Dal 4 al 23 agosto 2009

(testo e foto di Giovanna Parasiliti)
PREMESSA
Erano già tantissimi anni che pensavamo
ad un viaggio in Marocco con almeno tre settimane che riteniamo
siano il tempo minimo indispensabile per poter iniziare
a gustare il paese. Il Marocco infatti, è relativamente
grande, le località e le attrattive turisticamente
meritevoli sono molteplici ma lontane tra loro.
 |
Non di meno la distanza dall'Italia ne fa
un paese impegnativo da raggiungere. Lo sforzo fisico ed
economico necessario impongono di ponderare bene questo
aspetto, le scelte d'itinerario, la tempistica dei trasferimenti
e delle visite.
Il viaggio è stato effettuato in solitaria da 3 adulti
e 1 cane con un camper Mc Louis 560 mansardato da 6.85 mt.
su meccanica Fiat. In tutto abbiamo percorso circa 7.500
Km.
SCOPO di QUESTA DESCRIZIONE
- Fornire informazioni e sensazioni utili per far conoscere
i particolari che solitamente le guide turistiche non riportano.
Le stesse nozioni che noi stessi avremmo voluto sapere prima
di partire Conservare nel tempo, per noi stessi, il ricordo
di questa entusiasmante esperienza.
OBIETTIVI del VIAGGIO
- Obiettivo primario del viaggio è il sud della catena
montuosa dell'Alto Atlante. Questa zona infatti, semidesertica
e abitata in prevalenza da popolazioni berbere, corrisponde
maggiormente a quello che ricerchiamo da questa esperienza:
un Marocco possibilmente più vero e lontano dai grandi
flussi del turismo organizzato.
- Obiettivo secondario è la visita delle città
più importanti che si trovano lungo il nostro itinerario
durante la discesa e la risalita al porto di Ceuta.
COME ARRIVARE in MAROCCO
Via terra o con la nave Genova - Tangeri?
Più volte ci siamo posti la domanda e alla fine abbiamo
scelto via terra.
Con la nave della compagnia marocchina, a conti fatti, sarebbe
più economico che via terra.
Con la compagnia italiana, più affidabile, é
invece più costoso. Non è però solo
la cifra che concorre alla scelta.
Via mare avremmo dovuto:
- prenotare con sufficiente anticipo ed essere certi di
poter partire;
- adattare il nostro viaggio alle date di partenza e ritorno
della nave;
- sopportare 48 ore (a volte parecchie di più) di
navigazione;
- accettare il rischio di poter rimanere a terra pur avendo
la prenotazione in mano (già capitato con la compagnia
marocchina).
PERIODO e CLIMA
Il nostro viaggio si è svolto dal 4 al 23 agosto
2009. Il periodo si è rivelato ottimale sia per il
clima che per l'assoluta mancanza di affollamento ovunque.
Le giornate sempre soleggiate ci hanno permesso di svolgere
comodamente l'intero tour.
DOCUMENTI e NORMATIVE
- Per gli Italiani occorre il passaporto.
- Per il camper é necessaria l'assicurazione con
carta verde comprendente il Marocco.
Diversamente, a caro prezzo, va stipulata una polizza aggiuntiva
in dogana o a Tangeri.
- Può tornare utile avere con se una “ Fiche
d'identification ” cioè un foglio che riassuma
tutti i dati identificativi delle persone, del mezzo e relativi
documenti per rendere più sbrigativo l'eventuale
fermo ad un posto di blocco.
Il MAROCCO e i CAMPER
Il Marocco è un paese a misura di camper. Tutte le
città turistiche hanno almeno un campeggio e/o la
possibilità di sosta in parcheggi custoditi. In caso
di necessità ci si può rivolgere alla Gendarmeria
Royale, presente in ogni paese, che saprà consigliare
dove effettuare la sosta.
I campeggi hanno tutti un prezzo irrisorio ma di solito
i bagni sono inutilizzabili.
Le STRADE, il TRAFFICO, la POLIZIA
Le strade principali sono per la maggioranza a doppia corsia
e ben tenute anche nel sud, specie se sono state percorse
dal re.
Quelle secondarie possono essere a corsia unica e con buche
a sorpresa.
La segnaletica è di norma bilingue, efficace e ben
disposta. Numerose strade, che sulle carte stradali sono
segnate come piste, sono state rifatte di recente e sono
ora bellissime strade a due corsie. Lo sforzo che il Marocco
sta facendo in tal senso è enorme e continuativo.
Nelle grandi città il traffico è caotico e
richiede la massima attenzione.
La polizia presente ovunque, specialmente all'ingresso delle
città, presidia numerosi posti di blocco con bande
chiodate usabili all'occorrenza. Il posto di blocco è
preceduto dal segnale stradale di “ALT” in corrispondenza
del quale ogni veicolo è tenuto a rispettare lo stop.
Sarà poi il poliziotto con un cenno a consentire
la ripresa della marcia. Nei confronti dei camperisti si
aggiungono saluti e grandi sorrisi.
Le pattuglie sono spesso dotate di laser per il controllo
della velocità.
GUIDE, FALSE GUIDE, ACCOMPAGNATORI e PROCACCIATORI
In Marocco è bene farsene una ragione: non si fa
un passo senza essere intercettati da qualcuno che propone
un servizio.
L'accompagnatore ha in definitiva un gran numero di vantaggi:
- essendo un locale ti conduce senza perdite di tempo nel
luogo richiesto;
- durante la visita tiene lontano ogni altro potenziale
disturbo;
- con la guida si può parlare di tutto e quindi si
favorisce la propria conoscenza del luogo delle tradizioni
e ogni curiosità;
- il contatto umano con una persona del posto dà
la sensazione di maggior integrazione con l'esperienza che
si sta vivendo;
- attraverso questa persona sarà facile ottenere
e prenotare servizi anche per altri luoghi o Città.
E' bene sempre concordare prima:
- il prezzo del servizio che in molti casi sarà ad
offerta libera;
- i luoghi che si vogliono vedere;
- se si vuole o meno fare acquisti o visitare negozi e mercati.
MONETA, CAMBIO, COSTI e ACQUISTI
La moneta del Marocco è il Dirham (Dh).
Il cambio è circa 11 Diram x 1 Euro.
- Negli uffici postali, presenti anche nel paese più
sperduto si ottiene il cambio migliore, senza formalità,
perdita di tempo ed inoltre non si pagano commissioni sul
cambio.
- Nelle banche la procedura richiede più tempo, sono
richiesti i documenti e compilati alcuni moduli.
- Negli uffici di cambio, tipo Western Union e simili il
cambio è meno vantaggioso ma di solito sono aperti
anche nei giorni festivi o negli orari in cui posta e banche
sono chiuse.
I prezzi in Marocco sono in genere molto convenienti. Se
si è abili a mercanteggiare si possono spuntare prezzi
vantaggiosi su ogni acquisto importante. Se invece si sta
acquistando per importi minimi non vale neppure la pena
contrattare sul prezzo.
Per gli acquisti dispendiosi, ci sono maggiori probabilità
di ottenere sconti maggiori se non si è accompagnati
da alcuno che inevitabilmente pretenderebbe una provvigione
dal venditore.
Ovunque ci sono mercati o souk dove si trova di tutto ma
ogni zona del Marocco ha un genere di prodotti per cui è
maggiormente famosa. A parità di articolo i prezzi
sono decisamente minori nelle piccole città, fuori
dai grandi flussi turistici.
Il gasolio costa mediamente 0,7 Euro al litro.
OLIO di ARGAN
Il prodotto tipico per eccellenza del Marocco è l'argan
da cui se ne ricava, una crema
spalmabile, l'olio da cucina e l'olio cosmetico.
- La crema spalmabile si chiama “amlou”. Miscelata
col miele e spalmata sul pane diventa una vera delizia.
- L'olio da cucina é normalmente usato per la preparazione
dei cibi.
- L'olio cosmetico, che i marocchini esportano in tutto
il mondo, ha eccezionali qualità e diverse applicazioni.
La zona di produzione, ha come centro geografico le città
di Tafraoute e Taroudant e si estende per centinaia di Km.
Non è comunque difficile trovare l'olio di Argan
ovunque in Marocco.
Il luogo migliore dove comprarlo sono le spezierie dove
anche i marocchini lo acquistano. Nei bazar o negozi turistici
il prezzo decuplica. Se in frigorifero si rapprende significa
che è puro e di buona qualità. Se al contrario
rimane liquido può essere stato tagliato con olio
d'oliva. Il profumo ricorda l'odore di mandorla tostata.
LINGUA
Negli ambienti e nelle zone a contatto con il flusso turistico,
ci si può intendere con il francese.
Raramente si può trovare qualcuno che parla italiano.
Nelle zone rurali la lingua parlata è l'arabo. Buona
parte degli adulti marocchini è analfabeta. Le nuove
generazioni possono capire il francese ma non sempre lo
sanno scrivere. I ragazzini più grandi che vanno
a scuola, studiano il francese, raramente l'inglese.
COMUNICAZIONI
Dovunque ci sono cabine telefoniche funzionanti a scheda.
Le schede di diverso taglio si acquistano nei tanti negozi
Telecom-Maroc e anche in qualche bazar. Questa è,
di gran lunga la soluzione più economica.
In alternativa, in ogni paese anche remoto, ci sono in gran
numero le Teleboutique, cioè negozi con cabine telefoniche
e postazioni internet.
Il telefonino funziona ovunque ad eccezione delle zone desertiche
o disabitate in cui potrebbe mancare la copertura.
AMBIENTE e PAESAGGIO
Lungo le strade marocchine è impossibile annoiarsi.
Il paesaggio è spesso superlativo.
Le pianure sono ricche di coltivazioni e pascoli. Il verde
della vegetazione grazie all'alta percentuale di ferro presente
nel suolo é molto più brillante.
Le montagne come pure i deserti, sono invece entusiasmanti
per la dominante rossa in tutte le tonalità e per
le forme dei rilievi.
FOTOGRAFARE in MAROCCO e i MAROCCHINI
I marocchini in genere non vogliono essere fotografati.
Nelle grandi città turistiche se concedono di farlo
sarà dietro compenso. In piazza a Marrakech, se pensate
di rubare una foto, ci sarà sempre qualcuno che vi
avrà osservato alle spalle e a cose fatte vi chiederà
una mancia. Nelle concerie di questa città ogni foto
contribuirà all'esosità del compenso richiesto.
Nei piccoli centri fuori dai flussi turistici di foto non
se ne parla. Anche il solo puntare la macchina fotografica
potrebbe scatenare reazioni disdicevoli. Possono fare eccezione
i bambini che comunque si aspettano e pretendono qualcosa
in cambio. La cosa migliore da farsi in ogni caso è
chiedere sempre esplicitamente il permesso di fotografare.
Questo vale anche per gli oggetti e le cose esposte nei
negozi o musei.
I paesaggi saranno ciò che si fotograferà
per la maggiore. Il panorama di ogni chilometro sarà
meritevole di una fotografia. Le scene di vita sulle strade
durante il viaggio, a condizione di riuscire a fare foto
non mosse, saranno quelle che si apprezzeranno maggiormente
nel tempo.
BAMBINI e STYLO
La popolazione marocchina è molto giovane. Ci sono
bambini dappertutto e in gran numero.
Nelle città, quasi tutti sono scolarizzati almeno
per le prime classi elementari.
Nelle zone rurali invece l'istruzione è sicuramente
meno frequentata. Qui è molto più facile vedere
i bambini fare i pastori piuttosto che andare a scuola.
Tutti i bimbi del Marocco hanno invece in comune il sorriso
e la simpatia. Al nostro passaggio ogni bambino saluta e
sorride, di solito si aspettano qualcosa da noi. I più
sfacciati chiedono Dirham, i più poveri chiedono
indumenti e cibo. Nelle zone più remote spesso propongono
il baratto.
Ci siamo posti spesso il problema se dare o non dare ai
bambini. Se questi ottengono più vantaggio stando
sulla strada ad elemosinare, piuttosto che andare a scuola,
allora non è positivo.
In più occasioni si è donato cibo e indumenti
a chi dimostrava essere indigente. Nella maggioranza dei
casi abbiamo distribuito stylo. La penna infatti, ci è
sembrata un ottimo dono per i bambini accompagnata ogniqualvolta
dall'invito a frequentare la scuola.
La forma migliore per dare é il baratto. Nel rispetto
delle tradizioni locali, lo scambio di ciò che si
dona con piccoli oggetti prodotti o trovati dai bambini
diventa ancorché educativo.
Non abbiamo mai donato denaro
.
RACCONTO DI VIAGGIO
“Il Marocco è un susseguirsi
di porte che si spalancano a mano a mano che si avanza e
non si può avanzare se non visitandolo assiduamente,
e conservando in sé il desiderio dello stupore, la
curiosità di conoscere e di assimilare.
TAHAR BEN JELLOUN
Il Marocco è una sorpresa continua,
una regione di terra rossa, delimitata dall'Oceano, dal
Mediterraneo, dal deserto. Un paesaggio fatto di opposti:
dalle nevi dell'Atlante alle sabbie del Sahara, passando
per i caratteristici villaggi berberi e le sontuose città
imperiali.
Un paese da esplorare in ogni suo angolo, da vivere per
ammirare gli splendori delle città dell'impero, per
provare in prima persona la magia del deserto e visitare
quelle località viste in tanta cinematografia.
Suggestivo, incantato, ricco di testimonianze di splendori
passati, avvolto in ritmi di vita Antichi.
Prima di iniziare a raccontare il mio viaggio, che spero
possa essere di aiuto alle persone che intendono visitare
questo paese, permettetemi di esprimere la meravigliosa
esperienza che ho vissuto nel visitare il Marocco. Paese
davvero straordinario che colpisce per la sua varietà
di paesaggi appassionanti: la regione del sud in particolare,
offre un mosaico di immagini insolite e straordinarie ed
un caleidoscopio di colori sensazionale. Partendo dall'affascinante
e caotica Marrakech, si superano passi montani mozzafiato,
si attraversano oasi deliziose che appaiono come miraggi
in mezzo ad aride pianure, per terminare nel maestoso e
drammatico deserto del Sahara, con le alte dune immacolate
che regalano la sensazione più emozionante dell'intero
viaggio. Fanno da contorno a questa cartolina, spaccati
di vita quotidiana al limite dell'immaginazione: in alcuni
luoghi sembra di essere catapultati ad oltre un secolo fa,
le condizioni di vita sono realmente difficili, ma la gentilezza
e il sorriso della popolazione sono davvero unici ed insoliti.
Un viaggio in Marocco è un'esperienza
che sicuramente non lascia indifferenti, sotto diversi punti
di vista: è un assalto ai sensi, dai sapori forti
della carne di montone cotta lentamente agli odori delle
spezie, dai colori delle polverine di hennè esposti
nei souk al suono ipnotico e affascinante del richiamo alla
preghiera del muezzin, dal colore rosso delle aride gole
dell'Atlas tra le quali si insinuano fiumi di verdissime
palme alle spettacolari dune sahariane in perenne movimento…e
soprattutto la sua gente, che al di là delle “faux
guide”(guide false), dei procacciatori di qualsiasi
tipo di bene o servizio, dei tassisti che cercano di spillarti
sempre qualche dirham in più, è sicuramente
una delle più ospitali e gentili che possa capitare
di incontrare.
E come sempre, in ogni viaggio, quello che più colpisce
e rimane impresso nella memoria è il rapporto con
le persone, la voglia di comunicare che va oltre a qualsiasi
barriera linguistica e questa estrema gentilezza che ti
lascia spesso attonito.
Come dimenticare tutto ciò!
Assieme a mio marito Mauro, mio papà Salvatore ed
il mio fedelissimo e amatissimo cane Blanca, siamo partiti
con destinazione Marocco.
Martedì 4 agosto 2009 (Vittuone - Ventimiglia
- Narbonne)
Finalmente, dopo tutti i preparativi e la ricerca di informazioni,
è arrivato il momento tanto atteso: ore 10 partenza.
Breve sosta a Ventimiglia per il pranzo e subito ripartiamo
in direzione Francia dove ci fermiamo per la notte, in un
parcheggio molto ben attrezzato e pulito che si trova al
confine con la Spagna, ed esattamente all'area di servizio
di Narbonne. Questa senz'altro è la più bella
e tranquilla area di servizio che abbiamo frequentato durante
i nostri viaggi.
 |
Mercoledì 5 agosto 2009 (Girona - Barcellona
- Valencia - Baza)
Ripartiamo al mattino verso le ore 8 in direzione Barcellona-Valencia…
Arriviamo alla sera a Baza, circa 300 km. prima di Algeciras
(porto dell'imbarco per il Marocco, appena dopo Gibilterra)
abbiamo sostato piacevolmente e pernottato in una simpatica
stazione di servizio dall'ambientazione tipicamente Messicana
“ los Camioneros”.
Giovedì 6 agosto 2009 (Baza - Granada - Algeciras
- Ceuta - Tangeri)
Sveglia presto e riprendiamo il viaggio per avvicinarci
all'imbarco. Costeggiamo la zona della Sierra Nevada, le
rocce rosse e le case scavate all'interno delle montagne
sono uno spettacolo da vedere.
Dopo aver attraversato l'Italia, la Francia, la Spagna siamo
arrivati ad Algeciras, città che si trova sullo stretto
di Gibilterra dove poter traghettare per Tangeri o per Ceuta.
Ad Algeciras ci dirigiamo immediatamente alla ricerca dei
biglietti per l'imbarco.
Un consiglio per l'acquisto dei biglietti, andate direttamente
al porto e contrattare con le varie agenzie, sicuramente
troverete il miglior prezzo.
Noi abbiamo optato per Ceuta 45 minuti di traversata, biglietto
di solo andata € 245,00 (3 adulti + il camper ), con
la compagnia Acciona.
Nessuna difficoltà all'imbarco, tranne
che i camper e i camion che vengono caricati per ultimi,
ma c'è il vantaggio per lo sbarco: siamo tra i primi
ad uscire!
Finalmente arriviamo a Ceuta dopo 45 minuti, ancora territorio
spagnolo sfiorando lo Stretto di Gibilterra. La frontiera
è poco distante e, come sempre accade in Africa,
decisamente caotica: nessuno ti dice cosa devi fare, nemmeno
un cartello, tranne i soliti locali che propongono assistenza
a pagamento. Davanti a noi, si presenta uno scenario che
ci lascia senza parole, migliaia e migliaia di marocchini
tornati nel loro paese portano l'inverosimile.
Peccato, non si possono fare foto, neppure di nascosto,
troppi sguardi.
Occorre fare due file, una per le persone e una per i veicoli;
noi, ce la caviamo in un paio d'ore. Esaurite le formalità
della frontiera (Dogana, Polizia) ci siamo inoltrati nella
città.
Subito fuori, un ambiente che richiede tutta la nostra attenzione
- finestrini chiusi, occhi aperti, sicure alle portiere
(poi scopriremo, che in effetti tutto è diverso da
come appare al momento).
Iniziamo la nostra avventura marocchina, da Ceuta.
Stanchi morti, andiamo alla ricerca di un campeggio, per
la notte, ahimè scopriamo che a Ceuta non vi è
alcun campeggio. Allora ci dirigiamo verso Tangeri e troviamo
il campeggio Miramonte, ubicato in basso sulla sponda della
laguna e nelle vicinanze del cimitero, dove decidiamo di
riposarci e l'indomani sistemare le pratiche burocratiche
per poter iniziare la nostra avventura -assicurazione valida
per il Marocco, cambio dei soldi etc.
Venerdì 7 agosto 2009 (Tangeri)
La mattina verso le ore 8 marocchine (un'ora indietro rispetto
all'Italia, e due ore indietro quando in Italia c'è
l'ora legale, in Marocco non c'è l'ora legale) siamo
usciti alla volta della città di Tangeri.
Tangeri è una città moderna e molto caotica,
girarla in taxi non è un problema. Per chi come noi
ha il cane diventa però quasi impossibile in quanto
i tassisti per via della loro religione vedono il cane come
un animale impuro.
Ci rechiamo presso la posta a cambiare i soldi e poi andiamo
alla ricerca disperata dell'unica agenzia assicuratrice
che emette la polizza che serve a noi – Assurances
Bitelmal, Agent General de la Compagnie d'Assurances Atlanta
– 8 Place de la Ligue Arabe – Avenue Moulay
Yousseg – Tangeri.
 |
Il costo dell'assicurazione valida per 30
gg. è di € 88,00.
Facciamo un giro veloce per la città di Tangeri (il
caldo inizia a farsi sentire) e poi ritorno al campeggio
per il pranzo.
Nel pomeriggio, la curiosità di vedere i marocchini
in spiaggia è più forte di noi, quindi una
puntatina al mare, che appare molto sporco e mal odorante.
Molto bello da vedere sono le donne che fanno il bagno completamente
vestite, i bambini che sguazzano nell'acqua (color marrone)
ma felici come non mai. La gente è molta e lo scenario
è veramente bello da ricordare.
La sera altro giro della città, alla scoperta di
Tangeri notturna. Bé che dire, ai marocchini pice
molto vivere la sera.
Sabato 8 agosto 2009 (Tangeri - Rabat)
Al mattino siamo pronti per partire e proseguiamo verso
Sud alla scoperta di un paesaggio del tutto nuovo passando
prima per Asilah, Larache posti molto turistici e con molte
colonie estive per ragazzi, molto curioso, da vedere in
quanto sono delle grandissime e semplici tende. Passiamo
per Moulay Bousselham, Kenitra, Salè e decidiamo
di arrivare fino a Rabat capitale politica e amministrativa
del paese, quarta città imperiale dopo Marrakech,
Fès e Meknès
 |
A Rabat non c'è alcun campeggio, non
fatevi ingannare dal materiale trovato su internet, in quanto
è stato chiuso di recente. Vi capiterà spesso
di trovare segnalazioni di campeggi che in realtà
risulteranno essere stati chiusi.
Domenica 9 agosto 2009
(Rabat – Casablanca – El Jadida)
Lasciamo il camper nel parcheggio e dedichiamo la mattina
a visitare la capitale che è una città in
gran parte moderna ma con una medina interessante, la torre
di Hassan, il vicino mausoleo di Mohammed V e le rovine
della necropoli di Chellah.
Terminata la visita, partiamo verso Casablanca (tre volte
più popolosa di Rabat), a parte il traffico davvero
caotico, si fa ricordare soprattutto per la splendida e
gigantesca moschea di Hassan II: costruita proprio sulle
coste dell'oceano su volere del sultano, padre dell'attuale
Mohammed VI. E' la seconda moschea più grande al
mondo in ordine di grandezza dopo la Mecca: il massiccio
minareto si eleva sul lungomare per 210 metri di altezza,
un record assoluto. Questa è l'unica Moschea del
Marocco visitabile al suo interno anche da non musulmani,
ma non il venerdì perché è il giorno
di preghiera…e, incredibile, noi arriviamo proprio
di venerdì.
 |
Il piazzale antistante è stupefacente, lo spazio
immenso è intonato all'imponenza del monumento, c'è
una marea di gente che cammina, seduta sui gradini a parlare,
è evidente che il venerdì è un giorno
di festa.
Resto per un po' incantata, fuori dall'ingresso principale
della moschea, a guardare le persone che entrano: uomini
e bambini, composti, si tolgono le scarpe e si dirigono
a pregare, mentre le donne fanno la stessa cosa da un altro
ingresso.
Ripartiamo, alla volta di Azzemour alla ricerca del campeggio
per la notte, segnalato su internet. Ahimè come già
capitato, anche qui il campeggio è stato chiuso.
Ci dirigiamo allora verso El Jadida, città balneare
dei marocchini. Qui sappiamo esserci alcuni campeggi. Ci
divertiamo molto sul fatto che ogni volta potremmo e non,
trovare il campeggio per la notte. Per fortuna, il campeggio
esiste. Camping International El Jadida, vicino al centro
della città vecchia portoghese. Dopo cena facciamo
una visita by night alla cittadina come sempre animatissima.
Lunedì 10 agosto 2009 (El Jadida - Safi -
Eussoria)
Ci svegliamo con il solito cielo blu, e andiamo a visitare
il souk (mercato) appena fuori dalle mura di fortificazione,
di fronte all'ingresso ad arco della cittadella, animatissimo,
molto grande, pieno di merci di ogni genere, in particolare
jellabah (le caratteristiche tuniche in panno) e sete colorate,
molto caratteristico come tutti i mercati del Marocco.
Qui le prime difficoltà a fotografare alcuni venditori
che reagiscono a malo modo, non parliamo poi di fotografare
le donne, molto spesso in queste situazioni occorre “rubare”
le immagini sperando che l'inquadratura sia azzeccata!
Visitiamo una delle principali attrazioni, la famosa Citerne
Portugaise, la cisterna sotterranea (ingresso a pagamento),
costruita nel 1541 per la raccolta dell'acqua piovana. Un
soffitto a volte, sorretto da venticinque colonne, come
la cripta di una Chiesa e dove i raggi del sole obliqui
si riflettono in maniera straordinaria nell'acqua profonda
con effetti suggestivi.
Risaliamo in camper per dirigerci verso Safi
costeggiando per un po' l'oceano e poi addentrandoci fra
colline verdeggianti, rigogliose di vegetazione e coltivazioni,
percorrendo strade sulle quali si incontrano un'infinità
di pastorelli, bambini e adulti che ci salutano sbracciandosi
all'inverosimile. Questa è una delle particolarità
del Marocco. Tutti faranno di voi una star salutandovi e
sorridendovi. Numerosi bambini fanno segno di “bon
bon”, le caramelle che noi con grande gioia diamo
loro.
Visitiamo la “Colline des Potiers” (collina
dei ceramisti), dove assistiamo alle varie fasi della lavorazione
dei molteplici prodotti in queste artigianali fabbriche
di ceramica facendo anche acquisti mirati di oggetti non
comuni da noi.
Partiamo da Safi diretti ad Essouria e il nostro viaggio
continua attraversando i monti dell'Alto Atlante fra coltivazioni
di alberi di argan, piante spinose simili all'ulivo dalle
quali si ricava il costosissimo olio di argan, usato fresco
come condimento e invecchiato per i cosmetici.
Ci fermiamo per la notte al camping SIDI MAGDOUL dietro
il faro.
Martedì 11 agosto 2009
(Essouria - Taghazout)
Al mattino presto decidiamo di visitare la città
che è l'attrazione principale della regione.
Parcheggiato il camper andiamo a curiosare.
Quello di Essaouira è il più romantico degli
oceani.
Ci deliziamo nel visitare la zona del porticciolo con quel
tappeto di decine e decine di piccole barche azzurre poste
ad arte come un fitto mosaico a cornice del gruppo di pescherecci
che da poco hanno sbarcato il loro carico animando un colorato
mercato di pesce con decine di pescatori sulle roccie del
molo, che passano la giornata a pulire pesce le cui grida
rendono inimmaginabile la suggestione di questo luogo e
da un nugolo di gabbiani affamati che volano bassi per mangiare
gli scarti.
 |
E' un'esperienza anche per il palato, perché
nei chioschi vicini basta scegliersi il pranzo a vista e
farselo cuocere alla griglia, sapori d'alto bordo a prezzi
low cost. Oltre gli scenografici bastioni, percorsi da un
cammino di ronda, dov'è disposta una lunga fila di
cannoni, il centro storico, offre piacevoli passeggiate
tra le viuzze e i laboratori artigianali.
Non stupisce, apprendere che qui si sono stabiliti molti
occidentali, attratti dalla dolce vita e dal clima, di questa
incantevole cittadina.
Ripartiamo per raggiungere molto tranquillamente Agadir.
Si passano alcuni paesi come Smimou e Tamanar, piccoli centri
noti, per via dei bananeti presenti. In prossimità
di Agadir si vedono spiagge immense, deserte, i panorami
sono molto belli Cap Rhir, Taghazout dove arriviamo nel
pomeriggio, e viste le belle spiagge decidiamo di fermarci
sul mare per passare alcune ore di relax e per la sosta
notturna, quindi parcheggiamo chiedendo al guardiano il
permesso che ovviamente ci viene concesso con una semplice
mancia di 1 euro.
Mercoledì 12 agosto 2009 (Taghazout - Agadir)
Ci svegliamo al mattino, convinti, di passare la mattina
in spiaggia, però il cielo oggi è un po' grigio.
Decidiamo, allora di partire verso Agadir e ci arriviamo
in tarda mattinata.
Nel frattempo è spuntato un sole bellissimo. Cerchiamo
il campeggio per la notte e ci informano che l'unico è
il Camping Agadir. Ormai pensiamo che nulla può sorprenderci
più di quanto abbiamo visto in Marocco, ma ancora
una volta riesce a sorprenderci. Come? Non è un gran
campeggio e si fatica a chiamarlo tale, troviamo i servizi
una cosa indecente con docce non funzionanti e bagni sporchissimi.
E' la prima volta, che decidiamo di farci le docce sul camper,
in quanto ne siamo costretti, data la situazione. Mah, la
cosa sorprendente è che il tutto ad un costo alto
per lo standard del Marocco.
 |
Dopo pranzo, prendiamo un taxi per la visita
alla città, ma il tassista molto abilmente ci convince
a fare la prima tappa in un negozio per vedere la lavorazione
dell'olio di argan.
Ovviamente sappiamo già dove cozzare, dopo la visita
come già pensavamo, eccoci alle prese con la vendita
dei prodotti. Acquistiamo solo un piccolo flaconcino di
olio, giusto per liquidare la commessa. Ovviamente lo stesso
tassista, dopo aver incassato la ricompensa dal proprietario
del negozio per la vendita fatta a noi, ci porta a visitare
il souk dei legumi e approfittiamo per acquistare alcune
cose.
La nostra visita al souk diventa molto divertente e coinvolgente.
La città non offre alcunché se non le strade
moderne – Agadir è stata ricostruita dopo un
devastante terremoto nel 1960 – e negozi al servizio
della nutrita comunità di europei che si è
trasferita qui.
Ritorniamo al campeggio, ceniamo, e per la prima volta a
letto presto. La stanchezza inizia a farsi sentire, ma l'entusiasmo
è tale che la mattina dopo siamo di nuovo pimpanti.
Giovedì 13 agosto 2009 (Agadir - Marrakech)
Questa mattina, il cielo è grigio e piccole goccioline
di pioggia scendono lentamente.
Partiamo presto diretti a Marrakech. Prendiamo la strada
che passa per Ameskroud e la strada comincia subito a salire
sui monti dell'Atlante. La strada è buona e belli
i panorami per la maestosità, e soprattutto per il
contrasto fra il verde della
vegetazione e il rosso intenso della terra e delle rocce.
Caratteristiche, quelle case isolate in campagna, che sembrano
piccole fortezze, tutte rosse e tutte recintate da muri
a secco intonacati con il fango rosso.
Dopo Imi-n-Tanoute il paesaggio muta e ci
si ritrova su di un altopiano brullo e sassoso a circa 1700
metri di quota. Giunti a Marrakech, perdiamo un po' di tempo
alla ricerca del campeggio “Le jardin d'Issil”
che si rivela essere troppo lontano; ci dirigiamo allora,
sulla strada nazionale per Casablanca e chiediamo informazioni
ad un poliziotto il quale ci indica un altro campeggio nuovo
e bellissimo: “Le relais de Marrakech” gestito
da francesi, con piscina, bagni elegantissimi, alberi di
olivo e aiuole.
Finalmente, qualche ora di relax in piscina. Ordiniamo,
al ristorante il tajine e la zuppa marocchina che mangeremo
sotto la veranda del nostro camper. Che serata! Magnifica
e rilassante.
Venerdì 14 agosto 2009 (Marrakech)
Il campeggio, si rivela veramente ottimo, tanto che in mattinata
preferiamo restare qui per usufruire della piscina. Nel
pomeriggio, con il nostro camper andiamo in città
e troviamo posto nel parcheggio dietro la moschea di Koutoubia
dove resteremo anche per la notte. E' un'area molto tranquilla
benché centralissima.
Decidiamo, di fare una corsa in carrozzella per girare attorno
alle alte mura. Poi terminato il giro, ci dirigiamo verso
la famosa piazza di Marrakech, DJemaa el-Fna, di giorno
animata di giocolieri, venditori d'acqua, incantatori di
serpenti la cui musica assordante fa da sottofondo, venditori
di succo d'arancia, e appena si fa buio la piazza si trasforma
in un grande ristorante formato da tanti piccoli chioschi,
si può mangiare di tutto per chi ha il coraggio di
farlo. Visitiamo i dintorni della moschea Koutoubia e le
varie medine.
 |
Una vera sorpresa la offrono i souk appena
dietro alla piazza enormi, rifornitissimi, ambienti di vita
straordinari: il souk dei fabbri incredibilmente ridondante
di tutte le manifatture di lanterne, lucerne, gabbie ecc,:
il souk dei venditori di pellami e volendo il souk dei tintori
di lana, dove si trovano gli artigiani al lavoro e dove
è inevitabile l'acquisto dopo lunghe contrattazioni.
Stradine dall'interminabile intreccio di vie, cunicoli,
piazzette, tutti tappezzati di merci di ogni tipo.
Rientriamo al camper soddisfatti della serata, ceniamo e
non contenti torniamo a goderci la notte in piazza. Fantastico!
Rientrati possiamo andare a letto felici.
Sabato 15 agosto 2009 (Marrakech - Ouarzazate -
El-Kelaà des Mgouna)
Riprendiamo il nostro viaggio al mattino in direzione Ouarzazate.
Oggi andiamo verso la valle del Draa. Il percorso è
splendido per il colore rosso delle montagne e per i villaggi,
che essendo dello stesso colore, si mimetizzano su di esse
e poi quasi a sorpresa, appaiono. L'inizio della strada
è ondulato, le vallate sono ancora ricoperte da una
parte di vegetazione ed i villaggi sono di case basse i
cui tetti spianati vengono coperti con sabbia e pietre,
rosse come le rocce circostanti. Per arrivare al passoTiz'n
Tichka 2260 mt di altezza, ci inerpichiamo su questa strada
che ad ogni tornante ci mostra sempre panorami diversi e
che diventano sempre più straordinari quando spuntano
anche tetti in rovina di kasbah. Il pissè è
la tecnica di costruzione basata su mattoni di argilla e
paglia, con cui sono costruiti gli edifici, ha una durata
di circa 4 anni; perciò quando si deteriora fa assumere
un aspetto fiabesco ed irreale ai villaggi.
 |
A distanza a volte sono difficili da scorgere.
Il panorama si fa brullo, quasi desertico. Sembra non esserci
vita, ma quando meno te lo aspetti, sbucano venditori di
fossili e pietre colorate. Si piazzano davanti o vicino
alla mezzeria per farsi vedere meglio. Pochi chilometri,
ci separano da Ouarzazate, il capoluogo posto alla confluenza
delle valli dell'Atlante, del Draa e del Dadès (nella
zona centrale del Marocco) a ridosso del deserto sabbioso
del Sahara.
Nella piana desolata, all'ingresso della città vediamo
gli Atlas Studios divertente per le architetture egizie.
Nelle immediate vicinanze della suggestiva cittadina, vi
sono numerosi studi cinematografici, dove vennero (e vengono
tutt'ora) girati svariati film ambientati nel deserto, tra
i quali celebri produzioni epiche hollywoodiane del passato
come “Lawrence d'Arabia” e “Il tè
nel deserto”.
Arriviamo a Ouarzazate, piccola città moderna costruita
nel 1928 dai francesi per alloggiare le proprie guarnigioni,
questa oasi color sabbia rimane comunque una città
di transito più che un luogo di villeggiatura. Bisogna
dire che la posizione, all'incrocio delle incantevoli valli
del Draa e del Dadès, fa di essa una porta d'ingresso
privilegiata verso il Sahara e le oasi del sud.
 |
La città in sé per sé non offre grandi
punti di interesse turistico a parte la casbah di Taourirt,
la zona fortificata. In compenso la produzione artigianale
specializzata nella tessitura dei tappeti (detti dell'Alto
Atlante), nella creazione di gioielli, di ceramiche e di
vasellame, è rinomata in tutto il mondo.
Lasciamo Ouarzazate, e lungo la strada essendo tardo pomeriggio,
sostiamo al paese delle rose El-Kelaà des Mgouna,
piccolo centro che è nato su una piccola valle fortunata
(c'è molta acqua) pieno di alberi e di siepi di rose
selvatiche da cui ricavano quintali di petali di rose per
la produzione di prodotti alle rose. Qui, decidiamo di sostare
la notte ma ahimè non vi è alcun campeggio
in quanto è stato di recente chiuso. Decidiamo di
dormire davanti alla Polizia (ovviamente chiedendo loro
il permesso che, molto gentilmente ci concedono).
Domenica 16 agosto 2009 (El-Kelaà des Mgouna
- Merzouga)
E finalmente, è il turno del deserto, di quell'infinita
distesa di sabbia che anche in Marocco formano splendide
dune del Sahara, qui ai suoi estremi confini occidentali.
Per raggiungere il picco dell'Erg di Chebbi, bisogna passare
per Tinerhir (paese di minatori), raggiungere Erfoud, quindi
Rissani e infine il villaggio di Merzouga.
Questa valle, è detta anche delle mille kasbah, infatti,
percorrendola sin dall'inizio si scorgono costruzioni un
po' ovunque, l'oasi che segue il corso del fiume è
stupenda, il contrasto tra il rosso deserto che la racchiude
e il verde delle palme e delle coltivazioni è spettacolare.
Ci avviamo, ed iniziamo a notare delle dune che coprono
mezza carreggiata, va
beh noi andiamo e poi si vedrà. La situazione migliora
man mano che procediamo, in questa strada in mezzo ad un
deserto roccioso, solo qualche invasione di sabbia qua e
là ma tale da non impensierirci.
A Rissani, deviamo per Merzouga dove arriviamo nel pomeriggio.
 |
Oltrepassiamo la porta del deserto passando
sotto il caratteristico arco di trionfo seguito da una piazza
e dopo l'ingresso veniamo subito circondati da baldi giovani
che si offrono per trovarci una sistemazione, noi andiamo
a “La Kasbah Le Touareg” un buon hotel con la
piscina accompagnati da un bellissimo ragazzo di nome Omar
Ait Hammi - per informazioni dall'Italia tel. 00212671560049,
e-mail: desertfinik@hotmail.com
Oppure se volete contattare un ragazzo che parla molto bene
l'italiano e fa da guida anche per tutto il Marocco. Si
chiama Soufiane Ourgaga, per informazioni dall'Italia tel.
0021267234174, e-mail: berebersafari2009@gmail.com e consultare
il sito www.berebersafari-4x4marruecos.blogspot.com.
Merzouga è una base eccellente per esplorare il deserto
affascinati a guardare il sole sorgere o tramontare oltre
le dune di sabbia.
L'Erg Chebbi il nome di questa distesa di sabbia, si dice
che abbia alcune delle più alte dune in Marocco,
che superano i cento metri d'altezza. Infatti le dune del
deserto e la fauna selvatica sono impressionanti.
Per chi vuole visitare il deserto, senza, essere assaliti
dai soliti procacciatori di “sogni berberi”,
segnalo e vi consiglio di contattare: M’barek Ouattou
persona estremamente gentile ed affidabile, parla bene il
francese ma se la cava anche con lo spagnolo e l'Italiano
tel. 00212672634509 e-mail: barra_ouattou@hotmail.com, potete
contattarlo via e-mail per programmare insieme escursioni
secondo le vostre esigenze, in grado di organizzare bellissime
visite guidate di 1-3 giorni nel deserto a dorso di dromedario
alla scoperta dell'Erg Chebbi, vero miracolo della natura,
delle oasi circostanti o il bivacco nelle tende allestite
dai berberi, un angolo di Marocco tradizionale, visitando
una famiglia di origine berbera, ammirare le albe e i tramonti,
ed il cielo stellato del deserto dalle tende nelle dune,
esperienza straordinaria, oppure: Idir Azeroil persona estremamente
simpatica e gentile tel. 00212677553231 e-mail: idir_ma85@hotmail.fr.
Sarà indimenticabile assistere al tramonto dalla
cima delle dune che al crepuscolo si
tingono di un colore rosso intenso. Cena, preparata sul
fuoco con festicciola berbera con tam-tam sotto un tetto
di stelle.
 |
Merzouga, non è un vero paese, è
una borgata sorta ai piedi delle grandi dune.
Lungo la strada che fiancheggia la grande duna, si troveranno
numerose indicazioni riferite ad alberghi, motel e camping
tuttofare.
Qui, si respira una sensazione di limite, di frontiera.
Trovarsi a fianco della distesa di solitudine del deserto
del Sahara (Sahara è una parola araba che indica
appunto la solitudine) è un'esperienza vibrante,
ma ammirare il sorgere del sole tra le dune di sabbia è
un'esperienza esaltante, e forse il ricordo più struggente
della vostra vacanza in Marocco.
E Merzouga è proprio il luogo adatto dove vivere
questa emozione intensa!
Prenotiamo la nostra escursione, “Una notte fantastica
nel cuore del deserto” per il giorno dopo, e finalmente
ci prendiamo un meritato relax in piscina.
La sera la passiamo insieme ai ragazzi berberi dell'hotel,
con canti tradizionali.
Lunedì 17 agosto 2009 (Merzouga)
Mattina dedicata ancora ad un po' di relax e visita a piedi
nel deserto.
Nel pomeriggio, le dune del Sahara! Deserto…
Prepariamo lo stretto necessario per trascorrere la notte
all'aperto ed iniziamo ad addobbarci come ci hanno insegnato
i tuareg e gli uomini blu del deserto, ormai con i turbanti
in testa e l'emozione a mille.
Vediamo poco lontano che i cammellieri si stanno preparando.
La partenza coi dromedari per l'oasi è prevista per
le ore 17. Ad attenderci c'è M'barek nostro capo
carovana, è vestito con una tunica lunga fino ai
piedi e un lungo turbante intorno al collo e alla testa.
E' molto gentile, giusto qualche parola per rispondere alle
mie tante curiosità, pronto ad offrire i suoi servigi
e a far scoprire l'immensa distesa di sabbia…però
a guardarlo è proprio affascinante! Approfitto per
fare con lui quattro chiacchiere e in seguito diventeremo
molto amici anche una volta tornata in Italia.
I Dromedari ... quanto sono buffi. Dormono mansueti, accucciati
a cerchio nella sabbia, quando ci si avvicina si voltano
biascicandoti in faccia il loro sguardo snob.
 |
Ed ora in sella ... escursione verso il nostro
primo tramonto di sabbia. Che sensazione cavalcare questi
animali. Alla vista hanno un'andatura annoiata, ma montandoli
si avverte forza nel passo e l'affondare dello zoccolo non
frena il barcollante avanzare. Le zampe dei dromedari non
affondano mai nella sabbia, ma la ammortizzano espandendosi
e gonfiandosi ad ogni contatto, proprio come cuscinetti
d'aria. Anche i piedi di M'barek devono in qualche modo
essersi adattati a questo genere di percorso.
Poi si cammina. Passo dopo passo arrampicandosi sui pendii
... piano, piano intorno a noi ci sono solo dune, più
alte e più basse, sulle quali il nostro cammelliere
ci guida in salita e discesa. E' bello vedere le nostre
ombre allungate sulla sabbia.
Delirio di emozioni!
Le luci di Merzouga sono definitivamente scomparse e intorno
non vedi altro che dune. È in quel preciso momento
che comprendi a fondo lo spirito di tutto un viaggio: quando
senti che le parole finiscono e a parlare è solo
il silenzio del Sahara, la sua vastità e la totale
mancanza di punti di riferimento. In quel preciso istante
cala un breve silenzio... è come se tutti noi percepissimo
la stessa identica emozione, la stessa paura sotterranea
di fronte alla quale l'istinto si sente smarrito, confuso.
Il tragitto di circa 2 ore in sella ai dromedari non comporta
nessuna difficoltà.
Lo scenario è fantastico, la maestosità del
Sahara altrettanto, il confine algerino è vicinissimo
e lo scorgiamo all'orizzonte.
Come un miraggio, compaiono le prime palme e le tende berbere.
Arrivati ci fermiamo davanti alla bellissima oasi, nell'area
di sosta recintata che fa da capolinea ai nostri mezzi di
trasporto. Uno ad uno, i nostri quadrupedi si flettono prima
sulle zampe anteriori poi su quelle posteriori, e per qualche
secondo prima di scendere ti ritrovi con il sedere per aria,
nella improbabile posizione di una impennata al contrario.
Mi sfilo il turbante e ho la testa sudata.
 |
Poi il sole cala, e tutt'a un tratto ti volti
e provi quasi una stretta allo stomaco: il panorama è
di una bellezza paragonabile a quella del mare per chi lo
vede per la prima volta. E, in un certo senso, anche qui
di mare si tratta, un mare in chiaroscuro, con le sue onde
e le sue risacche magicamente immobili, come ipnotizzate
e cristallizzate dal chiarore della luna e sotto una cascata
di stelle come non è facile vedere da nessun'altra
parte.
E' buio, ma la luna illumina abbastanza per riuscire a gustare,
senza l'ausilio di torce, il nostro fatidico “the
nel deserto” e una cena a base di tajine di carne
e di melone, preparata dagli accompagnatori berberi, consumata
al lume di una candela e servita come da tradizione, su
un unico piatto di portata. La serata continua coinvolgendo
l'intero campo allietata con i loro canti e le loro danze
tradizionali.
M'barek, ci spiega che possiamo dormire all'aperto, sugli
stuoini, oppure nella grande tenda berbera poco distante:
nessuno si ritira nella tenda per dormire, la notte mite
ed il cielo stellato invitano a coricarsi all'aperto.
Poi ci mostra una cosa singolare: solleva un coperchio circolare
in mezzo alla sabbia, e illumina con la torcia: là
sotto c'è l'acqua! E' stata una notte da film, resto
ancora un po' sotto l'incanto di stelle a chiacchierare
con M'barek la nostra guida berbera che mi ha parlato un
po' del suo popolo (berberi significa uomini liberi), vivono
senza orologio, il ritmo è scandito dal sole, non
hanno schemi, non sono incanalati in nessun sistema sociale,
racconta leggende su quest'angolo di paradiso giallo, curiosità
sulle tradizioni, mi dice di aver frequentato poco la scuola,
però scopro che conosce, oltre all'arabo e al francese,
anche l'italiano e lo spagnolo, mi racconta di non essersi
mai allontanato dal Marocco e forse anche da questo posto,
ma cediamo abbastanza in fretta al sonno, mentre a pochi
passi da noi i dromedari emettono strani versi... forse
stanno sognando.
 |
E' stato interessante vedere come ci sia gente
che vive cosi lontano dai canoni delle società occidentali…bello!
Sveglia alle 5 e mezza e partenza alle 6 con i dromedari
per ritornare a Merzouga.
Vengono caricati i bagagli sui dromedari e uno alla volta
con il proprio ospite, gli animali si mettono in piedi e
poi, in fila indiana, iniziano il percorso di ritorno. Le
luci dell'alba sono ancora più belle di quelle del
tramonto, seguo la carovana da lontano cercando inquadrature
suggestive.
Giunti al villaggio, ci viene offerta un'abbondante e squisita
colazione, dopo di ché stremati dal poco sonno, passiamo
la mattina in piscina.
Martedì 18 agosto 2009 (Merzouga –
Midelt)
Partiamo da Merzouga nel primo pomeriggio.
L'emozione è così intensa che, al momento
di prendere la strada verso Erfoud, mi sembra di scappare
senza guardarmi indietro, è forte la tentazione di
restare, di cambiare vita. Oppure, semplicemente di tornare.
Risaliamo Rissani, poi Erfoud e procediamo a nord lungo
la valle dello Ziz.
Passiamo Er Rachidia costeggiando il fiume e quindi tutte
le oasi di palme che stanno sulla sinistra.
 |
Fiancheggiamo il lago artificiale ed entriamo
nelle gole dello Ziz con i soliti colori rossi molto intensi.
Il panorama è desertico ma di montagna, passiamo
il passo Tairhemt a 1907 per poi scendere a Midelt a quota
1488 dove ci fermiamo nel parcheggio dei taxi vicino alla
Polizia, (ovviamente chiediamo loro il permesso che anche
qui, molto gentilmente ci concedono rassicurandoci sulla
sicurezza).
Midelt è la città principale di quest'area
e considerata oggi come la capitale del minerale da collezione
in questa nazione vista l'alta concentrazione di commercianti
di minerali che qui vivono.
Mercoledì 19 agosto 2009 (Midelt –
Meknes)
Come al solito anche stamane ci svegliamo presto e ci dirigiamo
verso Meknes.
Percorriamo una strada ed ammiriamo altipiani desertici,
montagne rocciose e tende berbere.
Passiamo per Ifrane, che in lingua berbera significa zona
arida e fredda. E' una piccola località di villeggiatura
con casette bianche e tetti spioventi, fondata dai francesi
negli anni „30 a 1650 mt. di altitudine, al riparo
dalle calure estive delle pianure e dalle città costiere.
Qui l'atmosfera è tranquilla e rilassata qualcosa
di irreale, ordine e pulizia ci lascia ancor più
stupefatti se paragonato a quello che abbiamo appena lasciato.
Sembra quasi che un pezzetto di Svizzera sia stato trapianto
nel cuore del Marocco, all'interno d'una foresta di lecci
e cedri. Nella cittadina ha sede l'università più
esclusiva del paese, Al-Akhawayn, fondata nel 1995 dal sultano
Hassan II e dal re Fahd dell'Arabia Saudita e frequentata
dai figli dell'elite di tutto il mondo arabo.
Per strada si cominciano a vedere alberi, querce e cedri
del libano ed arriviamo ad Azrou, amena località
di villeggiatura a 1250 mt. ai piedi del vulcano di cui
porta il nome, con intorno la Forèt de Cèdres,
una bellissima foresta di cedri che ospita le bertucce,
famigliole di scimmie stranissime che sfrecciano da un ramo
all'altro, passeggiano, litigano, si contendono un frutto
e, di tanto in tanto, restano ferme dinanzi all'obiettivo
fotografico, come consumate modelle, per un fugace scatto.
In cambio, però si aspettano un po' di cibo (le stesse
che vedrete al guinzaglio a Marrakesh).
Nei dintorni il più maestoso e leggendario cedro
del territorio. Si tratta di Cèdre Gouraud, celebre
e vecchio. Vanta approssimativamente 800 anni. Ben portati.
Pare che il suo nome deriva da un ufficiale francese. Il
suo tronco è imponente e sembra dominare, come un
sovrano, l'intero bosco con la sua folta corona di foglie
sul capo.
Proseguendo arriviamo nel tardo pomeriggio a Meknès,
una delle antiche capitali imperiali. Qui non vi è
alcun campeggio in quanto il solo che c'era, di recente
è stato chiuso.
Sostiamo la notte nel parcheggio a ridosso delle mura della
città imperiale.
Giovedì 20 agosto 2009 (Meknès - Fes)
Al mattino visita interessante e piacevole in carrozzella.
La parte più bella ed interessante, a nostro parere,
di Meknes è la città imperiale.
Attraversandola a piedi o in calesse si nota la grandiosità
e la fastosità voluta da Moulay Isma'il quando la
fece edificare. Dato che la vita di Moulay Isma'il fu improntata
dalla volontà di affermare la sua forza, potere e
crudeltà, il risultato che oggi si osserva è
costituito da queste immense e grandiose opere architettoniche
che dovevano essere, appunto l'emblema del suo potere.
Il nostro cocchiere ci spiega che trattasi di una città
dall'impronta architettonica francese, che in passato gli
è valso l'appellativo di “Versaille del Marocco”.
Capitale del sultanato alawita di Moulay Ismail, che contemporaneo
del re sole Luigi XIV cercava di imitarne i fasti. La città
imperiale si estendeva di fronte all'antica medina, separata
unicamente dalla porta monumentale di Bab el-Mansour, oggi
chiusa e trasformata in una galleria d'arte. Dietro la porta
si trovava la grande piazza d'armi, oggi place Lolla Aouda,
nei pressi si può vedere il mausoleo dedicato al
sultano Moulay Ismail, che scelse Meknès come capitale
del suo regno, uno dei più begli esempi di architettura
araba e marocchina. L'accesso è consentito anche
ai non musulmani fatta eccezione per la stanza dove è
collocata la tomba del sultano, al cui interno si alternano
dei muezzin in preghiera. A sud del mausoleo si trovano
gli
immensi granai fatti costruire dal sultano, gli Heri es-
Souani, che servivano per immagazzinare fieno e grano per
i cavalli del suo esercito, alloggiati nelle scuderie attigue.
 |
Terminiamo il giro delle mura e del Mellah,
facciamo un piccolo giro dei negozi e ci lasciamo tentare
dall'acquisto di alcuni tappeti.
Tornati al camper, preferiamo muoverci in direzione Volubilis
e Moulay Idriss.
Il paesaggio che si percorre in trenta chilometri di strada
è dolcissimo: campi coltivati,
ulivi e abbondanti fichi d'india.
Terminata la visita di Meknès ci dirigiamo verso
Fès.
Pensiamo di fermarci prima a Moulay Idriss, luogo sacro
per il culto islamico, ma appena giunti nella piazzetta,
tra l'altro molto scoscesa, rinunciamo a fermarci. Proseguiamo
verso la vicina Volubilis e arriviamo infine a Fès,
la più antica fra le città imperiali.
La sua medina è senza dubbio la più affascinante
di tutto il Marocco. Sorprendentemente, al primo svincolo
cittadino, ci accoglie sbracciandosi in sella ad un motorino
un uomo che si offe di accompagnarci al campeggio e per
trovarti la guida (dicono ufficiale) che organizza la visita.
Non ci fidiamo.
Sappiamo di un bel campeggio e quindi proseguiamo e pernottiamo
al campeggio “Diamant du vert”, molto carino,
tranquillo, in campagna, nei pressi di un ruscello. Qui
giunti, prenotiamo una guida per visitare la città
la mattina successiva.
Venerdì 21 agosto 2009 (Fès)
Oggi tutta la giornata è dedicata alla visita della
città di Fès, una full-immersion nel più
autentico spirito marocchino, in una realtà che nessuna
fantasia riuscirebbe a descrivere con forza più vivida.
Una miscellanza di sensazioni che non mancherà di
lasciarvi stupefatti, all'interno di un ambiente magico
in cui si è riusciti a trovare la giusta equazione
per fermare il tempo. Colori, profumi, suoni, in un incessante
brulicare di vita attorno ad antichi mestieri artigianali
che sembravano scomparsi da secoli. Alì, la nostra
guida arriva alle ore 9 puntuale per prelevarci dal campeggio,
e come primo giro panoramico ci ha portati in una collina
situata di fronte, a specchio di Fès per poterla
vedere nell'insieme, per vedere la città dall'alto.
Le città sono tre e sono separate, la città
moderna, la città vecchia e la città alta.
E' un quadro di una distesa di tetti con tanti minareti
che si stagliano al di sopra delle case.
Prima di addentrarci nella medina veniamo condotti al quartiere
della ceramica dove ammiriamo la bravura dei vari artigiani
vasai e decoratori ma anche la durezza del lavoro degli
scalpellini degli addetti alla cottura con i forni.
Successivamente ci porta nella città vecchia nel
labirinto all'interno della medina, con i suoi 1500 vicoli
che si intersecano per 57 km, la cui struttura pare sia
rimasta immutata dal Medioevo!
Alì ci spiega che ci sono zone molto importanti e
caratteristiche, Fès el-Bali, la parte più
antica che comprende la medina, e Fès el-Jdid, la
parte più moderna chiamata anche nuova Fès,
dove si trova il Palazzo Reale ed il Mellah, il quartiere
ebraico.
È la medina più estesa del Marocco e percorrerla
è uno spettacolo, significa immergersi nella visione
di centinaia di persone operose.
Le botteghe nascondono centinaia di artigiani di ogni genere
e traboccano di merci con venditori abilissimi nell'esporle
in modo ordinato e in bella evidenza. Stoffe, babucce, frutta
e spezie attirano in particolare per la bellezza dei colori
e per i profumi e per gli odori. Le voci si sovrappongono
creando un brusio continuo interrotto solo dai frequenti
richiami alla preghiera che puntuali provengono dai muezzin
delle frequenti moschee.
Abbiamo assistito all'attività delle donne che impastano,
facendo poi, delle sfoglie sottilissime per i dolci del
Ramadan, per le pastilla e per altri generi. Nei pressi
della porta Bleue gli occhi si ubriacano nella visione della
preparazione dei dolci, tutti esposti in grandi mucchi.
Una descrizione a parte meritano i macellai che formano
una coreografia un po' truculenta, con i pezzi di carne
mettono in bella mostra fila di teste dei montoni e di zampe
delle mucche, mentre affettano cuori o altri sanguinolenti
pezzi di carne con calma ed abilità.
Passiamo per tutti i quartieri artigianali e rimaniamo particolarmente
attratti dalle concerie con il souk dei tintori, probabilmente
la zona di Fès ancestralmente più caratteristica.
L'arte della lavorazione della pelle affonda le sue origini
in tempi antichissimi ed ancora oggi è praticata
con metodi che risalgono al periodo medievale, con gli uomini
che si immergono fino alla cintola dentro alle vasche di
tintura, costruite ancora con mattoni di fango e piastrelle
di ceramica. E' uno spettacolo veramente unico e a vederlo
dall'alto crea l'effetto d'una tavolozza con tutte le tinte
e le sfumature possibili, come se l'artista si fosse dimenticato
aperti tutti i tubetti di colore. A rendere tutto, ancora
più indimenticabile contribuisce anche il forte odore
che si respira e di cui tutta l'aria è impregnata.
Raccontare Fés serve per la propria memoria ma non
per gli altri in quanto questa città va vissuta.
Ci si immerge in una realtà temporale diversa da
quella che vivi, che al momento ti appare quasi normale,
ma che poi, ripensata ti lascia stupito perché rielabori
che hai camminato in strade strettissime dove muli ed asini
venivano caricati di ogni mercanzia, dove i lavori procedevano
nel silenzio ma in una dinamicità inarrestabile.
Fés è questo e tutto quello che si potrebbe
descrivere in ore di racconti, è anche centinaia
di piccole moschee dove la gente si infila a pregare, è
anche la visione di straordinarie mederse nascoste nelle
stradine.
Chi si aspettasse una città aperta dove poter accedere
per vivere un'ordinaria quotidianità di viaggiatore
qui non la trova.
Terminiamo la visita della città di Fès uscendo
dalla porta di Bab Dekkaken, chiamata anche la porta blu
dal colore delle piastrelle di ceramica con cui è
decorata.
Risaliamo sul nostro camper. Alì la nostra guida
ci riaccompagna in campeggio, insieme ai ricordi indelebili
di questa stupefacente città.
Ci prendiamo un meritato pomeriggio di relax in piscina,
cena e dopo una partitina a carte ci aspetta il nostro tanto
atteso letto.
Sabato 22 agosto 2009 (Fès - Martil)
Riprendiamo il viaggio lasciandoci alle spalle la fantastica
Fès, una città che sembra piombata dai confini
del tempo fino ai nostri giorni, come uno squarcio di medioevo
saltato fuori all'improvviso da un buco nero, per farci
rivivere con le sue ancestrali atmosfere, attimi e sensazioni
di una vita passata. Abbandoniamo così quella parte
di Marocco, che è con le città imperiali la
metà araba della sua anima.
Abbiamo, poi, preso la strada per Chefchaouen.
Percorriamo la catena montuosa del “Rif, paradiso
del kif”. Una rima che è diventata lo slogan
turistico di Chefchaouen, villaggio di montagna nel nord
del Marocco, noto per la Medina blu e i campi di hashish.
Facendola tutta percorriamo circa un centinaio di chilometri
di strada panoramica, di questi almeno la metà è
coltivata a Cannabis. Qui la Marijuana è consentita
per uso personale, ma la gente del posto ovviamente fa di
tutto per venderla al primo che passa. Trovi gente seduta
sul bordo della strada o sotto una pianta che appena ti
vede cerca in tutti i modi di mostrarti i propri prodotti.
Addirittura ti inseguono a bordo di motorini o auto. Nella
zona di Ketama (viene chiamata anche Issaguen) città
dello smercio e contrabbando di hashish dove viene permessa
la coltivazione della marijuana, ne vediamo interi crinali
lungo la strada, adulti e bambini, invitano a comprare facendo
il gesto della sigaretta da fumare (Kif).
Vi sono praticamente coltivazioni di marjuana fin sul bordo
della strada. Leggendo le guide scopriamo solo poi che la
zona è considerata pericolosa, ma noi non abbiamo
avuto alcun problema ed i venditori di hashish che si trovano
lungo la strada non sono più insistenti di qualsiasi
altro venditore marocchino.
Una volta giunti a Chefchaouen - Sciesciuà”
come la chiamano qui, capitale del kif, appoggiata sui monti
(ha tutta l'aria di un bel paese di montagna), villaggio
molto caratteristico dove la medina con i suoi viottoli
e le case imbiancate a calce, ricorda molto l'Andalusia,
non abbiamo potuto parcheggiare in centro perché….
È vietata la sosta ai camper!
Anche qui, come lungo tutto il percorso da Tangeri, le bandiere
sventolano copiose: si è festeggiato 10 anni di regno
di re Mohammed VI. Ci dirigiamo verso Ceuta, verso la fine
di questo bellissimo viaggio!
Ci fermiamo a Martil, centro balneare e nell'unico campeggio
prima dell'imbarco sostiamo per la notte.
Domenica 23 agosto 2009 (Martil - Ceuta)
Partiamo da Martil, raggiungiamo Capo Negro dove ci sono
molti villaggi turistici, graziosi e ben tenuti, le abitazioni
lussuose, gli alberghi ed i centri sportivi sono l'ennesima
conferma di quanto sia pieno di contrasti questo paese che
pone sempre di fronte il grande divario tra benessere e
miseria.
La strada sale e usciamo dal paesaggio precostruito per
immergerci nel verde paesaggio naturale. Davanti a noi un'alta
catena montuosa. Scendiamo ancora a costeggiare il mare,
con a sinistra i grandi monti del RIF e dalle altre parti
villaggi turistici che si susseguono ininterrotti. Lunghe
spiagge di sabbia, si vede la penisola di CEUTA. Poi, dal
tranquillo Mar Mediterraneo alle aspre colline in pochi
Km. Un paesaggio così vario, diversissimo è
proprio la caratteristica di questo Paese. Sulla cima delle
colline grandi mulini a vento moderni e brutti che però
producono energia pulita. Siamo a 840 mt. e si vede ancora
il mare. La strada è insolitamente bella e molto
panoramica. Qui le donne vestono con i colori del RIF, bianco
e rosso a righe e larghi cappelli di paglia con fiocchi
di lana blu.
Arriviamo infine a Ceuta.
Chiudiamo così il nostro anello in
terra marocchina con circa 7.500 Km (molti su pista) che
ci hanno portato a conoscere anche i luoghi più remoti
di questo splendido paese.
Qui con amarezza compiliamo il modulo giallo Sortie. La
vacanza in Marocco è “FINITA”.
Il Modello giallo deve essere consegnato (compilato) con
i passaporti allo sportello di polizia, sul quale viene
messo il timbro di uscita.
Si passa al controllo doganale dove viene ritirata una copia
del Modello Verde del mezzo (rilasciato all'ingresso in
Marocco ).
Non avendo il biglietto per la nave di ritorno, acquistiamo
il biglietto a € 185,00 (ovviamente anche qui abbiamo
contattato diverse agenzie per il miglior prezzo), e visto
che la nostra nave parte tra mezz'ora ci avviamo al porto
e ci mettiamo in attesa all'imbarco. Passiamo la dogana
Spagnola dove il controllo viene fatto con i cani per fiutare
eventuale droga o clandestini nascosti.
Quando il traghetto lascia il molo ed inizia la traversata
dello stretto di Gibilterra, alcune istantanee ci tornano
in mente ma soprattutto i grandi occhi di bambini che, stracciati
e senza scarpe, sorridono della loro povertà.
Che sia anche questo il mal d'Africa?
Da qui, inizia il “trasferimento di RITORNO”,
Algeciras /Vittuone.
 |
RIFLESSIONI
Purtroppo il viaggio è finito, eppure, in ognuno
di noi, è forte la consapevolezza di aver tratto
tanto da questa esperienza in termini di sensazioni, emozioni
e crescita personale.
E' davvero una terra di passione e non di semplici contrasti,
dove la parola è facile come la risata e il contatto.
Il tempo in Marocco non scorre mai, ma evapora e dobbiamo
catturarlo per viverlo. La ricchezza degli incontri ed i
paesaggi che ci hanno riempito gli occhi con la loro immensa
bellezza faranno parte di noi ovunque ci troveremo, in qualunque
momento della nostra esistenza…è stato sicuramente
un viaggio impegnativo e complesso, ma la sua peculiarità
e profondità scendono a poco a poco dentro di noi
per sedimentarsi nei nostri ricordi come uno dei viaggi
più vari ed interessanti mai effettuati.
Grazie Marocco!