Viaggiare - Diari di Viaggio


VIAGGIO IN SPAGNA

(Agosto 2002)

di Leonardo

Durata del Viaggio: 15 giorni
Mezzo usato: auto
Soste: campeggio
Totale chilometri percorsi: 7.000
Clima: 11 gg di sole con temperature oltre i 30°

DIARIO DI VIAGGIO

CARCASSONNE, SAN SEBASTIAN E VITORIA

Erano le 4:30 di un afoso mattino d'agosto, precisamente il 3 agosto, quando Davide (detto il mene), Francesco (detto il Tore), Matteo (conosciuto come Teo), Giulio ed io (Leo), partimmo con le macchine già cariche dalla sera prima per passare 15 giorni, le nostre sudate ferie, in Spagna.
Prima obiettivo: Carcassonne. Splendida cittadina medievale con ancora intatto il fascino del periodo di cui è stata sicuramente una protagonista. Lo si vede dalla cura con cui si sono mantenute intatte tutte le strutture che oggi ne fanno una ambita meta turistica per i cultori del genere.
Proprio in quei giorni, ovvero durante quel fine settimana, si sta svolgendo una festa paesana, con banchetti tipici che riportano una volta di più all'atmosfera dell'epoca.
All'interno delle mura del castello si sta addirittura svolgendo il palio, con tutti i protagonisti rigorosamente abbigliati secondo le usanze del periodo in questione, vediamo damigelle, cavalieri, giocolieri, maghi, ecc….

La nostra sosta dura fino alla sera del 4/08, quindi torniamo alle nostre auto e ripartiamo, questa volta la meta è San Sebastian (Donostia nome in basco), uno dei più grossi centri della regione basca.
Lì ci "aspettano", e si tra virgolette perché non siamo certi dell'incontro, un gruppo di amici anche loro partiti durante questo week-end solamente con qualche ora d'anticipo, per loro però l'attrazione verso la Spagna ha fatto si che fosse proprio San Sebastian la prima tappa (da mezzanotte del venerdì alle 15:00 del sabato ininterrottamente, in macchina, complimenti!!).
Ebbene li contattiamo telefonicamente e ci dicono che il campeggio è difficile da trovare ed è meglio che ci diamo appuntamento in centro della ridente cittadina.
Arriviamo verso l'una di notte, è domenica ma non troviamo molta vita ad accoglierci, meglio così, non sarà difficile incontrarsi con l'altro gruppo che ci ha indicato la strada per raggiungere la basilica. Ed è proprio lì che li troviamo, l'umore è alto e dopo un caldo abbraccio d'accoglienza cerchiamo qualche locale dove concludere la serata.
Ormai sta albeggiando, e li seguiamo al campeggio, si trova ad Orio e i nostri "simpatici" amici pensano bene di raggiungerlo percorrendo la strada che s'inerpica sul monte Igueldo, non ho mai guidato così alla cieca!!!.
Una volta svegli, ci rendiamo conto che l'atmosfera vacanziera si è già impossessata degli orari che scandiscono le giornate, ovvero la giornata non ha più routine e comportamenti metodici, il giorno non va più dalla mattina alla sera ma comincia e finisce molto più tardi.
Ci accorgiamo anche che non c'è proprio un bellissimo tempo, tutt'altro, qui pioviggina a intermittenza e il sole solo a sprazzi riesce a illuminare le colline attorno a San Sebastian.

Il pomeriggio siamo in centro, la baia di questa città è stupenda, il porto turistico riporta il pensiero a vecchie e importanti imprese di navigatori audaci.
Lungo la spiaggia si staglia un strada pedonale come per staccare gli importanti palazzi dal mare.
La città e pulitissima e l'atmosfera è piena di modernità, serenità e vecchie tradizioni ancora molto sentite tipo i cicchetti (le tapas).
Ma San Sebastian è anche la patria del surf e il centro è pieno di negozietti con abbigliamento a tema e attrezzatura specifica.
Veniamo a sapere trascorrendo ore rilassanti passeggiando per il centro e visitando il museo della guerra del monte Urgull che domina la Concha (una delle migliori spiagge cittadine della Spagna) che la grande festa tradizionale basca che itinera lungo tutte la province della regione si svolgerà nelle settimane seguenti (semana blanca, perché dura per ben una settimana) e che in quel periodo si sta svolgendo a Vitoria (Gaestiz nome dalla lingua basca, e si chiama semana grande), capoluogo della regione basca.

Vitoria dista un centinaio di chilometri da S.S., ma siamo in ferie che problema c'è!?!.
Così nulla ci vieta per le tre serate che passiamo in questa splendida regione di fare la spola a Vitoria, di visitare la torre sul monte Igueldo dove si viene catturati dal fascino dell'oceano che sembra cominciare dai nostri piedi, per raggiungere le Americhe.
Molto interessante anche l'archivio fotografico esposto lungo le scale per raggiungere la torretta, dove si può conoscere con ritratti delle varie epoche lo stile di vita delle varie epoche dai primi del novecento fino agli anni cinquanta. Sono esposti anche i vari attrezzi per lavorare la terra sempre di quel periodo.
E poi, dobbiamo parlare della festa a Vitoria?!, non potrei non farlo dato che è stato il fulcro della nostra vacanza.
La prima serata è stata una vera e propria esplosione di felicità, contentezza e spensieratezza, immersi nel calore del popolo basco era difficilissimo mantenere l'identità di turisti italiani.
Tutti i valori che venivano espressi con le canzoni popolari da bande che suonavano correndo in tutto il centro storico erano subito anche tuoi………..
Adesso non voglio addentrarmi in discorsi politici che non ho la conoscenza per affrontare e partendo dal presupposto che tutti gli attentati terroristici sono da condannare, l'identità di questo popolo la si sente forte e queste feste l'amplificano a dismisura. Hanno una lingua propria, una cultura propria, una storia che non si accomuna mai con quella del resto del paese, e mi risulta difficile da italiano dove sono presenti più di una regione autonoma e mi sto riferendo al Friuli e al Trentino, capire tutta questa resistenza del governo della capitale…….

……torniamo alla festa, i locali sono tutti febbricitanti anche il più tranquillo in queste sere diventa un generatore di chiasso pazzesco.
Per le strade si incontra di tutto, gente che si tiene per mano e segue la banda saltando, giocolieri, bancarelle che espongono articoli pro-Euskierra (la parola che comprende l'intero pensiero basco), troviamo anche qualche italiano con gli stessi occhi nostri che brillano di stupore come quelli di chi ha raggiunto la meta ricercata per una vita.
Da queste feste e impossibile tornare presto, si concludono sempre con la colazione quando ormai il sole ha riconquistato il suo posto di padrone del cielo.
Questo iter si ripete anche per le altre due serata, ovviamente con meno stupore ma con la stessa identica emotività. Grazie San Sebastian e grazie Vitoria, e si perché è ora di trasferirsi di scendere lungo questa nazione, per raggiungere il centro Madrid, la capitale.


LA MANCHA E I MULINI

La raggiungiamo di notte, ormai ogni riferimento temporale è stato perso definitivamente, comunque è il quinto giorno di ferie.
A quest'ora della notte (sono le 3:00) è difficile trovare da dormire, e allora cosa c'è di meglio di una passeggiata in centro a sondare la situazione della città in questo periodo dell'anno.
E si perché qualcuno (tra cui io) pone il "problema" che poi problema non è, che essendo la città collocata al centro della Spagna è presumibile che la gente si sia spostata nelle località turistiche della costa a passare le vacanze.
La gente che si vede in giro sembra confermare la mia idea, la famosa movida sembra appartenere ad altri periodi.
Ormai albeggia e dopo aver raccolto informazioni dalle più disparate fonti ci dirigiamo verso sud, ci addentriamo nella mancha dato che è lì uno dei nostri obiettivi delle ferie.
Troviamo un campeggio a Toledo, stupendo, con piscina e uno splendido giardino che ricorda i prati inglesi.
Ottimi anche i posti per le tende con grandi zone ombreggiate che garantiscono il riposo anche in mattinata inoltrata.
I primi giorni li passiamo nell'ozio più sfrenato tra immersioni in piscina e brindisi a base di sangria.
Ci stiamo godendo il sole che ci aveva sottratto la regione basca.
Per il terzo giorno è gia pronto l'itinerario.

Tutto inizia con Consuegra, che è la cittadina forse più citata nel romanzo di Cervantes, che in Spagna è un vero e proprio eroe, c'è un monumento dedicato a lui a Madrid in plaza Espana.
Qui siamo in pieno deserto, il paesaggio presenta linee dolci che segnano i vari bassipiani tutti colorati di quel giallo che subito fa venire in mente i più classici western.
Il caldo ha inaridito tutta la flora e anche le viti che sono motivo di vanto per questa regione sono basse e asciutte è facile aspettarsi vini molto graduati e forti da queste terre.
I mulini che ricamano i confini tra la terra e il cielo sono il ricordo più profondo e affascinante di questa vacanza.
Qui tutto sembra fermo, silenzioso a rovinare questa atmosfera c'è lo strombazzare per festeggiare il matrimonio nella chiesa a due passi dai mulini.
Ma è un'interruzione solo momentanea, subito la pace torna padrona della scena. Come trovare i collegamenti con le città che siamo abituati ad abitare?, con la frenesia del traffico delle nostre città? (e non solo le città purtroppo), come si possono invidiare i nostri amici che hanno scelto di passare le ferie ad Ibiza? ("perché la c'è il "macello"!!!"), come fare ritorno alla nostra routine che non ti lascia né il tempo né la pace per pensare a quello che è stato il nostro percorso storico, a quello che è il nostro presente prima del nostro futuro?, ma molto più semplicemente come bisogna valutare ora le serate trascorse a Vitoria?, ma sapete qual'è il collegamento con Vitoria?, non è difficile trovarlo perché in entrambe le occasioni abbiamo assaporato la storia, con la S maiuscola, di due paesi, uno che lotta per vedere la propria identità e autonomia finalmente riconosciuta, uno che non lotta, che è stato usato come teatro di lotte nei romanzi, ma che con esse non ha niente da spartire, e la storia può far scaturire emozioni così agli antipodi, può agitare gli animi se non si vede riconosciuta nel presente in cui è rappresentata, e può essere tranquilla pacata se lo stato attuale ne è il più naturale seguito.
E' da questi posti surreali, da queste emozioni che partono dalle viscere del proprio ego, che tutti capiamo che sarà una vacanza che ci ricorderemo a lungo.
Ma è già l'ora di correre dobbiamo raggiungere Puerto Lapice, altra famosa località dove si trova la locanda di Don Chisciotte.

Qui si possono gustare le varie specialità gastronomiche del posto tutte accompagnate a degli ottimi vini molto robusti, dato anche le temperature esterne che in certi periodi sfiorano i quaranta gradi.
Il paesino è ancora oggi esclusivamente dedicato alle gesta dei personaggi che hanno animato il romanzo del grande autore spagnolo, infatti a parte i negozi di souvenir, dove si può trovare veramente di tutto dalle spade, alle versioni del romanzo in tutte le lingue, a molti altri oggetti di artigianato locale, resta ben poco sembra quasi un paese fantasma che aspettasse noi per poi sparire di nuovo. E' un'emozione da provare quella di sentirsi astrarre completamente dalla realtà, perdere ogni contatto con quegli indicatori che segnano il divenire in senso più stretto. Sembra che qui la più piccola unità di misura temporale sia molto più grande rispetto alle nostre, il tempo si potrebbe benissimo misurare in settimane (è un discorso un po' complicato ma spero lo capiate).
Poco più avanti della famosa locanda troviamo un bar completamente arredato a mo' di film western, gli avventori di questo locale sono anziani danno l'apparenza di essere i detentori della storia del posto, il loro modo di parlare è molto lento, qui il tempo non è mai tiranno.
Non è un posto citato da alcuna guida, ma il terrazzane all'esterno tutto in legno con un pozzo al centro, con ringhiere tenute assieme da ruote di vecchi carri in legno c'ha subito calamitato.
Dopo la lunga sosta alla cicchetteria, soprattutto per soddisfare la sete…, ci dirigiamo in quella che sarà la nostra ultima tappa del percorso Chisciottiano anche se ce ne sarebbero state molte altre da fare.
Il paese si chiama Campo de Criptana, nel romanzo si parla di un posto in cui il protagonista si trova di fronte a ben 34 mulini, e con i vecchi censimenti che si hanno ancora a disposizione l'unico posto poteva essere solo Campo de Criptana.
Quando arriviamo resto un po' sorpreso infatti in piedi ne rimangono meno di una dozzina oggi.
Tra tutti quelli che abbiamo visitato questo è il posto in cui c'è più gente ed è bello scoprire che riscuote tutto questo interesse questo genere di cose.
La giornata è ventosa, manco a dirlo. Pensiamo bene di ripararci in piccolo museo di artigianato artistico che ha dedicato tutta la sua vita a ricordare le gesta dei due eroi, in tutte le forme d'arte possibili, si possono trovare cartoline dipinte a mano, statuette in ceramica, sculture in ferro, caraffe di vetro pitturate ecc, ecc…
Ormai è il tramonto e questa sera dobbiamo festeggiare a Toledo quindi non ci resta che prendere l'auto e seguire la serena e pensosa strada del ritorno.

TOLEDO

Con Toledo si cambia totalmente scenario, arroccata su un colle, siamo immersi in pieno medioevo, ovviamente stiamo parlando della Toledo vecchia, infatti esiste una nuova Toledo che comunque sembra essere costruita seguendo i canoni di vivibilità e senza intaccare troppo l'ambiente circostante, almeno questo e il parere che mi sono fatto.
Molte sono le attrazioni turistiche-cultutrali che ogni anno fanno giungere a Toledo molti turisti da ogni parte del mondo.
L'oggetto simbolo della città è la lama in tutte le sue forme dalle conosciutissime forbici ai coltelli di ogni misura fino alle spade, e le si possono comprare ovunque, si troveranno moltissimi negozi nelle tipiche stradine sali e scendi .
La città è un grosso centro anche culturale si può visitare la cattedrale che costituisce uno dei più importanti monumenti gotici spagnoli e non solo, la visita potrebbe proseguire con la casa-museo del più importante artista del posto ovvero El Greco.
Molto suggestiva anche la fortezza militare, l'Alcazar che offre tra le altre cose un vero e proprio museo militare.
Dallo strapiombo vicino alla fortezza possiamo vedere il fiume Tajo che apre il panorama a tutta la distesa misto pianeggiante di cui non si riesce a vedere la fine, entusiasmante!!.
Ebbene sì, è ora di ripartire.
Prossima tappa Granada.

GRANADA

Per raggiungere Granada da Toledo bisogna tagliare l'altra metà della Spagna.
In certe zone il sole a picco fa si che la temperatura raggiunga e superi i 40°C, da sciogliersi!!!
Raggiunta la meta ci rendiamo subito conto che sarà dura trovare un campeggio, lo troviamo ed è sicuramente il peggiore di tutta la vacanza.
Non ci resta che dedicarci a tempo pieno alla città.
Granada come molte città è composta di una parte nuova e di una parte vecchia, sorge alle falde della Sierra Nevada, ed è subito forte la sensazione di essere più lontani dalla cultura occidentale pura a cui siamo abituati.
Incastonate come diamanti, sui colli si trovano i quartieri più vecchi della città come Albacìn e Alhambra.
Queste zone non sono molte estese e il miglior modo per visitarle è sicuramente a piedi, immersi nelle viuzze che regalano prospettive sensazionali delle case e dei palazzi che le delineano.
Una cosa a cui tenevamo particolarmente, come tutti i turisti che giungono a Granada, era visitare l'Alhambra, ciò non è stato possibile, si trattava di attendere file interminabili fin dalla mattina presto.
Abbiamo ripiegato quindi sul centro storico della città e devo dire che è stata una mossa fortunata!!
E' qui infatti che si respira tutta la cultura orientale ma anche nord africana, con un continuo di teerie, di narghilerie di negozi con souvenir che solo qui si possono trovare.
Si sente però, molto forte, anche l'aria Andalusa con locali che fanno conoscere il flamenco i liquori, vero e proprio vanto delle attività economiche del posto, ai propri avventori, e si vede sulle facce di tutti l'aria gitana.
Come monumenti siamo riusciti a visitare ben poco, immancabile nella Calle de los Oficios la Cappella Reale che ospita i sepolcri dei Re Cattolici (Ferdinando e Isabella). La Chiesa del Sacrario, forma parte degli edifici a ridosso della Cattedrale e della Cappella Reale. Di fronte alla Cappella Reale c'è l'antica Madraza che ospita alcune dipendenze dell'Università di Granada.
Una altra bella passeggiata è quella che collega il Sacromonte e l'Albacìn. Incomincia nella Piazza Nuova e continua attraverso la Piazza Santa Anna, dove è ubicata la chiesa omonima, edificio d'influsso mudèjar. Il fiume Darro scorre qui parallelo alla via. Dal lato destro si sale al quartiere de la Almanzora, ai piedi dell'Alhambra. Al principio de la Carrera del Darro, in un piccolo vicolo, si trova la Casa dei Pisa, che ospita una ricca e variata collezione di opere artistiche. Di fronte al primo tra i ponti, quello della Cabrera, c'è una stradicciola che porta al Convento di Santa Ines, fondato nel XVI secolo. Di fronte al secondo ponte, chiamato il Ponte de la Espinosa, ci sono El Bañuelo, i bagni arabi, risalenti all'XI secolo. Poco più avanti si trova il Convento di Santa Catalina de Zafra.
Di nuovo nella Carrera del Darro (la strada che accompagna il fiume) troviamo il Museo Archeologico posto in un palazzo conosciuto come Casa Castril.
Davanti c'è la chiesa di San Pedro, il cui chiostro si affaccia sul fiume. Prendendo la Cuesta Chapiz per salire verso il Sacromonte e l'Albacìn, dove troviamo il Palazzo dei Cordoba. Nelle vicinanze si trovano le case del Chapiz, quartiere popolare abitato tradizionalmente dai gitani. Sono case scavate nella montagna e in alcune di queste grotte hanno luogo spettacoli di danza e canto conosciuti come 'zambras' e devo dire che siamo stati anche invitati a partecipare ad una di queste feste, ma da perfetti ignoranti, abbiamo rifiutato dato che l'aspetto dei così accoglienti padroni di casa non era molto rassicurante. Il sentiero continua verso l'alto, lungo il pendio della collina di Valparaìso, e termina con l'Abbazia del Sacromonte.
Tornado nel cuore della città ci siamo fermati in una delle teerie citate prima, immancabile il narghilè, siamo rimasti assorti nella quiete più assoluta che veniva infranta dalle nostre frequenti risate (un'esperienza che non si può evitare!!).
Una sera dato che eravamo troppo spompati per raggiungere Malaga, e si perché in quel periodo (metà Agosto c'è la Feria), siamo rimasti a gironzolare per il centro e devo dire che abituati al trambusto della Feria, non c'erano molte alternative per tirare tardi….. fino a quando, chi troviamo in centro a Granada a passeggiare solo in cerca di qualche locale, un italiano… e siamo subito amici!!! E cosa ci trova stò compaesano, uno splendido locale immerso in un cantiere edile dove suonano del flamenco… ed è subito mattina!

CONCLUSIONI

Questo è tutto, il ritorno preferirei evitarlo.
E' stato un insieme di malinconia, di rabbia, di infelicità che non è il caso di riportare in un racconto che mi ha fatto riassaporare quei momenti come se li avessi rivissuti una seconda volta.
Con la consapevolezza che un ringraziamento speciale lo meritate anche voi.
A presto.


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