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SOUTH-WEST CANADA:
BRITISH COLUMBIA & ALBERTA

(testo e foto di Carlo Struglia)

Con i suoi 10 milioni di km quadrati il Canada è il più vasto Paese del mondo. Non è facile neppure immaginarne l’ampiezza: per dare un termine di paragone considerate che è grande circa 33 volte l’Italia e comprende 6 fusi orari. E dunque è intuitivo che in due settimane di vacanza non se ne può visitare che una piccola porzione. Noi abbiamo deciso di scoprire il South-West Canada, cioè British Columbia ed Alberta con i loro famosi parchi nazionali.
Dopo un breve scalo tecnico a Winnipeg, la capitale della provincia di Manitoba, il nostro jet della Air Canada si accinge ad atterrare a Vancouver.

Notiamo dall’oblò dell’aereo come la città sia costruita su di una penisola, stretta tra un fiordo del Georgia Strait ed il delta del fiume Fraser, le cui ampie anse scintillano nel sole del tramonto.

La capitale economica della British Columbia offre molto da vedere e necessita una sosta di almeno 3-4 giorni. Visitiamo così il Canada Palace che sembra un veliero ormeggiato ed il tipico quartiere di Gastown con il famoso Steam Clock, l’orologio a vapore che emette uno sbuffo ogni quarto d’ora. E poi la Vancouver Art Gallery con la raccolta delle opere di Emily Carr; la Court House con il suo grandioso atrio; l’UBC Museum of Anthropology, aperto su una serie di caratteristici “totem poles”, dove si può ammirare la curiosa scultura lignea “The Raven and the First Humans” (Il Corvo ed i primi esseri umani, 1980), opera del nativo indiano Bill Reid.

Ammiriamo gli idrovolanti che decollano dal Burrard Inlet e ci immaginiamo lontani ammaraggi in qualche sperduto paesino dello Yukon o dei Territori del Nord-Ovest.
Ci rilassiamo poi con bellissime passeggiate attraverso gli immensi spazi verdi di Vancouver: lo Stanley Park con il suo acquarium, una delle maggiori aree verdi urbane al mondo ed il Lightouse Park con il faro che troneggia su scogliere di granito. Nei pressi, traversiamo con cautela la sottile e traballante passerella del Capilano Suspension Bridge, gettata sul canyon a circa 70 metri di altezza.

Una gita da non perdere assolutamente è quella che con il treno a vapore Royal Hudson ci conduce in circa due ore al porticciolo di Squamish, un villaggio di taglialegna in fondo al fiordo di Howe Sound. Il ritorno lo effettuiamo discendendo il fiordo con la motonave Britannia, con bellissima vista su boschi e cascate. Decidiamo poi di visitare l’isola di Vancouver, ricoperta da un manto di pini Douglas e cedri. Ci imbarchiamo sul traghetto a Tsawwassen ed in un’ora e mezzo attracchiamo a Swartz Bay. Prima di giungere nella Capitale Victoria, ci fermiamo ad ammirare i famosi Butchart Gardens, una delle attrazioni dell’isola, con giardini a tema (giapponesi, italiani) e sapienti giochi d’acqua.

La città conserva un’aria di vecchio impero inglese fin de siècle con un’architettura decisamente britannica. Da vedere l’albergo The Empress che si affaccia sulla James Bay ed il Parliament Building, che la sera si accende con migliaia di lampadine che ne definiscono i contorni e la cupola centrale.

Una delle maggiori voci di esportazione dell’isola è costituita dai magnifici salmoni che si pescano nelle sue acque. Decidiamo di tentare di pescarne uno ed arriviamo sino a Tofino, un piccolo porticciolo a metà dell’isola, sul versante occidentale. Usciamo in barca in una splendida mattina di sole con un pescatore del posto e riusciamo a catturare alcune prede (rockfish), ma non l’ambito salmone. In compenso proviamo l’ebbrezza di issare a bordo un piccolo squalo di circa 1 metro, che subito slamiamo e rigettiamo in mare.
Torniamo a Vancouver ed iniziamo il nostro viaggio verso Est attraversando piccoli paesi (Osoyoos, Cresten, Elko) e costeggiando, lungo il confine canadese, gli stati americani di Washington, Idaho e Montana. Qui attraversiamo il confine ed entriamo negli USA per visitare le Columbia Falls ed il West Glacier National Park. Percorriamo a ritroso la Going-to-the-Sun Road dalla cittadina di Apgar a St Mary, scavalcando i 2.300 metri del Logan Pass. La strada rimane percorribile soltanto da metà Giugno a metà Ottobre e si apre su panorami spettacolari, come il lago St Mary.

Il giorno successivo rientriamo in Canada al posto di frontiera di Carway ed arriviamo nel paesino di Pinker Creek da dove una strada sterrata ci conduce al sito dello Head-Smashed-In Buffalo Jump. Il sito, gestito dai nativi indiani Blackfoot (Piedineri,) era frequentato millenni avanti Cristo dalle popolazioni del luogo che costringevano le mandrie dei bisonti a gettarsi nel baratro per ricavarne cibo che poi seccavano e trattavano (“pemmican”). Lo strano nome del sito, “testa fracassata” sembra sia dovuto alla sfortuna che colpì un nativo che, in attesa ai piedi della scarpata, si vide piovere sulla testa un’intera mandria…
Riprendiamo la highway N.3 ed arriviamo a Fort Macleod che conserva una incantevole atmosfera di frontiera: visitiamo il museo all’aperto, dove sembra debba arrivare da un momento all’altro un drappello di Giubbe Rosse.

Proseguendo per Brooks, incrociamo la Trans Canada Highway e nei dintorni visitiamo il Dinosaur Provincial Park, inserito dall’UNESCO nella World Heritage.
Qualche decina di chilometri oltre, vicino la cittadina di Drumheller, si trova il Royal Tyrrel Museum of Palaentology che espone stupefacenti ritrovamenti di rettili del Cretaceo.

Nelle vicinanze si può percorrere il Dinosaur Trail in un paesaggio tipico delle cosiddette Badlands, attraversate dal Red Deer River, che si traghetta grazie al Bleriot Ferry, a cavo.
In serata facciamo tappa a Calgary, la capitale economica e finanziaria dell’Alberta.
La vera capitale, Edmonton, sorge sul luogo dell’originario Fort Edmonton, costruito per conto della Hudson Bay Company nel 1795 come stazione nella tratta delle pelli.
Calgary deve il suo nome al colonnello Macleod, comandante in capo delle mitiche Giubbe Rosse, che diede il nome di Fort Calgary al primo insediamento fortificato.

La sua fortuna è dovuta invece alla scelta di farvi passare laCanadian Pacific Railway e soprattutto all’estrazione del petrolio. La città non offre molto dal punto di vista turistico, se si esclude la famosa “Stampede” di metà Luglio. Si tratta di un grande spettacolo all’aperto con rodei, cattura al lazo di vitelli, cavalcate di tori, corse di vecchi carri “Conestoga”. E per completare il mito del vecchio West, il tutto viene condito con balli, whisky, poker, T-borne e birra. Vale comunque la pena di salire sulla Calgary Tower che dall’alto dei suoi 190 metri consente una visione panoramica a 360 gradi. Lasciamo di buon mattino la città per dirigere verso i parchi delle montagne rocciose: percorreremo la Icefields Parkway, il più famoso e turistico itinerario del Canada che attraversa i parchi nazionali di Banff e Jasper lungo i 230 km dell’highway 93.

La cittadina di Banff si presenta con un accogliente aspetto turistico e con brevi passeggiate arriviamo ad osservare le Bow Falls e gli “hodoos”, strani funghi di roccia formatisi con l’erosione che ci ricordano la Cappadocia.
Una passeggiata più lunga ci porta ad ammirare lo splendido Johnston canyon, scavato dal Bow river tra alte pareti di roccia, talvolta larghe solo un paio di metri.
Da Banff, dopo alcuni km sulla transcanada in direzione nord, giriamo a sinistra e ci inoltriamo nel Kootenay National Park. Si sale tra panorami suggestivi sino ai 1650 metri del Vermilion Pass. Nei pressi scorre il Vermilion river che ha formato nel tempo uno stupendo canyon (Marble canyon), ricco di rapide e cascate.

Prima di ripartire ci fermiamo alle cosiddette sorgenti rosse o “paint pots”. Si tratta di pozze d’acqua che gorgogliano su argilla rossastra che i nativi facevano cuocere con olio di pesce ed altre sostanze. Ne ricavavano tinture che usavano per dipingere tessuti, tepee ed i loro stessi volti. Subito oltre il Sinclair Pass scendiamo a Radium Hot Springs, dove ci si può immergere in calde sorgenti naturali. Riprendiamo la 95 highway in direzione nord e poi con la transcanada in direzione ovest sino a raggiungere il famoso Roger Pass attraverso il quale si decise di far passare la Trans Canada Railway, malgrado le difficoltà legate all’enorme innevamento ed alle frequenti valanghe, risparmiando però in tal modo circa 240 km. Visitiamo l’interessante centro espositivo che racconta gli inconvenienti e le soluzioni tecniche legate alla costruzione della ferrovia. In effetti i problemi vennero risolti abbandonando la linea in quota e costruendo un lungo tunnel. Proseguiamo sino al Revelstoke National Park ed alla diga sul Columbia river che visitiamo, osservando tra l’altro le smisurate tubazioni che potrebbero tranquillamente contenere un autobus.

A questo punto torniamo indietro sulla Trans Canada Highway ed entriamo nello Yoho National Park. Sembra che yoho derivi da un termine cree che significa ” meraviglia”. E di meraviglie in zona ce ne sono diverse: dalle Takakkaw falls, con il loro salto di 360 metri al Natural Bridge, un ponte naturale di roccia, all’Emerald lake. Oltrepassato il Kiching Horse Pass, raggiungiamo finalmente Lake Louise, la perla alpina del parco Banff, dominato dall’impressionante ghiacciaio del Mount Victoria (3550 mt). Passeggiamo lungo il lago beandoci di una vista semplicemente meravigliosa ed osservando divertiti alcuni scoiattolini che, furtivi, vengono a rubare le nocciole dal nostro sacchetto. Se possibile ancora più bello è il Moraine lake che si raggiunge deviando pochi km sulla destra, scendendo da Lake Louise. Ci appare come una vera gemma, con le sue acque di smeraldo incorniciate dagli incombenti ghiacciai.

Riprendiamo la Icefield Parkway in direzione nord ed incrociamo al km 16 l’Hector lake ed al km 33 il crowfoot Glacier, così chiamato per le tre lingue di ghiaccio che sviluppava, a guisa di zampa di corvo. Al km 40 si incontra il Bow Pass da dove un sentiero attrezzato ci conduce in circa un quarto d’ora al Bow Summit, punto panoramico (2095 mt) sul Peyto lake. Il lago presenta unoo strano colore lattescente dovuto alla “farina di roccia” (rock flour) che il ghiacciaio deposita nelle acque del lago.

Proseguiamo verso nord ed al Sunwapta Pass lasciamo il Banff National Park per entrare nel Jasper National Park. Al km 127 il ghiacciaio Athabasca, ramo del Columbia Icefield, arriva quasi a lambire la strada. Saliamo su una lingua di ghiaccio e ci lasciamo immortalare in una foto, quasi fossimo Reinhold Messner sul Nanga Parbat.

Poco più avanti (km 199) incontriamo la Athabasca falls e pochi km prima dell’abitato di Jasper giriamo a sinistra arrampicandoci su di una strada tutte curve che ci porta alla base del monte Edith Cavell (3363 mt). Il monte prende il nome da un’infermiera inglese della Croce Rossa che nel 1915 venne fucilata dai tedeschi nel Belgio occupato per aver aiutato francesi e compatrioti feriti a sfuggire alla prigionia.
Percorriamo un facile sentiero sino alla base dell’Angel Glacier, così chiamato per le due lingue del ghiacciaio che si diramano come ali. Ogni tanto, con uno schiocco secco, un frammento di ghiaccio si stacca e precipita nel sottostante laghetto con un tonfo sordo.

Infine arriviamo a Jasper, nata nel 1860, quando cominciarono ad arrivare i primi cercatori d’oro. Ora è una cittadina turistica che costituisce un punto di riferimento per tutti i turisti che visitano le Rockies. Una gita che non vogliamo assolutamente perdere è quella lungo il Maligne canyon che ci impegna per tutta la giornata.
Arriviamo prima al Medicine Lake ed alla fine della strada scopriamo uno dei gioielli più belli di tutti i parchi del West Canada: il Maligne Lake, con la sua isoletta boscosa, The Spirit Island.
La visione è magica e lo spettacolo del lago incorniciato da una corona di monti innevati è stato giustamente fotografato e dipinto tante e tante volte.

Percorrendo le strade canadesi, può capitarvi di vedere, come è successo a noi, un gruppo di auto ferme sulla carreggiata, in entrambi i sensi di marcia. Spesso non si tratta di incidenti, ma di avvistamenti. Avvicinatevi lentamente e spegnete il motore: potrebbe trattarsi di un alce che bruca sul lato della strada, a 20 metri da voi oppure addirittura un orso che sfila a pochi metri dal vostro finestrino.

Da Jasper iniziamo a ridiscendere verso sud-ovest, in direzione Vancouver, passando per il ramificato sistema di acque interne dello Sushwap Lake. Il capoluogo della regione è Salmon Arm che – come dice il nome – è la capitale dei salmoni. Questi a milioni risalgono in Ottobre dal bacino dei fiumi Fraser e Thompson, richiamando migliaia di turisti che vogliono assistere al loro passaggio. Continuiamo a scendere verso il Pacifico seguendo il corso del Fraser, il più lungo fiume della British Columbia (1368 km) ed arriviamo al famoso Hell’s Gate Canyon. Si tratta di una strettoia del fiume che si può osservare dall’alto: vediamo la corrente che schiuma e ribolle come in un pentolone, in uno scenario davvero impressionante.

Con questa spettacolare visione ancora negli occhi, rientriamo finalmente a Vancouver. Abbiamo percorso in due settimane poco meno di 3000 miglia, ma soltanto adesso avvertiamo la stanchezza per il lungo tragitto. Durante il viaggio ogni fatica è stata spazzato via dalle tante meraviglie contemplate.


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