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BASILICATA: LA FESTA DEL "MASCIO" A PIETRAPERTOSA

testo e foto di Marina Cioccoloni

Avevamo spesso sentito parlare della Festa del Maggio, o "Matrimonio degli Alberi" che si tiene ad Accettura ed in alcuni altri paesi poco distanti nel periodo di giugno. E' una festa che si basa su un antico rito pagano di primavera per festeggiare la fertilità e la fecondità, una specie di cerimonia di nozze simboliche tra due alberi che un corteo di boscaioli va a tagliare nel bosco e poi porta in paese per unirli tra loro ed adornarli. Gli alberi abbattuti sono un "Maggio", un grande cerro, il più alto e dritto possibile, e una "Cima", un agrifoglio che si issa sul cerro e funge da sposa.

In viaggio verso Matera lo scorso giugno, decidiamo di sostare per la notte a Pietrapertosa, un paesino arroccato su un fianco delle Dolomiti Lucane, all'interno del Parco Regionale di Gallipoli Cognato, e che ci era particolarmente piaciuto in una precedente visita. Abbandonata la Basentana percorriamo i 12 chilometri di tortuose curve che ci separano dal paese e appena giunti ci accorgiamo dell'atmosfera particolare e dell'eccitazione che vi regna. Luminarie, bancarelle, banda musicale, gente concitata, che sta succedendo?

Una rapida indagine e con enorme piacere ci rendiamo conto che la fortuna ci ha assistito: è in pieno svolgimento la "Festa del Mascio" di cui avevamo sentito tanto parlare. In quel mentre ecco arrivare la lunga processione di uomini e dieci coppie di buoi che trascinano l'enorme albero preso nel bosco di Accettura. Erano partiti la mattina presto, ancor prima dell'alba, per andare a prendere gli alberi che già avevano tagliato un paio di settimane prima. Avevano scelto i più grandi e poi, dopo il taglio, li avevano puliti, lisciati, e li avevano lasciati lì nel bosco ad asciugare, in modo che diventassero più leggeri per il trasporto e questa mattina si erano incamminati con i buoi per andare a prenderli e portarli in paese.

Sono tutti allegri, concitati, sudati e stanchi per la fatica ma finalmente il grande viaggio è finito, gli alberi sono stati portati in paese e sistemati nel piazzale a fianco del Convento Francescano, dove, dopo aver preso la cima di uno e unita al tronco dell'altro, domani mattina verranno issati e addobbati. Dopo aver sistemato gli alberi i buoi vengono riportati nelle stalle e gli uomini si riuniscono per bere insieme qualche buon bicchiere e parlare della giornata trascorsa nel bosco, mentre per tutto il paese si respira quell'aria particolare di festa.

La mattina dopo già dalle prime ore dell'alba molti sono all'opera intorno al grande albero. La cima viene unita con robusti spaghi al tronco e alle sue fronde vengono attaccati i bigliettini con i numeri dei premi in palio per i coraggiosi che nel pomeriggio tenteranno di scalarlo. Viene aperto il tombino del grosso buco che sarà l'alloggiamento dell'albero dopo che verrà innalzato, in una cerimonia che avrà luogo dopo la messa e la processione.

Arrivano le donne con sulla testa i grandi "Cinti", ceri decorati e addobbati con fiori e nastri multicolori. La gente vestita a festa, i bambini con l'abito nuovo, tutti si riuniscono per la messa e poi ecco sfilare la processione lungo le strade del paese, con la banda in testa, poi le statue dei santi che vengono custodite nel convento e che escono solo in particolari grandi occasioni. Oggi è una di quelle. Dietro le autorità, civili e religiose, e poi tutto il resto del paese.

Dopo che la processione ha percorso le strade principali e le statue sono rientrate al convento, si ha il primo spettacolo di fuochi d'artificio (altri verranno sparati a chiusura della festa questa sera), per festeggiare questo giorno particolare e poi tutti di corsa verso il convento per assistere all'innalzamento del "mascio".

Gli uomini afferrano le varie cordate organizzate per fare forza e issare l'albero, alcuni, a dispetto del pericolo, salgono sul campanile e da lì, affacciati oltre al parapetto di sicurezza, afferrano con forza una delle corde. Viste dall'alto le persone che tirano le corde che si diramano dal tronco dell'albero, sembrano tante piccole formiche. Si comincia a tirare con una forza incredibile, sotto gli occhi di tutti gli spettatori che incitano e gridano consigli, seguendo gli ordini dati dai capimastri, quelli che indicano da che parte tirare in modo da concertare bene le spinte e la forza di tutti.

Ecco, ad un certo punto l'albero comincia ad innalzarsi, e subito alcuni velocemente mettono dei puntelli sotto il tronco, e poi ecco di nuovo l'ordine di tirare. Man mano che l'albero si alza, ci si ferma e si puntella di nuovo dalle diverse parti, si riprende fiato e poi si ricomincia con forza a tirare da una parte o dall'altra.

E' incredibile vedere con che sprezzo del pericolo le persone affacciate dal campanile tirano con forza la corda di cui sono responsabili senza preoccuparsi del fatto che sono in bilico oltre il parapetto di sicurezza. Uno sforzo, un altro, i volti sono rossi e tirati per la fatica, la gente incita e grida, ancora un po', l'albero pesa e non è facile ma alla fine ecco, con un ultimo sforzo e sotto lo sguardo soddisfatto di tutti i presenti l'albero è in piedi, perfettamente alloggiato nel buco di sostegno.

Gli uomini lasciano le corde, si guardano tra loro soddisfatti, si abbracciano, spuntano i sorrisi e tra gli spettatori, prima sommessamente poi in un crescendo sempre più forte, nasce spontaneo un applauso.

Ma il lavoro non è terminato: bisogna slegare e raccogliere le corde e puntellare bene il tronco in modo che rimanga ben fisso. Alcuni si occupano subito di questo secondo lavoro e dopo che si è sicuri che l'albero sia stato ben fissato nel suo alloggiamento un intrepido si lancia dal campanile lungo la corda, con incredibile agilità sgattaiola fino al tronco dell'albero, e aggrappatosi saldamente a questo comincia a slegare le robuste e pesanti corde che cadono di schianto a terra, mentre gli spettatori vengono mantenuti a debita distanza. Raccolte tutte le corde, ecco che il servizio d'ordine, giudicato che nessun pericolo possa sussistere più per gli spettatori, allenta il cordone di sicurezza e si può cominciare a circolare intorno all'albero.

La fatica e la tensione che caratterizzava l'impresa appena conclusa lascia spazio all'allegria: scambi di impressioni, strette di mano, pacche sulle spalle, arrivano i boccioni di vino, i bicchieri cominciano a passare di mano in mano, e mentre si sorseggia si alza lo sguardo al cielo per ammirare l'albero e sorridere alle evoluzioni che sta ancora facendo lì sopra il compagno di fatica, uno di quelli che nel pomeriggio si cimenterà a scalarne la cima.

E' ormai ora di pranzo, e pian piano la piazza si svuota, si corre a casa a mangiare in fretta un boccone per ritornare dopo, nel pomeriggio, per assistere alla scalata dell'albero. E così si continua con lo spettacolo dei vari tentativi dei tanti giovani che cercano di scalare l'albero per arrivare alle fronde, dove sono attaccati i biglietti dei premi. Ma quest'albero della cuccagna non è cosa facile, liscio com'è, e dei molti che tentano l'impresa, diversi rinunciano, altri con grandi sforzi salgono sempre più in alto, alcuni, i più agili, tra cui l'intrepido che aveva già dato spettacolo nella mattinata, con pochi sforzi arrivano fino ai desiderati biglietti, allungano la mano, li afferrano tra le ovazioni degli spettatori, gridano felici e scendono trionfanti brandendoli come trofei. Lo spettacolo va avanti così fino all'ultimo biglietto, tra esibizioni, musiche, applausi, grida, incitamenti e fischi.

Ma la festa non è finita ancora, suona nuovamente la banda, si passeggia, si curiosa tra i banchi degli ambulanti, si va sul piazzale dove è stato allestito il palco, si inizia la musica e così si continua fino a notte, fino a quando le luci dei fuochi d'artificio in un susseguirsi sempre più ravvicinato, illuminando la vallata, mettono la parola fine allo spettacolo.

INFORMAZIONI PRATICHE:

COME RAGGIUNGERE PIETRAPERTOSA: Strada Statale N. 407 o Basentana, deviazione per le Dolomiti Lucane, seguire le indicazioni per Pietrapertosa.

DOVE SOSTARE: Parcheggi nella parte alta del paese e presso il Comune.

COSA VEDERE: Il paese è raccolto sui fianchi delle Dolomiti Lucane col suo tipico impianto arabo. Lo domina dall'alto l'antica fortezza medioevale, dalla quale si può ammirare un grandioso panorama. E' inserito all'interno del Parco Regionale di Gallipoli Cognato.

COSA ACQUISTARE: Biscotti locali, pizze, focacce ripiene e dolci tipici. Formaggi e salumi. In stagione, castagne e funghi. Vedi anche rubrica: "Curiosità"


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