LE VIE DEI
PRESEPI AD URBINO
La Natività
protagonista ad Urbino durante le festività natalizie
2007
Centinai di presepi saranno in mostra dall’8
dicembre 2007 al 6 gennaio 2008 a Urbino, la città
marchigiana patrimonio dell’Unesco, celebre per la
dinastia dei suoi Duchi dai Montefeltro ai Della Rovere
(dal 1400 al 1600), per aver dato i natali a diversi artisti
del calibro di Raffaello e Barocci, e per i suo prestigiosi
monumenti.
La rassegna, denominata “Le vie dei
Presepi”, vedrà protagonisti, negli angoli
più suggestivi del centro storico, le tante Natività
realizzate artigianalmente da diversi artisti con i più
disparati materiali (pietra, cartapesta, stoffa, ceramica,
sughero, ecc.). I Presepi, da quelli più rappresentativi
provenienti dalle capitali indiscusse di quest’arte
(la Puglia e la Campania con in testa Napoli), daranno vita
ad un originale percorso espositivo nel cuore della cittadina.
L
L’itinerario
de ‘Le vie dei Presepi’ parte dall’Oratorio
di San Giuseppe, dove si trova il capolavoro in stucco a
grandezza naturale che l’urbinate Federico Brandani
ha realizzato verso la metà del ‘500, l’itinerario
porterà i curiosi nelle principali vie del centro
storico, le tante chiese storiche, luoghi sacri, edifici
pubblici, fino ad arrivare nel quartiere, di nuova costruzione,
La Piantata.
Si passa poi alla Sala del maniscalco della
Rampa di Francesco di Giorgio Martini dove saranno esposte,
dal 15 dicembre 2007 al 6 gennaio 2008, le Natività
Artistiche, realizzate da artisti provenienti da varie parti
d’Italia, in particolare il Gruppo artistico calitrano
di Calitri (AV), i maestri vetrai di Burano (VE), artisti
di Roma, ceramisti di Faenza, il Gruppo ceramisti di Urbania
(PU) e numerosi artisti della Provincia di Pesaro e Urbino.
Le opere saranno in prevalenza scultoree ed eseguite in
vari materiali.
Al Duomo di Urbino sarà invece possibile
ammirare il grande Presepe in sospensione disegnato su vari
tipi di legno, realizzato da Giuseppe Ugoccioni e il Presepe
tradizionale realizzato dal quartiere Duomo.
Altre due esposizioni caratterizzeranno questa
edizione 2007-2008: la mostra dei Bambinelli, venti opere
dal ‘700 in poi, in vari materiali allestita nelle
Sale delle Grotte del Duomo, dal 15 dicembre 2007 al 15
gennaio 2008, con la collaborazione della Diocesi.
L’altra mostra-mercato è quella “Il filo
racconta il Natale”, nel salone del Collegio Raffaello
(17 dicembre 2007 al 6 gennaio 2008), con esposizione di
opere e manufatti sul tema eseguiti a mano, in ricamo e
merletto, da abili ricamatrici dell’Associazione “Il
filo che conta” gruppo di Urbino e Fermo, dell’Associazione
“Fili e spilli” di Forlì e da appassionate
cittadine del territorio. In particolare si potranno ammirare
Annunciazioni e Natività in pizzo Rinascimento, pizzo
a tombolo, pizzo macramé, pannelli a punto antico
e punto lanciato, ecc.
Tra tutti spiccherà il presepe allestito
nella Cappella Albani realizzato in materiale plastico,
alto 4 metri, sviluppato in più piani, con la rappresentazione
scenografica di un Urbino re-interpretata dall’artista
Luciano Biagiotti.
Suggestivo il presepe forgiato dall’artista
Pippi Balsamini a grandezza naturale. Una sezione sarà
interamente dedicata ai presepi di piccole dimensioni: a
partire da quelli realizzati all’interno di un vongola
o frutti di mare, guscio di noce, lampadine elettriche ed
altri minuscoli oggetti. Presenti lungo il percorso espositivo
un presepe del ‘700 sicuramente eseguito dagli allievi
del Barocci, un altro addirittura realizzato con ossa umane,
ampolle e reliquie di Santi.
Tra i tanti, diversi e unici presepi spicca
quello dell’800 in stile romano, di proprietà
del Presidente Autorità Portuale Ancona, Giovanni
Montanari di Fano, collezionista di Natività, nel
quale è stato ricostruito fedelmente un quartiere
della città di Roma, con statuine in movimento e
luminarie.
Ancora:
presepi in legno intarsiato, presepi in cartapesta, presepi
preziosi in argento e oro, tanti saranno quelli artistici
artigianali.
Non mancheranno le opere di tanti appassionati maestri locali:
una serie di presepi costruiti completamente a mano. Oltre
ad artisti noti nel campo, la creazione degli oltre 200
presepi è affidata anche a privati cittadini, scolaresche,
associazioni, contrade ed enti di Urbino. Ogni quartiere
della città ducale avrà la sua Natività,
creando così un presepe diffuso nel territorio comunale.
All’interno del complesso monumentale San Francesco,
spazio alla ceramica, per l’esattezza a forme e decori,
rappresentanti la nascita di nostro Signore Gesù
Cristo, provenienti da importanti centri e scuole di produzione
dell’antica arte.
Diverse le novità di questa edizione.
Prima fra tutte la mostra di ‘Biglietti augurali’,
promossa dalla Scuola del Libro e Istituto d’Arte
di Urbino, con incisione fatte dai giovani allievi in esposizione
al Collegio Raffaello.
In programma anche una serie di concerti
di musica sacra, classica e tipica natalizia, previsti negli
stessi luoghi dove sono allestiti i presepi. Coinvolti nell’iniziativa
anche gli istituti scolastici del territorio pesarese, i
quali realizzeranno presepi di ogni tipo.
Per tutto il periodo di apertura della mostra, un mercatino
di prodotti e di addobbi natalizi, allestito all’interno
del cortile del Collegio Raffaello, permetterà l’acquisto
delle piccoli e grandi opere d’arte e di tanti arredi
legati al Natale.
“Le vie dei Presepi” sono visitabili
dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, con ingresso
gratuito.
L’iniziativa è voluta da Pro Urbino e Confcommercio,
sostenuta da Comune di Urbino assessorato Cultura e Turismo,
Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, Banca delle Marche,
Provincia di Pesaro e Urbino, commercianti della città
di Urbino, Diocesi, Accademia Raffaello, Legato Albani e
Ami servizi. INFORMAZIONI: 3383381699 (Silvia Gelardi)
DATA DI SVOLGIMENTO:
Dall’8 Dicembre 2007 al 6 Gennaio 2008. Inaugurazione
8 Dicembre 2007.
ORARI DI APERTURA:
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00.
Le origini storiche della Natività,
antica tradizione cristiana
La tradizione cristiana del presepio, i cui elementi fondamentali
sono Maria, Giuseppe, il Bambino Gesù, la grotta,
il bue e l’asinello, è soltanto suffragata
dal Vangelo di Luca, il quale afferma che Maria “diè
alla luce il suo figliuolo, e lo fasciò, e lo pose
a giacere in una mangiatoia”.
La prima descrizione della “Grotta del Salvatore”,
divenuta meta di numerosi pellegrinaggi, risale a San Gerolamo.
Secondo invece la leggenda, San Francesco d’Assisi
sarebbe stato l’inventore del presepio, avendone organizzato
uno composto da personaggi viventi il Natale del 1223 a
Greccio.
Secondo altre fondi, la rappresentazione della “Natività”
non ebbe origine dall’ordine francescano ma bensì
dalle rappresentazioni liturgiche durante l’ufficio
della notte di Natale, da cui San Francesco trasse la sua
idea.
Memorabile, secondo la storia, resta l’azione dei
domenicani prima, assieme a quella dei francescani, e dei
gesuiti dopo, nella diffusione del presepio. Resta assodato
che in un primo momento l’uso del presepio era limitato
nelle chiese.
In ogni caso è antichissima la tradizione, tanto
che si hanno esempi di presepi artistici già in epoca
medioevale. Il più antico in Italia è conservato,
in parte, nella basilica romana di Santa Maria Maggiore.
Per quel che riguarda invece la popolarità della
rappresentazione della nascita di Gesù nella nostra
penisola, sembra arrivare nella seconda metà del
Quattrocento, ma nel Settecento ebbe la sua massima diffusione.
Il presepio resta, comunque, la rappresentazione della scena
e dei personaggi della notte in cui è nato Gesù,
ricostruita con un gusto popolare e in vario modo nelle
chiese e nelle case durante il periodo natalizio.
INFORMAZIONI: 3383381699 (Silvia Gelardi
LA CITTA' DI URBINO

Urbino è situata tra le valli dei
fiumi Metauro e Foglia, su due colli a 451 metri sul livello
del mare, dai quali si gode un vasto panorama che abbraccia
verdi colline e maestose montagne.
Il centro storico ha un'estensione di poco
più di un chilometro quadrato, racchiuso tra le mura
bastionate ed interamente costruito in mattoni cotti. Di
forma romboidale allungata, il centro è diviso da
due assi viari principali e quasi perpendicolari tra di
loro (Via Mazzini e Via Cesare Battisti per un verso Via
Raffaello e Via Veneto dall'altro), che si incontrano nella
Piazza principale (Piazza della Repubblica), luogo di incontro
abituale degli urbinati e degli studenti.
Il territorio comunale comprende diversi
quartieri, a poche centinaia di metri dal centro storico
e molte frazioni distanti anche diversi chilometri, tutte
collegate da trasporti pubblici. L'estensione complessiva
è di ben 227,9 chilometri quadrati, per una popolazione
di 18.000 abitanti.
Le
origini di Urbino sono antichissime. Il nome Urvinum deriva
probabilmente dal termine latino urvus (urvum è il
manico ricurvo dell'aratro). Tra i personaggi più
importanti merita un accenno Guido il Vecchio, famoso e
focoso ghibellino che Dante Alighieri, nel XXVII canto dell'inferno,
incontra fra i consiglieri.
Solamente nel 1375 (circa) Antonio da Montefeltro,
una delle maggiori figure di soldato e di politico della
seconda metà del secolo XIV, abilissimo nel comporre
discordie e situazioni critiche e anche nel ricavare i massimi
vantaggi dalle rivalità altrui, seppe inserirsi nel
gioco politico italiano del tempo, alleandosi nel 1376 con
Firenze e Milano, legandosi quindi d'amicizia con Gian Galeazzo
Visconti.
Grazie al cresciuto prestigio, nel 1390, ottenne da parte
del papa Bonifacio VIII il riconoscimento di tutti i suoi
possessi. Tale situazione portò conseguenze benefiche
anche sulla città che poté risollevarsi dallo
stato di confusione in cui versava per le continue lotte,
e poté vedere quel risveglio culturale ed edilizio,
primo momento di quell'ascesa irresistibile cui andò
incontro durante il governo del suo grande nipote Federico.
A lui si devono la costruzione del palazzo della casata,
oggi sede dell'Università, nonché i primi
contatti con il mondo della cultura, che portarono alla
realizzazione di importanti opere artistiche.
Gli successe Guidantonio che acquistò
prestigio continuando un'accorta politica di equilibrio.
E' bene ricordare che proprio durante il suo dominio, nel
1416, i fratelli Lorenzo e Iacopo Salimbeni affrescarono
l'oratorio di San Giovanni, portando nella città
le esperienze più raffinate del gotico cortese; dopo
di loro verranno Ottaviano Nelli da Gubbio e Antonio Alberti
da Ferrara.
Alla sua morte (1443) subentrò il giovanissimo figlio
Oddantonio che, appena sedicenne, non solo non seppe mantenere
la politica di equilibrio, ma dilapidò le scarse
risorse economiche del ducato provocando una rivolta che
sfociò nella congiura del 21 luglio 1444, durante
la quale venne ucciso assieme a due ministri.
E' a questo punto che compare la figura di
Federico da Montefeltro, il personaggio più illustre
che legherà la storia della città alla propria
fama. Nato a Gubbio nel 1422, figlio naturale di Cuidantonio,
fratellastro di Oddantonio, Federico venne allevato da Giovanna
Alidosi, vedova di Bartolomeo Brancaleoni, la cui figlia
Gentile sarebbe diventata sua prima sposa (1437). Da allora
la sua vita fu un esempio di perfetto principe rinascimentale,
uno dei protagonisti della vita italiana di quel secolo,
grande condottiero, ma anche grande umanista, colui che
fece costruire da Luciano Laurana la sua residenza, quella
"città in forma di palazzo" secondo la
definizione del Castiglione, che è anche il primo
esempio di complesso architettonico ed urbanistico strettamente
legato alla natura.
Il
1472 segna una tappa importante per la vita di Federico,
sia sul piano politico che familiare: la rapida espugnazione
di Volterra e la nascita del tanto sospirato erede, Guidubaldo,
datogli dalla giovanissima Battista Sforza, sua seconda
moglie, nipote del duca di Milano. Due anni dopo giungeranno
ulteriori significativi riconoscimenti: il papa lo chiamerà
a Roma per nominarlo cavaliere di San Pietro e Gonfaloniere
della Chiesa (poco dopo una sua figlia sposerà un
nipote del papa, Giovanni della Rovere); Il re d'Inghilterra,
Edoardo IV, gli conferirà ]'Ordine della Giarrettiera;
il re di Napoli l'Ordine dell'Ermellino. La morte lo sorprese
nel 1482, con il figlio Guidubaldo ancora fanciullo.
La sapiente tutela dello zio Ottaviano
Ubaldini seppe conservargli tutti i poteri conquistati dal
padre, anche se alterne vicende politiche italiane lo costrinsero
ad abbandonare in fuga la città, sotto la pressione
del Valentino che nel 1502 l'aveva conquistata. L'anno successivo,
rientrato definitivamente in possesso del suo ducato, presero
finalmente avvio anni sereni per la città e per la
corte, che la duchessa Elisabetta Gonzaga animava con quei
famosi cenacoli che Baldassarre Castiglione ha eternato
nel suo "Cortígiano".
Sarà proprio in tale clima culturale che si preparerà
e affermerà il genio artistico di Raffello il quale,
dopo la formazione nella bottega paterna e le prime opere
eseguite per località del ducato, si muoverà
su raccomandazione di Giovanna Feltria Della Rovere - verso
Firenze e Roma dove raggiungerà il suo apice.
Unico problema della corte era la mancanza
di eredi, così che, alla morte di Guidubaldo (1508)
il ducato passò a Francesco Maria I della Rovere.
Pur senza eguagliare gli splendori dei Montefeltro, la Corte
roveresca continuò a radunare attorno a sé
musicisti e scenografi, artisti e letterati: diverse sono
le committenze a Tiziano, senza dimenticare le numerose
opere fatte eseguire all'urbinate Federico Barocci che certamente
costituì l'aspetto più qualificante della
committenza degli ultimi Della Rovere.
Ma il fatto più negativo per la città si verificò
quando la Corte, nel 1523, decise di trasferire la propria
sede a Pesaro, con conseguente emarginazione di Urbino rispetto
ai centri litoranei. I successori, Guidubaldo II , Francesco
Maria II e Federico Ubaldo, fecero conoscere ad Urbino momenti
sempre meno splendenti, fino al 1631 data in cui mori l'ultimo
duca, rimasto senza eredi, con conseguente devoluzione del
ducato, per questioni ereditarie, allo Stato pontificio.
A partire da tale data Urbino venne sottoposta
ad una lunga serie di sottrazioni: dapprima il trasferimento
delle collezioni e di molti arredi a Firenze, iniziato già
da Francesco Maria, quindi la vera e propria spoliazione
di quant'altro fosse rimasto nel palazzo (i Ritratti dello
Studiolo, le Muse del Tempietto, e infine, nel 1657, la
famosa Biblioteca di Federico). E' facilmente immaginabile
il clima di decadenza e di degrado che doveva regnare nella
città in tale periodo: monumenti, mura cittadine,
palazzi pubblici e privati, in stato di abbandono e bisognosi
di restauro.
Le vicende di fine secolo e dell'inizio del
successivo, legate alle imprese napoleoniche, sono comuni
a molte città italiane e comportarono per Urbino
-oltre alla soppressione di chiese, conventi e istituti
religiosi- un ennesimo impoverimento del proprio patrimonio
artistico con la distruzione di alcune opere (sculture in
bronzo, fuse per scopi militari) e la deportazione di altre
verso Milano, prima fra tutte la famosa Madonna col Bambino
e Santi, di Piero della Francesca che diventerà la
celebre 'Pala di Brera'.
DA VEDERE
CASA NATALE DI RAFFAELLO
L'edificio fu acquistato nel 1460 da Sante di Peruzzolo
da Colbordolo, nonno del pittore ed aggregato alla casa
attigua. Nel 1635 passò all'architetto Muzio Oddi
e infine, nel 1875, divenne proprietà dell'Accademia
Raffaello che ne fece la propria sede e lo restaurò.
L'architettura dell'edificio è quella tipica del
Quattrocento minore urbinate che traeva ispirazione dal
Palazzo Ducale. Motivi quattro-cinquecenteschi sono ancora
presenti in cornici di porte, nei sediletti in pietra situati
nei vani delle finestre e in un soffitto a cassettoni. Le
finestre del primo piano potrebbero aver subito un rifacimento
seicentesco. Al primo piano c'è la stanza dove la
tradizione vuole che il pittore sia nato il 28 marzo 1483.
Qui Raffaello visse i primi anni della sua formazione artistica
imparando, come scrisse Carlo Bo, “la divina proporzione
degli ingegni, soprattutto ha imparato il valore della filosofia,
della dignità da dare al suo lavoro di Pittore”.
L’edificio è arredato con mobili d’epoca,
conserva un affresco del grande maestro e dipinti del padre,
Giovanni Santi, e dei discepoli Timoteo Viti e Giulio Romano.
Vi è inoltre una ricca raccolta di ceramiche rinascimentali
di Urbino, Pesaro e Casteldurante (Urbania). Molto pittoresco
è il cortiletto che un tempo doveva essere interamente
porticato e collegato con la bottega.
Urbino, via Raffaello Sanzio, 57 - Tel. 0722.320105 - Sito
web: www.accademiaraffaello.it
Ingresso: 3 euro intero; 2 euro gruppi; 1 euro scuole. Orari:
feriali 9 – 14 - festivi 10 – 13
NEI DINTORNI
A due passi da Urbino è possibile
visitare Urbania, l’antica Casteldurante, famosa per
le sue ceramiche. Da visitare: il Palazzo Ducale, le chiese,
il Museo Diocesano e la chiesa dei morti con annesso il
Museo delle Mummie.
E’ consigliato visitare tutti i centro dell’Alta
valle del Metauro, come Sant’Angelo in Vado e Mercatello
sul Metauro, o quelli a valle come Fossombrone.
Merita una visita anche Fermignano (a cinque minuti da Urbino)
con la sua cascata, il ponte e la torre romana. Anche se
un po’ distante ma raggiungibile comodamente in superstrada,
lungo la via consolare Flaminia, resta da segnalare uno
dei luoghi più suggestivi, la Gola del Furlo. Nel
punto più stretto, l’imperatore Vespasiano
fece scavare nel 76 d.C. una apertura sulla roccia che affianca
un'altra augusta galleria di origini più antiche.
Poco oltre la Gola, oggi riserva naturale dove nidificano
ancora le aquile, c’è l’abitato di Pagino,
luogo in cui (secondo un’antica tradizione) fu combattuta
la battaglia tra Narsete e Totila (552 d.C.), evento che
segnò la fine del dominio dei Goti in Italia.
LA GASTRONOMIA
Piatti dell’antica tradizione marchigiana e prodotti
locali
Un discorso a parte merita la gastronomia
di Urbino e del suo territorio, l’entroterra pesarese.
Ci troviamo nelle Marche, ai confini con la Romagna, la
vicina Toscana e Umbria.
Qui primeggia il pregiato tubero, ovvero il tartufo bianco
e nero pregiato. Anche se la stagione di produzione di quello
bianco pregiato è da ottobre alla fine di dicembre,
il tartufo si trova tutto l’anno. Sono infatti diverse
le specie che, a seconda del periodo, si possono reperire
dal sottosuolo: dal bianchetto, al tartufo nero pregiato,
allo scorzone nero tipico estivo, passando per il tartufo
nero d’inverno fino al
moscato.
Tra i prodotti tipici spiccano: la "Casciotta di Urbino",
il Formaggio di Fossa, il "Pane di Chiaserna",
la "Carne di Vitellone Marchigiano" e due vini
il "Santangiolino" e il “Visner” (entrambi
dolci). Non vanno dimenticati prosciutti e salami locali,
formaggi, confetture. Passando ai dolci troviamo: crostate,
ciambelle dolci, cresce di Pasqua dolci e al formaggio.
Il tutto annaffiato da vini tipici della zona quali: Bianchello
del Metauro, Rosso dei Colli Pesaresi e Sangiovese.
STRUTTURE RICETTIVE
RISTORANTI URBINO
Ristorante “La Vecchia Urbino”
Si accede dalla piazzetta Sant’ Andrea, nel cuore
della città tra un reticolo di viuzze. Locale rustico
ed elegante, con cucina tipica legata al territorio, con
particolare scelta delle materie prime, privilegiando il
biologico.
Pranzo medio 36 euro.
Via Vasari, 3/5
Tel. 0722.4447
www.vecchiaurbino.it
chiuso il martedì
Ristorante “Nenè”
Ambiente caratteristico, immerso nel verde a 2 km dal centro,
con cucina attenta alla ricerca della tipicità regionale
e nazionale.
Prezzo medio dai 15 ai 25 euro
via Crocicchia
Tel. 0722.2996
www.neneurbino.com
chiuso il lunedì
Ristorante “Vecchia Fornarina”
Locale caratteristico nel centro di Urbino, a volte, ubicato
in un palazzo del XVI sec. Cucina Tipica marchigiana con
selezione di vini locali e nazionali
Prezzo medio 25 euro
Via Mazzini, 14
Tel. 0722.320007
sempre aperto
ALBERGHI
Albergo Italia
Nel pieno centro storico all’ombra del Duomo e dei
Torricini, elegante e confortevole.
Doppia da 62 a 114 euro
Corso Garibaldi, 32
Tel. 0722.2701
www.albergo-italia-urbino.it
Albergo Della Robbia
In campagna, a 3 km dal centro, tranquillo e raccolto, con
colazione a buffet di prodotti tipici
Doppia da 50 a 56 euro
Via dei Gelsi, 2
Tel. 0722.4064
www.hoteldellarobbia.com
Le botteghe artigianali di Urbino
CORNICI ARTISTICHE
Duranti Giorgio
Via Raffaello, 99
0722 4497
INTARSIO
"L'artista del legno" di Salpanti Irene
Via E. Mattei, 26
0722 53555
LAVORAZIONE METALLI PREZIOSI
Laboratorio orafo “Amodeo”
Via Bramante, 51
0722 2562
STAMPE D'ARTE
Stamperia Santa Chiara
Villa Santa Chiara, 107
0722 2262
COME ARRIVARE
Per raggiungere Urbino in auto percorrendo
l’A14, uscire al casello di Pesaro-Urbino, per poi
proseguire sulla SS 423 seguendo le indicazioni per Urbino
distante 28 km. Mentre dal versante tirrenico occorre percorrere
la superstrada E-45, fino all'uscita S.Giustino passare
sulla SS 73 bis direzione Urbino e Urbania attraverso il
passo di Bocca Trabaria; oppure percorrere la SS n. 3 Flaminia
( E-78), seguendo le indicazioni per Fano, dopo le uscite
per il Furlo e Calmazzo deviazione sulla SS 423 (E-78) per
Urbino.
In treno sulla linea ferroviaria Bologna-Ancona si scende
alla stazione di Pesaro o in quella di Fano e proseguire
per Urbino in autobus; provenendo da Roma si può
raggiungere Ancona e poi Pesaro. (MA VE LO SCONSIGLIAMO
VIVAMENTE)
INFORMAZIONI
Altezza s.l.m. m.200 - C.a.p. 61029 - Mercato
Sabato
Pro Loco Urbino: 0722.330523, e-mail: info@proloco-fermignano.it
sito: www.proloco-fermignano.it
Comune Urbino: 0722.332142
Ufficio stampa: Samuele Sabatini 329.6236574
