5 GIORNI NEL QUERCY-PERIGORD
Testo e foto di Jean-Marie Lamandé
L'Itinerario
descritto è stato effettuato senza nessuna preparazione:
eravamo in vacanza nel sud della Francia ed il tempo inclemente
ci ha costretti a cambiare programma.
Ciò nonostante il tempaccio ci ha perseguitati e
molte delle visite descritte sono state effettuate sotto
la pioggia. Inoltre, in bassa stagione molti siti sono chiusi.
Di buono pero' bisogna sottolineare che non abbiamo avuto
l'handicap di luoghi super affollati e spesso abbiamo avuto
la guida praticamente soltanto per noi.
Tutti
i luoghi visitati, nonostante il poco tempo dedicatogli,
sono stati talmente belli da riprometterci di tornare in
questa zona con più tempo a nostra disposizione.
Nel
diario non ho specificato il numero delle strade percorse
poiché qualunque buona cartina le indica perfettamente.
Note:
i prezzi indicati per le visite turistiche si intendono
per un adulto
I prezzi indicati per i ristoranti sono da considerarsi
per due persone
Le note artistiche e storiche in corsivo sono tratte dalla
"Guide Vert Michelin"
Alcuni
siti Internet riguardanti la zona presa in esame. Utili
da consultare prima della partenza:
www.bergerac-tourisme.com
www.quercy.net
http://campingcar.enliberte.free.fr/02_escap/_recits/06segala/r_segala.htm
http://campingcar.passion.free.fr/balade/quercy/quercy.htm
www.perigord.tm.fr/tourisme/index.htm
www.sarlat-tourisme.com
www.castelnaud.com
www.roque-st-christophe.com
www.perigord.com/belves
www.domme-tourisme.com
www.le.perigord.free.fr
IL DIARIO DI VIAGGIO
Mercoledi
27 febbraio 2002
Partiamo da Graissessac, piccolo villaggio del nord dell'Hérault
che ha conosciuto i suoi momenti di gloria al tempo delle
miniere di carbone. Passiamo per Millau, Rodez, Decazeville,
Figeac, è quasi mezzogiorno e siamo ancora in viaggio.
Les
Causses du Haut Quercy: Alcuni chilometri a nord di
Figeac passiamo vicinissimi a Cardaillac, bellissimo villaggio
medioevale dove ogni anno si celebra la festa del pane.
Tralasciata Gramat e i suoi famosi stagni, Rocamadour che
già conosciamo e Padirac che intendiamo visitare
ma è chiusa in questo periodo dell'anno, ci dirigiamo
verso Saint Céré.
Lungo la strada passiamo davanti al Château d'Aynac
che non possiamo fare a meno di fotografare.
Arriviamo a Saint Céré, sono le 12.40 e abbiamo
percorso 297 km. Ci sistemiamo nel parcheggio (con acqua
e WC) del Quai de Bourdeilles e dopo pranzato facciamo un
giro per la città antica. L'hotel de Puymule risale
al XV secolo e molte sono le case antiche con le facciate
a colombaia.
Da
vedere anche, ma chiuso nel periodo invernale, l'atelier-museo
di Jean
Lurçat che terminò i suoi giorni a Saint Céré
nel 1966.
Partiamo
quindi in direzione di Prudhomat e del castello di Castelnau
le Bretenoux.
E' intorno ad una torre del XIII secolo che si è
poi sviluppata progressivamente la fortezza vera e propria.
In particolare fu ingrandita durante la guerra dei cent'anni.
La costruzione è fatta in pietra locale ed è
l'ossido di ferro che questa contiene che dà il colore
rossiccio alle mura.
Lasciato in stato di abbandono nel XVIII secolo, il castello,
incendiato nel 1851, fu restaurato dal 1896 al 1936 da "Jean
Mouliérat" celebre cantante locale che ha legato
la storia del castello alla sua (è morto nel 1936).
Visita guidata degli interni: siamo solo in sette e la guida
è particolarmente disponibile e si dilunga in spiegazioni.
Prezzo d'ingresso: 5,49 euro a persona (3,41 ridotti). Parcheggio
comodo ad alcune centinaia di metri dal castello.
Ripartiamo verso le 15.30 in direzione di Carennac
(km 319), città medioevale che visitiamo in fretta
a causa della pioggia.
Ci
dirigiamo verso Souillac (km 346) dove vogliamo visitare
il "Musée des Automates" (prezzo: 5 euro).
In città diversi parcheggi comodi e facilmente accessibili.
Il museo si trova dietro l'abbazia che si trova sulla strada
per Sarlat ed ha un grande parcheggio.
MUSEE
DES AUTOMATES:
Museo unico in Europa per la collezione d'automi e giochi
meccanici del XIX e XX secolo, in un ambiente di suoni e
luci che trasporta piccoli e grandi in un universo magico.
- Dimostrazioni d'automi e giochi meccanici,
- Scene animate
- Sala video
- Robot androidi e robot industriali
- Boutique del museo con vasta scelta di materiale
tel : 05 65 37 86 91
Ci dirigiamo quindi verso il cuore del Périgord:
Alle 18.30 siamo a Sarlat. Giro cittadino per decidere
dove sostare: c'è un'area di sosta attrezzata vicino
al cimitero (place Flandre-Dunkerque). Noi parcheggiamo
in place du 14 juillet (all'entrata della città vecchia:
buon parcheggio con una decina di posti, ma senz'altro pieno
in estate!!)
L' Ufficio del turismo è ancora aperto e ci forniscono
una mappa della città che evidenzia un itinerario
da percorrere a piedi. Lo iniziamo subito e lo terminiamo
sotto la pioggia...
L'itinerario vale veramente la pena (calcolare tra 1 e 2
ore e mezza, secondo le soste e l'interesse personale per
gli approfondimenti).
Verso le 20.00 partiamo alla ricerca di un ristorante, di
cui non c'è che l'imbarazzo della scelta. Decidiamo
per il Restaurant du Commerce dove ceniamo con 53,30 euro,
dal primo al dolce compreso il bicchierino d'Armagnac a
chiusura.
Verso le 22 ci spostiamo per la notte sul grande parcheggio
di place aux noix e ci dedichiamo a studiare l'itinerario
per l'indomani.
Giovedì
28 febbraio 2002
Alle 6 siamo svegliati dal suono della pioggia. Ci attardiamo
sotto le coperte fino alle 8. Non piove più ma il
tempo è grigio. Dopo colazione eccoci di partenza
verso Domme. Due strade portano a Domme, una delle
quali è indicata in particolare per i bus e i camper.
Imbocchiamo quest'ultima (D46 e poi D46E) e arriviamo ad
un grande parcheggio gratuito dove si può sostare
senza problema. Siamo a 400 metri dalla Porte des Tours
che raggiungiamo a piedi (strada vietata ai Camper, comprensibile
perché all'interno del paese è impossibile
parcheggiare).
Questo
villaggio è veramente magnifico, peccato che in questo
periodo dell'anno non possiamo visitare le grotte che aprono
soltanto di pomeriggio, ma almeno non c'è folla di
turisti. Siamo gli unici turisti e gente in giro ce n'è
veramente poca. Non c'è visita guidata ma ci ripromettiamo
di tornare perché c'è ancora molto da vedere.
Riprendiamo
il nostro itinerario e verso le 10 siamo a la Roque Gageac
(ci ricordiamo ancora di quella notte del 1957 quando una
parte della roccia si staccò e cadde sopra le case
lì sotto).
Arriviamo
quindi al castello di Castelnaud (km 416). Prezzo:
6,4 euro.
Ci sistemiamo nel parcheggio a pagamento (2 euro tutta la
giornata, c'è anche il parcheggio dei bus un po'
più in basso, gratuito e non lontano dal castello
a piedi, ma ... preferiamo dare il nostro contributo finanziario).
Il castello è sistemato molto bene ed al suo interno
ospita il Museo della Guerra nel Medioevo, molto interessante
(il gruppo di giovani adolescenti che incontriamo con i
loro insegnanti sembravano molto interessati alla visita,
cosa alquanto inusuale tra i giovani d'oggi, per non notarla!)
Riprendiamo
il camper e passando davanti al castello di Beynac-et-Cazenac,
giungiamo a Belvès (km 447). Visitiamo rapidamente
l'antica "Castrum", circondata da mura alte fino
a 15 metri. Queste mura sono visibili da ogni strada dai
nomi evocatori (Via del piccolo sole, Via dell'uccello che
canta...).
La
prossima tappa è Monpazier (km 465). Ci sistemiamo
nel parcheggio all'entrata del villaggio. Non c'è
nessuno, è in leggera pendenza ma i cunei risolvono
il problema. Prenziamo e poi partiamo sotto la pioggia che
ricomincia a cadere e che ci accompagna nella visita. In
questo periodo dell'anno non viene nessuno da queste parti
e con calma e tranquillità godiamo della magica atmosfera
che emana da questo splendido paesino.
Lasciamo
Monpazier sotto la pioggia, e ci dirigiamo verso l'Abbazia
di Cadoin. Lungo la strada facciamo sosta a Saint-Avit-Rivière
per scattare una foto: la facciata della chiesa lo merita
veramente.
Arrivati
a Cadoin (km 481), visitiamo l'abbazia (prezzo: 4,60
euro). E' splendida e siamo soli nel chiostro con un foglietto
di spiegazioni consegnatoci all'entrata, dato che in questo
periodo dell'anno sono sospese le visite guidate. Visitiamo
anche il cortile dell'albergo della gioventù che
costeggia l'abbazia e le cui camere danno sul chiostro.
Ripartiamo
ma ci sarebbe ancora molto da vedere
Alcuni minuti di sosta al villaggio fortificato di Molières
(per i camper proseguire fino alla porta, altezza < 2,5m
e girare a sinistra proprio davanti per arrivare al parcheggio)
e per le 15.15 siamo a Saint-Avit-Sénieur
(km 492). Le batterie della macchina fotografica sono scariche
e così ne approfitto per fare un po' di video.
Ci
spostiamo quindi a Beaumont (km 500, 16.30) e troviamo
posto sul piccolo parcheggio di fronte all'abbazia, ma ne
scopriamo poi uno più grande sul retro imboccando
la via della chiesa.
Attraversiamo molto rapidamente le case del paese: pioviggina
e senza avere il fascino di Monpazier, questa città
merita anch'essa una prolungata sosta.
Proseguiamo
verso le Cingle de Trémolat (km 527, 17.15). C'è
un grande parcheggio lì vicino con un hotel chiuso,
vi si può passare la notte in piena calma in questa
stagione: ai piedi delle bianche scogliere, la Dordogne
esegue un'ampia curva, abbracciando un vasto mosaico di
campi coltivati.
Il
nostro tragitto prosegue in direzione di Eyzies,
passando per Campagne, affascinante minuscolo borgo
all'incrocio della D38 con la D706 e non possiamo fare a
meno di scattare qualche foto.
:
Arriviamo a Eyzies (km 553, 18.10). Ci sistemiamo nel parcheggio
di Vézére (a pagamento in stagione, ma gratuito
in questo periodo).
Ci incamminiamo immediatamente verso l'abri Pataud,
notevole sito preistorico che nella Guida Verde (ultima
edizione) è indicato aperto da gennaio ad agosto
fino alle 19, e abbiamo la sgradevole sorpresa di trovarlo
chiuso. Un cartello indica gli orari di visita per il mese
di febbraio: dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17. Decidiamo
di cenare, dormire ed essere all'entrata alle 10 domani
mattina.
Nel villaggio tutto è chiuso, solo un ristorante-brasserie
è aperto, quello sulla piazza del municipio. Ottima
cena a 47 euro e 90, tutto molto buono e prezzo corretto.
Passiamo una notte ottima sul parcheggio molto calmo e disturbato
soltanto dal passaggio di 2/3 treni sulla ferrovia lì
vicino.
Venerdi 1 marzo 2002
Ci alziamo alle 9. Pioviggina e alle 9.55 siamo davanti
all'entrata del sito. Un'altra persona attende l'apertura
insieme a noi. Aspettiamo e alle 10.10 ancora non è
aperto, telefoniamo al numero indicato sul pannello d'ingresso
e ci dicono che non c'è visita il lunedì,
venerdì, sabato e domenica! Effettivamente guardando
meglio notiamo un piccolo trafiletto che indica queste limitazioni:
Complimenti all'Ufficio per il turismo!
Molto delusi ce ne andiamo verso la grotta di Gaume
indicato sulla Guida Verde aperta a partire dalle 10 tranne
il mercoledì. Siamo là verso le 10.30 per
vedere uno splendido cartello all'entrata del sito: "Chiuso
causa lavori in corso, ma aperta la grotta di Combarelle".
Ancor più delusi imbocchiamo la strada verso la grotta
di Combarelle, dove siamo presi "a tiro" perché
non abbiamo il biglietto d'ingresso: doveva essere comprato
alla grotta di Gaume. Cerchiamo di spiegare del cartello
con la scritta "chiuso" all'"amabile"
custode che non vuole sentire ragioni e ci risponde che
nonostante la chiusura i biglietti dovevano essere acquistati
là. Naturalmente rifiuta qualunque possibilità
di visita della "sua" grotta, anche pagando a
lui stesso i biglietti d'ingresso. Disgustati per la totale
mancanza di considerazione e rispetto per i turisti che
pagano per visitare questi luoghi, lasciamo Eyzies. Ci ritorneremo
senz'altro un giorno quando avremo digerito la pillola amara
e protestato per iscritto alle varie organizzazioni interessate
perché i luoghi devono essere splendidi.
Cartellino rosso per l'accoglienza ed i siti chiusi di
Eyzies
Decidiamo
di andare verso la Roque Saint Christophe sperando
che il sito sia aperto (sono le 10.45 ed il contachilometri
indica 569). Il sito è effettivamente aperto, ci
sono parecchi grandi parcheggi e dei tavoli da picnic.
L'accoglienza è ottima, ci consoliamo un po' per
la disavventura di Eyzies e ci sentiamo rispondere che non
siamo i primi a protestare: "è un sito statale
e tutti se ne infischiano"!
Ci
viene data una piccola guida plastificata per effettuare
la visita di questo bellissimo sito troglodite abitato nel
periodo paleolitico e nel Medio Evo. Secondo noi il luogo
meriterebbe di essere descritto più ampiamente nella
Guida Verde.
Terminata
la visita proseguiamo il nostro giro. Prossima tappa Saint
Léon de Vézère (km. 573, 11.40).
Parecchi piccoli parcheggi non distanti (200m) dal centro
del paese. Visitiamo la chiesa, famosa per essere una delle
più belle
chiese romaniche del Périgord, e i 2 piccoli castelli
di Clérans e de la Salle.
Attraversiamo
Montignac (acquisti veloci) e procediamo verso le grotte
di Lascaux (km 584, 12.30), ingresso 7.5 euro. I
grandi parcheggi all'ingresso del sito sono praticamente
vuoti, ci sistemiamo e Liliane va a controllare all'entrata
l'orario di apertura indicato dalla Guida Verde. Non corrisponde,
infatti aprono alle 14 anziché alle 13. Pazienza,
dedicheremo più tempo al pranzo.
Aprono effettivamente alle 14, ma la visita non inizia che
alle 14.20. Siamo preoccupati per il castello Montaigne
che chiude alle 17 e la strada è lunga (circa 130
chilometri): speriamo bene.
Visitiamo la grotta di Lascaux 2. Siamo un piccolo gruppo
che non dovrebbe porre problemi alla guida. Quest'ultima
ha una voce molto flebile, come farà quando ci sono
gruppi di 50 e più persone? In più, la spiegazione
sembra essere imparata a memoria, parla ancora del secolo
scorso riferendosi al 1880, ma già da due anni siamo
nel XXI! Fortunatamente il luogo è splendido e ci
aiuta a dimenticare la mediocrità della guida.
Nota a piè di pagina: sul depliant "Semitour
del Périgord" che descrive il posto sono indicati
dei tavoli da picnic: ne vediamo soltanto uno vicino all'ingresso
e su tutti i parcheggi ci sono cartelli: "picnic proibito"!
In più siamo stupiti che in questa caverna ricostruita,
i passeggini non siano permessi mentre è ammesso
l'ingresso ai cani!
Cartellino giallo per il dépliant, l'accoglienza
e la qualità della guida, ma 3 stelle per la bellezza
del sito.
Verso
le 15.15 imbocchiamo la strada in direzione di Bergeracois
ed eccoci al Castello di Montaigne (km 712, sono
le 17.10 ed è aperto). Tariffa di ingresso 4 euro
più 6 euro per la brochure esplicativa.
L'accoglienza
è cordiale e usufruiamo di una visita guidata soltanto
per noi due con osservazioni particolarmente interessanti.
"Miracolosamente
salvata dalle fiamme che distrussero completamente l'antica
dimora di EYQUEM de MONTAIGNE nel 1885, la torre di Michel
de Montaigne si trova ai confini del Bordelais e del Périgord,
al centro di un parco maestoso creato secondo le indicazioni
del filosofo umanista.
Dalla cappella dedicata a Saint Michel passando per la camera
in cui colui che fu consigliere di parecchi re, funzionario
e sindaco di Bordeaux si spense in un ultimo soffio di pietà
religiosa, la visita ci conduce infine alla biblioteca dove
questo infaticabile scrutatore dell'anima e dello spirito
umano fece incidere in lettere di fuoco sulle pareti del
soffitto il frutto delle sue riflessioni e delle sue letture.
Visitando questi luoghi carichi di storia, vi impregnerete
dello spirito del proprietario del posto e scoprirete un
sito che non è cambiato dal tempo in cui Montaigne
vi redigeva i suoi famosi Essais"
Sono
appena passate le 18 e dopo l'incanto di questa visita (questa
estate dedicheremo un po' di tempo a rileggere gli Essais)
ripartiamo in direzione di Sainte-Foy la Grande.
Parcheggio davanti al Super U (km 741, 18.45). Facciamo
alcuni acquisti e partiamo alla ricerca di un ristorante.
La nostra sceltav cade sul Ristorante de la Tour, 89, rue
de la Republique, dove ceniamo ottimamente con 71.60 euro
in un ambiente piacevole con musica discreta degli anni
'60-'80 di sottofondo.
Il parcheggio dove ci eravamo fermati non ci sembra molto
adatto per la notte e così ripartiamo verso Eymet
dove arriviamo alle 22.45 (km 773). Un ottimo parcheggio
ci aspetta a braccia aperte in Place de la Republique, proprio
dietro la chiesa e fornito di toilettes. Ci sistemiamo per
la notte.
Sabato
2 marzo 2002
Ci svegliamo verso le 8 e alle 8.45 siamo pronti per la
visita della città di Eymet.
Questa cittadina ha conservato i portici e le belle case
antiche dalle facciate caratteristiche in pietra e legno.
Al centro della piazza, una fontana del XVIImo secolo.
La chiesa, dietro la quale siamo parcheggiati, ha sostituito
un primitivo edificio benedettino più antico.
Del castello sussiste la torre del XIVmo secolo. Il museo
(chiuso), si trova in questa torre.
L'insieme è molto bello e spunta anche qualche raggio
di sole
Verso le 9.45 riprendiamo la strada per il Castello di
Monbazillac e facciamo una mini-sosta davanti al Castello
di Bridoire: peccato che non sia visitabile e che stia andando
in rovina. I proprietari, una società senegalese,
non sembrano molto interessati alla sua conservazione. E'
stata creata un'associazione che si sta battendo per cercare
di salvare questo magnifico edificio che oltre ai danni
del tempo subisce anche quelli dei vandali e degli abusivi.
Arriviamo al Castello di Monbazillac (km 802, 10.30). Prezzo
della visita 5,65 euro. C'è un grande parcheggio
per i bus in cui ci fermiamo preferendolo a quello per i
veicoli speciali: siamo soli.
All'ingresso del castello siamo accolti molto bene dal custode,
che ci spiega che in questo periodo dell'anno è da
solo e quindi la visita non sarà guidata. Ci fornisce
comunque un foglio di spiegazioni che seguiamo scrupolosamente,
chiedendo ulteriori delucidazioni all'uscita.
Visitiamo:
Al pianterreno: La sala dei mestieri; La sala protestante;
La torre dei blasons; Il grande salone, il piccolo salone,
la torre della biblioteca.
Al primo piano: Il vestibolo; La torre di Sully; La camera
della viscontessa; La torre dell'oratorio; La sala del disegnatore
SEM; La sala R. Germain (fotografie e modellini dei castelli
del Périgord).
Nei sotterranei: La cantina; Le cucine del castello; Il
museo del vino.
Ancora
una breve sosta alla cantina del castello per una degustazione
(ottima come aperitivo) e alcuni acquisti di Monbazillac
che porteremo a casa e starà bene con il paté
comprato il giorno prima a Montignac.
Arrivati
a Bergerac (km 812, 12.30) ci parcheggiamo sul parcheggio
del porto (molto in pendenza e poco facile accedervi con
un camper grande: saremo obbligati a usare le 4 ruote motrici
per uscire dalla parte sinistra del parcheggio essendo l'uscita
regolare bloccata da diverse auto in sosta).
Alcune centinaia di metri più avanti lungo il viale
c'è un altro parcheggio non in pendenza e vi abbiamo
visto due camper in sosta ma quello del porto è vicino
all'entrata alla città vecchia e il tempo stringe.
Pranzo rapido e partenza per un tour della città:
in genere durante l'alta stagione l'Ufficio del Turismo
organizza dei tour guidati della città vecchia tutti
i giorni alle 15.30 (tranne la domenica).
MUSEO
NAZIONALE del TABACCO DI BERGERAC (3.5 euro)
Il museo nazionale del tabacco, creato nel 1950 dall'amministrazione
dei musei di FRANCIA, nel 1982 è stato riorganizzato
e sistemato secondo le nuove norme museali in una costruzione
restaurata dalla città di BERGERAC, la "Maison
PEYRAREDE". Questo edificio del XVIImo secolo la cui
entrata principale è su Rue de l'Ancient Pont, testimonia
il passaggio dal Rinascimento al Classicismo: è uno
dei fiori all'occhiello del patrimonio architettonico di
Bergerac.
Il nuovo museo è stato inaugurato nel mese di GENNAIO
del 1983 ed ha ospitato diverse mostre tematiche sul tema
del tabacco e argomenti correlati.
La visita si effettua su quattro piani e diverse sale.
I temi trattati:
- Scoperta del tabacco
- Tabacco e società
- Il tabacco e l'arte
- Artigianato
Alcune sale ospitano il Museo della città di Bergerac
con le seguenti sezioni:
- La preistoria
- Il periodo gallo-romano
- Il medioevo
- La rivoluzione del 1789
Sono
le 15.30 quando ripartiamo per Périgueux,
dopo questa visita effettuata finalmente sotto il sole.
Ed eccoci a Périgueux (km 862, 16.10): siamo nell'alto
Périgord e nel Périgord verde: la pioggia
ha ricominciato a cadere, noi parcheggiamo sul parcheggio
dei viali, lungo l'Isle a destra del Pont Saint Georges
arrivando da Bergerac, c'è un'area di sosta per camper
con scarico, proprio dietro l'edificio del consiglio generale
(passaggio sotto il ponte: altezza < 3.3 m).
La pioggia aumenta di intensità e presto diverrà
tempesta con tuoni e lampi. Prendiamo un caffè aspettando
che smetta.
Ci dirigiamo all'Ufficio turistico a 300 metri da lì
in Place Francheville. Tra la documentazione c'è
una mappa della città vecchia con un itinerario da
fare a piedi in circa due ore. Approfittiamo di un momento
di sereno per iniziare il circuito. La visita viene interrotta
diverse volte dallo scrosciare della pioggia, ma riusciamo
a completare il giro e vedere praticamente tutto.
Terminata la visita partiamo a fare il giro dei ristoranti:
parecchi sono chiusi e quelli aperti non ci ispirano affatto.
Alla fine arriviamo ad un ristorante non elencato nella
lista che ci ha fornito l'ufficio turistico. Il nome è
"La pataterie" e l'ambiente è simpatico.
Con 48.17 euro ceniamo bene e abbondantemente. Sarà
il miglior ristorante in rapporto qualità/prezzo
di tutti quelli visitati nel nostro tour.
E' ben tardi quando rientriamo al camper. La pioggia continua
a cadere e ci accompagnerà per tutta la notte.
Domenica
3 marzo 2002
Ci svegliamo presto sotto un sole splendente, le tracce
della pioggia già cominciano a scomparire e dopo
colazione partiamo in direzione Aubeterre sur Dronne:
non visiteremo la parte Gallo-Romana del Périgueux
per mancanza di tempo: a volte bisogna pur fare delle scelte!
Verso le 9.30 arriviamo a Aubeterre sur Dronne (km 920):
c'è un grande parcheggio proprio di fronte all'Ufficio
turistico purtroppo chiuso la domenica.
Ci rechiamo a visitare la chiesa monolitica: ingresso 5
euro (+ brochure 1 euro)
Situata
a metà altezza sul fianco roccioso che domina
Aubeterre, questa chiesa dalle enormi dimensioni (27 metri
di lunghezza su 16 di larghezza con le volte semicircolari
che raggiungono quasi i 20 metri di altezza) è stata
scavata all'interno della roccia. Si compone di un'abside,
una navata e di una parte inferiore oltre ad una galleria
sui tre lati ad un'altezza di 15 metri alla quale accedevano
da una scala interna i signori del castello costruito sulla
roccia al di sopra della chiesa.
Proseguiamo
la visita con la Chiesa di St Jacques: ci colpisce in particolare
l'architrave della facciata romanica dal decoro di ispirazione
araba e finemente scolpito.
Verso
le 11.15 ripartiamo in direzione di Bourdeilles (km.
968) dove arriviamo verso mezzogiorno. Ci parcheggiamo sul
piccolo parcheggio dietro la chiesa: l'altro più
grande situato nelle vicinanze è in pendenza. Prima
del pranzo facciamo una breve ricognizione a piedi: questo
piccolo borgo il cui castello domina la Dronne e il suo
antico mulino del XVII secolo ci sembra splendido, soprattutto
sotto il sole. Pranziamo (abbiamo comprato delle ostriche
questa mattina ad Aubeterre ed essendo una delle nostre
debolezze le divoriamo in un attimo).
Alle
14 siamo pronti per la visita del castello: prezzo d'ingresso
4.6 euro. La guida all'entrata non ci può accompagnare
perché in questo periodo dell'anno funge anche da
portiere. Comunque parliamo un po' con lei e scambiamo qualche
opinione sulla festa del camper che si tiene qui all'inizio
di maggio. Ci racconta che anche lei era camperista: quando
era più giovane ha girato tutta la Francia con i
suoi genitori in camper. Ci dà molte indicazioni
e partiamo per la visita.
Il castello consta di 2 parti: una medioevale (della fine
del XIIImo secolo) con la torre che domina la città
e la Dronne sopra una grande sala usata come corpo di guardia
e attualmente utilizzata per le esposizioni, e una rinascimentale
(XVImo secolo) con una notevole collezione di mobili.
Tutto è veramente bello e i camperisti che saranno
qui agli inizi di maggio avranno di che visitare, se avranno
il tempo!
Sono
le 15.50, quando lasciamo il castello ancora incantati e
riprendiamo il nostro cammino verso Puyguilheim (km.
996, 16.20) per visitare un altro castello. Prezzo d'entrata:
4.6 euro.
Ci infiIiamo al volo nella visita guidata, la guida, un
uomo di mezza età, è molto esperta e ci fa
scoprire questo maniero con un discorso esplicativo farcito
di mille aneddoti curiosi. Rimaniamo estasiati.
Brantôme
è la prossima tappa, che raggiungiamo verso le 18.30
(km. 1.012); grande scelta di parcheggi, la nostra preferenza
va a quello situato all'uscita della città davanti
al Ristorante "au fil du temp", chemin du vert-Galant,
dove sono già parcheggiati altri due camper.
Passeggiata serale per la città: è molto bella
ma praticamente deserta, cosa che rende il tutto un po'
triste.
C'è un'antica abbazia dell'VIII secolo con i suoi
edifici conventuali. Visiteremo soltanto l'abbazia, data
l'ora tutto il resto è chiuso. Ma ci ripromettiamo
di tornare, probabilmente l'estate prossima, per visitare
il resto.
Alla sera siamo al Ristorante "au fil du temp"
per un ultima cena vacanziera al costo di 75 euro.
Lunedi
4 marzo 2002
Ci svegliamo verso le 8.00: c'è un sole splendido
ma fa freddo, i finestrini del camper sono coperti di brina
(era -3°C questa notte). Stufa, toeletta e prima colazione
e poi via verso casa.
Piccola sosta a Thiviers per vedere se per caso il
Museo del Foie Gras fosse aperto: niente da fare, è
chiuso.
Proseguiamo per Limoges, poi l'autostrada, pranzo nei pressi
di Vierzon e alle 15.45 parcheggiamo il camper davanti casa.
Non ci resta altro che sistemare tutto e rileggere il taccuino
di viaggio per mettere in bella gli appunti presi durante
il tragitto.
versione
francese