo in attesa di vedere
arrivare il suo amico con la macchina e così facciamo
le 20, Imad telefona al collega per sollecitarlo; ci dice
che arriverà presto, sono le 20,30 poi le 21 infine
alle 21,30 , poiché non arriva il suo collega con
l’auto ( chissa cosa gli è successo?), decidiamo
di salutare Imad, rimandare la cena a base di spaghetti
e, con un taxi, ci facciamo riportare al campeggio; quando
arriviamo appena siamo in grado di arrivare al camper per
il buio più assoluto che ci circonda. Poi incomincia
a piovere e per tutta la notte riposiamo con il rumore di
un forte vento e pioggia.
4/2/09
Alle 7,30 lasciamo il campeggio per andare all’officina
Fiat di Tangeri. Siamo per la strada quando ci telefona
Bruno dicendoci che Lampo, il nostro cane lupo è
morto. Siamo tristi, poteva morire in qualsiasi momento
ma in considerazione che con la cura fatta sembrava migliorato,
pensavamo di ritrovarlo ad aspettarci al ritorno dal nostro
viaggio. Arriviamo all’officina, ci fanno sistemare
nel piazzale e subito un meccanico guarda la cinghia della
ventola e intuisce che il rumore viene provocato da una
piccola rotella che stride (forse a causa della sabbia che
ha incorporato). Prima la pulisce e la rimonta e sembra
che il rumore sia molto minore di prima poi vedendoci in
apprensione ci dice che potrebbe cambiare il prezzo, noi
annuiamo, lui va in officina e prende il pezzo, lo monta
e…non si sente più alcun rumore sembra che
il guasto dipenda proprio da quella rotella. Siamo contenti
che si sia trattato di poco, vogliamo pagare e partire ma
il meccanico ci dice che prima dobbiamo sapere il prezzo
del pezzo di ricambio e se ci va bene, ce lo lascia montato,
altrimenti ci rimette il nostro. Quanto scrupolo!. Andiamo
in officina, dove ci dicono il costo: 30 euro +iva, diamo
l’ok e il lavoro è completato. In tutto un’ora
e mezzo con una spesa totale, compresa la manodopera di
576 dhiram pari a circa 52 euro.
Lasciamo Tangeri per dirigersi verso il sud quando inizia
a piovere veramente forte. Percorsi circa 80 km ci fermiamo
ad Ashila, sapendo che nel porto si può sostare.
Arriviamo e ci sistemiamo in una parte leggermente asfaltata.
Meno male la pioggia cade talmente violenta che allaga tutto
il piazzale e così farà per tutta la notte.
5/2/09
Ci alziamo, convinti di poter partire ma vediamo che la
strada è allagata, anzi in qualche punto addirittura
è alta fin sopra le ruote…quindi decidiamo
di rimanere in attesa che si possa riprendere la strada
per andare verso Salé. Non spiove e siamo costretti
a rimanere ad Asilha trascorrendo il tempo sorseggiando
in vari bar il the marocchino e il caffè olè
.
6/2/09
Partiamo con destinazione Rabat-Salè. Purtroppo anche
l’autostrada in alcuni punti è piena di sabbia
portata dai fiumi in piena, noi proseguiamo fino a raggiungere
El Jadida dove ci sistemiamo nel campeggio International.
E’ venerdì , il tempo è nettamente migliorato
e non piove. Più tardi il sole incomincia a scaldare
e sembra che il miglioramento sia decisivo. Di pomeriggio
compriamo le matite per fare il sudoku… ecco che ritorna
forte la pioggia…ma siamo preparati e non ci bagniamo
per niente. Anche di sera riprende a piovere .
7/2/09
Oggi sembra che la giornata prometta bene. Il sole fa capolino,
non piove e la temperatura sale fino a diciotto gradi. Facciamo
lunghissime passeggiate fino alla vecchia città portoghese.
Visitiamo di nuovo le mura antiche, poi andiamo nel mellha
per vedere i negozietti carichi di merci.
Facciamo spesa arance, olive, pane e carne…tenerissima.
Di pomeriggio andiamo verso la capitaneria di porto per
informarci come fare per prorogare il visto d’ingresso
per il camper, oggi non è possibile richiedere la
proroga perché è domenica e gli uffici della
dogana sono chiusi e di ritornare domani, lunedi.
Restiamo a El Jadida perché sicuramente, crediamo,
ci vorrà meno tempo rispetto a Agadir o Laayounne.
Il pomeriggio non piove, ci riposiamo poi andiamo di nuovo
in centro a spasso, la sera telefoniamo a casa per sentire
come stanno; tutto bene solo Francesco ha un po’ di
raffreddore.
8/2/09
Andiamo di mattina in riva al mare accompagnati d a un bel
sole caldo.Facciamo una bella e lunga passeggiata mentre
assistiamo ad uno spettacolo comune qui in Marocco. Centinaia
di ragazzi si sono riversati nella spiaggia, sulla sabbia
hanno disegnato il loro campo di calcio e si sono messi
a giocare. Ogni gruppo ha creato un piccolo campo e gioca…vederli
tutti insieme , a gruppi, giocare il loro sport nazionale
, è simpatico. Facciamo una sosta in un bar in riva
all’oceano e ci gustiamo un buon caffe olè,
poi mentre siamo fermi a prendere il sole sentiamo parlare
italiano: un piccolo gruppo di 6 persone si fermano accanto
a noi per gustare anche loro il tè marocchino. Mary
guarda attentamente una signora che le sta davanti e dice
la conosco… la conosce? Ma siamo a 4000 chilometri
da casa? . Si alza e va dalla signora la quale…udite
udite riconosce Mary: si tratta di una coppia di aretini
lui è avvocato ( suo fratello minore è andato
a scuola con Antero) e lei ha lavorato all’Usl di
Arezzo.
E allora dopo baci e abbracci chiediamo da dove vengono,
dove vanno, con chi sono , dove sono…e poi scopriamo
che sono arrivati ieri sera nel nostro stesso campeggio,
sono in comitiva con una associazione culturale di Bologna.
Conosciamo tutti i partecipanti la gita , ci scambiamo le
opinioni e gli indirizzi. I coniugi aretini hanno intenzione
di anticipare il loro rientro e ci domandano informazioni
su come traghettare etcc. Li accompagniamo ad una agenzia
di viaggio per prenotare la nave che da Tangeri arriva a
Genova, così da ritornare prima a casa.
E’ l’ora di rientrare e per pranzo ci prepariamo
un bel filetto di manzo alla griglia. Pausa e dopo le 16
facciamo di nuovo una lunghissima passeggiata. Il sole ci
accompagna per tutta la giornata. Prima
di cena salutiamo i nostri amici perché noi andiamo
verso sud, mentre loro si avvicineranno a Tangeri per prendere
la nave che li riporterà in Italia.
9/2/09
Alle 9,30 siamo davanti alla dogana portuale di El Jadida
con l’intento di poter prorogare la permanenza del
camper in Marocco. Gli impiegati che sono dentro sono gentili
ma non possono aiutarci e ci indirizzano verso il porto
commerciale della città a circa 20 km dove potremo
prorogare il permesso. Arriviamo a Port de Jiorf-Lasfar
e cerchiamo di entrare nel palazzo dove è scritto
Dogana ma un poliziotto gentile ma deciso prima ci dice
di allontanarci e poi subito dopo viene vicino a chiedere
il motivo della nostra presenza lì. Cerchiamo di
fargli capire i motivi per cui siamo andati lì ,
capisce e ci dice che quello non è il posto giusto
e ci dice di andare alla direzione generale della dogana
di El Jadida che si trova a circa 1 chilometro, indicandoci
la strada. E così ripartiamo, troviamo un cartello
che indica la direzione generale del porto, facciamo sosta
nel parcheggio e, passaporti e permesso di soggiorno in
mano, Antero si reca negli uffici. L’impiegato che
lo accoglie è gentile, chiede i motivi scrive un
po’, domanda da dove si viene e dove si va ed il motivo
della richiesta della proroga. Antero pensa di aver trovato
finalmente la persona giusta! Sbagliato: l’impiegato
va via con i documenti, entra in un ufficio da dove esce
un altro impiegato che richiede nuovamente tutto; è
chiaramente in difficoltà , pare proprio che forse
non sa come e cosa fare , forse qui, non hanno mai fatto
proroghe ai turisti!. L’impiegato cerca di eludere
le richieste di Antero che invece insiste e dice che in
internet è indicata la facilità di questo
servizio. L’impiegato non può esimersi ma frappone
difficoltà; porta in un altro ufficio Antero, dove
resta solo in attesa di ????? poi l’impiegato ritorna
e richiede nuovamente se effettivamente vogliamo prorogare
la durata del permesso. Ci spiega che deve contattare Marrakech
e, mentre accende il computer che…… non prende
la linea. Passa un’ora, finalmente il computer si
sblocca, parte il messaggio, ritorna il fax di autorizzazione
, l’impiegato ora conduce Antero in un altro ufficio
dove viene anche una signorina, parlano tra loro in arabo,
rifanno le solite domande ad Antero poi dicono che è
tutto ok. Fino a quale data vogliamo la proroga? ci va bene
il 30/5 anche se possiamo rimanere fino al 30/7. L’impiegato
si alza e dice di andare con lui. Siamo davanti al capo
della dogana il quale ci ri-domanda tutto da dove si viene
dove si va perché la validità del permesso
è di soli due mesi, perché vogliamo la proroga,
se abbiamo amici in Marocco, cosa siamo venuti a fare etcc
etcc. alla fine annuisce con il capo e l’impiegato
riprende i passaporti e ci dice di seguirlo; alla signorina
spiega cosa deve fare e dopo altri 15 minuti ecco che ritornano
sorridenti con i nostri documenti e la proroga. Salutiamo
e scendiamo le scale Antero controlla la modifica fatta
al permesso e nota che la data di scadenza è il 30/5
ma la data di modifica effettuata è del 31/12/08!!
ma come è possibile noi non c’eravamo in quella
data!. Ritorniamo indietro e facciamo vedere all’impiegato
l’anomalia, si meraviglia, si scusa e, con la scolorina
corregge la data appone una data nuova 8/2/09/09 e il timbro
di convalida e la firma del capo. Finalmente abbiamo ottenuto
la proroga. Erano le 10 quando siamo arrivati sono le 12,30
quando abbiamo di nuovo i documenti in regola…. (Forse
bastava mettere un timbro, una nuova data di scadenza del
permesso e la firma del direttore della dogana…………..totale
10 minuti !).
Percorriamo velocemente i km che ci separano da Safi poi
prendiamo la strada per Essaouira ma ad un tratto la troviamo
completamente allagata….impossibile passare, siamo
costretti a rientrare in città e prendere la strada
costiera bellissima ma stretta e piena di curve. Ci godiamo
il panorama dell’atlantico che costeggiamo fino ad
arrivare ad Essaouira. Percorriamo i viali che conducono
al porto con la speranza di trovare un posto in uno dei
tanti posteggi vicini al centro. Lo troviamo ma siamo abbastanza
lontani, gli altri sono tutti occupati…ci sono veramente
tantissimi camper posteggiati e la città è
invasa dai turisti. Nel nostro posteggio ci sono 15 camper
italiani venuti in gruppo qua per fare il rally del Marocco.Il
sole è tramontato e ci dirigiamo verso il centro
dove si trovano le varie botteghe degli artigiani poi andiamo
al porto per mangiare dell’ottimo pesce. Scegliamo
il menu, ci accomodiamo nelle panche e ci vengono serviti
nell’ordine: Insalatina di pomodori,cipolle e peperoncino,
gamberetti alla brace x2, totani alla brace x 2 sogliole
alla brace x 2 1 bottiglietta di acqua sprite a testa e
4 tovagliolini di carta , 1 baguette.
Che mangiata di pesce…. tutto alla modica cifra di
100dh ( ovvero euro 9,50) per tutti e due.
Terminiamo la serata girovagando in città, dove troviamo
una cooperativa femminina che vende i prodotti artigianali
che loro stesse producono e facciamo acquisti: 2 abatjour
per casa e alcuni pupazzi in filo di ferro . E’ tardi
quando rientriamo in camper per passare la notte.
10/2/09
La notte è tranquilla siamo accompagnati dal rumore
delle onde che si infrangono sulle rocce proprio sotto di
noi. Con calma la mattina facciamo di nuovo una bellissima
passeggiata, viisitiamo il Mellha di Essaouira ( che non
avevamo visitato l’anno scorso), chiediamo il prezzo
di alcune stoffe, ci soffermiamo presso i venditori di olive
e infine facciamo spesa al mercato del pesce dove compriamo
2 grosse gallinelle di mare. Rietriamo in camper e subito
ci gustiamo il pesce bollito con contorno di carote e patate.
Il pomeriggio riprendiamo la nostra visita della città,
facciamo altre compere per i figli, poi di sera ci colleghiamo
in internet per parlare con Bruno.
11/2/09
Partiamo presto perché vogliamo andare ad Agadir
ovvero al mega campeggio che si trova a 30 km prima di Agadir
e dove c’è di tutto. La strada costiera ci
riserva bei panorami, in alcune calette vediamo alcuni camper
in sosta vorremmo restare anche noi ma siamo “ pieni”
e dobbiamo trovare il campeggio dove scaricare, quindi proseguiamo
fino ad arrivare a questo campeggio in “ stile europeo”.
E’ pieno, no anzi..stracolmo, forse si libera qualche
posto ( 750 piazzole di 90 mq l’una) entro 2 o 3 giorni
oppure possiamo andare al campeggio ( succursale) che si
trova in riva all’oceano. Partiamo e decidiamo di
andare a vedere di cosa si tratta. Anche qui è stracolmo
però qualche posto c’è. Proviamo ad
entrare da un ingresso laterale, nessuno ci ferma ( è
ora di pranzo) poi Antero chiede a un ragazzo del bar dove
e se è possibile scaricare ci indica dove e ci dice
di si. Che culo…procediamo allo scarico e al ricarico
dell’acqua, chiediamo se possiamo rimanere in riva
all’oceano, fuori dalla confusione del campeggio ma
non è possibile perché qui si può sostare
tutto il pomeriggio ma la notte si deve stare dentro il
campeggio. Proseguiamo, siamo vuoti, e possiamo dirigerci
verso Tiznit e quando arriviamo troviamo tutto completo
o si prosegue oppure si trova un posteggio per la sera.
Antero si ricorda che vicino al negozio dove abbiamo fatto
istallare l’antenna c’è una piccola piazza,
andiamo e la troviamo occupata da 1 camper, ci sistemiamo
vicino, paghiamo il posteggio al custode e andiamo a trovare
l’ottico dove abbiamo comprato gli occhiali. Ci riconosce,
ci accoglie sorridente pensiamo di comperare le lenti a
contatto per i figli ma- stranamente il prezzo richiesto
è molto più alto di quello che si paga in
Italia perciò rinunciamo e salutiamo. Il custode
del parcheggio al quale abbiamo chiesto se ci sono nelle
vicinanze delle lavanderie ci indica dove andare. Prepariamo
la roba sporca- un sacco- e andiamo sarà pronta domani
alle 12. Davanti al posteggio c’è un il souk
del pesce, andiamo e compriamo una razza enorme…ma
è troppo grande non possiamo prenderla tutta ed è
difficile farsi capire comunque riusciamo ad ottenere mezza
razza che dopo essere pulita risulta essere un chilo e mezzo.
Andiamo al camper e….razza bollita con carote cipolla,
patate, zucchine e prezzemolo. Che mangiata.
12/2/09
La mattina andiamo a fare un giro nel suk di Tiznit e cerchiamo
qualcuno che possa rimettere in sesto l’orologio di
Antero. Chiediamo, giriamo e non troviamo nessuno che sia
in grado di rimontare il cinturino, poi quando chiediamo
informazioni ad un bottegaio di dolciumi ci viene spiegato
dove andare, non riusciamo a trovarlo: il bottegaio ci vede
in difficoltà ci dice di lasciare a lui l’orologio
che lo farà aggiustare. Lasciamo l’orologio
( lo ritroveremo?) e, poiché dobbiamo ritornare dopo
mezz’ora, andiamo per il suk dove, in una piccola
piazzetta, vediamo alcune persone che sorseggiamo un caffè
, allora decidiamo di fermarci. Il locale è caratteristico
ma anche il caffè ha un prezzo caratteristico; è
servito in tazze moderne e con gusto ma costa 150 dh l’uno
(1,30 euro). Ritorniamo dal panettiere che ci fa trovare
l’orologio sistemato, lo ha fatto riparare dal calzolaio
a lui vicino il quale fa , su richiesta, sandali a misura.
E’ arrivato mezzogiorno andiamo a ritirare il bucato
che ci viene consegnato pulito e profumato. Poi ritorniamo
a comperare del pesce: stavolta 1 kg di sogliole che, per
metà, cuociamo subito alla mugnaia e l’altra
la conserviamo per l’indomani. La sera, dopo cena
andiamo in centro a passeggio, nel nostro girovagare per
i negozi, comperiamo una piccola pentola a pressione così
da poter cucinare velocemente le verdure.
13/2/09
Prima di partire Antero va ad acquistare una bombola di
gas che ci tornerà utile per cuocere fuori del camper
poi andiamo ad Aglou Plage a circa 15 chilometri da Tiznit
ma, poiché si trova in riva all’oceano, ci
mettiamo subito in costume a prendere il sole. A pranzo
ci cuociamo le sogliole rimaste e poi a passeggio lungomare.
14/2/09
Stamane il cielo è parzialmente
coperto e fa un po fresco. Andiamo a piedi verso la nuova
costruzione dentro il parco marino che qui hanno creato.
Arriviamo e vediamo tantissime piccole case ( 2 mq) abitate
dai pescatori del posto,. Entriamo in una di queste che
viene utilizzata come deposito di pesce. I pesci, appena
pescati sono messi dentro una ghiacciaia scassatissima vecchissima
ma funzionante con il ghiaccio e senza elettricità.
Ci viene chiesto se vogliamo del pesce e ci fanno vedere
,al buio, quello che hanno appena pescato, rinunciamo all’acquisto
e proseguiamo lungo la falesia che costeggia l’atlantico.
Tira un venticello che rende frizzante l’aria , ora
siamo a 30 gradi ma si sta bene sotto il sole con il vento.
Prendiamo una piccola pista a monte dell’oceano e
troviamo cespugli con margherite, fiori viola e arancio,
sono fiori selvatici che nascono qui e vivono grazie alla
rugiada della notte. Ne raccogliamo un po’ facendone
un piccolo mazzo per festeggiare San Valentino.
15/2/09
Ad Arezzo celebrano la festa della Madonna del Conforto;
noi facciamo la nostra passeggiata mattutina e poi a pranzo
ci prepariamo una grandissima frittata di cipolle. E’
domenica e vediamo arrivare da Tiznit tanti pulmann e taxi
con i turisti locali e tutti vanno lungomare a fare passeggiate
e sorbire dei buoni caffè. Dopo aver trascorso buona
parte del pomeriggio in riva all’oceano, andiamo nel
centro di questo piccolo villaggio per vedere le nuove costruzioni
e i restauri delle case dei pescatori. Ci fermiamo in una
casa che ci pare molto ben rifinita e viene fuori una signora
francese che ci saluta e ci invita a vedere la sua casa.
Noi siamo affascinati dalla sua deliziosa casetta e chiediamo
i prezzi delle abitazioni. Ora sono aumentate e ci vogliono
90/100.000 euro per 100 mq. che possono diventare 200 mq
alzando un piano sopra. Accanto alla casa della francese
ci abita una italiana che ha deciso di vivere qui per almeno
6 mesi all’anno. Ci fa entrare in casa sua : che dire
è veramente bella pare un Riad. Ha tutte le porte
di legno intarsiate a mano, colonne rifinite con decori
e stucchi…insomma ci piacerebbe proprio avere una
casa in questo modo in questo posto. Sono tutti gentili
e sarebbero felicissimi di avere accanto a loro ancora qualche
europeo…meglio Italiano. Salutiamo e rientriamo al
campeggio mentre i turisti locali rientrano verso casa usufruendo
dei pochi taxi presenti( vecchie grandi Mercedes a gasolio).
Quanti saranno dentro ogni taxi? Noi li abbiamo contati
11+ l’autista!!!!
16/2/09
Alle 9 ritorniamo a Tiznit per chiedere al calzolaio artigiano
che abbiamo conosciuto , se è possibile avere due
plantari uguali a quelli che abbiamo portato. L’artigiano
non si scompone e si mette subito al lavoro e ne sforna
,due identici, in meno di 15 minuti . Allora visto che è
così abile chiediamo se ci prepara i sandali infradito
per nostra nuora, per i nostri figli e per nostro genero.
Prendiamo appuntamento per ritirare il lavoro finito alle
12,30, nel frattempo noi andiamo al mercato a comprare le
(minuscole) banane e le arance(giganti) , passeggiamo un
po’ e poi alle 12 ritorniamo dall’artigiano
e vediamo il lavoro in fase di rifinitura: alle 13,30 ritiriamo
la merce, paghiamo e andiamo a pranzo. Subito dopo andiamo
verso Sidi Ifni che dista solo 60 km e dove ci fermeremo
alcuni giorni.
17/2/09
La mattina andiamo verso il centro della città per
trovare i nostri amici di Arezzo che sono qui per 6 mesi
all’anno. Non li troviamo al loro camper, lasciamo
un biglietto e ci fermiamo in un bar, vicino al mercato,
per prendere il consueto caffè olé . Mentre
stiamo gustando la nostra colazione ecco che vediamo arrivare
la nostra amica, baci, abbracci e fissiamo per ritrovarsi
insieme il pomeriggio , poi andiamo a comperare le costole
di agnello da fare al carbone. Nonostante che le costolette,
sui carboni ardenti, parevano dire mangiatemi, in realtà
sono molto dure e gommose, quindi non erano per niente frollate.
Ritorniamo, il pomeriggio, verso il centro dove vediamo
arrivare un bus pieno di marocchini che improvvisamente
si ferma lungo la strada. Dal bus scendono tutti si mettono
dietro e spingono fino a farlo ripartire e poi, in corsa
rimontano nel bus ( qui è consueto vedere spingere
le auto e i motorini ma i bus ancora non li avevamo mai
visti). Ci ritroviamo con i nostri amici i quali ci invitano
a visitare la loro casa, infatti per poter ospitare, nei
sei mesi che qui risiedono, i propri figli hanno pensato
e deciso di prendere in affitto, per un anno, un appartamento
al costo di 950 dh al mese ( 89 euro mese) ..e cioè
molto meno del campeggio.
18/2/09
Il sole splende alto nel cielo, noi dopo aver comprato la
frutta e la verdura cuociamo il resto dell’agnello
nella pentola a pressione con patate e carote e..questa
volta oltre che gustoso è anche buono da mangiare.
Il pomeriggio lo passiamo a passeggiare in riva all’oceano
e nella terrazza del campeggio.
19/2/09
Partiamo presto perché ci sono 300 km da fare. Vediamo
che in alcuni punti la strada è allagata e invasa
dal fiume e tanta sabbia ai lati della strada. Arriviamo
a Tan Tan Plage (El Quatia) e facciamo un giro panoramico
del paese per vedere se è possibile sostare liberamente
vicino all’oceano , tira un fortissimo vento e si
alza la sabbia e questo già ci scoraggia , comunque
quest’anno hanno messo i cartelli con il divieto di
sosta ai camper e quindi andiamo nel campeggio, dove ci
sistemiamo abbastanza riparati dal vento. E’ ora di
pranzo e ci viene incontro un giovane con una cassetta piena
di pesci, contrattiamo il prezzo e compriamo due chili di
sogliole. Alcune le facciamo subito in gratella, le altre
le mangeremo stasera. Il pomeriggio, dopo la consueta passeggiata
lungo mare andiamo a comprare le sfogliatelle che qui sono
particolarmente buone. E per merenda 4 paste veramente buone!
Telefoniamo a casa e ci aggiorniamo sulla malattia del cognato
che ,purtroppo, non sta bene, anzi sta peggiorando!. Anche
qui notiamo come negli altri posti che abbiamo visitato
un continuo fermento, il Marocco corre a grandi passi, costruiscono
case, giardini e restaurano le abitazioni, troviamo tutto
abbastanza pulito eccetto Sidi Ifni e qualche altro posto.
20/2/09 - 21/2/09
Sosta a El Quatia. Colazione al bar lungo mare poi incomincia
ad alzarsi un forte vento che ci consiglia di andare in
centro del paese, al coperto. Facciamo spesa, ci cuociamo
il pollo in gratella, prendiamo il sole, leggiamo i nostri
libri , facciamo le parole incrociate.
22/2/09
Partiamo per andare a Layounne ci separano 370 chilometri
di deserto di sassi. Superiamo alcuni campeggi sauvage in
riva all’oceano, arriviamo a Akfenir dove facciamo
il pieno di gasolio a prezzo ridotto ( 4,38 dh a litro pari
a 40 centesimi di euro a litro). Improvvisamente un fortissimo
vento alza la sabbia, il cielo diventa giallognolo, decidiamo
di fare sosta al distributore perché non è
il caso di camminare. Passano 15 minuti e la tempesta di
sabbia si allontana e noi riprendiamo il nostro cammino.
Troviamo i primi posti di blocco, ci chiedono da dove veniamo
e dove andiamo poi quando diciamo che è la terza
volta che veniamo in Marocco ci lasciano passare senza chiederci
ne il passaporto e nemmeno la dichiarazione con tutti i
nostri dati. Arriviamo a Layounne ( siamo stati filtrati
da almeno 6 posti di blocco) e andiamo nell’unico
campeggio di questa enorme città, dove troviamo altri
4 camper. Tira un forte vento che alza la sabbia, poi, prima
di sera vediamo arrivare un gruppo di fuoristrada con la
scritta Amsterdam-Dakar e si fermano per la notte.
23/2/09
Presto i partecipanti alla Amsterdam-Dakar lasciano il campeggio
e ci svegliamo anche noi. Partiamo per iniziare questa nostra
nuova piccola avventura verso il sud del Marocco. La nostra
prossima meta è Cap-Boujdour a circa 180 km da Layounne.
Non troviamo nessuno, solo alcuni camper che ritornano e
camion frigoriferi. Il panorama è desolato, sassi
e nient’altro che sassi. A fianco della strada pascolano
dromedari che talvolta, fermi in mezzo alla strada ci impediscono
il transito. Ancora posti di blocco per il controllo dei
documenti ma ci fanno sempre segno di passare e solo quando
arriviamo in prossimità di Cap Boujdour veniamo fermati
da un civile che assieme ad un militare ci fa mille domande.
Sono cortesi, devono svolgere il loro lavoro e poi ci fanno
passare avvertendoci che non ci è consentito fare
foto a militari e alle loro postazioni o riprendere le caserme,
i camion..insomma niente . La città pur se completamente
militarizzata è accogliente larghi viali la attraversano
e ci permettono di arrivare al campeggio con una buona segnaletica.
Il campeggio è in riva all’oceano, completamente
circondato da alte pareti per fermare la sabbia ed il vento
che qui tira molto forte. Certo, trovare un campeggio come
questo in un posto lontano dalle zone più turistiche
ci meraviglia e visto che è dotato anche di lavatrici
, laviamo tutta la biancheria, lenzuoli compresi. Alle signorine
che pensano a mettere il bucato ad asciugare doniamo aspirine
e collirio, loro contraccambiano con una candeletta rivestita
e tanti, tantissimi baci.
Da quando abbiamo superato Guelmine la linea telefonica
diretta con l’Italia non è più possibile
, meno male che Antero ha sempre una scheda telefonica marocchina
così possiamo telefonare a casa e parlare con i nostri
figli.
La temperatura è aumentata man mano che scendiamo
verso il sud ma il vento, che tira abbastanza forte , rinfresca
tutto. Pensiamo sempre al vento, sappiamo che qui è
sempre così , anzi, talvolta è con tempesta
di sabbia, ma noi vogliamo scendere ancora più a
sud e proseguire per altri 4/500 km in questo deserto di
sabbia e sassi ci scoraggia. Sappiamo che da qui a Dakhla
ci sono solo 2 distributori e 2 minuscoli paesetti e nient’altro:
ancora non siamo sicuri se andare o ritornare verso il nord.
Decidiamo di rimanere qui anche domani per poi prendere
una decisione.
24/2/09
Abbiamo deciso: andremo fino a Dakhla e poi al Tropico del
Cancro. Dopo pranzo una coppia di italiani , arrivati in
mattinata con un fuoristrada, vengono a salutarci ( siamo
gli unici italiani presenti), loro sono di Magione (Pg)
dove gestiscono un agriturismo e sono stati in Mauritania
, in Senegal ed in Malì con il loro fuoristrada così
ci raccontiamo le reciproche avventure , poi ci scambiamo
gli indirizzi e l’impegno a ritrovarci quando saremo
in Italia.
25/2/09
La mattina mentre noi prendiamo la strada per il grande
sud i nostri amici prendono la strada per Layounne e fare
ritorno in Italia. I 400 km che ci separano da Dakhla sono
lunghi e monotoni, eppure teniamo una velocità media
sopra gli 80 km/ora ma percorrere una strada sempre diritta
senza alberi, senza alcunchè da vedere all’orizzonte
se non deserto di sassi e solo talvolta piccole dune di
sabbia è molto faticoso. Nonostante l’assenza
totale di vita, come noi la intendiamo, in mezzo al nulla
ogni tanto c’è un posto di blocco. Dopo 170
km troviamo un distributore che fortunatamente ha il gasolio,
vediamo anche alcuni raggruppamenti di case per militari.
Altro distributore dopo ulteriori 120 km , poi la strada
fa qualche curva , si passa in mezzo a piccole colline che
alla base sono ricoperte, pensate un po’, da bellissimi
fiori celesti e piante grasse fiorite. Scendiamo per fotografare
i fiori e prenderne qualcuno e con sorpresa vediamo che
qui, in mezzo alla sabbia del deserto nascono i fiori che
noi conosciamo come i “semprevivi”. Finalmente
scorgiamo un cartello con l’indicazione: Dakhla 40
km. Ci troviamo al bivio, a destra entreremo nella strada
che ci porta a Dakhla, in fondo alla penisola, a sinistra
la strada prosegue per il Tropico del Cancro e per la Mauritania.
Noi siamo in attesa che il poliziotto responsabile del posto
di blocco ci consenta il passaggio, ci chiede dove andiamo
cerchiamo di spiegargli che vogliamo arrivare al Tropico
del Cancro e poi ritornare per andare a Dakhla; ci fa passare
e proseguiamo verso la Mauritania. Adesso il panorama è
bello, siamo sopra una falesia a destra l’oceano è
blù intenso e isolotti che separano l’oceano
dalla penisola di Dakhla formando una laguna. Lungo la strada
ci sono alcuni minuscoli villaggi di pescatori mentre dalla
parte sinistra sempre sassi e nient’altro che sassi,
talvolta , sparse nel territorio, scorgiamo case costruite
per i militari che presidiano il territorio poi, la strada
non scorre più lungo l’oceano e quando arriviamo
ad El Argoub che sappiamo essere un villaggio di soli militari
davanti a noi e intorno a noi solo sassi e deserto. Abbiamo
già percorso 40 km e, stando alla carta stradale
dovremmo essere nei pressi del Tropico del cancro ma le
coordinate geografiche che Antero aveva memorizzato nel
telefono ci fanno proseguire. Finalmente, esattamente 21
km dopo El Argoub, lungo la strada vediamo un cartello con
la scritta “Tropico del Cancro”. Controllo veloce
del gps che conferma l’esatta posizione della linea
immaginaria che rappresenta il tropico, superiamo il cartello,
facciamo retromarcia e ci sistemiamo, con il camper proprio
vicino al cartello per fare le foto ricordo di questo nostro
viaggio. Antero scatta le foto ma non possiamo fare una
foto assieme perché non ci sono punti di appoggio
per la macchina fotografica. Come fosse venuto dal centro
della terra ecco che un giovanotto viene verso di noi, ci
saluta, ci da il benvenuto, noi cogliamo l’occasione
al volo: gli diciamo se ci fa una fotografia a ricordo ;
lui è contento e ci ritrae, anzi ci immortala sotto
il cartello “tropico del Cancro”. Antero gli
chiede se ha bisogno di qualcosa lui dice che ha fame ,
accetta una scatoletta di sardine, il vino lo rifiuta, ringrazia
e sparisce in mezzo ai sassi….da dove era venuto.
Prima di ripartire vediamo se possiamo raccogliere qualche
sasso a ricordo della nostra nuova avventura ed abbiamo
la fortuna di trovare sassi con attaccati resti fossili
di conchiglie. Ne facciamo una piccola scorta per portare
a casa. Ripartiamo, ora alle spalle abbiamo 300 km per arrivare
in Mauritania e davanti a noi 60 km per arrivare al bivio
che, dopo altri 40 km ci porterà a Dakhla.
Superiamo il bivio dopo aver ri-salutato il militare al
posto di blocco e ci troviamo, dopo 5 km, in un paesaggio
lunare. A destra alte colline di sabbia bianca , alla sinistra
la laguna che con le sue acque arrivava al ciglio della
strada tanto da farci credere che in qualche posto forse
non sarebbe possibile passare. Arriviamo, dietro ad una
curva ad un grandissimo posteggio sulla laguna dove vediamo
non meno di 30 camper in sosta. Lasciamo la strada asfaltata,
facciamo una breve pista e, anche noi ci fermiamo qui ancora
stupiti da questo meraviglioso panorama.
Il tramonto sulla laguna è di quelli che ricorderemo
per il resto della nostra esistenza. Il cielo di notte,
in assenza di qualsiasi luce e a questa latitudine è
semplicemente meraviglioso e ci offre una visione delle
stelle e dei pianeti che non avevamo mai visto.
26/2/09
La mattina assistiamo al prosciugarsi della laguna perché
ogni 6 ore l’acqua dell’oceano , per effetto
delle maree riempie la laguna. E scopriamo che tante persone,
munite di stivaloni alti o addirittura vestiti di gomma
vanno nel bagnasciuga della laguna per oltre 4 km chi a
pescare le mormore chi invece a catturare i cannolicchi
da cui ricavare l’esca per pescare nella laguna. Nel
grande parcheggio dove sostiamo hanno installato un grande
tendone che serve per i surfisti che domani faranno una
gara qui, in questa laguna in occasione della festa nazionale
di Dakhla che si svolge negli ultimi 3 giorni di febbraio.
Ci sono tanti campeggiatori italiani che vengono qui a svernare
chi per tre mesi chi per sei, attratti da un bel sole sempre
caldo, niente pioggia e tanto pesce che ciascuno può
pescare ; questi sono i posti più pescosi del mondo.
Il posteggio è presidiato da un gruppo di militari
quindi la sosta qui, anche se libera, è tranquilla
e garantita dalla presenza dei militari. Stiamo facendo
, quello che i Francesi chiamano “camping sauvage”
senza acqua ( bisogna andare a Dakhla, distante 25 km da
qui) e scaricare vicino ad una buca, oggi attrezzata. E’
gratis e il panorama compensa il sacrificio di non avere
le comodità a cui siamo abituati. Ci arrangeremo
sapendo che possiamo andare in città, fare la spesa,
caricare acqua direttamente al serbatorio della città
ed anche scaricare al campeggio che si trova a 6 km da Dakhla.
Dopo pranzo facciamo la nostra prima passeggiata nella laguna
e troviamo grosse conchiglie poi, mentre l’acqua si
alza e riempie la laguna ,vediamo tantissimi campeggiatori
e giovani marocchini che, muniti di serf o con il paracadute
ed il surf , volteggiamo sulle acque dell’oceano spinti
sempre da un generoso vento che qui non smette mai. Noi
andiamo nella collinetta prospiciente il posteggio e da
lassù godiamo di un bellissimo panorama: l’oceano
è di un blu intenso, la laguna, mentre l’acqua
entra diventa man mano verde, celeste e poi blu; bellissimo
il contrasto delle falesie che sono a picco sulla laguna
e ricoperte di sabbia bianca. Eccezionale la vista di tanti
surfisti che volteggiano nell’acqua. E così
arriviamo al tramonto, Antero intanto cerca di capire come
pescano gli altri campeggiatori, quale esca e dove vanno;
ci godiamo questo strano e bellissimo panorama. Siamo arrivati
qui tranquillamente, per il momento, abbiamo trovato tanto
vento ma niente di particolare; non ripartiremo subito restiamo
un po’ per vedere il festival di Dakhla.
27/2/09
Stamane, di buona mattina, andiamo al di la della laguna
verso l’oceano. C’è da attraversare una
grande pianura di sabbia indurita dal sole è immensa
e lunga oltre 3 chilometri prima che si possa raggiungere
la spiaggia bagnata dalle acque dell’oceano. Il sole,
anche se è mattina è sempre più caldo,
siamo soli in questa immensità davanti e tutto intorno
a noi solo sabbia, dietro, va scomparendo la macchia bianca
dei camper in sosta. Troviamo alcune grosse conchiglie e
tante impronte di dromedari. Finalmente, dopo oltre 1 ora
arriviamo, le onde si infrangono con violenza nella sabbia
creando vortici che ci consigliano solo il bagno dei piedi.
Una nave, anzi una grossa carcassa di nave giace sulla spiaggia
.
Prendiamo il sole senza patire alcunché di caldo
in quanto il vento spira abbastanza forte. Rientriamo che
è l’ora di pranzo, noi non siamo attrezzati
per mangiare fuori dal camper e magari il pesce perché
il vento non ci permette di tenere acceso il fuoco della
bombola, non ci sono legni per attizzare il fuoco con il
carbone e la sabbia ci sferza il volto. Mangiamo dentro
il camper la verdura e la carne che abbiamo dietro. E facciamo
l’elenco delle cose che sono necessarie per rimanere
qui per un periodo lungo: per prima cosa occorre mettere
una paratella ( quella che noi vedevamo mettere ai tedeschi
tanto, tanto tempo fa) intorno al camper ma non più
alta di 1 mt così da non far arrivare la sabbia dentro
il camper e poter cucinare all’aperto. Guardiamo con
attenzione come sono sistemati gli altri camperisti e prendiamo
nota delle cose che sono necessarie per fare una lunga sosta
in questi posti, in previsione di un nostro ritorno il prossimo
anno. Mentre noi trascorriamo il tempo leggendo, il sole
fa alzare la temperatura che alle 14 segna 38 gradi. La
laguna è viva le basse maree permettono ai pescatori
di andare vicino all’isolotto ( che dista 4 km) a
pescare, mentre le alte maree consentono ai surfisti di
scivolare nelle onde spinti da un vento robusto.
Il tramonto del sole sull’oceano ci ricorda che è
ora di preparare la cena e, dopo, godere del cielo illuminato
dalla luna piena e da una miriade di stelle.
28/2/09
Lasciamo la laguna e ci dirigiamo verso Dakhla per andare
a vedere il festival. La città è grande e
si presenta subito come più importante avamposto
militare. Lungo i viali di accesso alla città ci
sono immensi edifici anche in stile fortezza , c’è
anche una zona riservata alle N.U che qui svolge un delicato
compito e tanti, tantissimi anzi una moltitudine di militari.
Il solito posto di blocco e arriviamo nel centro della città
dopo aver attraversato la parte più nuova. Qui si
respira, ancora più che in altri posti, qualcosa
di europeo , anche le case, per lo meno quelle più
moderne, alte anche 3 piani, ci ricordano che gli spagnoli
hanno lasciato la città a metà del secolo
scorso.
Arrivati nella piazza del mercato della città vecchia
notiamo subito una grandissima confusione ci fermiamo per
capire dove si trova il luogo dove si svolge il festival
e facciamo la cosa più semplice, seguiamo la moltitudine
di gente che si incammina per una strada cantando e ballando..e..dopo
200 metri arriviamo in uno spiazzo. Proprio davanti a noi,
in uno immenso spazio sterrato ( abbiamo calcolato circa
3 km quadrati) si svolgono le varie attività del
festival. Proprio oggi avrà luogo la corsa dei dromedari.
Alle 12 assistiamo alla parata di 40 dromedari contrassegnati
con i numeri e cavalcati da persone giunte qui da tutto
il Marocco , dalla Mauritania e anche dal Senegal. Il palco
d’onore si riempie di personalità arrivate
qui con grosse auto, discorsi e canti e…tanta confusione.
Noi, in attesa che si svolga la corsa facciamo il giro della
pista , tutto intorno tantissime tende , entriamo all’interno
delle tende dove i sahrawi , popolo locale costituito dai
gruppi tribali tradizionalmente residenti nelle zone del
Sahara Occidentale gravitanti sul Saqiyat al-hamra e sul
Wadi al-dhahab (Rio de Oro) e che avevano cominciato negli
anni trenta a reclamare la loro indipendenza, hanno allestito
l’esposizione dei loro prodotti, dei loro lavori artigianali.
La maggior parte dei presenti ha una carnagione molto più
scura di quella che abbiamo visto finora , tutti sono cordiali,
ci salutano e ci danno il benvenuto mentre molti ( ai quali
chiediamo autorizzazione) evidenziano il loro piacere nel
farsi fotografare. E così ecco che Mary abbraccia
un gruppo di ragazze che passeggiano e che si fanno fotografare,
tutte hanno occhi bellissimi , poi scattiamo numerose fotografie
in una tenda dove si svolge la rievocazione della cerimonia
, nei vestiti tradizionali, del matrimonio di una ragazza
Saharawiana ( molto giovane!!!). Ci sono anche scuole di
ragazze che , assieme alle loro insegnanti pubblicizzano
i loro lavori, sia di studio che di artigianato e noi veniamo
invitati a leggere i loro opuscoli ( in francese), si fanno
fotografare e ci chiedono di inviare loro, quando saremo
ritornati in Italia, le foto fatte ed anche qualche foto
della nostra città.
Così trascorriamo la prima parte del pomeriggio curiosando
nelle varie tende, mangiando quello che cuociono loro. Alle
16 vediamo arrivare un gruppo di cavalieri con i loro cavalli
riccamente addobbati che si preparano al gran finale della
corsa dei cavalli berberi che si svolgerà domani.
Vedere i cavalieri con i fucili in mano che corrono velocissimamente
urlano e sparano tutti insieme quando arrivano davanti alla
tribuna d’onore. E chi spara in ritardo….viene
eliminato…dalla gara.
Non facciamo in tempo a vedere finire le corse dei cavalli
che alle 18 iniziano le corse dei dromedari, mentre scende
la sera, noi restiamo in questo spiazzo mentre tutti gli
altri camperisti se ne vanno. Siamo soli, davanti, a noi
ancora la confusione di questo immenso circo all’aperto,
facciamo una passeggiata nel vicinissimo centro e mangiamo
un prodotto locale: Mary un pane imbottito con pesce allo
zenzero, salsa piccante e..patatine fritte, Antero un pane
imbottito con salsicce di dromedario cotte alla brace, salsa
piccante e..patatine fritte. Pesantucci…. ma buonissimi.
Alle 21,30 sembra che tutta la confusione sia terminata
ed il grande spiazzo del festival pare deserto e noi ci
prepariamo per trascorrere la notte in tranquillità.
Sicuri ?
1/3/09
Alle 23 quando già eravamo nelle mani di Morfeo sentiamo
un gran vociare , ci alziamo e vediamo che il grande spiazzo
si riempie di nuovo di tantissimi giovani che , nel palco
delle autorità, accendono i microfoni ed incominciano
a cantare…si scatena il pandemonio……e
così faranno fino alle 3 di notte. Alle 4,30 e alle
6,40, mentre ci gustiamo il riposo ecco che l’Imam
chiama alla preghiera i suoi fedeli, ma tutto questo fa
parte della nostra avventura in queste terre lontane!
Stamane andiamo a vedere la città, il mercato, e
comperare le cartoline……..le cartoline? E che
roba è…qui non esistono! Durante la nostra
passeggiata, Antero vede un barbiere e decide di farsi tagliare
i capelli; il barbiere, gentilmente, cambia subito il canale
della tv e ne mette uno Italiano. Facciamo alcune foto ricordo
e poi, dopo aver comprato il pesce rientriamo. Oggi ci sono
le finali della corsa dei cavalli. Ci mischiamo alla gente
del posto Mary urla e incita i cavalieri nello stile arabo
e le donne che ci sono attorno ridono e sono contente che
una turista Italiana faccia come loro. La festa continua
tra una moltitudine di persone, di venditori, insomma una
grandissima confusione che dura fino alle 21,30 poi ..tutti
a casa. Noi restiamo a dormire, proprio qui davanti.
2/3/09
Dopo aver fatto le compere al mercato usciamo dalla città
per andare in una falesia sopra l’oceano, troviamo
tanti altri camperisti che qui sono a fare camping sauvage
e pescano. Trascorriamo tutta la giornata sotto un caldo
sole. La sera siamo solo 5 camper ed un furgoncino con 2
giovani surfisti spagnoli. Alle 20 arriva un fuoristrada
con altri giovani , i 2 surfisti del furgoncino vengono
da noi ci dicono che vorrebbero andare a cenare in centro
e ci chiedono se possiamo controllare il loro mezzo stracarico
di attrezzature per surf. E così facciamo i guardiani,
alle 22,30 rientrano i due spagnoli, ci ringraziano e poi
vanno a dormire.
3/3/09
Ci alziamo sotto un bel sole, durante la mattinata , il
vento è aumentato e così, dopo colazione,
decidiamo di andare al campeggio sia per scaricare che per
ripararsi dal forte vento. Il campeggio non offre niente
di particolare, dista oltre 5 km dalla città però
ha alte mura che ci riparano dal vento e dalla sabbia. E
così trascorriamo, sempre sotto un sole cocente,
la giornata.
4/3/09
Andiamo al mercato a Dakhla per fare acquisti. Compriamo
fragole e arance, poi restiamo in mezzo al trambusto e la
confusione dei venditori. Il mercato del pesce è
al coperto in un grande unico locale con ai lati dello stanzone
tanti piccoli box per la vendita . Nel centro della stanza,
un’altra struttura di pietra e marmo dentro la quale
ci sono i pulitori , cioè coloro a cui, dopo l’acquisto
va consegnato il pesce se lo vogliamo pulito. Dentro i box
ciascun venditore urla per invitare la gente ad acquistare
la propria merce, mentre il gruppo di “pulitori di
pesce” li squama e li eviscera. Nel frattempo, mentre
altri pescatori portano il loro pescato, altri puliscono
per terra. La scelta è difficile per la grande varietà
dei pesci , tutto è freschissimo. Facciamo fatica
a rifiutare i continui inviti dei venditori, prima vogliamo
vedere tutto e dopo fare i nostri acquisti. Per la sera
compriamo sogliole giganti mentre per pranzo, una bella,
agitata, aragosta. Andiamo nella falesia di solo sassi così
che il forte vento non ci riempia di sabbia. Purtroppo nonostante
il sole che ci invita a stare fuori non possiamo poiché
il vento , che nel frattempo è aumentato, ci consiglia
di rimanere dentro il camper. Comunque , mentre il camper
traballa per il vento riusciamo a cuocere e gustarci la
nostra bella aragosta .
Di pomeriggio il vento si calma un po’, rientriamo
in città per andare a cenare nel più famoso
ristorante di Dakhla il “ Casa Louis” dove ci
gustiamo una cena tipica. Sono le 21,30, prima di andare
al camper che abbiamo messo in una grande piazza vicino
alla caserma delle N.U., facciamo una passeggiata e vediamo,
in una piazza vicina, chi vende pesce fritto, chi invece
cuoce la carne tipo arrosticini e tanta , tanta gente che
frequenta bar , che passeggia. E’ molto tardi, ma
qui ancora c’è un gran via-vai di gente, alle
24 rientriamo al camper.
5/3/09
Dopo una notte tranquilla, la mattina siamo svegliati dal
vociare di alcune persone.
Nella vicina caserma hanno incominciato a fare alcuni lavori
di restauro. Mentre loro stanno lavorando facciamo, tra
noi, alcune considerazioni. I marocchini , in generale,
hanno un altro tipo di approccio al lavoro, il loro ritmo
e modo di lavorare è molto diverso dal nostro ma
sicuramente esistono delle motivazioni. Qui, davanti a noi
saranno almeno in 15 ( lavorano sempre in gruppi numerosi,
d'altronde il costo della manodopera è quasi nullo,
devono finire alcuni fregi in un muro di cinta della caserma
e li eseguono a mano senza alcuna sagoma preparata mentre
un uomo, sicuramente più importante degli altri,
con un cartone controlla che la distanza fra una colonna
e l’altra sia giusta e rifinisce i fregi con della
malta che altre 2 persone hanno impastato a mano, con un
badile non avendo la betoniera.
Uno porta la sabbia, uno impasta uno porta la malta finita,
uno ripara, uno controlla, uno porta via la carta dei sacchi
di cemento, uno etcc , etcc. E così fanno per tutti
i loro lavori, sono sempre una moltitudine, finiscono il
lavoro in un tempo relativamente breve perché sono
tanti. E poi c’è il momento della preghiera
, del thè, del riposo.
Andiamo di nuovo in centro
per cercare, se possibile, un coiffeur per Mary. Ci sono
tante tende dove vendono prodotti di artigianato locale,
noi ci fermiamo in quella dove c’è una ragazza
alla quale domandiamo se conosce un parrucchiere per signora.
Si vede che è sorpresa per la richiesta fatta, ride
e ci fa cenno di seguirla e così andiamo con lei
dentro minuscoli vicoletti sterrati ( e siamo in centro!),
troviamo , caduta per terra, l’insegna del coiffeur,
entriamo in una casa spostando una tenda che serve come
porta di accesso . Siamo stupiti, ci viene da ridere, oppure
no forse ci viene da piangere, comunque riconosciamo che
siamo un po’ incoscienti. Al di là della tenda
a destra entrando c’è un piccolo locale con
sedie scassate ..è la sala di attesa, più
avanti in un’altra stanza c’è la televisione
e qui viene consumato il rito del thé, entrambi si
affacciano in una stanza più grande dove il coiffeur
esercita la sua attività. L’arredamento è
quello che avevamo 60/70 anni fa, mobili,specchi,attrezzatura
tutto ci riporta indietro nel tempo, gli specchi sono tutti
incorniciati con fiori di plastica; e solo alcuni prodotti
ci ricordano l’attualità come le tinture per
i capelli dell’Oreal.
Che fare? Mary desidera rimettere in sesto i capelli e quindi
decide di rimanere e chiede al parrucchiere che ci pare
un po’…particolare se può lavare e colorare
i capelli. Il parrucchiere è sorpreso quanto noi,
ride, si fa in quattro per cercare di capire le richieste
poi chiama una ragazza spagnola per fare da interprete e
finalmente riusciamo ad intenderci.
Il parrucchiere contento di aver lavorato per una Italiana,
prepara una maschera rifrescante con l’ argilla di
due tipi ( prima bianca e dopo argilla rossa). Antero ha
ripreso con la telecamera i momenti più salienti
ed è simpatico vedere il filmato fatto per l’occasione!!!
Facciamo delle foto ricordo e promettiamo, se ritorniamo
a Dakhla, di andare a trovarli. Saremo loro graditi ospiti.
Si avvicina l’ora di pranzo, decidiamo di andare in
un locale caratteristico Saahriano che si trova proprio
davanti alla grande moschea e vediamo tanti, tantissimi
uomini che camminano svelti svelti ( quasi corrono) ed entrano
per la preghiera. Chi ha mangiato come noi? Insalata mista
condita con olio di Argan , accompagnata da una salsa bianca
acida e, a parte, un’altra salsa marrone piccante.
Poi macinato di cammello cotto al carbone condito con una
salsa gialla con contorno di rape rosse completamente scondite
e …per finire patatine fritte, il tutto innaffiato
da una bibita.
Ritornando verso il camper ci fermiamo in un piccolo negozio
di tappeti Saahariani, veramente belli e grandissimi (5,50
x 4 metri) . Vorremmo comprarne uno poichè , essendo
tappeti portati qui dalla vicina Mauritania per la vendita
durante il festival di Dakhla e rimasti invenduti, il prezzo
è veramente basso… 280 euro!.
6/3/09
La mattina, prima di andare via da Dakhla passiamo in pasticceria
per comperare le sfogliatine, che sono veramente buone.
Facciamo la consueta spesa di pesce fresco e poi lasciamo
la città per ritornare alla Laguna Rossa dove abbiamo
intenzione di trascorrervi ancora qualche giorno e provare
a pescare.
7-8-9-10/3/09
Prima di andare a pescare occorre catturare i cannolicchi,
abbiamo visto come si fa e approfittiamo della conoscenza
di una coppia di italiani per chiedere a loro , in prestito,
il ferro che ci permetterà di prenderli e poi, dopo
averli seccati al sole, si potranno utilizzare come esca
per la pesca alle mormore.
E il sabato passa così, la mattina a prendere cannolicchi
e la sera , con la bassa marea, a pesca, Antero ne prende
abbastanza, si puliscono, e subito si cuociono….chi
se le ricordava le grigliate di pesce in questo modo !
Domenica mattina arrivano bus stracolmi di giovani che vengono
nella laguna muniti di surf, il vento forte gli permette
di scivolare velocemente , noi aspettiamo le 16 che cali
la marea e poi facciamo i nostri 3,4 chilometri sul bagnasciuga
della laguna, per arrivare vicino all’isola e pescare.
Se sabato Antero ha catturato 4 mormore , oggi nel carniere
ce ne sono 8 e belle grosse. Facciamo filetti di mormora
da mettere nel surgelatore.
Lunedi e martedi vediamo partire tanti camper, sono quelli
che stazionano qui da circa 3 mesi e ora ritornano a nord
, sotto un sole cocente, si legge, si cammina nel deserto
dell’oceano, poi a pesca, a fare i filetti e poi a
nanna.
11/3/09
Lasciamo la laguna per ritornare verso Layounne. Abbiamo
preso tanti appunti, se vogliamo ritornare qui dobbiamo
attrezzarci in modo diverso. E ripercorriamo a ritroso i
350 chilometri che ci separano da Cap Boujdour , non troviamo
anima viva ed il panorama è completamente piatto,
dopo 130 km troviamo il primo distributore che è
senza gasolio, poi dopo altri 150 chilometri l’altro
distributore che , fortunatamente, ha il gasolio. Il gestore
prima di venire da noi va ad attaccare la corrente che mette
in moto la pompa per la distribuzione del gasolio, facciamo
il pieno e proseguiamo, lungo la strada vediamo una grande
barca utilizzata come insegna per un paese di pescatori
sappiamo che è possibile fermarsi a fare camping
sauvage ma decidiamo di andare avanti. Arriviamo al campeggio
di Cap Boujdour , facciamo una bella doccia, ri-laviamo
con la lavatrice i nostri vestiti , ci colleghiamo in internet
con nostro figlio e, per cena , ordiniamo una succulenta
tajina.
12/3/09
Stanotte ha fatto veramente tanto caldo e la mattina si
presenta molto, molto calda. Alle 12,30 mentre ci prepariamo
del pesce al carbone vediamo arrivare una nuvola nera…è
uno sciame di libellule che, spinte dal vento caldo del
vicino deserto, sono venute a ripararsi vicino all’oceano.
Il pomeriggio non ci è permesso telefonare a casa
poichè non abbiamo credito a sufficienza nel cellulare,
il gestore del campeggio non ha schede per la ricarica ed
il centro è distante , in più i nostri cellulari
con scheda italiana non prendono…siamo quindi fuori
dal mondo non possiamo chiamare né essere chiamati.
Non importa domani, quando si passa dal centro di Cap Boujdour
si compra la scheda per la ricarca.
13/3/09
La strada che da Cap Boujdour porta a Layounne oltre che
monotona è piena di buche provocate dalla pioggia
che , in alcuni punti, ha fatto straripare i fiumi (oued)
che corrono ai lati invadendo la strada in più parti.
Unici attori di un panorama monotono sono i branchi di dromedari
che pascolano liberamente in questo deserto di sassi. Finalmente
arriviamo nella falesia sopra Oued Ma Fatma dove è
possibile fare campeggio sauvage . C’è la possibilità
di rifornirsi di acqua potabile pagando 15 dh al gestore
di questo parcheggio e si possono scaricare le acque scure
in buche profonde. Il posto è bello, da qui si domina
l’oceano ed è un posto eccellente per la pesca
dei famosi pesci courbine. Mentre andiamo a vedere alcuni
campeggiatori che sono a pescare ci viene a salutare un
campeggiatore : è un italiano che risiede in germania
ed è venuto qua a trascorrere alcuni mesi. Ci dice
che la settimana prima qui si è scatenato un uragano,
infatti verso le due di notte si è alzato un forte
vento con pioggia,sabbia, tuoni e lampi , molti campeggiatori,
impauriti da questo evento improvviso, sono scappati velocemente
lasciando anche alcune parabole per terra. La tempesta è
durata mezz’ora ma molto intensa …ecco..ora
si capisce perché la strada , in più punti,
era coperta da uno strato di sabbia portata dai fiumi che
avevano invaso la sede stradale ed anche piccoli laghetti
che si sono formati ai lati della strada. Tutto questo all’andata
non c’era…insomma era un altro panorama. Nel
pomeriggio vediamo arrivare i nostri amici italiani, conosciuti
a Dakhla, che ripercorrono la strada del ritorno verso casa.
Il sole talvolta viene coperto da nuvole ma il vento che
si alza abbastanza forte dalla parte del mare pulisce tutto
e fa ritornare il sole che splende alto nel cielo. Alle
18,30 tutti dentro i camper aspettando la notte mentre fuori
il buio più completo avvolge la falesia.
14/3/09
Mentre ci prepariamo il caffè vengono a salutarci
i nostri amici perché entro il 21/2/09 devono essere
fuori dal Marocco e quindi partono per Agadir. Prendiamo
il caffè insieme, scambiamo qualche parola, gli indirizzi
e ci diamo appuntamento in Italia. Ad un certo punto vediamo
arrivare dal deserto una nuvola gialla, si è alzato
il vento e non promette niente di buono. Un camperista francese
incomincia a urlare tempesta, tempesta , chiude tutte le
finestre e si barrica dentro, altri fanno la stessa cosa.
I pescatori fuggono via e rientrano nei loro camper e così
facciamo anche noi. Arriva la sabbia però il vento
cambia direzione e la nuvola si volge verso nord . Il cielo
ritorna sereno e così rimane per tutta la giornata
che trascorriamo in cima alla falesia leggendo un buon libro.
15/3/09
Partiamo presto per andare a Guelmine , anzi nell’oasi
di ASRIR dove l’anno scorso abbiamo conosciuto il
pittore che ci ha dipinto gli specchietti del camper. Arriviamo
in città, facciamo sosta per il pranzo e poi alle
14 andiamo verso l’oasi, a casa del pittore. Arriviamo
e dalla casa escono tutti per salutarci. Lui, la moglie
e i suoi quattro figli, baci, abbracci. Ci invitano a fermarsi
da loro e ci accolgono nella loro modesta casa. Andiamo
nella stanza con i tappeti e i cuscini, ci sediamo ! e incominciamo
a discorrere.Il padrone di casa ci invita a condividere
con loro il loro pasto mentre la moglie mette nel grande
tavolo rotondo un enorme cuscus . Poi porta una brocca con
del latte ( quello che resta dopo averlo lavorato e cioè
il siero che non ha più alcun valore energetico)
Noi non partecipiamo al pranzo in quanto avevamo già
mangiato, loro ci capiscono e ci liberano dall’impegno
e restiamo in loro compagnia. Il padrone di casa ci dice
che si tratta di cuscus di dromedario ( stomaco di dromedario),
la parte più energetica e più saporita, Mary,
come al solito, non resiste alla tentazione e chiede di
poterlo assaggiare. Tutti, per finire, prendono una parte
del cuscus avanzato ,quello senza carne, lo mettono in una
tazza lo innaffiano con il siero di latte e poi lo mangiano
come fosse un dessert. Nel frattempo arrivano tutti i vicini
di casa che ci salutano; tutti sono contenti e orgogliosi
della nostra visita e accettano volentieri le fotografie
che anno scorso avevamo scattato sia al pittore che ai bambini.
Vogliono che si rimanga lì da loro per la sera a
dormire davanti alla loro casa, non restiamo, li salutiamo
ma diciamo loro che il prossimo anno resteremo anche perché
abbiamo intenzione di portare ai loro bambini un po’
di vestiario. Ritorniamo verso Guelmin che superiamo per
andare alle terme di Aybanou dove potremo trascorre la notte.
Arriviamo e restiamo sorpresi di trovare- oggi però
è domenica- una grande folla dentro lo stabilimento
delle terme. Ci sono 2 stabilimenti uno solo per gli uomini
e uno solo per le donne. Nello stabilimento degli uomini,
che rimane aperto 24 ore è possibile dalle 19 alle
6 di mattina, solo per gli europei entrare nella piscina
termale e fare il bagno. L’albergo, con ristorante
annesso, ha delle belle camere dove poter ospitare i turisti
ad un prezzo ragionevole( 250 dh per camera con 1 letto
matrimoniale e un lettino piccolo), mentre all’ingresso
delle terme c’è un piccolo bar che viene preso
d’assalto dai tanti turisti domenicali e ce ne sono
tanti (tutti uomini). Verso sera arrivano le donne che erano
alle terme a loro riservate si mettono ai tavolini, prendono
una bibita ed aspettano che i loro uomini escano dalle terme
per fare ritorno a casa. La sera prenotiamo per cena un
gustosissimo cuscus al pollo che ci viene portato direttamente
al camper .
Fa molto caldo, la notte con 34 gradi dentro il camper facciamo
fatica a riposare.
16/3/09
Decidiamo di trascorrere ancora un giorno qui in questo
campeggio. Facciamo una bella doccia con acqua termale a
39 gradi. Oggi non c’è più la confusione
della domenica comunque nel corso della giornata sono venuti
tanti uomini per fare il bagno alle terme. Alcuni camperisti
francesi vanno a farsi fare i massaggi. Chiediamo informazioni
all’ingresso delle terme e veniamo a sapere che l’ingresso
per i bagni costa 10 dh mentre i massaggi per la circolazione
costano 100 dh.L’anno prossimo, se ritorniamo faremo
anche noi una bella seduta di massaggi. Trascorriamo tutta
la giornata sotto un sole caldissimo, la sera ceniamo con
una tagina di carne e…non riposiamo per niente a causa
del caldo.
17/3/09 - 24/3/09/09
Arriviamo a Sidi Ifni dove trascorreremo 8 giorni mangiando
pesce e frutta a volontà. Le giornate scorrono lentamente,
la mattina andiamo in città a comperare il pesce
per il pranzo. Alle 17, dopo aver preso il sole ritorniamo
in paese per comperare la frutta, il pane le paste per la
colazione ed il pesce per la cena, ma prima di rientrare
facciamo la solita merendina: ciambelle fritte fritte su
piatto di plastica condite con zucchero. Ritorniamo al campeggio,
ci colleghiamo in internet e parliamo con i nostri figli.
Qui a Sidi Ifni, come in tutto il resto del Paese è
un continuo lavorare, Riparano le strade, costruiscono tante
case, c’è un gran movimento in corso. Sicuramente
entro pochissimi anni qui sarà tutto cambiato. Mentre
siamo qui a goderci il caldo del Marocco riceviamo due brutte
notizie: è morto il cognato di Antero, e nostro nipote,
non diventerà padre (era in attesa di un figlio).
25/3/09
Andiamo a Tiznit sperando di trovare i nostri amici francesi
con i quali per 2 anni ci siamo ritrovati in Marocco durante
il nostro girovagare. Durante l’estate scorsa abbiamo
saputo che entrambi dovevano sostenere degli accertamenti
sanitari e poi sottoporsi ad interventi chirurgici e di
seguito a terapie intensive. Siamo stati sempre in contatto
aggiornandoci sulla loro salute e su come stavano. Finalmente
i primi giorni di gennaio 2009 ci hanno comunicato che tutto
si era risolto per il meglio e che il dottore li autorizzava
a ritornare in Marocco. Con una ultima e-mail (che leggiamo
in Marocco) ci avvisano che partiranno il 3/3/09 fermandosi
a Tiznit per almeno 20 giorni. Speriamo di trovarli e, arrivati
all’ingresso del campeggio, mentre consegniamo i documenti
ecco che vediamo i nostri amici i…che fortuna, se
avevamo fissato un appuntamento sicuramente non eravamo
così precisi.
26/3/09
Sole e caldo andiamo a cercare un artigiano che fa tavoli
in ferro, purtroppo non sono come vogliamo noi e dobbiamo
rinunciare all’acquisto. La giornata passa velocemente,
il pomeriggio andiamo a ritirare i sandali e poi, poiché
siamo ospiti dai nostri amici, ci prepariamo per andare
con loro al ristorante. A tavola, tra una pietanza e l’altra
ripercorriamo i momenti trascorsi assieme e ci ripromettiamo
di rivederci.
27/3/09 –
28 e 29/3/09
Volevamo andare verso Guelmine ma abbiamo visto che il tempo
minaccia pioggia per 3 giorni, quindi decidiamo di andare
ad Aglou Plage, in riva all’oceano sperando che il
vento trasporti lontano le nuvole previste. Salutiamo i
nostri amici che ci fanno le fotografie di rito e partiamo.
Il tempo è bello, il sole caldo ci permette di stare
in costume.
28/3/09
Anche stamane c’è il sole ed è caldo;
abbiamo fatto bene a cambiare itinerario e venire qui. Ci
sentiamo con i nostri amici di Sidi Ifni e Tiznit i quali
ci dicono che da loro sta piovendo, infatti vediamo all’orizzonte
avvicinarsi tante nuvole che potrebbero far piovere anche
da noi.
Il pomeriggio andiamo in riva all’oceano a fare una
lunga passeggiata , la sera telefoniamo a casa ai figli
che sono a cena dal fratello di Antero; intanto le nuvole
si sono accavallate sopra di noi e ,alle 21 piove con tuoni
e lampi , meno male che dura solo 15 minuti.
29/3/09
Appena alzati telefoniamo a nostro genero che oggi compie
gli anni è entrata in vigore l’ora legale e
mentre qui sono le 8 , in Italia sono le 10. Trascorriamo
la giornata al sole anche se spira un vento fresco che porta
pioggia anche nelle isole Canarie. Domani andremo verso
la montagna .
30/3/09
Anno scorso quando siamo stati ad Amtoudi avevamo fatto
alcune fotografie ad una ragazza che ci aveva accompagnato
nella nostra visita all’Agadir e alle sorgenti del
fiume e le avevamo promesso che, se ritornavamo, le portavamo
alcuni vestiti e le fotografie. Arrivati al campeggio chiediamo
al gestore se riconosce nella foto la ragazza e ci dice
che si trova nel primo villaggio oltre i fiume. Andiamo
a cercarla, giunti in riva al fiume, ora asciutto, vediamo
vicino ad un alberghetto alcuni ragazzi che stanno giocando.
Facciamo vedere le loro foto e… pensate un po’!
uno di quei bambini è il fratello di Malika la bambina
che cercavamo, certo che ne abbiamo avuto di fortuna! Ci
accompagna alla sua casa( casa è un eufemismo, non
siamo nemmeno riusciti a scattare una fotografia vista la
miseria dell’ambiente in cui vivono)..e troviamo Malika
che, assieme alle sue tre sorelle di cui una piccolissima
( il fratello più grande lavora a Marrakech), stanno
sdraiate sui tappeti in una stanza completamente buia. Ci
riconosce e ci fa tante feste, chiama la mamma che sta cuocendo
il pane . Ci ringrazia per essere venuti a portare le foto
e vuole contraccambiare , ci offre la metà del pane
che ha cotto per loro ed un sacchetto di datteri. Sono poveri,
anzi miserevoli, ma sono di cuore, quello che possiedono
lo dividono volentieri con chi è loro amico.
Facciamo venire vicino al camper ( dentro il campeggio per
i bambini del posto è proibito) le tre sorelle, gli
diamo le fotografie, i vestiti, le scarpe e l’aspirina
perché quella più grande ha la tosse ed il
raffreddore e non hanno nemmeno la possibilità di
comperare le medicine per stare meglio. Mentre siamo insieme
che facciamo le foto, arriva il gestore del campeggio che
scaccia in malo modo i ragazzi che fuggono terrorizzati.
Il gestore del campeggio , come previsto dal regolamento
della polizia, non deve permettere che vengano disturbati
i turisti, tantomeno dai bambini.
Il pomeriggio si alza un forte vento freddo che fa traballare
il camper tanto che pare di essere a capo Nord.
31/3/09
Prendiamo la strada che ci conduce a Tata, attraversiamo
questa parte dell’antiAtlante siamo sempre sopra i
mille metri. Il vento ha smesso di soffiare e fa molto caldo
, entriamo nel campeggio che è pieno di camper francesi.
Da uno di loro che era ad Amtoudi esce una coppia che si
presenta e con la quale facciamo quattro chiacchiere. Si
proprio chiacchiere poiché la donna è originaria
di Napoli e parla ancora napoletano. Abitano a Bordeaux,
hanno 2 figli come noi ma non hanno nipoti.
1-2/4/09
Stamane facciamo una lunghissima passeggiata fuori della
città di Tata e notiamo che quasi tutti gli abitanti
sono di carnagione scura ( come abbiamo trovato a Dakhla)
, le donne hanno gonne coloratissime, tramate con fili colore
oro e argento e di vari colori come il celeste, il verde
chiaro, il blu cobalto e tutte con il velo nero . Quando
arriviamo alle mura che circondano la città di Tata
vediamo , in fondo ad un vicolo sterrato, una grande porta
di ferro tutta colorata. Ci avviciniamo e la troviamo aperta;
chiediamo ad alta voce il permesso per entrare ma una donna
che ci fa segno di no. Cerchiamo di far capire che volevamo
vedere solo il mosaico che circonda la fontana nel patio.
Sbotta poi ci sorride e ci fa segno di entrare. Intorno
al patio ci sono le stanze delle donne e sono tutte decorate
di mosaici. Tutto è in ordine, le stanze , molto
piccole, sono ricoperte di tappeti e sopra i divani cuscini
di mille colori. Ci accompagnano per i vari corridoi ed
infine passiamo una porticina in ferro e ..siamo sopra il
fiume ( quasi asciutto) da qui possiamo godere di un panorama
particolare, davanti a noi la vecchia città di Tata.
Facciamo ritorno al campeggio dove trascorriamo la giornata
in compagnia dei francesi.
3/04
Partiamo e da Tata entriamo in una meravigliosa valle che
ci conduce fino a Igherm,proseguiamo poi per una strada
di montagna per arrivare a Taliounine. Il panorama e bellissimo,
valeva la pena essere passati di qua. A Taliounine, si trova
un grande Agadir completamente restaurato , noi decidiamo
di andare subito al campeggio in quanto nel 2008 abbiamo
visitato accuratamente sia il sito storico che la città.
La sera riguardiamo con attenzione la cartina perché
domani vogliamo andare a Marrakech facendo il valico del
Tizn-test ( più basso del tizn.ticha ma molto, molto
più ripido, stretto e pericoloso)
4/04
Partiamo alle 9 , ci dirigiamo verso il valico che permette
di raggiungere Marrakech in 170 km mentre passando da Taraoudant
ne occorrono almeno 340 chilometri.
La strada inizialmente sembra bella e buona, poi invece
diventa stretta, ripida e piena di buche. Speriamo, ad ogni
curva, di non trovare veicoli che scendono perché
saremmo in grosse difficoltà. La strada scorre senza
guardarail ( e cosa sono!!!!) su precipizi , curve,curve
e curve . Arriviamo quasi in cima al passo e troviamo un
cartello che indica una sporgenza di roccia con una altezza
massima di 3 metri. Siamo angosciati, dopo tutta questa
strada, ritornare indietro sarebbe il massimo. Ci avviciniamo
piano piano nel punto dove la roccia incombe, ci spostiamo
sul ciglio della strada proprio al bordo del precipizio;
lentamente e con la massima attenzione, vuoi per non cascare
di sotto, vuoi per non sbattere con il tetto del camper,
riusciamo a passare. Scariche di adrenalina continue però
che panorami! Sopra di noi le montagne sono innevate, i
grandi prati della montagna sono ricoperti di fiori gialli.
Al valico, a 2100 metri , il piccolo ristorante offre la
possibilità di sosta, noi lo superiamo perché
vogliamo scendere velocemente. Ma la strada, anche se più
larga e meno pericolosa, è ancora piena di curve.
Quando arriviamo a quota 1200 e siamo nella valle che conduce
a Ouirgane compare dalla montagna un torrente che man mano
che scendiamo si ingrossa fino a diventare un lago ( hanno
fatto una diga). Alcuni chilometri dopo Ouirgane, facciamo
una piccola deviazione per andare a vedere l’unica
Moschea ( dopo quella di Casablanca) che possiamo visitare.
Grandiosa e bellissima vale la pena di arrivare fino qui.
La strada poi riprende a salire, superiamo Asni e vorremmo
andare a vedere le piste da sci di Oukaimeden ma abbiamo
davanti a noi circa 60 chilometri prima di arrivare a Marrakech;
e qui arriviamo alle 17 ( dopo circa 8 ore di viaggio per
170 km!!!.).Non c’è posto alla Koutoubia perché,
con la settimana Santa, sono venuti tantissimi spagnoli.
Ripieghiamo per un posteggio accanto ai giardini. E andiamo
in centro, mamma mia che confusione; molta più degli
anni passati, nella piazza gremita all’inverosimile
si svolge anche un festival della canzone. Noi, al solito,
ceniamo nei famosi banchi nella piazza Jemaa El Fna e facciamo
notte con il frastuono dei venditori.
5/04
Lasciamo Marrakech e la sua confusione e andiamo verso Safi.
Nella zona industriale facciamo sosta presso una ditta che
fa tavoli in stile per vedere di acquistarne uno ma non
ci sono pronti, facciamo alcune foto di quelli che più
ci piacciono e pensiamo di ordinarlo al nostro ritorno in
Italia tramite e-mail. La strada scorre in mezzo a campi
di grano dove una moltitudine di donne provvedono, prima
della mietitura, ad estirpare le erbacce. A Safi ci fermiamo
al supermercato Marjane per ricostituire un po’ di
scorte, poi proseguiamo per la strada costiera fino a raggiungere
Oualidia.
Arriviamo e andiamo a posteggiare in riva alla laguna senza
usufruire del campeggio.
6/4/09
Proseguiamo verso il nord perché abbiamo deciso di
trascorrere alcuni giorni in Portogallo e dopo in Spagna.
Arriviamo presto a El Jadida, distante pochi chilometri,
fa molto caldo e ne approfittiamo per pulire il camper e
fare il bucato.
7/4/09
La mattina dopo andiamo in centro e mentre attraversiamo
la piazza principale ecco che ci viene incontro un giovanotto
salutandoci con la mano…….è il barbiere
che anno scorso ha fatto i capelli ad Antero. Abbracci e
saluti di benvenuti …poi, anche se non ne ha bisogno
Antero decide di approfittare per tagliare “a forbice”
i capelli. Il barbiere contento si impegna al massimo e
con cura lava,taglia e asciuga. Abbiamo fatto le 12 è
quasi ora di andare a mangiare, prima però andiamo
nel mellah e notiamo, come abbiamo visto anche in altre
città, che ci sono scrivani pubblici che seduti ad
un piccolo tavolino aspettano chi vuole farsi leggere o
chi vuole farsi scrivere una lettera. A pranzo andiamo vicino
al porto dove ci gustiamo un meraviglioso cus-cus ed una
splendida tajna di pesce ( anzi per la precisione, dato
che abbiamo mangiato tantissimo cus-cus, la Tajna ce la
facciamo mettere in un contenitore e la portiamo al camper
per la sera).
8/4/09
Ancora tanto sole mentre invece la televisione spagnola
annuncia vento, grandine e neve in gran parte della Spagna.
Incominciamo a mettere via la roba estiva. Via i costumi,
i calzoncini corti, le ciabatte ed incominciamo a tenere
pronto il vestiario più peso.
9/4/09
Facciamo sosta nella laguna di Moulay Bousselham dove possiamo
fare una bella doccia calda e cambiare di abito.
10/4/09
Oggi è il compleanno di Mary e lo festeggiamo ad
Asilah. Ci sono tantissimi camper, molti sono di spagnoli
che approfittano delle festività pasquali per venire
in Marocco. Il tempo è bello, ma per noi la vacanza
in Marocco volge al termine e…siamo dispiaciuti. Si
andremo in Portogallo e dopo in Spagna ma……….
Insomma qui fa caldo , invece in tutta Europa non fa che
piovere e fare freddo.
Prepariamo l’itinerario di visita del Portogallo e
decidiamo di visitare attentamente tutto l’Alenteio,
poi Lisbona, Fatima e su su fino ad arrivare a Santiago
de Compostela (Spagna) e percorrere la strada del Cammino
di Santiago facendo le soste nei vari monasteri e fino a
raggiungere, via Pamplona i Pirenei e Lourdes e…..piano
piano rientrare a casa in Italia.
11/4/09
Basta, abbiamo deciso! Andiamo a Tangeri a prendere il traghetto
che ci porta in Spagna; lasciamo l’Africa alle 11,30.
Dalla nave vediamo davanti a noi il cielo terso dell’Africa
mentre nuvole nerastre formano una cappa sul porto di Algeciras.
Il nostro viaggio fino al Tropico del Cancro è proprio
finito.............per ritornare a casa passeremo dal Portogallo,
dalla Spagna e dalla Francia………………….ma
questa è un’altra storia!!!!!